L'impossibilità della conoscenza
di Santi Romano
Quando il re di Ninive decise di fare pace col re di Ur, gli mandò un ambasciatore proponendogli un accordo.
Ma costui capì male e riferì peggio.
E il re di Ur pensò d'aver subito un affronto.
La guerra proseguì sempre più ferocemente.
L'anno seguente il re di Ninive mandò un secondo ambasciatore a proporre la pace.
Ma anche questo capì male e riferì peggio.
E la guerra fu ancora più cruenta.
Quindi il re di Ninive decise di inventare la scrittura per evitare qualunque incomprensione.
Dopo 3.000 anni, però, abbiamo scoperto che anche la scrittura è una parabola di interpretare.
Perché rappresenta la parola, che è inconoscibile.
E questa rappresenta il nostro pensiero, che non è univoco.
La conoscenza è impossibile.
Aristotele in La metafisica dice che le api sono intelligenti perché sono sorde.
Basta loro la vista e la propria essenza per sapere esattamente quali azioni compiere e come compierle. Sarebbe cosa buona che anche noi per conoscere i fatti, le persone e la vita non ascoltassimo ciò che ci dicono. E' infatti dentro noi ciò che dobbiamo capire.
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