domenica 17 settembre 2017

Italo Calvino, Il castello dei destini incrociati. Storia di Astolfo sulla Luna. È in cielo che tu devi salire, Astolfo, su nei campi pallidi della luna, dove uno sterminato deposito conserva dentro ampolle messe in fila, le storie che gli uomini non vivono, i pensieri che bussano una volta alla soglia della coscienza e svaniscono per sempre, le particelle del possibile scartate nel gioco delle combinazioni, le soluzioni a cui si potrebbe arrivare e non si arriva.

In mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a quanti la notte aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti. Passai per un ponte levatoio sconnesso...
 Italo Calvino, Incipit, Il castello dei destini incrociati"


È in cielo che tu devi salire, Astolfo, su nei campi pallidi della luna, dove uno sterminato deposito conserva dentro ampolle messe in fila, le storie che gli uomini non vivono, i pensieri che bussano una volta alla soglia della coscienza e svaniscono per sempre, le particelle del possibile scartate nel gioco delle combinazioni, le soluzioni a cui si potrebbe arrivare e non si arriva.
 Italo Calvino, Il castello dei destini incrociati. “Storia di Astolfo sulla Luna”.


Sono stanco che il Sole resti in cielo, non vedo l’ora che si sfasci la sintassi del Mondo,
che si mescolino le carte del gioco, i fogli dell’in-folio, i frantumi di specchio del disastro.
Italo Calvino, Il castello dei destini incrociati


- Hai paura che le nostre anime caschino nelle mani del Diavolo?
- avrebbero chiesto quelli della Città.
- No: che non abbiate anima da dargli.
Italo Calvino, Il castello dei destini incrociati


Le generazioni si guardano torve, si parlano solo per non capirsi,
per darsi a vicenda la colpa di crescere infelici e di morire delusi.
Italo Calvino, Il castello dei destini incrociati


Lasciatemi così. Ho fatto tutto il giro e ho capito. Il mondo si legge all’incontrario. Tutto è chiaro.
Italo Calvino, Il castello dei destini incrociati


Ma ci sono fonti, – qualcuno tra noi certo pensò,
– che, appena se ne beve, accrescono la sete, anziché placarla.
Italo Calvino, Il castello dei destini incrociati, 1973 - “Storia dell'ingrato punito”


C'è un modo colpevole di abitare la città: accettare le condizioni della bestia feroce dandogli in pasto i nostri figli. C'è un modo colpevole di abitare la solitudine: credersi tranquillo perché la bestia feroce è resa inoffensiva da una spina nella zampa. L'eroe della storia è colui che nella città punta la lancia nella gola del drago, e nella solitudine tiene con sé il leone nel pieno delle sue forze, accettandolo come custode e genio domestico, ma senza nascondersi la sua natura di belva.
 Italo Calvino, Il castello dei destini incrociati.


… perché ogni scelta ha un suo rovescio cioè una rinuncia,
e così non c’è differenza tra l’atto di scegliere e l’atto di rinunciare.
Italo Calvino, La taverna dei destini incrociati - Storia dell'indeciso.


… Ma la cosa può essere vista in due modi: che questo brulicare demoniaco all'interno delle persone singole e plurali, nelle cose fatte o credute di fare, e nelle parole dette o credute di dire, sia un modo di fare e di dire che non sta bene, e convenga ricacciare tutto giù, oppure sia invece ciò che più conta e visto che c'è sia consigliabile farlo venir fuori; due modi di vedere la cosa poi a loro volta variamente mescolati, perché potrebb'essere che il negativo per esempio sia negativo ma necessario perché senza di quello il positivo non è positivo, oppure che non sia negativo affatto mentre il solo negativo caso mai è quello che si crede positivo.
Italo Calvino, La taverna dei destini incrociati - Anch'io cerco di dire la mia


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