sabato 13 settembre 2014

Giuseppe Pulina, Rigor Cordis. Ogni giorno è il giorno che è e io vorrei gustarne l’unicità facendo mie tutte le primizie di cui è capace. Il primo bacio, la prima lacrima, il primo brivido, il primo sorso d’acqua, la prima ferita, il sapore del sangue, l’odore del sangue, il colore rosso cangiante del sangue, la prima stella cadente, il mare, la linea dell’orizzonte, l’orizzonte, la prima boccata d’aria, il sapore del sale e di tutte le spezie del mondo, la prima neve, la primavera, uno stormo di corvi, il contatto di una mano, la mia, di altra persona, il primo sonno, il primo sogno, il primo risveglio, il frastuono delle onde, la mia faccia, che si fa viso, che si fa sguardo osservato, il primo sorriso, il profumo della pelle, la prima pelle, il primo latte, il primo dente, la prima immagine riflessa allo specchio, ma soprattutto il primo battito del cuore, perché è lì che la prima volta ha avuto la sua prima volta, è lì che tutto cominciò

"Ogni giorno è il giorno che è e io vorrei gustarne l’unicità facendo mie tutte le primizie di cui è capace. Il primo bacio, la prima lacrima, il primo brivido, il primo sorso d’acqua, la prima ferita, il sapore del sangue, l’odore del sangue, il colore rosso cangiante del sangue, la prima stella cadente, il mare, la linea dell’orizzonte, l’orizzonte, la prima boccata d’aria, il sapore del sale e di tutte le spezie del mondo, la prima neve, la primavera, uno stormo di corvi, il contatto di una mano, la mia, di altra persona, il primo sonno, il primo sogno, il primo risveglio, il frastuono delle onde, la mia faccia, che si fa viso, che si fa sguardo osservato, il primo sorriso, il profumo della pelle, la prima pelle, il primo latte, il primo dente, la prima immagine riflessa allo specchio, ma soprattutto il primo battito del cuore, perché è lì che la prima volta ha avuto la sua prima volta, è lì che tutto cominciò". 
(dal testo) 
Giuseppe Pulina, Rigor Cordis. 
Per una filosofia del cuore 
Con sette illustrazioni originali
di Marco Lodola 


Cuore o ragione? Ma siamo proprio sicuri che queste due forze siano necessariamente contrarie e contrapposte? E se piuttosto tra loro s'instaurasse un salutare agonismo? Questo libro è schierato dalla parte del cuore ma non contra rationem, e potrà sorprendervi per le tesi che argomenta. Quante e quali cose sa fare il cuore, chiamato in causa nelle esperienze capitali della vita in cui la ragione non sempre è di conforto e d'aiuto? Eppure il cuore non ridimensiona la ragione, così come quest’ultima, quando sa essere ragionevole (quello che dovrebbe essere per natura), si guarda bene dal mortificare il cuore. Tuttavia, l’uomo cardiaco – come lo definisce Pulina – ha un primato e una possibilità che l’uomo cerebrale non ha: è con il cuore che s’intende e ausculta la vita; è con il cuore che può percepire il suo viscerale attaccamento al mondo



Dualismo tra cuore e ragione? La risposta di Giuseppe Pulina

In "Rigorcordis", Pulina s'interroga sulla vera natura del cuore, prendendo in esame anche l'esperienza di trapiantato che il filosofo francese Jean-Luc Nancy ha vissuto e raccontato. Interrogandosi e rivolgendo, nello stesso tempo, la domanda al lettore, Pulina si chiede se siamo proprio sicuri che cuore e ragione siano necessariamente due forze contrarie e contrapposte. L'idea dell'autore è che tra queste due facoltà si debba piuttosto instaurare un salutare agonismo. Uno sterile antagonismo renderebbe difficilmente un buon servizio alla causa della filosofia. L'autore prende però partito per il cuore, schierandosi dalla sua parte, ma, non per questo, andando contra rationem.
Il cuore di cui parla Pulina è, inoltre, organo ben diverso dall'ordigno meccanico di cui, nel '600, parlava lo scienziato inglese William Harvey, che, nel "De motucordis", rese pubblica la straordinaria scoperta della circolazione sanguigna. Sottratto all'angusta funzione di semplice esecutore meccanico di processi puramente ed esclusivamente fisiologici, seguendo una via in parte già battuta dalla filosofa spagnola Maria Zambrano, il cuore diventa metafora ed espressione di un rigenerante modo di vivere e pensare la vita. Vengono così battuti in breccia i tanti luoghi comuni che accompagnano e fondano una certa idea del cuore nell'immaginario collettivo e che rischiano di fare di quest'organo il succedaneo di un'esistenza dotata di un senso sempre più debole e precario. Una prova verrebbe anche dal recente passato. Richiamando e sviluppando una tesi di James Hillman,Pulina ritiene che l'abominevole macchina della morte di Auschwitz può trovare una sua, per quanto insufficiente, spiegazione solo in un cedimento del cuore che, depotenziandosi, avrebbe armato la mano del boia nazista. «L'associazione tra Auschwitz e l'eclissi epocale del cuore - scrive Pulina - può sembrare solo in apparenza il frutto di una forzatura ad effetto».

http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2013/09/04/news/dualismo-tra-cuore-e-ragione-la-risposta-di-giuseppe-pulina-1.7687656



[...] sono bambino, la mano in quella di mio padre che parla con un amico. Siamo in una festa di campagna, ed è aprile. Uno sconosciuto, forse un po’ alticcio, dà pesantemente fastidio ad una donna palesemente in difficoltà. La mano dell’amico di mio padre, motupròprio, scatta aperta per cadere di schianto sul viso del malcapitato che cade riverso sull’erba, il cuore che batte a mille sotto la camicia leggera. L’amico di mio padre lo guarda freddo, le linee del viso chiuse alla minima emozione. L’uomo si alza e va via, uscendo dal magico, piccolo orizzonte della festa.
“Uomo di cuore forte” dice mio padre a casa, raccontando il fatto alla moglie. “E l’altro?” mi intrometto io. “Uomo maleducato dal cuore vigliacco”.
Parlo di una “cosa”, un muscolo, dandogli gli attributi di una persona intera, spirito compreso: cuore sofferente dalla voce sconnessa; cuore forte, freddo, senza paura; cuore vigliacco, in fuga. Un bel groviglio “cardio-logico”. [...]

Il libro è scandito da una ventina di brevi capitoli raccolti all’interno di altri quattro segnati da titoletti suggestivi, in tono perfetto (dito sul polso attento al battito) con il contenuto: Atrio I – “Cor Cordis”; Ventricolo I - “ Gli Stati del Cuore”; Atrio II - “Gli Atti del Cuore”; Ventricolo II – “Ex Corde”. Tutto questo animato da due brani di eccellente natura poetico-musicale:”Un apocrifo Prometeo (fabula cordis n.1)” e “BattiCuore (fabula cordis n.2)”. [...]

Nelle loro riflessioni - scrive Pulina parlando di Crisippo e di Zenone di Cizio - si concentra una visione del cuore che accomuna tanti altri filosofi dell’antichità, per i quali l’organo cardiaco assolveva una più che significativa gamma di funzioni: centro pulsionale (ardore, thymos), punto di contatto con il divino, luogo di raccolta del Nous e dell’attività spirituale. E per Lucrezio, meccanicista borderline, il “cor” era anche “mens”. Era chiaro che tra l’idea del cuore e l’idea dell’universo si stabiliva in questo modo una contiguità che poteva farsi anche fisica”. [...]

Questo mio è soltanto un semplice saluto di benvenuto ad un libro serio e allo stesso tempo fine e “cordiale”, specchio fedele di chi l’ha pensato e messo su carta. O forse anche un tentativo di dissuadere quanti, fra i lettori, possano considerare il “mestiere” del cuore soltanto il ricupero della “parte perduta di noi stessi” (Emily Giffin, Il luogo del cuore, Piemme, Milano 2013).

Franco Fresi


http://www.ilmessaggerosardo2.com/index.php?option=com_content&view=article&id=2123:%93rigor-cordis%94-di-giuseppe-pulina&Itemid=122


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