giovedì 18 settembre 2014

William Garrison. Contraddizioni dell'ideologia della Non Violenza. Il caso dell'abolizionista statunitense William Garrison. Sono un non-resistente, un credente nell'inviolabilità della vita umana in ogni circostanza. E dunque, in nome di Dio, io disarmo John Brown e ogni schiavo del Sud. Ma non mi fermo qui; se lo facessi sarei un mostro. Io disarmo altresì, in nome di Dio, ogni proprietario di schiavi e ogni tiranno nel mondo [...] Sono un non-resistente e non solo desidero ma ho lavorato incessantemente per realizzare un'abolizione pacifica della schiavitù, mediante un appello alla ragione e alla coscienza del proprietario di schiavi. E, tuttavia, in quanto uomo di pace e "oltranzista" uomo di pace, sono pronto ad augurare il successo ad ogni insurrezione di schiavi nel Sud e in ogni altro paese schiavistico [...]. Dovunque ci sia una contesa tra oppressi e oppressori ed entrambe le parti siano armate, Dio sa che il mio cuore dev'essere con l'oppresso e sempre contro l'oppressore. Pertanto, una volta che esse siano iniziate, io non posso che augurarmi il successo di tutte le insurrezioni di schiavi. Ringrazio Dio allorchè uomini che credono nel loro diritto e dovere di impugnare armi carnali sono così avanzati da prendere tali armi dal campo del dispotismo per portarle nel campo della libertà. E' un'indicazione di progresso e un segno positivo di crescita morale. E' una via che si innalza verso la sublime piattaforma della non-resistenza; ed è il metodo di Dio per far giungere la sua punizione sulla testa del tiranno. Piuttosto che vedere uomini portare le loro catene con spirito codardo e servile, come uomo di pace preferirei vederli spaccare la testa del tiranno con le loro catene.

CONTRADDIZIONI DELL'IDEOLOGIA DELLA NON-VIOLENZA. 
IL CASO DELL'ABOLIZIONISTA STATUNITENSE WILLIAM GARRISON


William L. Garrison (12 dicembre 1805 – 24 maggio 1879) è conosciuto soprattutto come direttore del giornale abolizionista radicale The Liberator, e come uno dei fondatori dell'American Antislavery Society; promosse l'"immediata emancipazione" degli schiavi negli Stati Uniti. Garrison era anche un'importante voce a favore del suffragio universale e critica nei confronti della diffusa tradizionale ortodossia religiosa che supportava lo schiavismo e si opponeva al suffragio alle donne.
Il suo approccio nei confronti dell'emancipazione poneva l'accento sulla non-violenza e la resistenza passiva, ed attirò un seguito appassionato. Col tempo però si rese conto della contraddizione di portare avanti una lotta non-violenta nel momento in cui due parti in lotta adottano entrambe pratiche violente. [...]

E' celebre un suo discorso proferito dopo che le forze reazionarie degli Stati del Sud ebbero impiccato il militante abolizionista non-violento John Brown nel 1859, in cui arriva alla conclusione che in presenza di un conflitto che vede entrambe le parti in lotta far ricorso alle "armi carnali", si può operare una scelta solo distinguendo tra oppressori e oppressi, augurandosi dunque la vittoria dei secondi. Ecco il discorso:

"Sono un non-resistente, un credente nell'inviolabilità della vita umana in ogni circostanza. E dunque, in nome di Dio, io disarmo John Brown e ogni schiavo del Sud. Ma non mi fermo qui; se lo facessi sarei un mostro. Io disarmo altresì, in nome di Dio, ogni proprietario di schiavi e ogni tiranno nel mondo [...] Sono un non-resistente e non solo desidero ma ho lavorato incessantemente per realizzare un'abolizione pacifica della schiavitù, mediante un appello alla ragione e alla coscienza del proprietario di schiavi. E, tuttavia, in quanto uomo di pace e "oltranzista" uomo di pace, sono pronto ad augurare il successo ad ogni insurrezione di schiavi nel Sud e in ogni altro paese schiavistico [...].

Dovunque ci sia una contesa tra oppressi e oppressori ed entrambe le parti siano armate, Dio sa che il mio cuore dev'essere con l'oppresso e sempre contro l'oppressore. Pertanto, una volta che esse siano iniziate, io non posso che augurarmi il successo di tutte le insurrezioni di schiavi. Ringrazio Dio allorchè uomini che credono nel loro diritto e dovere di impugnare armi carnali sono così avanzati da prendere tali armi dal campo del dispotismo per portarle nel campo della libertà. E' un'indicazione di progresso e un segno positivo di crescita morale. E' una via che si innalza verso la sublime piattaforma della non-resistenza; ed è il metodo di Dio per far giungere la sua punizione sulla testa del tiranno. Piuttosto che vedere uomini portare le loro catene con spirito codardo e servile, come uomo di pace preferirei vederli spaccare la testa del tiranno con le loro catene."

Il testo è interessante perchè testimonia di come anche un noto credente, così appassionato nella fede per la non-violenza, posto di fronte alla situazione storica concreta, abbandoni il rifiuto di principio della violenza, rovesciandolo anzi nella consacrazione teologica, più o meno accentuata, della violenza stessa.

(citazione e commenti rielaborati da D. Losurdo, "La non-violenza. Una storia fuori dal mito", pp. 20-22)



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