mercoledì 11 settembre 2013

Allende. Ci troviamo davanti a un vero scontro frontale tra le GRANDI CORPORAZIONI INTERNAZIONALI e gli Stati. Questi subiscono INTERFERENZE NELLE DECISIONI FONDAMENTALI, POLITICHE, ECONOMICHE e MILITARI da parte di ORGANIZZAZIONI MONDIALI che NON DIPENDONO da nessuno Stato. Per le loro attività non rispondono a nessun governo e non sono sottoposte al controllo di nessun Parlamento e di nessuna istituzione che rappresenti l'interesse collettivo. In poche parole, la struttura politica del mondo sta per essere sconvolta. Le grandi imprese multinazionali non solo attentano agli interessi dei Paesi in via di sviluppo, ma la loro azione incontrollata e dominatrice agisce anche nei Paesi industrializzati in cui hanno sede. La fiducia in noi stessi, che incrementa la nostra fede nei grandi valori dell'umanità, ci dà la certezza che questi valori dovranno prevalere e non potranno essere distrutt

Nell'anno 1970, Salvador Allende vinse le elezioni e venne consacrato presidente del Cile. E disse: "Nazionalizzerò il rame".
E disse: "Di qui non ne uscirò vivo".
E mantenne la parola data.
Eduardo Galeano, I figli dei giorni




Allende era socialista e venne fatto fuori grazie al potere di 4 grosse multinazionali: 
Alcoa, la Enron, la ITT e la Citicorp, con l'appoggio degli Usa.
I media ufficiali hanno sempre protetto Pinochet e gli Usa, questo mi basta per capire, bisogna sempre (o quasi) andare contro quello che i media ti bombardano.


Salvador Allende
(26 giu 1908 – 11 set 1973) 

In questo video [...] Edward Corry, ex ambasciatore Usa in Cile, fornisce una visione molto chiara su come viene percepita la figura di Allende,  nel contesto politico internazionale, in particolare riferimento all'imperialismo degli USA, che -nella persona del loro Presidente Nixon- detesta il modo di Allende [di porsi] a livello internazionale. Nel discorso all' O.N.U, Allende parla delle Multinazionali Mondiali come dell'ostacolo più grosso allo sviluppo degli interessi della intera comunità sociale.
Afferma: "la struttura politica del mondo sta per essere sconvolta da grandi corporazioni internazionali che agiscono per i loro esclusivi interessi, calpestando gli interessi legittimi della società".
Una triste realtà facilmente riscontrabile ai giorni nostri.

video tratto dal film-documentario Salvador Allende, 
di Patricio Guzmàn.





Salvador Allende: DISCORSO ALLE NAZIONI UNITE (1972) 
«Ci troviamo davanti a un vero scontro frontale tra le GRANDI CORPORAZIONI INTERNAZIONALI e gli Stati. Questi subiscono INTERFERENZE NELLE DECISIONI FONDAMENTALI, POLITICHE, ECONOMICHE e MILITARI da parte di ORGANIZZAZIONI MONDIALI che NON DIPENDONO da nessuno Stato. Per le loro attività non rispondono a nessun governo e non sono sottoposte al controllo di nessun Parlamento e di nessuna istituzione che rappresenti l'interesse collettivo. In poche parole, la struttura politica del mondo sta per essere sconvolta. Le grandi imprese multinazionali non solo attentano agli interessi dei Paesi in via di sviluppo, ma la loro azione incontrollata e dominatrice agisce anche nei Paesi industrializzati in cui hanno sede. La fiducia in noi stessi, che incrementa la nostra fede nei grandi valori dell'umanità, ci dà la certezza che questi valori dovranno prevalere e non potranno essere distrutti.».
discorso pronunciato da Salvador Allende all'assemblea generale dell'ONU il 4 dicembre 1972


l'11 settembre 1973 è la data in cui l'esercito assassinò Salvador Allende. Il colpo di stato fu voluto dagli Stati Uniti, preoccupati dalle limitazioni che il Presidente voleva porre allo strapotere delle Multinazionali. [...]


"Alla Cia non abbiamo mai creduto che l'America Latina potesse diventare un blocco comunista in stile Est Europeo. Quello che si temeva era che le nazioni latinoamericane potessero usare l'appoggio dell'URSS per portare avanti programmi politici e sociali che erano contrari agli interessi di Washington"
David Mac Michael, alto funzionario della CIA.




Onore e gloria a chi ha saputo interpretare il bisogno di libertà dei popoli tutti. 
Anche li i golpisti hanno usato lo stesso copione, miliardi di dollari passati al sindacato dei trasportatori tramite la multinazionale ITT, e ai comandi militari che hanno ucciso, non è giunto nulla? Stento a crederlo. Quanto dolore deve ancora sopportare l'umanità prima che si liberi del suo male? Invoco la protezione di Dio su tutti coloro che hanno combattuto e combattono per una causa giusta! Hasta siempre! 
Vincenzo Stefano.




praticamente ha firmato la sua condanna a morte ,chi tocca le multinazionali MUORE

http://youtu.be/1OyI326QdvA


Janis Martina Ken Loach realizza un corto su l'11 Settembre 1973, giorno del colpo di stato militare in Cile ai danni del governo democraticamente eletto, rivolgendosi direttamente ai parenti delle vittime dell'11 Settembre 2001 e realizzando un parallelismo tra passato e presente, libertà e oppressione.

http://youtu.be/4wPxZto9deI



Il paese del terrore.
Nei giorni seguenti al colpo di stato di Augusto Pinochet dell'11 settembre 1973, centinaia di persone vennero arrestate e portate nei due principali stadi di calcio della capitale Santiago. [...]. I detenuti erano tenuti sugli spalti, con le mani legate e mitragliatrici costantemente puntate contro. [...] Lelia Pérez aveva 16 anni quando venne arrestata per la prima volta dai servizi di sicurezza. [...] La prima volta che Lelia Pérez avvertì il bruciore di un pungolo da bestiame fu quando questo strumento era nelle mani di un soldato cileno. Questa studentessa di 16 anni era diventata la cavia dei servizi di sicurezza, i cui soldati la usavano per esercitarsi alla tortura. Non si prendevano il disturbo di farle neanche una domanda. [...] Intanto, all'interno stadio, venivano costruiti dei gabbiotti speciali. 
È qui che avvennero le peggiori torture. Lelia vi passò cinque giorni prima di essere liberata, senza alcuna spiegazione, scaraventata in una strada, di notte."Entrai in quello stadio a 16 anni, quando ne uscii mi sembrava di averne 60". [...]
Quando Lelia fu rilasciata dallo Stadio del Cile, il suo paese era quasi irriconoscibile. Pinochet aveva imposto numerose limitazioni e migliaia di attivisti sociali, insegnanti, avvocati, sindacalisti e studenti erano stati arrestati e portati in decine di centri clandestini di detenzione.
[...] Una notte di fine ottobre del 1975, la polizia politica di Pinochet bussò alla sua porta. La portarono via, insieme al fidanzato. [...]
Dopo mezz'ora di viaggio, l'automobile si fermò nel centro di Santiago, a Villa Grimaldi, un'antica casa di villeggiatura dell'era coloniale trasformata in centro di detenzione e tortura dalla Dina, la polizia politica di Pinochet.
"Ci portarono in una stanza d'interrogatorio dove c'era un letto di metallo. C'era sopra un altro detenuto e il mio fidanzato venne legato al bordo. Interrogavano tre detenuti contemporaneamente, facendo a turno per applicarci la corrente elettrica. La sessione dell'interrogatorio durava dalla notte alla mattina successiva".
A Villa Grimaldi i detenuti vennero sottoposti alla corrente elettrica, al waterboarding (semiannegamento), costretti a stare con la testa infilata in secchi di urina o di escrementi o soffocati con buste di plastica, appesi per le mani o i piedi e bastonati. Molte donne vennero stuprate e per molti detenuti la punizione fu la morte. [...] "Le scariche elettriche provocavano tanto sudore e una forte disidratazione, avevi tantissima sete".
Si stima che a Villa Grimaldi finirono 4500 prigionieri. Molti non ne uscirono, centinaia risultano ancora scomparsi.
Lelia passò quasi un anno a Villa Grimaldi. Poi fu trasferiva in un campo di lavoro, dove trascorse altri 12 mesi prima di essere costretta a lasciare il paese, alla fine del 1976.
Oltre un decennio dopo, quando Pinochet lasciò il potere al seguito di un referendum, Lelia tornò in Cile e si recò a Villa Grimaldi per cercare di fare i conti col suo passato. Ora la casa coloniale è un centro culturale a disposizione della comunità locale.
"Abbiamo trasformato un luogo di distruzione in un centro di costruzione. Quella casa delle torture e della morte ora è uno spazio che promuove la vita".

Guarda il video dell'intervista a Lelia Pérez
https://youtu.be/CSw6kTp9lKY





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