mercoledì 20 giugno 2018

Rober Musil, L'uomo senza qualità. Poiché possedere delle qualità presuppone una certa soddisfazione di constatarle reali, è lecito prevedere come a uno cui manchi il senso della realtà anche nei confronti di se stesso, possa un bel giorno capitare di scoprire in sé l'uomo senza qualità.

L'Austria dell'anteguerra è il paese del conservatorismo ad oltranza e Musil, lo ammetta o no, è un conservativo ad oltranza. Talora si finge quasi nemico dell'intelligenza o almeno del progresso, tanto spontaneamente condivide il "quieta non movere" della corte asburgica, per la quale era un delitto di lesa maestà avere idee originali.
(Ladislao Mittner)

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Se avete intenzione di affogare i vostri problemi nell'alcool,
tenete presente che alcuni problemi sanno nuotare benissimo.
Robert Musil



Il linguaggio dell'amore
è un linguaggio segreto
e la sua espressione più alta
è un abbraccio silenzioso
Robert Musil


E quando il vento si alzò,
le parve che il sangue di lui
le salisse sotto le vesti,
e la riempisse fino all'addome,
di stelle e di calici, di azzurri e di gialli,
di fili sottili e di un toccare brancolante
e di una voglia immobile,
come quando i fiori
si abbandonano al vento
in attesa di essere fecondati.
Robert Musil


Non si è mai così se stessi
come quando ci si perde.
Robert Musil


Dinanzi alla legge tutti i cittadini erano uguali, ma non tutti erano, appunto, cittadini.
Robert Musil


Ora, se l'elemento osservato è la stessa esattezza, lo si isola e lo si lascia sviluppare, lo si considera un'abitudine del pensiero e un atteggiamento di vita e si fa in modo che la sua forza esemplare influisca su tutto ciò che tocca, così si arriva a un uomo in cui si forma una paradossale combinazione di esattezza e indeterminatezza. Egli possiede quella incorruttibile, voluta freddezza che rappresente il temperamento che coincide con la precisione; ma all'infuori di tale qualità tutto il resto è indefinito.
Robert Musil, L'uomo senza qualità


Chi voglia varcare senza inconvenienti una porta aperta deve tener presente il fatto che gli stipiti sono duri: questa massima alla quale il vecchio professore si era sempre attenuto è semplicemente un postulato del senso della realtà. Ma se il senso della realtà esiste, e nessuno può mettere in dubbio che la sua esistenza sia giustificata, allora ci dev'essere anche qualcosa che chiameremo senso della possibilità.
Chi lo possiede non dice, ad esempio: qui è accaduto questo o quello, accadrà, deve accadere; ma immagina: qui potrebbe, o dovrebbe accadere la tale o la talaltra cosa; e se gli si dichiara che una cosa è com'è, egli pensa: be’, probabilmente potrebbe anche esser diversa. Cosicché il senso della possibilità si potrebbe anche definire come la capacità di pensare tutto quello che potrebbe ugualmente essere, e di non dare maggiore importanza a quello che è, che a quello che non è. Come si vede, le conseguenze di tale attitudine creativa possono essere notevoli, e purtroppo non di rado fanno apparire falso ciò che gli uomini ammirano, e lecito ciò che essi vietano, o magari indifferenti e l’uno e l’altro. Questi possibilisti vivono, si potrebbe dire, in una tessitura più sottile, una tessitura di fumo, immaginazioni, fantasticherie e congiuntivi; quando i bambini dimostrano simili tendenze si cerca energicamente di estirparle, e davanti a loro quegli individui vengon definiti sognatori, visionari, pusilli, e saccenti o sofistici.
Chi vuol lodare questi poveri mentecatti li chiama anche idealisti, ma evidentemente con tutto ciò s'allude soltanto al tipo debole, che non sa capire la realtà o la fugge temendo di farsi male, per cui dunque l'assenza del senso della realtà è davvero una mancanza. Il possibile però non comprende soltanto i sogni delle persone nervose, ma anche le non ancor deste intenzioni di Dio. Un'esperienza possibile o una possibile verità non equivalgono a un'esperienza reale e a una verità reale meno la loro realtà, ma hanno, almeno secondo i loro devoti, qualcosa di divino in sé, un fuoco, uno slancio, una volontà di costruire, un consapevole utopismo che non si sgomenta della realtà bensì la tratta come un compito e un'invenzione.
Robert Musil, L'uomo senza qualità


Sei tu stesso, o non lo sei?
Io non lo so, ne sono ignara e sono ignara di me.
Sono innamorata ma non so di chi;
non sono né fedele né infedele.
Che cosa sono dunque?
Sono ignara perfino del mio amore,
ho il cuore pieno d'amore e vuoto d'amore a un tempo!
Robert Musil, L'uomo senza qualità


Era colpa dell'età; a trentadue anni l'ira come l'amore ci mettono un po’ più di tempo a muoversi.
Robert Musil, L'uomo senza qualità


Erano invasati dalla paura di non avere tempo per tutto,
e non sapevano che avere tempo significa precisamente non avere tempo per tutto.
Robert Musil, da L’Uomo senza qualità


Probabilmente anche Dio preferisce parlare del mondo da lui creato  servendosi del congiuntivo potenziale [….] perché Dio fa il mondo e intanto pensa che potrebbe benissimo farlo diverso.
Robert Musil, L’uomo senza qualità



Quel che ci tranquillizza è la successione semplice, il ridurre a una dimensione, come direbbe un matematico, l'opprimente varietà della vita; infilare un filo, quel famoso filo del racconto, di cui è fatto il filo della vita, attraverso tutto ciò che è avvenuto nel tempo e nello spazio! [...] Quasi tutti gli uomini sono dei narratori… a loro piace la serie ordinata dei fatti perché somiglia a una necessità, e grazie all'impressione che la vita abbia un corso si sentono in qualche modo protetti in mezzo al caos.
Rober Musil,  L'uomo senza qualità



Poiché possedere delle qualità presuppone una certa soddisfazione di constatarle reali, è lecito prevedere come a uno cui manchi il senso della realtà anche nei confronti di se stesso, possa un bel giorno capitare di scoprire in sé l'uomo senza qualità.
Robert Musil, "L'uomo senza qualità"


"...Credo nel principio: “Fai bene quanto puoi e male quanto devi”, sempre consapevole del margine d’errore del tuo fare. Saremmo già a metà strada verso una forma di vita piena di speranze...".
Robert Musil, Sulla stupidità [o sull’inconscio]


Non esiste una sola idea importante di cui la stupidità non abbia saputo servirsi,
essa è pronta e versatile e può indossare tutti i vestiti della verità.
La verità invece ha un abito solo e una sola strada, ed è sempre in svantaggio.
Robert Musil

La stupidità è versatile e può indossare tutti i vestiti della verità.
La verità, invece, ha un abito solo e una sola strada, ed è sempre in svantaggio.
Robert Musil


Ma se il senso della realtà esiste, e nessuno può mettere in dubbio che la sua esistenza sia giustificata, allora ci dev'essere anche qualcosa che chiameremo senso della possibilità. Chi lo possiede non dice, ad esempio: qui è accaduto questo o quello, accadrà, deve accadere; ma immagina: qui potrebbe, o dovrebbe accadere la tale o tal altra cosa; e se gli si dichiara che una cosa è com'è, egli pensa: beh, probabilmente potrebbe anche esser diverso. Cosicché il senso della possibilità si potrebbe anche definire come la capacità di pensare tutto quello che potrebbe essere, e di non dar maggior importanza a quello che è, che a quello che non è.
Robert Musil, L'uomo senza qualità



Vi sono innamorati che guardano nell’amore come nel sole, e divengono semplicemente ciechi; mentre ve ne sono altri che con stupore scoprono per la prima volta la vita quando l’amore la illumina.
Rober Musil,  L'uomo senza qualità


Ti assicuro, io ce l'ho il coraggio, quando vengo a casa, di prendere semplicemente il caffè con te, di ascoltare il canto degli uccelli, di fare una passeggiata, di scambiare qualche parola coi vicini e di lasciar tranquillamente passare il giorno: la vita umana è questo!
Robert Musil, L'uomo senza qualità


La probabilità di apprendere dal giornale una vicenda straordinaria è molto maggiore di quella di viverla personalmente; in altre parole, oggi l'essenziale accade nell'astratto, e l'irrilevante accade nella realtà.
Rober Musil,  L'uomo senza qualità  (cap. 18)


L'uomo, giustamente chiamato l'animale parlante,
è l'unico che, anche per la riproduzione,
abbia bisogno di parlare. [...]
Pare che in lui l'ebbrezza dell'amore
sia consustanziale all'ebbrezza del discorrere.
Rober Musil,  L'uomo senza qualità (1978, p. 1071)


Fratello e sorella erano ormai stanchi di sentire;
accadeva talvolta che, in una conversazione
dedicata esclusivamente alle loro emozioni,
essi dimenticassero di provarne.
Rober Musil,  L'uomo senza qualità (cap. 48; 2013, p. 1237)


[- Ma l'amore non esiste proprio? - ]
Certo che esiste! - disse Ulrich. - Ma è un'eccezione.
Bisogna distinguere: c'è innanzitutto un eccitamento fisico che appartiene alla classe degli stimoli epidermici; questo si può provocare come puro piacere anche senza contorno morale, anzi senza sentimento. Poi ci sono, di solito, turbamenti dell'animo che però sono strettamente legati alla sensazione fisica, tuttavia con poche varianti restano uguali in tutti gli esseri umani; questi momenti principali dell'amore nella loro forzata monotonia dobbiamo calcolarli piuttosto fra le vicende fisico-meccaniche che fra quelle della psiche. Terzo c'è l'amore che è in fondo una commozione spirituale; non ha necessariamente da fare con le altre due forme. Si può amare Dio, si può amare il mondo..
Robert Musil, L'uomo senza qualità


Se le circostanze gli sono propizie l'uomo s'aggiusta scrivendo un bel giorno sul suo punto fisso un libro o un opuscolo o almeno un articolo di giornale, e cioè inserendo a verbale la sua protesta negli atti dell'umanità, il che è un gran sedativo, anche se nessuno lo legge.
Rober Musil,  L'uomo senza qualità


Proprio per questo mio essere legato a tutte le idee o a nessuna, ho disimparato a prendere sul serio la vita. In fondo mi emoziona molto di più leggerla in un romanzo, dove c'è una concezione a sostenerla [...]. [...] Il nostro tempo si guarda bene dal prendere sul serio gli avvenimenti e le avventure di cui è pieno. Rober Musil,  
L'uomo senza qualità (III, cap. 25; 2013)



Ogni progresso è anche un regresso
C'è progresso sempre e solo in un determinato senso. 
E poiché la vita nel suo complesso non ha senso, 
nel suo complesso non ha nemmeno progresso. 
Rober Musil,  L'uomo senza qualità (II, cap. 102; 2013)


Nessuno sapeva bene che cosa stesse nascendo; nessuno avrebbe potuto dire se sarebbe stata una nuova arte, un uomo nuovo, una nuova morale o magari un nuovo ordinamento della società.
Perciò ognuno ne diceva quel che voleva. Ma dappertutto si levavano uomini a combattere contro il passato. In ogni luogo compariva improvvisamente l'uomo che ci voleva; e, cosa assai importante, uomini pieni d'intraprendenza pratica s'incontravano con uomini pieni d'intraprendenza spirituale. Fiorivano ingegni che prima erano stati soffocati o non avevano mai partecipato alla vita pubblica.
Rober Musil,  L'uomo senza qualità (cap. 15)



I filosofi sono dei violenti che non dispongono di un esercito
e perciò si impadroniscono del mondo rinchiudendolo in un sistema
Rober Musil,  L'uomo senza qualità  (cap. 62)


Noi siamo l'epoca della scheda elettorale! […]
Il tempo presente è antifilosofico e vile; non ha il coraggio di decidere che cosa ha valore e che cosa non ne ha, e democrazia, per dirlo con la massima concisione, significa: 'Fai quello che accade!'
Rober Musil,  L'uomo senza qualità(1978, p. 807)


Se per varie circostanze storiche non fosse sorto a tempo opportuno un sistema burocratico religioso con funzione politica, oggi della fede cristiana non rimarrebbe neanche la traccia...
Rober Musil,  L'uomo senza qualità (cap. 91)


In senso borghese erano tutto immoralisti.
Facevano distinzioni fra i peccati e l'anima,
che nonostante i peccati può restare immacolata,
quasi come Machiavelli fa distinzione fra i mezzi e il fine.
Rober Musil,  L'uomo senza qualità  (cap. 32)


I migliori e più evidenti successi dell'intelletto umano
si sono avuti quasi solo quando esso sta alla lontana da Dio.
Ma il pensiero che lo tentava disse:
"E se questa libertà da Dio non fosse altro che la via moderna verso Dio?"
Rober Musil,  L'uomo senza qualità





Non esiste altro esempio di destino inesorabile
pari a quello di un giovane d'ingegno che si raggrinza a vecchietto mediocre; 
senza colpi della sorte, solo per il rattrappimento a cui era già predestinato!
Rober Musil,  L'uomo senza qualità (cap. 14, p. 52)


In tutto quel che intraprendeva – e cioè passioni fisiche come passioni spirituali –
egli aveva finito per considerarsi prigioniero di preparativi 
che non ottenevano il loro vero scopo,
e con l'andar degli anni era quindi venuto a mancare alla sua vita
il senso della necessità, come l'olio in una lampada.
Rober Musil,  L'uomo senza qualità (cap. 116, p. 674)

«Ma per i giovani essa appartiene al canto della vita:
vorrebbero avere un destino e non sanno che cosa sia.»
«Nei tempi che verranno e che saranno meglio informati,»
replicò Ulrich «la parola destino assumerà probabilmente un significato statistico.»
Rober Musil,  L'uomo senza qualità (III, cap. 8; 2013)


Sua Signoria [Il conte Leinsdorf] aveva una spiccata avversione per quella che chiamava "letteratura e nient'altro". Era un'idea che per lui si associava con ebrei, giornali, librai avidi di reclame, e spirito borghese liberale che produce per denaro e che chiacchiera a vuoto, e la frase "letteratura e nient'altro" era diventata una sua espressione abituale.
Rober Musil,  L'uomo senza qualità (cap. 76)




Negli anni della maturità pochi uomini sanno, in fondo, come son giunti a se stessi, ai propri piaceri, alla propria concezione del mondo, alla propria moglie, al proprio carattere e mestiere e loro conseguenze, ma sentono di non poter più cambiare di molto. Si potrebbe sostenere persino, che sono stati ingannati; infatti è impossibile scoprire una ragione sufficiente per cui tutto sia andato proprio così come è andato; avrebbe anche potuto andare diversamente; essi hanno influito pochissimo sugli avvenimenti, che per lo più sono dipesi da circostanze svariate, dall'umore, dalla vita, dalla morte di tutt'altri individui; e solo in quel dato momento si sono abbattuti su di loro. Quand'erano giovani la vita si stendeva loro dinanzi come un mattino senza fine, colmo di possibilità e di nulla, e già al meriggio ecco giungere all'improvviso qualcosa che pretende di essere ormai la loro vita; e tutto ciò è così sorprendente come vedersi davanti tutt'a un tratto una persona con la quale siamo stati vent'anni in corrispondenza, senza conoscerla, e ce la siamo immaginata completamente diversa. Ancora più strano, però, che quasi nessuno, se ne accorga; adottano la persona che è venuta a loro, la cui vita si è incorporata alla loro vita, giudicano le sue vicende ed esperienze ormai come le espressioni delle loro qualità, e il suo destino diventa merito o disgrazia loro. [...] E non hanno più che un ricordo confuso della giovinezza, quando c'era in loro qualcosa come una forza opposta.
Rober Musil,  L'uomo senza qualità (cap. 34, pp. 144-145)



Questo andare senza mèta e senza chiara destinazione in una città vivacemente affaccendata con se stessa, quella accresciuta tensione del vivere unita a un'accresciuta solitudine, ancora aumentata dalla convinzione che non si tratta di uno bensì di quella somma di visi, di quei movimenti staccati dal corpo e raccolti in armate di braccia, di gambe, di denti, alle quali appartiene il futuro, può destare nell'uomo che ancora se ne va tutt'intiero e concluso in sé il timore di essere un asociale e un delinquente; ma se si procede ancora per quella via, ne può anche sorgere un assurdo senso di piacere e d'irresponsabilità fisica, come se il corpo non appartenesse più a un mondo dove l'Io sensuale è racchiuso in piccoli condotti e tessuti nervosi, ma ad un cosmo inondato di sonnolenta dolcezza. Con queste parole Ulrich descriveva alla sorella ciò che forse era la conseguenza di uno stato senza scopo e senza ambizione, oppure di un diminuito concetto della personalità, ma forse invece altro non era che il mito primitivo degli dèi, le due facce della natura quella veggenza che dà e che toglie di cui egli era appunto sulle tracce. [...] Ci si sente abbracciati, racchiusi e penetrati fin dentro al cuore da una piacevole abulica mancanza d'indipendenza, ma d'altro lato si rimane svegli e capaci di critica e persino disposti ad attaccar briga con quelle persone e cose piene di vieta presunzione. È come se in noi vi fossero due strati di vita relativamente indipendenti, che di solito si mantengono in equilibrio. E giacché si è parlato del destino, si potrebbe anche dire che abbiamo due destini: uno mobile e senza importanza, che si compie, e un altro immobile e importante, che non si conosce mai.
Rober Musil,  L'uomo senza qualità


L’epoca nostra […] soddisfa il bisogno di fuggire il mondo tutt’al più con un soggiorno in un rifugio alpino, di solito però in un albergo di montagna […] Esso è un’espressione del profondo bisogno europeo di non esagerare nulla. Nessun europeo si flagella, si copre il capo di cenere, si taglia la lingua, dà veramente se stesso oppure si ritira dal mondo, si strugge dalla passione, infligge la tortura o trafigge; ma ciascuno ne sente il bisogno.
Robert Musil, L’uomo senza qualità, pag. 734 - Einaudi


Questo pervicace uomo nell'uomo va alla mattina in ufficio e non potendo protestare efficacemente contro l'andamento del mondo, si contenta di non staccar più lo sguardo da un punto segreto di cui nessuno vuole accorgersi, sebbene sia chiaro che di lì ha origine tutta l'infelicità umana che non ha ancora trovato il suo salvatore. Tali punti fissi, in cui il centro d'equilibrio di una persona coincide con il centro d'equilibrio del mondo, possono essere ad esempio una sputacchiera con un coperchio facile a scattare, o l'abolizione delle saliere nei ristoranti per evitare che prendendo il sale col coltello si diffonda il flagello della tubercolosi, o l'adozione di un nuovo sistema di stenografia che con l'impareggiabile risparmio di tempo risolve su due piedi anche la questione sociale, oppure la conversione di un regime di vita conforme alla natura per reprimere la babarie imperante, o magari una teoria metapsichica dei movimenti celesti, la semplificazione dell'apparato amministrativo e la riforma della vita sessuale. Se le circostanze gli sono propizie l'uomo s'aggiusta scrivendo un bel giorno sul suo punto fisso un libro o un opuscolo o almeno un articolo di giornale, e cioè inserendo a verbale la sua protesta negli atti dell'umanità, il che è un gran sedativo, anche se nessuno lo legge; di solito però attira due o tre lettori, i quali assicurano all'autore che egli è un nuovo Copernico, dopo che gli si presentano come dei Newton incompresi.
Robert Musil, L'uomo senza qualità - Gli Struzzi Einaudi Volume primo pag.133


«(...) Il fatto incredibile è che su un piccolo pezzo di questa terra i sentimenti umani mutano d’incanto non appena, uscendo dalle inutili attività del giorno ci si immerge nella sensibile corporeità della notte. Non solo mutano improvvisamente tutti i rapporti esteriori nel bisbigliante connubio di luci e di ombre, ma anche quelli interiori acquistano un nuovo significato; la parola perde egoismo ed acquista l’altruismo, tutte le raffigurazioni esprimono un’unica, fluttuante vicenda, la notte abbraccia tutte le contraddizioni nelle sue fulgide braccia materne; nessuna parola è vera, nessuna parola è falsa; ciascuna è quella inconfondibile presenza dello spirito che l’uomo riconosce in ogni uomo vicino. E così le notti di luna hanno la natura della magnificenza, la natura della intensità, la natura dell’irripetibilità e dell’altruismo. Ogni comunicazione è una spartizione senza insidia, ogni dono donato è un dono ricevuto, ogni concezione è intrecciata in mille modi alla commozione della notte e la parola diventa accesso alla conoscenza di quello che avviene (...)».
Robert Musil, L'uomo senza qualità


"Il mondo […] sarebbe finito già ai tempi delle migrazioni dei popoli se ognuno si fosse difeso fino all’ultima goccia di sangue. Invece i più deboli si sono sempre ritirati docilmente e hanno cercato altri vicini che potessero essere sloggiati da loro; secondo questo modello si svolgono in gran maggioranza le relazioni umane anche oggi, e col tempo tutto s’aggiusta da sé". 
Robert Musil, L’uomo senza qualità




è precisamente come se la vecchia inetta umanità si fosse addormentata su d’un formicaio;
e la nuova svegliandosi s’è trovata le formiche nel sangue, sicché da allora è costretta a compiere i moti più violenti senza potersi liberare da quella sordida smania d’animalesca laboriosità.”
Robert Musil, “l’uomo senza qualità”





[...] l'abitante di un paese ha almeno nove caratteri: 
carattere professionale, carattere nazionale, carattere statale, carattere di classe, carattere geografico, carattere sessuale, carattere conscio, carattere inconscio, e forse anche privato, li riunisce tutti in sé, ma essi scompongono lui, ed egli non è che una piccola conca dilavata di quei rivoli, che v'entrano dentro e poi tornano a sgorgare fuori per riempire insieme ad altri ruscelletti una conca nuova. 
Perciò ogni abitante della terra ha ancora un decimo carattere, e questo altro non è se non la fantasia passiva degli spazi non riempiti; [...]. 
Robert Musil, da L'uomo senza qualità (cap. 8)





Non appena le enunciamo, stranamente priviamo le cose del loro valore.
Crediamo di esserci immersi fino al fondo degli abissi, e quando ritorniamo alla superficie la goccia d'acqua sulle pallide punte delle nostre dita non assomiglia più al mare da cui proviene. Ci illudiamo di aver scoperto in una caverna tesori meravigliosi, e quando ritorniamo alla luce del giorno non ne riportiamo che pietre false e schegge di vetro; e tuttavia, nell'oscurità il tesoro continua a brillare immutato.
Robert Musil, Il giovane Törless, Mondadori.


Non era più un lasciarsi andare pigramente alla deriva, 
né un gioco con facce misteriose… 
Qui le cose avevano spigoli aguzzi
Robert Musil, I Turbamenti del Giovane Törless, pag. 144


QUALI SONO LE COSE CHE MI SCONVOLGONO? LE MENO APPARISCENTI.
PER LO PIÙ OGGETTI INANIMATI. CHE COSA MI SCONVOLGE IN ESSE?
UN QUALCOSA CHE NON CONOSCO. Ma è proprio questo! Da dove mi viene questo "qualcosa"? IO AVVERTO LA SUA ESISTENZA, ESSO AGISCE SU DI ME, QUASI VOLESSE PARLARE. Mi trovo nella medesima agitazione di uno che cerchi, senza riuscirci, di COGLIERE LE PAROLE DI UN PARALITICO TRA LE SMORFIE DELLA SUA BOCCA. È come se avessi un senso in più rispetto agli altri, ma UN SENSO NON DEL TUTTO SVILUPPATO, un senso che c'è, che si fa sentire, ma che non funziona. PER ME IL MONDO È PIENO DI VOCI MUTE: ed io, quindi, sono un veggente o un allucinato?
Robert Musil, Il giovane Törless


«Quel che lo tormentava era un’inadeguatezza delle parole, la coscienza vaga che le parole erano solo sbocchi fortuiti delle sue sensazioni»
Robert Musil, “I turbamenti del giovane Törless”



"E i sogni non sono in noi, non sono neanche frammenti di realtà ma si scavano la loro dimora in qualche punto, in un sentimento complessivo e vivono lì, ondeggiando senza peso come un liquido in un altro."
Robert Musil, "La tentazione della silenziosa Veronika"




Musil , L'uomo senza qualità.
L'UOMO SENZA QUALITÀ è un romanzo dello scrittore austriaco Robert Musil. In Italia è stato tradotto prima da Anita Rho e in seguito da Ada Vigliani e da Irene Castiglia.
L'opera racconta di ULRICH, UN UOMO IDEALE CHE, RIASSUMENDO IN SÉ TUTTE LE QUALITÀ O LE NON QUALITÀ DEL SECOLO APPENA INIZIATO, IL NOVECENTO, VIVE PRIVO DI REALI INTERESSI; questa situazione è descritta come vera e propria MALATTIA DELLA VOLONTÀ. L'opera, che restituisce le vene emersoniane che percorrono l'opera dell'autore, afferma l'IMPORTANZA DEL SENSO DELLA POSSIBILITÀ, arrivando a SOSTENERE CHE NEL FUTURO LE AZIONI SI SVOLGERANNO SEMPRE DI PIÙ NEL PENSIERO PIUTTOSTO CHE "NELLA VITA PRATICA".
LONTANO DA OBLOMOV, ALTRO CELEBRE SVOGLIATO LETTERARIO protagonista dell'omonimo romanzo di Ivan Goncharov, ULRICH RAPPRESENTA UNA CRITICA A TUTTE LE FILOSOFIE DEI SUOI COMPAGNI NELLA VITA-ROMANZO, UOMINI ARCHETIPI DEL NUOVO SECOLO, CHE A GIUDIZIO DI MUSIL CERCANO DI FUGGIRE DAL MONDO; è certo che fa parte (in quanto personaggio) del "GRUPPO DEGLI INETTI", che ha come esponenti nella letteratura italiana ad esempio ZENO (protagonista de La coscienza di Zeno di Italo Svevo) o nei personaggi di Tozzi. È palese la VUOTEZZA DELLA COSIDDETTA "AZIONE PARALLELA", DOVE UN GRANDE COMITATO DEVE DECIDERE CON ANNI DI ANTICIPO QUEL QUALCOSA DI GRANDIOSO CHE L'IMPERO AUSTROUNGARICO DOVRÀ REALIZZARE PER CELEBRARE UN SUO IMPORTANTE ANNIVERSARIO CHE NON POTRÀ MAI CONCRETIZZARSI; QUESTO PERCHÉ LA DATA ATTESA CADE DOPO LA PRIMA GUERRA MONDIALE E DUNQUE LA DISSOLUZIONE DELL'IMPERO STESSO (Musil inizia a scrivere il romanzo nell'immediato dopoguerra nell'ambito della Finis Austriae). AZIONE PARALLELA è anche la trama esteriore del romanzo che è UN ACCUMULO DI GESTI VELLEITARI E INCONCLUDENTI.
L'INFLUENZA DEL FILOSOFO TEDESCO FRIEDRICH NIETZSCHE È EVIDENTE[senza fonte]: quando Ulrich "desidera" salvare il criminale Moosbrugger è guidato da una filosofia prima che da un senso della realtà, totalmente alienato dal senso comune. Il romanzo, monumentale, vede l'autore non rinunciare mai alla propria onniscienza o inseguire sperimentalismi come quelli provati negli stessi anni dall'irlandese Joyce; Musil dubita della capacità e del senso di una narrazione: l'inizio del romanzo da lui giudicato arbitrario (trattandosi in effetti di un romanzo del Nulla) lo definisce una specie d'Introduzione così come il finale sarebbe stato una specie di Conclusione.
MUSIL MUORE PRIMA DI CONCLUDERE IL PROPRIO CAPOLAVORO MENTRE NEL ROMANZO ULRICH ABBANDONAVA IL COMITATO DELL'AZIONE PARALLELA, E CHIUSO IN CASA CON UNA SORELLA IMPROVVISAMENTE COMPARSA, COMINCIAVA ESISTENZIALI DISCORSI SULL'AMORE E IL SENTIMENTO SULL'OMBRA DI GRANDI SUGGESTIONI COME L'ERMAFRODITISMO E IL VIAGGIO MISTICO. IL FLUSSO DEL ROMANZO SEMBRAVA ORMAI APPRODATO ALLA PALUDE DI UNA SPETTACOLARE IMMOBILITÀ, il tempo era trascorso nel mondo di Musil e dalla Finis Austriae NEGLI ULTIMI ANNI DI COMPOSIZIONE ERANO GIÀ APPARSI SULLA SCENA IL NAZISMO E L'IDEOLOGIA DEL REGNO MILLENARIO. IL REGNO MILLENARIO DI ULRICH È STASI, "MENTALITÀ DELLE VACANZE", PAURA DEL VUOTO, DELLA MORTE, DISTRUZIONE DELLA COMUNICAZIONE. Il particolare atteggiamento narrativo di Musil che lui stesso definisce del Saggismo contribuisce a rendere questo straordinario libro una vera BIBBIA DEL NICHILISMO E DUNQUE DEL DECADENTISMO.
Nel romanzo l'Impero asburgico viene con affettuosa ironia definito come "Cacania", LA TERRA DOVE OGNI ATTIVITÀ STATALE, OGNI DOCUMENTO, OGNI PROCLAMA ERA SEMPRE "IMPERIAL-REGIO" ("kaiserlich-Königlich" e dunque K-K che in tedesco appunto si legge Ka-Ka).
MOLTO PIÙ DI UNA SEMPLICE NAZIONE DIVIENE PER MUSIL QUEL PERDUTO IMPERO CHE SPECIE NEI SUOI ULTIMI GIORNI SI TRASFORMA IN CATEGORIA DELLO SPIRITO, IN SIMBOLO DELL'OCCIDENTE, DELLA SUA STORIA E FORSE IN UN PROFETA.
SE DUNQUE UNA NAZIONE È SPIRITO E SE LO SPIRITO AGISCE (NON NELLA REALTÀ MA SULLA PERSONA), OCCORRE DESCRIVERE I LEGAMI CHE TALE MANIFESTAZIONE SPIRITUALE INTRECCIA COI SUOI ABITANTI.
MUSIL DEFINISCE PER OGNI INDIVIDUO NOVE CARATTERI IMPRESSIONABILI E MODIFICABILI DALL'AMBIENTE CIRCOSTANTE: sono RUSCELLI CHE RIEMPIONO, OGNUNO COL PROPRIO CONTRIBUTO, QUELLA CONCA CHE È LA PERSONA ("CARATTERE PROFESSIONALE, CARATTERE NAZIONALE, CARATTERE STATALE, CARATTERE DI CLASSE, CARATTERE GEOGRAFICO, CARATTERE SESSUALE, CARATTERE CONSCIO, CARATTERE INCONSCIO, e forse anche CARATTERE PRIVATO").
OLTRE A QUESTI RIVOLI IMMISSARI ESISTE PERÒ ANCHE UN DEFLUIRE, UNO SVUOTAMENTO DELL'IO DOVUTO AL DECIMO CARATTERE INQUADRATO DALL'AUTORE COME "LA FANTASIA DEGLI SPAZI NON RIEMPITI". ESSO IMPEDISCE AGLI ALTRI NOVE CARATTERI DI ESSERE PRESI SUL SERIO, CIOÈ PERMETTE ALL'UOMO DI ESSERE COMPLETAMENTE SVUOTATO, DI PERDERE DI VISTA IL VALORE DELLA REALTÀ AFFERMANDO CHE NON C'È RAGIONE PER CUI QUESTO VALORE ESISTA, PER CUI L'ESISTENZA SIA SUFFICIENTE O TANTOMENO NECESSARIA.
L'AVVENUTO VEDE DRASTICAMENTE RIDOTTA LA PROPRIA IMPORTANZA. GLI EVENTI SI SPOGLIANO DELLA LORO FONDAMENTALE RILEVANZA ACQUISTANDO LA LEGGEREZZA E LA CONSISTENZA DI UNA NUVOLA. LA LIBERTÀ DI AGIRE SI TRAMUTA IN LIBERTÀ NEGATIVA LA QUALE NON PENSA A CIÒ CHE POTREBBE FARE, MA PENSA A CIÒ CHE POTREBBE PENSARE DI POTER FARE, INSERENDO UN ULTERIORE STRATO DI RIFLESSIONE.
Ovviamente IL RISULTATO DI UN PREVALERE DEL DECIMO CARATTERE CONDUCE A PASSIVITÀ, ma AD UNA "PASSIVITÀ ATTIVA" (COME LA DEFINISCE MUSIL) BEN DIVERSA DA UNA NICHILISTICA E DECADENTE "PASSIVITÀ PASSIVA". ULRICH-MUSIL PRENDE DUNQUE LE DISTANZE DALLA NARCISISTICA FIACCHEZZA CHE SEMBRAVA AFFLIGGERE LA CULTURA DEL SECOLO SUPERANDO LA GENERAZIONE LETTERARIA DEGLI "INETTI".
Proprio IN CACANIA QUESTO DECIMO CARATTERE SI PERCEPIVA PARTICOLARMENTE FORTE E DRENAVA PIÙ VELOCEMENTE DI QUANTO GLI ALTRI RIEMPISSERO; PERCIÒ L'AUSTRIA-UNGHERIA ERA "UNA NAZIONE DI GENI", "LO STATO PIÙ PROGREDITO DEL MONDO", MA ANCHE PER QUESTO, SCRIVE MUSIL NOSTALGICAMENTE ANDÒ IN ROVINA.
Concetto chiave nella comprensione del romanzo è il "SENSO DELLA POSSIBILITÀ", il passaggio che permette al libro di trascendere se stesso proiettando il protagonista dalle VERBOSE QUANTO IMPALPABILI SEDUTE DEL COMITATO PER L'AZIONE PARALLELA a quel tentativo di mistica, quasi incestuosa unione con la sorella Agathe.
L'UOMO SENZA QUALITÀ È IN EFFETTI UNA SCONFINATA ONTOLOGIA DEL POSSIBILE, UNA BIBBIA DEL CONDIZIONALE CONTRAPPOSTA AL SENSO DELLA REALTÀ anche se con esso non in perenne conflitto. IL PROTAGONISTA CRITICA IL MONDO IMPEDENDOSI DI FAR SUA, DI POSSEDERE IN TOTO UNA QUALSIASI PARTE DELL'ESISTENTE ("Eigenschaften", termine tedesco ormai tradizionalmente tradotto in italiano e inglese con "QUALITÀ", significa anche "PROPRIETÀ").
NELLA MENTE DI ULRICH DOMINA DUNQUE LA POSSIBILITÀ: CIÒ CHE È POTREBBE BENISSIMO NON ESSERE, O ESSERE DIVERSAMENTE DA COME È; LA REALTÀ NON HA NULLA DI NECESSARIO NÉ TANTOMENO DI DEFINITIVO MA È SOLO IL CONCRETO QUANTO MOMENTANEO CRISTALLIZZARSI DEGLI INFINITI POSSIBILI CHE PRIMA FURONO E CHE POI SARANNO. DA QUI IL NON DARE MAGGIOR PESO A CIÒ CHE È RISPETTO A CIÒ CHE POTREBBE ESSERE e l'espansa "riflessione orizzontale" che caratterizza la saggistica del romanzo: ULRICH VEDE IL MONDO SORPASSARE SE STESSO NELL'ATTIMO STESSO IN CUI TENTA DI GIUDICARLO, RAPITO DALL'INDEFINIBILE INDETERMINATEZZA DEL REALE, DEL SUO TRAMUTARSI IN POSSIBILE.
COLUI CHE SIA AFFLITTO DAL SENSO DELLA POSSIBILITÀ È UOMO NON PRATICO, IMPREVEDIBILE NELLE RELAZIONI UMANE E, VEDENDO ANCHE SE STESSO NEL POSSIBILE, È SENZA PROPRIETÀ, NON PUÒ RICONOSCERSI QUALITÀ REALI: DIVIENE UN UOMO SENZA QUALITÀ. TUTTO ORA È COME È, MA TUTTO POTREBBE DIVENTARE O ESSERE DIVENTATO UGUALMENTE DIVERSO: ecco il motivo per cui la Cacania è "la nazione più progredita del mondo", ECCO PERCHÉ L'AZIONE PARALLELA NON PUÒ GIUNGERE A CONCLUSIONE, NON È IN GRADO DI COSTRUIRE NULLA. Allo stesso tempo, ecco la ragione che spinge Ulrich verso quel "Regno Millenario" di compenetrazione mistica con la sorella.
Fra gli innumerevoli temi toccati dal romanzo nelle sue migliaia di pagine si presenta con frequenza la DISTINZIONE FRA MEDIOCRITÀ E GENIALITÀ, la loro definizione, le colpe e i meriti che ad essi si assegnano.
Musil spesso utilizza paragoni scientifici, tratti dal mondo fisico e matematico (fu ingegnere, affascinato dalle teorie di Mach) per i suoi ragionamenti; in questo caso, RIFACENDOSI ALLA TEORIA CINETICA DEI GAS, PARAGONA L'INDIVIDUO E LE SUE IDEE AD UNA PARTICELLA IN MOTO CASUALE NEL MONDO. Così come il fisico è in grado di dare informazioni su pressione, temperatura ecc. di un gas semplicemente mediando l'imprevedibilità dei movimenti delle particelle, allo stesso modo PER IL MONDO LE INFORMAZIONI SIGNIFICATIVE GIUNGONO DA MEDIE. DUNQUE IL PROGRESSO, LA SITUAZIONE STORICA, LE IDEE DOMINANTI NON SONO CHE VALORI MEDIATI IN LENTO MOVIMENTO, così come i parametri termodinamici in una trasformazione quasistatica.
QUELLO CHE APPARE È ALLORA L'INUTILITÀ DEL MOTO PERSONALE: esso può essere secondo o contro corrente, verso l'alto o verso il basso, teso al futuro o rivolto al passato. LO STATO DI UN ATOMO IN UN GAS È ASSOLUTAMENTE ININFLUENTE, IN UNA POPOLAZIONE COSÌ NUMEROSA, SUL COMPORTAMENTO DEL VALOR MEDIO E "DIO E IL MONDO BADANO SOLTANTO A LUI E NON A NOI" SCRIVE MUSIL. LA STORIA DEL MONDO È ALLORA STORIA DELLA MEDIOCRITÀ e questo è per Musil non senza scopo: tale configurazione permette di pesare gli alti e i bassi, la presenza di progressi e regressi, le forze e le debolezze, i diritti concessi e quelli strappati, in una parola l'"inafferrabilità spirituale" della vita giungendo a preservarne uno stato medio. LA STORIA È LA MEDIA DI MILIONI DI STORIE, PER DEFINIZIONE, E AD ULRICH PARE ASSURDO ED INFANTILE ACCUSARE IL MONDO DI MEDIOCRITÀ: NON È POSSIBILE RINFACCIARE AD UNA MEDIA LA SUA MEDIOCRITÀ.
Ulrich vede in tutto ciò non solo UN IBRIDO COMPROMESSO DI CUI ACCONTENTARSI, MA UNA VIA DI SALVEZZA DELL'UMANITÀ CHE PER CONSERVARSI DEVE GUARDARSI TANTO DALL'INTRAPRENDENZA DEL GENIO QUANTO DALLA STUPIDITÀ (VALORI LIMITE UGUALMENTE PERICOLOSI).

Tuttavia a distanza di centinaia di pagine Ulrich afferma con convinzione che IL GENIO È "L'UNICO VALORE UMANO ASSOLUTO, ANZI, L'UNICO VALORE UMANO E BASTA". Non è infrequente trovare apparenti incongruenze e contraddizioni interne nel romanzo. IL PERNO DELLA QUESTIONE È NELLO SCOPRIRE COSA SIA LA GENIALITÀ E NELLA CAPACITÀ DI DISTINGUERLA DALLE SUE "IMITAZIONI SENZ'ANIMA". A tale quesito Ulrich non è in grado di rispondere e il suo ragionare, pur invogliato a penetrare il problema, si invischia nelle definizioni che man mano uomini celebri, filosofi e sapienti hanno dato del genio. Il punto di arrivo vede Ulrich paragonare le sue domande ad una meteorologia che non solo ignora che tempo farà domani, ma nemmeno sa quello che è successo ieri. IL GIUDIZIO DELLA GENIALITÀ È ALLORA FIGLIO DEI TEMPI E VINCOLATO AL LORO MUTARE: NON SIAMO IN GRADO DI DIRE SE QUALCUNO SARÀ GENIO O SE QUALCUN ALTRO IN PASSATO LO SIA STATO sebbene sia innegabile coglierne l'ombra ogni volta che si fanno strada nel mondo idee nuove. Tuttavia, nota il protagonista, non è affatto detto che la genialità sia espressione di grandezza d' animo e mente anzi, lo sperpero di energie e ambizioni spese nel tentativo di conquistarne la reputazione è da considerare più come uno scompenso dello spirito





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