giovedì 24 novembre 2011

Menandro. La lingua è causa di molti mali

La lingua è causa di molti mali
Menandro


Non basta avere i capelli bianchi per essere una persona assennata.
Menandro

Al mondo esistono all'incirca mille città e in media ciascuna ha trecentomila abitanti. 
Tu pensi che gli dei stiano a tribolare o a favorire tutti costoro, facendo soffrire questo e rendendo felice quest'altro? E come? Se cosi fosse avrebbero una vita davvero faticosa. Tu dirai: allora gli dei non si preoccupano affatto di noi? No, non è vero: essi hanno dato a ogni uomo una sorta di custode che è poi il loro carattere. Questo è il nostro vero dio, il vero responsabile di tutto quello che di buono o di cattivo capita a ciascuno di noi. 
Menandro



Musici ambulanti, 
Mosaico proveniente da Pompei, datato tra il II e il I sec. a. C.
Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Il quadro presenta una scena derivata dalla Theophoruméne (I'Invasata), commedia di Menandro della quale rimangono trenta versi.
Che si tratti della rappresentazione di una recita è indicato non soltanto dal "podio", particolarmente visibile nel mosaico e che è in realtà un espediente adottato per dare un piano di appoggio alle figure e profondità alla scena, quanto dalle maschere che i tre personaggi principali hanno sul volto.
Si riconoscono il paràsitos, il parassita, dal naso aquilino e dalla fronte aggrottata, nella figura che suona il grande timpano; il kòlax ossia l'adulatore nel personaggio che suona i cembali e che indossa la maschera dal naso ricurvo, con le guance floride e la fronte liscia; la diàmitros etàira nella suonatrice di doppio flauto che ha i capelli legati da un fazzoletto. Il quarto è un bambino o un nano, dal volto emaciato e dai capelli scomposti, con indosso la tunica corta dei poveri, che segue il corteo festante che si avvicina a una porta di cui si vede parte di un battente


Il paràsitos, il parassita, la figura che suona il grande timpano.
Presente in nove commedie di Plauto, il parassita (parásitos) è uno dei tipi più buffi e curiosi della palliata, caratterizzato dalla fame insaziabile e dalla rapacità distruttiva, spesso fonte di rovina economica per il disgraziato che ha deciso di mantenerlo a sue spese. Esuberante e vitale nella sua mai placata ingordigia, il parassita non lesina lodi iperboliche e servizi di ogni genere nei confronti dei suoi benefattori.







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