venerdì 22 novembre 2013

Alessandro Di Battista. Il tempo africano e il tempo della politica Ho una teoria sul perché gli africani siano ballerini eccezionali. E’ tutta questione di “tempo”. La musica è un modo per organizzare il tempo, per dargli forma, per dominarlo. Gli africani sanno dominare il tempo meglio di chiunque altro ed è per questo che danzano come divinità.



Il tempo africano e il tempo della politica

Ho una teoria sul perché gli africani siano ballerini eccezionali. E’ tutta questione di “tempo”. La musica è un modo per organizzare il tempo, per dargli forma, per dominarlo. Gli africani sanno dominare il tempo meglio di chiunque altro ed è per questo che danzano come divinità. Ho visto spettacoli meravigliosi viaggiando per il mondo. Nel Chocò colombiano, nelle terre garifuna dell’Honduras o nei villaggi polverosi del Katanga, bimbetti di 4 anni mi hanno tolto il fiato con le loro movenze. Seppur distanti migliaia di km l’uno dall’altro ballavano allo stesso modo, come se avessero lo stesso coreografo. Gli africani trattano il tempo come un loro suddito, non lo vedono come una categoria che li schiaccia, che gli impone la fretta, la grande malattia che sta uccidendo l’occidente. Se una conferenza è prevista per le 18.00 a che ora inizia in Svizzera? Alle 18.00 in punto. A Milano alle 18.15, a Roma alle 18.30. In Africa inizia quando arriva la gente, se la gente non arriva la conferenza non si fa. E’ la scelta dell’uomo che determina lo svolgersi degli eventi e i loro orari. Si tratta di un modo completamente diverso di ragionare. «A che ora parte il bus?» domandavo nei villaggi del caribe colombiano. «Quando si riempie» mi rispondevano alcuni ragazzi neri dai sorrisi luminosi. Il bus non ha un orario, parte quando si riempie. Dovremmo imparare moltissimo dagli africani. Dovremmo capire che l’unica maniera per cambiare il mondo (e Dio se lo cambieremo) è dominare il tempo, ridurlo a una categoria a nostro servizio. Non ci occupiamo di politica perché non abbiamo il tempo ma non facciamo nulla per averne, preferiamo farci soggiogare dagli eventi, dai doveri spiccioli, dagli sfoghi che crediamo necessari. Ma l’unica nostra necessità, l’unico nostro reale bisogno è la relazione. La relazione viene prima dell’azione, per questo un africano prima di farti fare un lavoro ti offre il caffè e ti tiene ore a parlare di tutto il parentame. Perdita di tempo? Per qualcuno lo è, per me è un investimento. La politica è lo spazio della relazione, lo spazio in cui dominiamo il tempo, in cui pensiamo al futuro e lo facciamo assieme. La politica è la più alta attività che essere umano possa fare. Io ho scelto, coscientemente e liberamente, di investire in tutto ciò. Il tempo non mi fa paura. Vado a cena dagli sconosciuti il lunedì perché la relazione viene prima di ogni cosa. Ho scelto di non andare in TV (oggi mi ha chiamato la Innocenzi invitandomi gentilmente a Servizio Pubblico e io gentilmente ho rifiutato) e di girare tutti i fine settimana l’Italia perché la partecipazione vale più dei voti. Ho scelto una strada. Ho un obiettivo e ce l’ho chiarissimo in testa. Per raggiungerlo ci vuole tempo, costanza e occorre vedere la fretta come un nemico subdolo. Mi rendo conto che l’Italia non ha tempo ma credo altresì che l’assenza di partecipazione politica, causata anche da questo rapporto malsano che abbiamo con il tempo, sia stata la causa principale dello stato attuale delle cose. Quello che sto provando a fare (e con me tanti miei colleghi) oltre a “battagliare” in aula e presentare leggi è dare un contributo per creare coscienza. Questa è la sfida. Se noi cittadini partecipassimo di più alla vita politica (e la TV non crea alcuna partecipazione) riusciremmo a prendere, senza l’intermediazione dei partiti, ogni decisioni. Non sottovalutate l’importanza di tale obiettivo e quanto male possa fare al “sistema”. In fondo Pasolini è stato ammazzato proprio per la sua straordinaria capacità di creare coscienza. Noi valiamo più del tempo e dobbiamo imparare a dominarlo. La piazza, le agorà che facciamo in tutta Italia valgono più di una “comparsata a Ballarò” e la relazione è l’unico modo per poter cambiare. Io ho preso una decisione e non torno indietro. A riveder le stelle! Ho una teoria sul perché gli africani siano ballerini eccezionali. E’ tutta questione di “tempo”. La musica è un modo per organizzare il tempo, per dargli forma, per dominarlo. Gli africani sanno dominare il tempo meglio di chiunque altro ed è per questo che danzano come divinità. Ho visto spettacoli meravigliosi viaggiando per il mondo. Nel Chocò colombiano, nelle terre garifuna dell’Honduras o nei villaggi polverosi del Katanga, bimbetti di 4 anni mi hanno tolto il fiato con le loro movenze. Seppur distanti migliaia di km l’uno dall’altro ballavano allo stesso modo, come se avessero lo stesso coreografo. Gli africani trattano il tempo come un loro suddito, non lo vedono come una categoria che li schiaccia, che gli impone la fretta, la grande malattia che sta uccidendo l’occidente. Se una conferenza è prevista per le 18.00 a che ora inizia in Svizzera? Alle 18.00 in punto. A Milano alle 18.15, a Roma alle 18.30. In Africa inizia quando arriva la gente, se la gente non arriva la conferenza non si fa. E’ la scelta dell’uomo che determina lo svolgersi degli eventi e i loro orari. Si tratta di un modo completamente diverso di ragionare. «A che ora parte il bus?» domandavo nei villaggi del caribe colombiano. «Quando si riempie» mi rispondevano alcuni ragazzi neri dai sorrisi luminosi. Il bus non ha un orario, parte quando si riempie. Dovremmo imparare moltissimo dagli africani. Dovremmo capire che l’unica maniera per cambiare il mondo (e Dio se lo cambieremo) è dominare il tempo, ridurlo a una categoria a nostro servizio. Non ci occupiamo di politica perché non abbiamo il tempo ma non facciamo nulla per averne, preferiamo farci soggiogare dagli eventi, dai doveri spiccioli, dagli sfoghi che crediamo necessari. Ma l’unica nostra necessità, l’unico nostro reale bisogno è la relazione. La relazione viene prima dell’azione, per questo un africano prima di farti fare un lavoro ti offre il caffè e ti tiene ore a parlare di tutto il parentame. Perdita di tempo? Per qualcuno lo è, per me è un investimento. La politica è lo spazio della relazione, lo spazio in cui dominiamo il tempo, in cui pensiamo al futuro e lo facciamo assieme. La politica è la più alta attività che essere umano possa fare. Io ho scelto, coscientemente e liberamente, di investire in tutto ciò. Il tempo non mi fa paura. Vado a cena dagli sconosciuti il lunedì perché la relazione viene prima di ogni cosa. Ho scelto di non andare in TV (oggi mi ha chiamato la Innocenzi invitandomi gentilmente a Servizio Pubblico e io gentilmente ho rifiutato) e di girare tutti i fine settimana l’Italia perché la partecipazione vale più dei voti. Ho scelto una strada. Ho un obiettivo e ce l’ho chiarissimo in testa. Per raggiungerlo ci vuole tempo, costanza e occorre vedere la fretta come un nemico subdolo. Mi rendo conto che l’Italia non ha tempo ma credo altresì che l’assenza di partecipazione politica, causata anche da questo rapporto malsano che abbiamo con il tempo, sia stata la causa principale dello stato attuale delle cose. Quello che sto provando a fare (e con me tanti miei colleghi) oltre a “battagliare” in aula e presentare leggi è dare un contributo per creare coscienza. Questa è la sfida. Se noi cittadini partecipassimo di più alla vita politica (e la TV non crea alcuna partecipazione) riusciremmo a prendere, senza l’intermediazione dei partiti, ogni decisioni. Non sottovalutate l’importanza di tale obiettivo e quanto male possa fare al “sistema”. In fondo Pasolini è stato ammazzato proprio per la sua straordinaria capacità di creare coscienza. Noi valiamo più del tempo e dobbiamo imparare a dominarlo. La piazza, le agorà che facciamo in tutta Italia valgono più di una “comparsata a Ballarò” e la relazione è l’unico modo per poter cambiare. Io ho preso una decisione e non torno indietro. A riveder le stelle! 

P.S. Questo fine settimana continuero’ i miei giretti per l’Italia. 
- Sabato pomeriggio alle 17:00 sarò a Fano (Piazza XX Settembre – centro storico)
- Domenica mattina alle 10:00 a Pesaro (Serra degli Agrumi – Parco Mirafiore)
- Domenica pomeriggio alle 17:00 a Forlimpopoli (Piazza Garibaldi)

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