sabato 7 luglio 2018

Stendhal, Il pastore cerca sempre di convincere il gregge che l'interesse delle pecore ed il proprio siano gli stessi.

Il pastore cerca sempre di convincere il gregge 
che l'interesse delle pecore ed il proprio siano gli stessi.
Stendhal 


La vera patria è quella in cui incontriamo più persone che ci somigliano.
Stendhal 
 (da Rome, Naples, Florence 1817)


Quando ti faccio delle domande voglio che tu mi risponda con sentimenti tuoi, e non con le parole degli altri. In generale, non bisogna mai ripetere un’opinione, foss’anche quella del Papa, senza averla ben soppesata, altrimenti si corre il rischio di dire castronerie che inducono a mettere in dubbio la nostra capacità di giudizio.
Stendhal, lettera del 10 aprile 1800 a Pauline Beyle



L'aria malinconica non è di buon gusto; ci vuole l'aria annoiata. Se siete malinconico, è segno che qualcosa vi manca, che non siete riuscito in qualche cosa. È un segno manifesto d'inferiorità. Invece se siete annoiato, è inferiore ciò che ha cercato vanamente di piacervi.
Stendhal


Quello che mi fa credere i Werther più felici, è che Don Giovanni riduce l'amore a essere soltanto un affare ordinario, invece di avere come Werther delle realtà che si modellano sui suoi desideri, ha dei desideri soddisfatti imperfettamente dalla fredda realtà, come nell'ambizione, l'avarizia e le altre passioni. Invece di perdersi nei sogni incantatori della cristallizzazione, egli pensa come un generale al successo delle sue manovre, e in una parola uccide l'amore invece di goderne più di un altro come crede la gente comune.
Stendhal





L'amore è come la febbre. Nasce e si spegne senza che la volontà ne abbia la minima parte.
Stendhal


— Accettare un innamorato è una delle azioni più decisive che possa permettersi una giovane donna. Se non ha un innamorato, muore di noia e verso la quarantina di venia stupida, si mette ad amare un cane del quale si occupa o un confessore che si occupa di lei, perché un vero cuore di donna ha bisogno della simpatia di un uomo, come noi di un partner per la conversazione. Se l'innamorato è disonesto, allora una giovane donna affronta la possibilità delle più terribili calamita, ecc., ecc.
Stendhal 


Nulla urta tanto le persone mediocri quanto la superiorità dell'intelligenza.
Stendhal, L'amore


Arrossisco nel pensare con quanta rapidità e violenza ero trascinata verso di lui. 
Se la sua prima parola, quando infine mi parlò, fosse stata ‘Mi adora?’ 
veramente non avrei avuto la forza di non rispondergli 'Sì’.
Stendhal, Dell'amore


L'uomo non è libero di non fare ciò che gli procura più piacere di tutte le altre azioni possibili. L'amore è come la febbre, nasce e si spegne senza che la volontà vi abbia la più piccola parte.
Stendhal, da “De L'amour”, considerazioni sull'amore.



La vista di ciò che è estremamente bello, nella natura o nell'arte, richiama il ricordo dell'oggetto amato con la rapidità del lampo.
Henry Beyle Stendhal, Dell'amore, Libro I, cap. XIV, estratto


Quanto alla gelosia nelle donne, esse sono diffidenti, rischiano infinitamente più di noi, hanno sacrificato di più all'amore, hanno meno mezzi di distrazione, ne hanno soprattutto molti meno per verificare le azioni del loro amante. Una donna si sente avvilita dalla gelosia, ha l'aria di correre dietro a un uomo, crede di essere fonte di riso per il suo amante e che egli rida soprattutto dei suoi più teneri slanci, essa deve sentirsi incline alla crudeltà e tuttavia non può uccidere legalmente la sua rivale. Nelle donne la gelosia deve dunque essere un male ancora più abominevole, se ciò è possibile, che negli uomini. È tutto ciò che il cuore umano può sopportare di rabbia impotente e di disprezzo di se stesso, senza spezzarsi. Non conosco altro rimedio a un male così crudele se non la morte di chi lo ispira o di chi lo prova.
Stendhal, De l’amour



Quando si ama, ogni nuovo avvenimento che colpisce gli occhi o la memoria, aggiunge una perfezione all'idea che si ha della propria donna, o insegna un nuovo mezzo, che a prima vista sembra eccellente per farsi amare di più. Ogni movimento dell'immaginazione procura un attimo delizioso: non è strano che tale stato sia piacevole.
Quando nasce la gelosia, permane quest'abitudine dell'anima, ma per produrre l'effetto contrario: ogni perfezione aggiunta a colei che amate, e che forse ama un altro, lungi dal procurarvi una gioia divina, v'immerge un pugnale nel cuore. Una voce vi grida: il tuo rivale godrà tutte le sue attrattive
E le cose che vi colpiscono, invece di produrre l'effetto di indicarvi, come un tempo, un nuovo mezzo per farvi amare, vi mostrano un nuovo privilegio riservato al rivale.
In questo stato il furore sopravviene facilmente: dimenticate che in amore possedere è nulla, gioire è tutto; vi esagerate la felicità del rivale e l'insolenza che gli darà la sua fortuna, e arrivate al colmo dei tormenti, ossia all'estrema infelicità, avvelenata per di più da un resto di speranza. Con un rivale non c'è via di mezzo: o scherzare con lui nel modo più indifferente possibile o fargli paura.
Poiché la gelosia è il peggiore di ogni male, esporre la vita quando la gelosia vi divora è un diversivo piacevole.
Se non vi è possibile agire, e potete divertirvi nella ricerca di un sollevio, proverete piacere a leggere OTELLO; vi farà dubitare delle apparenze più convincenti: vi fermerete con delizia sulle parole: "Minuzie lievi come aria sembrano a un geloso prove solide come quelle della Bibbia”.
Quanto alla gelosia femminile, le donne sono diffidenti, rischiano infinitamente più di noi, hanno sacrificato di più all'amore, hanno mezzi minori per distrarsi e soprattutto ne hanno assai meno per controllare le azioni dell'amante. Una donna si sente avvilita dalla gelosia; ha l'aria di correre dietro a un uomo; crede che l'amante si burli di lei e soprattutto de’ suoi slanci più appassionati. Nelle donne dunque la gelosia deve essere un male ancora più abominevole se è possibile che negli uomini. La Rochefoucauld dice: “Ci vergogniamo di confessare di essere gelosi, e siamo orgogliosi di essere stati e di sentirci capaci di essere ancora tali”. Le povere donne non osano neppure confessare di aver provato quel crudele supplizio, tanto le rende ridicole. Le donne altiere dissimulano la gelosia per orgoglio: passano lunghe serate silenziose e fredde accanto all'uomo adorato, che tremano di perdere e agli occhi del quale si sentono poco piacevoli. Dev'essere uno dei peggiori supplizi; ed è anche una delle fonti più feconde di dolore nell'amore. Per guarire tali donne, degne di tutto il nostro rispetto, è necessaria nell'uomo qualche azione strana e ardita, e soprattutto che'egli non mostri di accorgersi di quel che avviene in lei: per esempio, un gran viaggio con lei combinato in ventiquattr'ore.“
Stendhal, Dell'amore




La quantità di persone alle quali, entrando in quel salotto, 
bisognava chiedere come stessero, mi scoraggiava completamente.
Stendhal, Ricordi d’egotismo


Nel 1821 resistevo appena alla tentazione di farmi saltare il cervello. Disegnavo una pistola sui margini di uno scadente dramma amoroso che scarabocchiavo allora (alloggiato in casa Acerbi). Credo che fu la curiosità politica a impedirmi di farla finita; forse, senza che me ne renda conto, fu anche la paura di farmi male.
Stendhal, Ricordi d’egotismo


In quel momento […] il vecchio barone di Tolly si sentì male e cadde a terra; dovettero portarlo fuori. Si parlò di apoplessia. Fu un fatto spiacevole.
Matilde non se ne occupò minimamente. Per partito preso, non guardava mai i vecchi, né in genere gli esseri che notoriamente parlano di cose tristi.
Si mise a ballare per non partecipare alla conversazione sull'apoplessia [….]
Stendhal, Il Rosso e il Nero, (cap IX), Firenze, Sansoni 1968. Trad. Diego Valeri


Signor mio, un romanzo è uno specchio che si fa muovere lungo una grande strada. 
Talvolta riflette a’ vostri occhi l'azzurro dei cieli, talvolta il fango dei pantani di quella strada. 
E voi accusereste di immoralità l'uno che porta lo specchio nella sua gerla! Il suo specchio mostra il fango e voi accusate lo specchio! Accusate invece la strada ov'è il pantano, e più ancora l'ispettore stradale che lascia infracidare l'acqua e il pantano formarsi.
Stendhal, Il rosso e il nero


Un romanzo è uno specchio che passa per una via maestra e ora riflette al vostro occhio l'azzurro dei cieli ora il fango dei pantani. E l'uomo che porta lo specchio nella sua gerla sarà da voi accusato di essere immorale! Lo specchio mostra il fango e voi accusate lo specchio! Accusate piuttosto la strada in cui è il pantano, e più ancora l'ispettore stradale che lascia ristagnar l'acqua e il formarsi di pozze…
Stendhal, Il rosso e il nero


“Una ragazza leggera, che comincia presto ad amare, si abitua ai turbamenti dell’amore; 
quando arriva all’età della vera passione, le manca il fascino della novità.”
Stendhal (Marie-Henry Beyle), Il rosso e il nero


Una ragazza qualunque avrebbe scelto tra quei giovani che in un salotto attirano gli sguardi di tutti; ma una caratteristica del genio è di non trascinare il proprio pensiero nel solco scavato dal volgo.
Stendhal, Il rosso e il nero

Era in quello stato di stupore e di turbamento inquieto in cui piomba l'anima che ha appena ottenuto ciò che ha desiderato a lungo. Abituata a desiderare, non trova più niente da desiderare, mentre non ha ancora dei ricordi.
Stendhal, Il rosso e il nero 


Oltre a un animo appassionato, Julien aveva quella memoria straordinaria che tanto spesso è associata alla stupidità.
Stendhal, Il rosso e il nero



La parola e’ stata data all'uomo per nascondere il suo pensiero.
R. P. Malagrida  (cit. Stendhal, Il rosso e il nero)


Julien non pensava più alla sua cupa ambizione né ai suoi progetti tanto difficili da realizzare. 
Per la prima volta nella vita era travolto dal potere della bellezza. Perso in una vaga e dolce fantasticheria, così estranea al suo carattere, stringendo un poco quella mano che gli piaceva per la sua perfetta bellezza, ascoltava distrattamente il fruscio delle foglie del tiglio scosse dal lieve vento notturno, e i cani del mulino del Doubs che abbaiavano in lontananza.
Ma quell'emozione era un piacere e non una passione. Tornando nella sua stanza pensò a una sola felicità, quella di riprendere in mano il suo libro preferito; a vent'anni, l'idea del mondo e dell'effetto da suscitarvi è più importante di qualunque altra cosa.
Stendhal, Il rosso e il nero


«Perché non ho detto la verità? - pensava Julien. 
- Perché l'amore che provavo per quella  pazza mi tormenta ancora?»
Quell'amore, invece di estinguersi, come sperava, fece rapidi progressi. 
«È pazza, sì - si diceva, - ma è forse meno adorabile? 
Si può forse essere più belle? Le più brillanti seduzioni che possa offrire la civiltà più raffinata non rivaleggiano forse per trovarsi tutte riunite nella signorina de La Mole?» 
I ricordi della passata felicità si impadronivano di Julien 
e distruggevano rapidamente l'opera della ragione.
La ragione combatte invano contro i ricordi di questo genere; 
i suoi severi tentativi non fanno che aumentare la loro attrattiva.
Ventiquattr'ore dopo avere rotto l'antico vaso giapponese, 
Julien era decisamente uno degli uomini più infelici del mondo.
Stendhal, Il rosso e il nero 
(traduzione di Margherita Botto)


L'amore di lui non si limitò all'ammirazione della bellezza, all'orgoglio di possederla. 
La loro felicità era ormai di natura molto superiore; la fiamma che li divorava fu più intensa. 
Avevano degli slanci che rasentavano la follia. La loro felicità sarebbe potuta sembrare più grande agli occhi del mondo: ma non ritrovarono più la serenità deliziosa, la letizia senza nubi, la semplice gioia dei primi tempi del loro amore, quando l'unica preoccupazione della signora de Rênal era di non essere abbastanza amata da Julien. Qualche volta la loro felicità aveva la fisionomia di un delitto.
Stendhal, Il rosso e il nero



Il 15 maggio 1796 il generale Bonaparte entrò in Milano a capo di quella giovane armata che aveva varcato il ponte di Lodi e annunciato al mondo che dopo tanti secoli Cesare e Alessandro avevano un successore.
I prodigi d'ardimento e di genio cui l'Italia assistette nel giro di qualche mese, ridestarono un popolo addormentato; ancora otto giorni prima dell'arrivo dei francesi, i milanesi non vedevano in essi che un'accozzaglia di briganti avvezzi a fuggir sempre davanti alle truppe di Sua Maestà Imperiale e Reale; questo almeno era quanto ripeteva loro tre volte alla settimana un giornaletto, grande come la mano, stampato su cattiva carta.
Stendhal, La Certosa di Parma



Come spiegarti quello che provo,
se per me è una pioggia
di sentimenti fitti e confusi.
Come posso fare finta che niente
mi faccia paura,
che posseggo il coraggio
di un muscolo in azione, 
o la forza di Atlante?

Posso essere quello
che tu credi io sia.
l’attualità, la pace.
Posso tentare.

Ma rimango con l’acqua di mare
e con i suoi sedimenti, 
improvvisamente sola.

Con l’ombra persa lungo la strada,
doppia figura di ciò che sono 
e non riconosco.

E mi infilo in un libro
credendomi lettera.
La sera cade sui balconi, e,
tra le pagine, io mi calo nel buio,
prima che lo sia fuori.
Stendhal, La Certosa di Parma

Nessun commento:

Posta un commento

Elenco blog personale