Quando Isacco fu rilasciato nel 1184, era chiaro che era stanco del servizio imperiale.
Usò tutto il denaro che gli rimaneva, per assoldare un esercito privato di mercenari e traghettare fino a Cipro. Egli presentò delle lettere imperiali, falsificate, che ordinavano all'amministrazione locale di obbedire a Isacco e che egli sarebbe stato il nuovo governante dell'isola.
Costantino Macroducas e Andronico Ducas dovettero farsi garanti della fedeltà di Isacco all'imperatore: quando Isacco non fece ritorno, Andronico I li fece arrestare per tradimento, sebbene Costantino fosse stato sino ad allora un suo leale sostenitore. Andronico I temeva che Isacco tentasse di usurpargli il trono, dato che un oracolo interpellato dal cortigiano Stefano Hagiochristophorites aveva dato come responso che la I (iota) fosse l'iniziale del prossimo imperatore. Quando i prigionieri furono condotti fuori dalla prigione per affrontare i capi d'accusa, Hagiochristophorites iniziò a lanciare sassi contro di loro, e costrinse altri ad unirsi a lui. Entrambi i prigionieri vennero impalati di fronte al palazzo di Mangana. Durante questo periodo, a Costantinopoli furono catturati e uccisi tutti gli amici di Isacco.
Un altro oracolo previde la data in cui il prossimo imperatore avrebbe incominciato a governare, Andronico fu molto sollevato, essendo l'intervallo di tempo troppo breve per Isacco, per potergli permettere di arrivare a Costantinopoli da Cipro.
Intanto Isacco aveva arruolato molti altri soldati bizantini al suo servizio.
Egli creò un patriarca di Cipro, che lo incoronò basileus autocratore dei romei (imperatore bizantino), nel 1185. Fece anche coniare delle monete, con la sua effigie e il suo nome. Secondo Niceta Coniata, Isacco dopo poco tempo che fu incoronato imperatore, cominciò a saccheggiare Cipro rapendo le donne, violentando le vergini, imponendo eccessive e crudeli punizioni per i crimini commessi e rubando i beni dei cittadini. Ciprioti molto stimati e venerabili come Giobbe, e un tempo benestanti, si ridussero a mendicare in strada, nudi ed affamati, e molti di essi furono passati a fil di spada da questo irascibile tiranno. Inoltre Isacco fece amputare il piede del suo vecchio maestro Basilo Pentaceno, azione che per Niceta era ancora più spregevole. [...]
Nel 1192 la fidanzata e la sorella del re inglese Riccardo I Cuor di Leone, naufragarono a Cipro e furono catturate da Isacco. Per ritorsione Riccardo (che Niceta chiama "re dei Inglines") conquistò l'isola, mentre era in rotta per Tiro. Isacco fu fatto prigioniero vicino a Capo Sant'Andrea sulla penisola di Karpas, la punta più settentrionale dell'isola. Secondo la tradizione, Riccardo promise ad Isacco che non l'avrebbe imprigionato duramente e a lungo, e così fu messo in prigionia onoraria da Riccardo. Ma la situazione sì capovolse, Riccardo vendette Cipro ai cavalieri di San Giovanni, Isacco fu deportato a Margat vicino a Tripoli, dove fu imprigionato, fino a che non fu rilasciato nel 1194 circa.
https://it.wikipedia.org/wiki/Isacco_Comneno_di_Cipro
Riccardo poté dedicarsi a quello che era il suo obiettivo primario dal 1187, quando aveva preso la croce cristiana come conte di Poitou (un’azione compiuta per rinunciare ai suoi peccati di un tempo) e Saladino aveva conquistato Gerusalemme. Sottrarre la Terra Santa agli infedeli musulmani.
Il problema era che, anche se la volontà e il desiderio di combattere di Riccardo erano inesauribili nonostante gli anni di lotta, i forzieri del suo regno non lo erano, anzi: ormai erano in gran parte vuoti. Perciò, Riccardo s’impegnò immediatamente a raccogliere i fondi necessari a organizzare il suo esercito.
Prima di tutto, si accordò con Filippo II di Francia per intraprendere la crociata insieme – essendo entrambi spaventati dal pericolo che, se uno avesse lasciato l’Europa, l’altro avrebbe invaso il suo regno – quindi alzò le tasse in Inghilterra, liberò Guglielmo I di Scozia dal suo giuramento di sottomissione in cambio di 10mila marchi e vendette molte terre e proprietà: i proventi vennero incanalati per raccogliere un esercito di 4mila cavalieri, 4mila fanti e un’imponente flotta.
Si dice che a un certo punto Riccardo abbia affermato “Avrei venduto Londra, se avessi trovato un compratore”, a dimostrazione di quanto fosse determinato a procedere con la Terza Crociata.
conquistò l’intera Cipro, rovesciando il despota Isacco Comneno e insediando come governatori Richard de Camville e Robert di Thornham.
Curiosamente, in seguito Riccardo vendette l’isola ai Templari, dai quali la acquistò poi Guido di Lusignano, uno dei compagni crociati dello stesso Cuor di Leone.
Anche se Riccardo compì molte conquiste, la presa di Cipro in particolare non solo aumentò molto la sua fama, ma fu anche strategicamente importantissima, poiché consentiva ai cristiani di controllare le acque che permettevano di giungere in Palestina. [...]
La storia della Crociata di Riccardo, tuttavia, non si era del tutto conclusa con la sua partenza dalla Palestina.
La sua nave fece naufragio nei pressi di Aquileia e lui fu costretto a tornare via terra attraverso l’Europa centrale.
Fu durante questo viaggio che, mentre superava Vienna poco prima del Natale del 1192, fu catturato dagli uomini di Leopoldo V, duca d’Austria, che accusò Riccardo di aver organizzato l’omicidio di suo cugino Corrado del Monferrato in Terra Santa.
Riccardo si proclamò innocente, ma fu ignorato e imprigionato nel castello di Dürnstein, un’azione che valse al duca la scomunica papale. Malgrado ciò, Leopoldo V consegnò Riccardo a Enrico VI, sacro romano imperatore, che lo tenne in ostaggio, esigendo 150mila marchi per il suo rilascio.
Fu la madre del Cuor di Leone, Eleonora d’Aquitania, a occuparsi di raccogliere la grossa somma, anche se ci vollero quasi due anni: Riccardo fu finalmente liberato il 4 febbraio 1194.
Al ritorno in Inghilterra e Francia, egli scoprì che suo fratello aveva cercato d’impadronirsi del trono, con l’aiuto del re francese Filippo, e che buona parte del suo territorio in Normandia era stato preso.
Cominciò immediatamente una campagna di riconquista, stringendo un’alleanza contro re Filippo e poi sconfiggendolo in molte battaglie nel corso del 1190: la più famosa fu quella di Gisors, uno scontro durante il quale Riccardo coniò il famoso motto della monarchia britannica, Dieu et mon Droit, ovvero “Dio e il mio Diritto”, per indicare che la monarchia risponde solo a Dio.
Questa nuova campagna di conquista si sarebbe tuttavia conclusa con la morte dello stesso Riccardo, per un dardo scagliato da un giovane balestriere. Gli successe il fratello Giovanni, che avrebbe perso quasi tutti i territori di Riccardo nell’Europa continentale e poi anche molto del suo potere, con la sconfitta nella Prima guerra dei baroni, nel 1217, che avrebbe portato alla compilazione della Magna Charta.
In effetti, alla morte di Riccardo, il 6 aprile 1199, nessun sovrano d’Inghilterra aveva mai detenuto tanto potere e terre quanto lui.
Riccardo Cuor di Leone spirò tra le braccia della madre nel marzo del 1199, molto tempo dopo la fine della Terza Crociata, Riccardo tornò nel Limosino per sopprimere una rivolta del visconte Aimar V di Limoges. Incendiando le terre del conte e sconfiggendo le sue truppe, alla fine Riccardo giunse al castello di Châlus-Chabrol, piccolo e scarsamente difeso, e si dispose ad assediarlo.
La sera del 25 marzo, stava camminando lungo il perimetro del castello e verificava i progressi dei suoi genieri intorno alle mura. Non aveva armatura e non prestò particolare attenzione all’occasionale lancio di proiettili da parte degli assediati. Riccardo era addirittura divertito dall’organizzazione dilettantesca dei difensori e applaudiva quando miravano su di lui.
Tuttavia, questo sarebbe stato l’inizio della sua fine: un balestriere, non visto, colpì Riccardo sulla spalla sinistra, vicino al collo. Nonostante la ferita, Riccardo raggiunse la tenda e tentò di rimuovere il dardo, ma non ci riuscì: solo con l’intervento di un chirurgo fu possibile farlo.
La ferita andò rapidamente in cancrena e, comprendendo che la sua vita sarebbe terminata presto, Riccardo ordinò che il balestriere, che era stato catturato, venisse portato al suo cospetto. Non si trattava di un uomo, ma solo di un ragazzo, che disse a Riccardo di aver agito per vendicare il padre e due fratelli, uccisi dai soldati del re. Aspettandosi di venire giustiziato, il ragazzo fu sorpreso quando Riccardo, debole e morente, lo perdonò e gli concesse la grazia, con il suo ultimo atto di pietà sulla Terra, pronunciando una famosa frase:
“Vivi, e per la mia generosità vedrai la luce del giorno”.
Meno di due settimane dopo, re Riccardo Cuor di Leone morì a 42 anni, mentre la madre – l’anziana Eleonora d’Aquitania – lo sorreggeva tra le braccia. Le sue viscere furono sepolte a Châlus, il corpo ai piedi del padre presso l’abbazia di Fontevraud nell’Angiò e il cuore a Rouen, in Normandia.
Qual è dunque l’eredità di Riccardo?
Fu uno dei più potenti sovrani nella lunga storia inglese e visse in un impero solidamente costituito, anche se in guerra, nel quale la posizione di governo della monarchia era indiscussa. Come disse lui stesso, non rispondeva ad altri che a Dio, e aveva la potenza militare e il privilegio di poter fare sulla Terra ciò che desiderava.
Nonostante la fama romanzesca che circonda la sua famosa Crociata, così come gli scandali politici di famiglia, che colorirono la sua vita e il suo regno, e nonostante il fatto che il suo fu un buon governo se paragonato a quello del fratello Giovanni, si può facilmente sostenere che l’eredità di Riccardo non sia positiva: spese enormi somme del denaro dei suoi sudditi in una serie di guerre o per vantaggio personale o per fanatismo religioso. [...]
Messina (4 ottobre 1190).
Arrivando in Sicilia per liberare dalla prigionia la sorella, la regina Giovanna, cominciò attaccando e conquistando l’antica città di Messina.
Dopo averla saccheggiata fino all’ultima moneta e bruciata completamente, Riccardo vi stabilì la propria base e alla fine costrinse il carceriere di Giovanna, Tancredi, a firmare un trattato che garantiva la liberazione della donna, 20mila once d’oro e la nomina del nipote di Riccardo, Arturo di Bretagna, come erede di Tancredi. Riccardo quindi passò gran parte di quell’anno in Sicilia.
Cipro (primo maggio 1191)
Mentre si dirigevano ad Acri, una tempesta disturbò il viaggio e molte navi giunsero alla costa meridionale di Cipro. Il despota dell’isola, Isacco Comneno, prese prigioniera la sorella di Riccardo. Dopo aver finalmente rintracciato le navi attaccate, Riccardo giunse al porto di Limissol e pretese che i soldati e la sorella fossero liberati. Comneno rifiutò, così Riccardo fece sbarcare l’esercito, prese il porto e poi l’intera isola, catturando Isacco e mettendolo in catene d’argento
(dato che aveva promesso di non metterlo ai ferri).
http://best5.it/post/re-riccardo-cuor-leone-uno-dei-sovrani-piu-astuti-saggi-della-storia/
Conquista di Cipro.
L'oriente nel 1190, prima della conquista di Cipro (in porpora) da parte di Riccardo.
Nell'aprile 1191 Riccardo lasciò Messina per Acri, ma una tempesta disperse la sua grande flotta. Approdato a Creta iniziò le ricerche della nave in cui a bordo vi erano la sorella Giovanna e la sua nuova promessa sposa Berengaria di Navarra scoprendo che era ancorata sulla costa meridionale di Cipro, insieme ai relitti degli altri vascelli tra cui quello che trasportava il tesoro.
I sopravvissuti della flotta erano stati fatti prigionieri dal governatore dell'isola, Isacco Comneno.
Il 1º maggio 1191 la rimanente flotta di Riccardo giunse nel porto di Limassol dell'isola di Cipro dove intimò ad Isacco di liberare i prigionieri e restituirli il tesoro. Al rifiuto di Isacco, Riccardo sbarcò con le sue truppe. Vari principi della Terra Santa, in particolare Guido di Lusignano, si recarono a Limassol dichiarando il loro sostegno a Riccardo purché egli sostenesse Guido contro il suo rivale, Corrado di Monferrato.
Vista la situazione, i notabili del luogo abbandonarono Isacco considerando di stipulare una pace con Riccardo e prendere parte anche loro alla crociata. Isacco, quindi, rinunciò alla guerra e tentò la fuga. Tuttavia, il 1º giugno, le truppe di Riccardo, guidate da Guido di Lusignano, conquistarono l'intera isola e Isacco fu catturato e messo in catene fatte realizzare in argento poiché gli venne promesso che non lo avrebbero posto in ferri. Riccardo nominò Riccardo di Camville e Roberto di Turnham come governatori dell'isola che più tardi vendette al maestro dei cavalieri Templari, Robert de Sablé. Infine, Cipro venne acquistata nel 1192 da Guido di Lusignano e divenne un regno feudale stabile.
La rapida conquista di Cipro da parte di Riccardo è stato un evento più importante di quanto possa sembrare. Infatti, l'isola occupa una posizione strategica sulle rotte marittime verso la Terra Santa, la cui permanenza dei cristiani non poteva continuare senza un efficace sostegno proveniente dal mare. Cipro rimase una roccaforte cristiana fino alla famosa battaglia di Lepanto.
Il successo di Riccardo venne accuratamente pubblicizzato contribuendo favorevolmente alla sua reputazione e beneficiando, allo stesso tempo, notevoli benefici finanziari. Il 5 giugno seguente, Riccardo con i suoi alleati lasciò Cipro alla volta di Acri.
https://it.wikipedia.org/wiki/Riccardo_I_d%27Inghilterra
Acquisizione di Cipro.
Alla fine del 1191, re Riccardo I accettò di vendere Cipro ai Templari per 25.000 pezzi d'argento. Qualche mese prima Riccardo I aveva ottenuto l'isola sbaragliando le forze bizantine di un imperatore rivale a quello ufficiale, ma in seguito non si interessò mai molto di questo possedimento. Mentre i cavalieri Ospitalieri furono capaci di costituirsi solide basi a Rodi, i Templari non fecero lo stesso, infatti Robert de Sablé non riuscì a mantenere Cipro. Dopo esserne stato signore per due anni donò (o più probabilmente vendette) l'isola a Guido di Lusignano, Re di Gerusalemme.
Robert de Sablé, a volte chiamato anche Robert IV de Sablé (... – 23 settembre 1193), è stato Gran Maestro dei Cavalieri templari dal 1191 al 1193 e signore di Cipro dal 1191 al 1192. [...]
Elezione a Gran Maestro.
Robert de Sablé fu fortunato nelle circostanze che gli permisero di ottenere la carica di Gran Maestro dei Templari, infatti alla morte del suo predecessore, Gerard de Ridefort, egli non era ancora neppure diventato un membro dei Cavalieri del Tempio.
La cattura e la decapitazione del Gran Maestro de Ridefort avevano però comportato un certo ritardo nel decidere l'elezione del nuovo Gran Maestro, infatti i cavalieri anziani, visto quanto successo, erano presi dal dibattito sul permettere la presenza o meno dei loro capi sul fronte di guerra. Essi ci impiegarono più di un anno prima di riuscire a rivedere le regole riguardanti il servizio attivo dei Grandi Maestri e quindi procedere alla nuova elezione. Durante questo periodo Robert de Sablé divenne membro dell'ordine e quindi un eleggibile, e quando fu effettivamente eletto con l'appoggio di re Riccardo I, era stato un Templare per meno di un anno.
https://it.wikipedia.org/wiki/Robert_de_Sabl%C3%A9
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