martedì 5 marzo 2013

Cavalcare la Tigre. se si riesce a cavalcare una tigre, non solo si impedisce che essa ci si avventi addosso, ma, non scendendo, mantenendo la presa, può darsi che alla fine di essa si abbia ragione. (...) Lo si può riferire anzitutto ad una linea di condotta per la vita interiore personale, ma anche all’atteggiamento da assumere proprio dinanzi a situazioni critiche, storiche e collettive




Si racconta la storia di due cani, che, in momenti diversi, entrarono nella stessa stanza. 
Uno ne uscì scodinzolando,  l'altro ne uscì ringhiando. Una donna li vide e, incuriosita, entrò nella stanza per scoprile cosa rendesse uno felice e l'altro cosi infuriato. Con grande sorpresa scopri che la stanza era piena di specchi. Il cane felice aveva trovato cento cani felici che lo guardavano, mentite il cane arrabbiato aveva visto solo cani arrabbiati che gli abbaiavano contro. Quello che vediamo nel mondo intorno a noi è un riflesso di ciò che siamo. Tutto ciò che siamo è un riflesso di quello che abbiamo pensato. La mente è tutto. Quello che pensiamo diventiamo.
Buddha

Per vedere quel che abbiamo davanti al naso serve uno sforzo costante
George Orwell

Niente è più difficile da vedere con i propri occhi di quello che si ha sotto il naso.
Goethe

Non basta guardare, occorre guardare con occhi che vogliono vedere...
Galileo Galilei

Non dare retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi.
Gli occhi vedono solo ciò che è limitato.
Guarda con il tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora imparerai come si vola.
Richard Bach


Uno degli insegnamenti più belli del buddhismo è chiamato "Lo sguardo del leone (o della leonessa)."
Questo insegnamento è impartito facendo il seguente esempio:
quando gettiamo un bastone ad un cane, 
il cane corre dietro il bastone, 
ma quando gettiamo un bastone ad un leone, 
il leone corre verso di noi.
Il lancio del bastone rappresenta il momento in cui un disagio, 
un'emozione negativa viene attivata dentro di noi.
Quando è attiva,
è come se fosse stato  schiacciato un pulsante che mette in moto un inconscio, 
compulsivo e istintivo riflesso.

L' esempio del bastone lanciato al cane,
rappresenta il fatto di spostare la nostra attenzione fuori di noi.
Questo è relativo a quando ci rivolgiamo e inneschiamo una reazione con il mondo esterno considerandolo come "il problema."
Da questo punto di vista,
pensiamo che solo bloccando ciò che ci arriva da fuori, 
ci fa sentire meglio e risolve il problema.

Avere lo sguardo del leone,
invece,
rappresenta il momento in cui,
se ci sentiamo attaccati o feriti da qualcosa, 
volgiamo lo sguardo dentro di noi, 
uno sguardo di auto-riflessione,
osservando tutto ciò che dentro di noi che è diventato attivo.

Il leone non ha paura di andare direttamente alla fonte del disagio, 
che non è mai al di fuori, 
ma sempre all'interno di noi stessi.
Assumendo lo sguardo senza paura del leone,
trattiamo la situazione che si è scatenata come un dono, come un aiuto ad accedere a una parte di noi stessi che fino ad oggi è rimasta privo di conoscenza, 
e quindi nascosta...


“Cavalcare la tigre”.
E’, questo, un detto estremo-orientale, esprimente l’idea che, se si riesce a cavalcare una tigre, non solo si impedisce che essa ci si avventi addosso, ma, non scendendo, mantenendo la presa, può darsi che alla fine di essa si abbia ragione. (...) Lo si può riferire anzitutto ad una linea di condotta per la vita interiore personale, ma anche all’atteggiamento da assumere proprio dinanzi a situazioni critiche, storiche e collettive.

In questo secondo caso, a noi interessa la relazione del simbolo con l’accennata dottrina dei cicli, riguardante la struttura generale della storia e, in particolare, con quell’aspetto di essa che si riferisce alla sequenza delle “quattro età”.

E' questo, un insegnamento che, come abbiamo avuto occasione di mostrare altrove, ha avuto tratti identici sia nell’Oriente che nell’antico Occidente (Vico ne ha raccolto una semplice eco).

Nel mondo classico esso é stato presentato nei termini di una discesa dell’umanità dall’età dell’oro via via fino a quella che Esiodo chiamo età del ferro. Nel corrispondente insegnamento indù l’età terminale e detta kali-yuga (= l’età oscura), e l’idea essenziale qui viene precisata col sottolineare che al kali-yuga é proprio appunto un clima di dissoluzione, il passaggio allo stato libero e caotico di forze individuali e collettive, materiali, psichiche e spirituali che in precedenza erano state in vario modo vincolate da una legge dall’alto e da influenze d’ordine superiore. (...) Tutto sembra indicare che proprio questa situazione si è avverata nei tempi ultimi, avendo per epicentro la civiltà e la società occidentali, da dove essa è andata estendendosi rapidamente all’intero pianeta; per cui potrebbe trovar anche una non peregrina interpretazione il fatto che la presente epoca sta sotto il segno zodiacale dell’Acquario: le acque, nelle quali tutto torna allo stato fluido, informe. Prognosi formulate già da molti secoli — perché a tanto datano le idee ora riferite — appaiono dunque oggi singolarmente attuali. 

Julius Evola, Cavalcare la Tigre


È difficile fare le cose difficili:
 parlare al sordo
 mostrare la rosa al cieco.
 Bambini, imparate a fare le cose difficili:
 dare la mano al cieco,
 cantare per il sordo,
 liberare gli schiavi che si credono liberi.

 Gianni Rodari



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