domenica 3 marzo 2013

Peppino Impastato. e si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà

Se si insegnasse la bellezza alla gente, a si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore. [...]

Sai cosa penso? Che questo aereoporto in fondo non è brutto, anzi, visto così dall'alto. Uno sale qua sopra e potrebbe anche pensare che la natura vince sempre, che è ancora più forte dell'uomo, e invece non è così. In fondo tutte le cose anche le peggiori una volta fatte poi si trovano una logica una giustificazione per il solo fatto di esistere. Fanno ste case schifose con le finestre in alluminio i muri di mattoni, i balconcini, la gente ci va ad abitare e ci mette le tendine i gerani e la televisione... dopo un po' tutto fa parte del paesaggio. Cioè esiste, nessuno si ricorda più di com'era prima. Non ci vuole niente a distruggere la bellezza." Ho capito e allora? " " e allora invece della lotta politica, la coscienza di classe, tutte le manifestazioni e ste fesserie bisognerebbe ricordare alla gente cos'è la bellezza, aiutare a riconoscerla a difenderla. [...]
Peppino Impastato da "I Cento passi


I compagni di Milano poi sono simpaticissimi, e i creativi venuti da Bologna e i fricchettoni piovuti giù dall'India, queste ragazze tedesche e inglesi sono bellissime. Viene voglia di piantare tutto e andare via dietro a loro. Ma qui non siamo a Parigi, non siamo a Berbley, non siamo a Woodstock e nemmeno all'isola di White. Qui siamo a Cinisi in Sicilia, dove non aspettano altro che il nostro disimpegno, il rientro nella vita privata. Per questo ho voluto occupare simbolicamente la radio, per richiamare la vostra attenzione. Ma non voglio fare tutto da solo, bisogna che ognuno di noi ritorni al lavoro che ha sempre fatto, cioè INFORMARE, DIRE LA VERITÀ... e la verità bisogna dirla anche sulle proprie insufficienze sui propri limiti! [Durante l'occupazione di Radio Aut]
Peppino Impastato


Questa, e' una poesia scritta dalla madre di Peppino Impastato....al figlio.

Questo non è mio figlio
questi pezzi di carne
sparsi in una bara
non fanno parte della mia storia

Mio figlio era la voce
che gridava nelle piazze
era la rabbia
l'amore che voleva far crescere

Questo era mio figlio
quando era vivo
quando lottava per tutti
tra mafiosi fascisti padri farabutti

Parlo con lui vivo
non so parlare coi morti
l'aspetto il giorno e la notte
quando si aprono le porte

Entra e mi lascia il suo abbraccio
lo chiamo è nella sua stanza che studia
esce... torna
la faccia nera
ma se la ride della loro miseria

Mio figlio era la voce
che gridava nelle piazze
era la rabbia
l'amore che voleva far crescere

Questo era mio figlio
quando era vivo
quando lottava per tutti
tra mafiosi fascisti padri farabutti

Questo è mio figlio
questo è il mio Peppino.
uomo della Sicilia
integro uomo

Questo è mio figlio
con lui tutti coloro
che lottano ogni giorno
per un nuovo destino

Mio figlio era la voce
che gridava nelle piazze
era la rabbia
l'amore che voleva far crescere

Questo era mio figlio
quando era vivo
quando lottava per tutti
tra mafiosi fascisti padri farabutti











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