venerdì 17 ottobre 2014

Istituto Tavistock. Se si distrugge il senso di identità reale di una persona, la si potrà manipolare come un bambino. Attaccando l'identità sovrana di un membro di un gruppo, questa persona consegnerà la sua sovranità al gruppo e potrà essere influenzata a lottare per gli obiettivi predeterminati.


"Se si distrugge il senso di identità reale di una persona, la si potrà manipolare come un bambino. Attaccando l'identità sovrana di un membro di un gruppo, questa persona consegnerà la sua sovranità al gruppo e potrà essere influenzata a lottare per gli obiettivi predeterminati."
Daniel Estulin, L'Istituto Tavistock


"Il miglior ipnotizzatore è una scatola rettangolare collocata in un angolo della stanza, che dice alla gente in che cosa deve credere; può darsi che ancora non lo sappiate, ma ogni volta che accendete questa bambinaia con un solo occhio, si tenta di formare e plasmare la vostra mente. La televisione ha assunto il ruolo di genitore surrogato, si è trasformata in moralizzatore: ha iniziato a dire alla gente che cosa deve o non deve fare. Ha fornito il mezzo ideale per creare una cultura omogenea, una cultura di massa, tramite la quale è possibile manipolare e controllare le persone e portarle a pensare tutte alla stessa maniera. Sogniamo come in tv, parliamo come in tv, ci vestiamo e agiamo come in tv. La televisione provoca nella gente una sospensione del senso critico, perchè la combinazione di immagini e suoni la situa in uno stato onirico, che limita la capacità cognitiva. Ha un effetto dissociativo sulle capacità mentali e fa si che la gente sia meno in grado di pensare razionalmente. Gli spettatori, abituandosi a sei ore o più di tv al giorno, cedono la capacità di ragionare alle immagini e ai suoni che escono dal televisore. La televisione non si occupa della "verità", ma della creazione di una "realtà". L'obiettivo dei "lava-cervelli" è rendere ogni generazione più infantile, più animale, più amorale e quindi più facilmente controllabile. Il successo della pubblicità moderna, è il riflesso di una cultura che ha preferito l'illusione alla realtà."
Daniel Estulin, L'Istituto Tavistock



"Quante persone capiscono che la percezione della maggioranza, soprattutto sul terreno della politica, è una cosa non spontanea, bensì accortamente manipolata e imposta loro dagli "uomini dietro il sipario"? La maggioranza delle persone non lo sa e certamente ciò è anche una conseguenza del lavaggio dei cervelli. La maggioranza degli americani e degli europei si informa su ciò che succede nel mondo attraverso la televisione controllata dallo Stato, con l'idea erronea che i giornalisti abbiano la missione di servire il pubblico. In realtà i giornalisti non servono il pubblico; i giornalisti sono dei salariati che servono i proprietari dei mass-media, le cui azioni sono quotate a Wall Street. Tutti i notiziari del mondo occidentale seguono lo stesso modello linguistico: verbi semplici, molti nomi e ben poche frasi lunghe. Frasi brevi, vocabolario semplice; in altri termini: frasi a effetto. Non viene stimolato alcun pensiero creativo; si cerca non di impegnare la mente, ma di imprimere un'immagine nel cervello di una persona. Considerato come vengono date le notizie, possiamo dire di riuscire, almeno talvolta, a riflettere attentamente su qualcuna di esse? Evidentemente no. Al contrario, vediamo la parte informativa e ci limitiamo ad assorbire l'informazione nella forma in cui ci viene presentata."
Daniel Estulin, L'Istituto Tavistock



"Ritengo che il nostro inconscio personale, come l’inconscio collettivo, sia formato da un numero indefinito, perché sconosciuto, di complessi o personalità parziali. Questa idea spiega parecchie cose. Spiega per esempio il semplice fatto che un poeta abbia la capacità di drammatizzare e personificare i suoi contenuti psichici. Quando crea un personaggio sul palcoscenico, in una poesia, in un dramma o in un romanzo, crede che si tratti semplicemente di un prodotto della sua immaginazione, mentre, per qualche via misteriosa,quel personaggio si è creato da solo. Ogni romanziere o scrittore negherà che i suoi personaggi abbiano un significato psicologico, ma in realtà voi sapete bene che ce l’hanno.
Perciò, studiando i personaggi che crea, si può leggere nella mente di uno scrittore."
Carl Gustav Jung,  Terza Conferenza alla Tavistock Clinic di Londra


"Quando ho in analisi un individuo, devo stare estremamente attento a non travolgerlo con le mie convinzioni o con la mia personalità, poiché egli deve combattere la sua battaglia solitaria nella vita e deve poter aver fiducia nelle proprie armi, siano anche rozze e incomplete e nella sua meta, anche se fosse molto lontana dalla perfezione. Se gli dico “questo non va bene e bisognerebbe migliorare”, lo privo del suo coraggio. Deve arare il suo campo con un aratro che forse non è del tutto adeguato; il mio potrebbe essere migliore del suo, ma a che gli servirebbe? Lui non ha il mio aratro, ce l’ho io, e non può chiedermelo in prestito. Deve usare i propri utensili, per quanto incompleti, e deve lavorare con le capacità che ha ereditato, per quanto carenti".
C. G. Jung, Quarta conferenza alla Tavistock Clinic



"La pazzia è un concetto assai relativo. Se per esempio un negro si comporta in un certo modo allora diciamo “non è altro che un negro”; se invece un bianco si comporta allo stesso modo diciamo: “quell’uomo è pazzo” perché un bianco non può agire in quel modo … “Essere pazzi” è una figura sociale; noi usiamo restrizioni e definizioni sociali per determinare i disturbi mentali e psichici. Di un uomo si può dire ch’èstrano che agisce in modo diverso da quanto ci si aspetti e che ha idee singolari; se vivesse in una cittadina della Francia o della Svizzera forse si direbbe: “E’ un originale, uno dei più originali di questo piccolo paese”. Se invece mettete quest’uomo nel bel mezzo di Harley Street subito non si tratterà che di un povero pazzo … Ma tutte queste sono semplicemente delle considerazioni sociali. La stessa cosa si può osservare nei manicomi che crescono in modo mostruoso non perché le malattie mentali aumentino di numero in senso assoluto ma perché non siamo più in grado di tollerare individui anormali cosicchè sembra quasi che ci siano molti più pazzi di prima"
Carl Gustav Jung, brano tratto da Psicologia Analitica: le conferenze alla Clinica Tavistock






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