La nostra esistenza è attualmente caratterizzata dall’esplosione delle possibilità (fare esempi) ma proprio perché il tempo è una di quelle dimensioni della nostra vita non ancora toccate dalla rappresentazione dovremmo prima di tutto imparare a convivere con la frustrazione della rinuncia poiché nonostante si sia allungata l’aspettativa di vita, l’uomo non avrà mai il tempo sufficiente per fare tutto ciò che la società propone come una possibilità o libera scelta. Concepire inoltre l’educazione come strumento capace di determinare l’avvenire bisognerebbe avere una qualche idea dell’avvenire stesso. Ma tra le tante nuove possibilità emerse, questa, non ci è più data. Nel senso che non abbiamo la più pallida idea del futuro che ci attende. È proprio nel tentativo di rappresentarci un futuro che siamo colti da un senso di vuoto. Per questo, oggi dovremmo anche imparare a convivere con la precarietà delle spiegazioni, e con l’incertezza delle previsioni preparandoci ad un futuro del quale non possiamo sapere nulla.
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Ipotesi CCNI (18.12.24)
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