Sallustio ricorda come i Romani si definissero i più religiosi tra gli uomini. Cicerone ritiene la Pietas la madre di quella forza tutta romana che tiene saldi e invincibili di fronte alle sventure. La religio romana non ha fantasia, non ha mitologia, nè filosofia: è senza slanci, primitiva. Ma la sua forza è la saggezza, la concretezza e la funzionalità. La religio romana si fonda sul do ut des, su un patto tra uomini e Dei, serio, onesto, rigoroso e disciplinato. Essa non bada alle fantasie del misticismo, alla frivolezza della mitologia che narra la vita e gli amori degli Dei. I Romani rimangono con forza fedeli alle loro più antiche tradizioni, ai loro incrollabili valori, ma al contempo ammettono le influenze delle altre religioni smussandone tuttavia i lati barbarici e frivoli che possano intaccare la solidità dell'etica e della morale romana. Sempre in modo graduale e con riserva permettono alle altre religioni di penetrare in Roma ma sempre riconducendo l'essenza di tali sentimenti religiosi ai valori della praticità e funzionalità romana, attenta alle necessità dell'individuo nel privato e nel pubblico. I Romani edificarono un impero senza filosofia nè misticismo e quando Roma preferì questi ai mores religiosi della sua tradizione ebbe inizio la decadenza.
Ipotesi CCNI (18.12.24)
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