sabato 2 febbraio 2013

Attacchi di panico. Il dio Pan nella mitologia greca, metà uomo e matà caprone, è descritto come colui che amava comparire improvvisamente davanti agli altri, per poi scomparire subito dopo, ma lasciando un senso di paura e di terrore . Le persone che incontravano sulla loro strada il dio Pan erano poi incapaci di descrivere , in realtà, ciò che avevano provato e mostravano un senso di smarrimento completo.



La paura della paura 

Il significato della parola “panico” può ben far capire di fronte a cosa ci si trova quando si parla di “attacchi di panico”.
Il dio Pan nella mitologia greca, metà uomo e metà caprone, è descritto come colui che amava comparire improvvisamente davanti agli altri, per poi scomparire subito dopo, ma lasciando un senso di paura e di terrore .
Le persone che incontravano sulla loro strada il dio Pan erano poi incapaci di descrivere , in realtà, ciò che avevano provato e mostravano un senso di smarrimento completo.
Ecco, possiamo descrivere, per somme linee, in questo modo gli attacchi di panico: momenti intensi e quasi sempre brevi in cui proviamo un senso di angoscia, di paura, di terrore di fronte a qualcosa che quasi sempre rappresenta le stesse paure umane, quali possono essere le malattie o la morte.
E la sensazione che lasciano questi interminabili e intensi istanti è quasi sempre quella di una “paura latente” pronta a prendere il sopravvento, bloccando, la nostra vita quotidiana.

Descrivere i “sintomi” con cui gli attacchi di panico si manifestano nella persona adulta è abbastanza complesso : possono variare da individuo a individuo ed essere diversamente vissuti.
Il primo “sintomo” è quello della cosidetta “fame d’aria” : una vera e propria difficoltà nella respirazione che può arrivare alla sensazione, molto spiacevole, di soffocamento.
Sopravvengono quasi sempre anche trepidazioni, tachicardia, dolori al torace improvvisi, istantanei, diversificati nei punti in cui si manifestano.
Anche la sudorazione è presente in questo tipo di attacchi , spesso associati a sbalzi pressori o di temperatura corporea : bastano pochi attimi e ci si ritrova le mani sudate, la temperatura abbassata, e si avvertono brividi incontrollabile e sensazione di freddo.
Il rialzo dei valori pressori provoca rossori o vampate al viso e al torace, sopravviene il mal di testa , un senso di stordimento diffuso, una quasi incapacità a muoversi , sensazioni di svenimento accompagnate da formicolii intensi .
Spesso si avverte nausea, inappetenza e i classici brontolii intestinali.

Se per la sintomatologia fisica è possbile stabilire una sorta di griglia attraverso la quale classificare gli stessi, molto più ardua, ma solo perchè più complessa, rappresenta la descrizione delle sensazioni che la persona avverte.
Si parla principalmente delle “derealizzazione “, ossia dalla marcata sensazione di non essere assolutamente parte della realtà in cui si vive : diciamo che più che rigettati dalla realtà, ci si sente posti al di fuori di questa.
La’ltra sensazione avvertita in modo pressante, spesso pulsante, è che qualcosa di catastrofico, di doloroso stia per accadere : i cosidetti presentimenti che, quasi sempre, sono accompagnati da un senso spiccato di impotenza : non ci si ritiene all’altezza di gestirli e governarli.
Spesso queste sensazioni sono acuite da crisi di pianto, paura di impazzire , di dover morire da un momento all’altro e, in alcuni casi, di vivere momenti già vissuti in passato.
Queste sensazioni possono durare da pochi minuti anche ad un ora circa e possono variare di intensità nell’ambito dello stesso attacco.

D’altra parte la sintomatologia fisica alimenta le sensazioni che a loro volta incrementono i problemi fisici in una sorta di cane che si morde la coda.
Spesso gli attacchi rendono la convinzione che ci si trovi solo di fronte a una malattia come può essere un problema cardiaco o respiratorio.
Solo successivamente, dopo varie indagini mediche, ci si trova di fronte al problema nella sua chiarezza e , spesso, quando curarlo è diventato più complicato anche perchè, accertata l’assenza di una vera malattia fisica, interviene il rifiuto ad accettare la problematica. (dal web)

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