"Psiche, non sopportando di non conoscere il volto del suo orribile sposo, cede all’eccesso di curiosità e si china sul corpo addormentato di Eros. La colpa sarà crudelmente punita: Psiche, esiliata nel deserto e nel regno della morte, è condannata a tribolazioni senza fine, a fatiche assurde e soprattutto alla separazione. Ma il mito si compie con una riconciliazione in piena luce e nei definitivi sponsali. Psiche è perdonata perché non ha cessato di amare, essendo lo sguardo della conoscenza al tempo stesso lo sguardo dell’amore. Sotto questo aspetto, il mito di Psiche si contrappone a quello di Atteone, dove lo sguardo del cacciatore su Diana al bagno non è che lo sguardo dell’indiscrezione sacrilega. Manca l’amore e lo sguardo è aggressione. Così Atteone, trasformato in cervo, muore sbranato dai propri cani. Forse conviene che anche i critici e gli analisti conservino accesa la lampada di Psiche, ma non dimentichino d’altro canto il destino di Atteone"
J. Starobinski, L’occhio vivente. Studi su Corneille, Racine, Rousseau, Stendhal, Freud
PSICHE IN VERITÀ SAREBBE UNA PERSONIFICAZIONE DELL'INTELLETTO UMANO, CHE NON SI ACCONTENTA DI "ACCETTARE" MA VUOLE "VEDERE". Per questo finirà per tentare di vedere Eros che dorme. E' un MONITO contro il concetto greco di ubris, la tracotanza, che fà insuperbire gli uomini fino a VOLER INDAGARE DOVE NON È CONCESSO LORO. Tuttavia, essendo stata mossa da CURIOSITÀ e non da vanità o superbia, alla fine le si riserva il lieto fine.
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