Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Sentieri Interrotti (Holzwege), scritto nel 1950, è uno dei testi che rappresenta la cosiddetta "svolta" nel pensiero di Martin Heidegger, ovvero il passaggio dalla ricerca sul senso dell'essere in riferimento all'esistenza umana, ricerca basata sul metodo della fenomenologia, all'indagine diretta alla verità dell'essere come evento del linguaggio, caratteristica della seconda fase del suo pensiero.
L'opera si compone di sei saggi differenti che fanno capo, come dichiara Pietro Chiodi, traduttore e curatore dell'opera, ad un unico concetto: Holzwege sono i sentieri nel bosco...ognuno di essi procede per suo conto, ma nel medesimo bosco. L'uno sembra l'altro...legnaioli e guardiaboschi sanno cosa significa "trovarsi in un sentiero che, interrompendosi, svia". Questa metafora scaturisce in modo diretto dalle circostanze di vita di Heidegger stesso, abituale frequentatore della Foresta Nera e dunque di sentieri e boschi dove fare lunghe passeggiate. In questo senso Heidegger sembra intendere che il pensiero umano non deve proporsi una meta definitiva; esso non può che procedere, al contrario, se non come continuo sviamento, come irriducibile erranza. Non vi è dunque un'unica via per la riflessione, ma tutti i percorsi di pensiero sono ugualmente legittimi e utili.
La riscoperta della grecità e in generale la riscoperta delle problematiche originarie, ovvero il tema dell'essere è in questo testo più che un tema centrale; occorre infatti notare come Heidegger tenti di riportare l'intero pensiero alla scoperta delle sue origini, per liberarsi delle sue degenerazioni metafisiche e riportarsi in condizione di porre in modo autentico la questione ontologica fondamentale.
I temi qui trattati sono quelli dell'Arte, ovvero cosa sia l'opera d'arte e da cosa derivi: dall'artista? dall'idea di arte...? ed essa stessa da cosa deriva?, ovvero: qual è l'essenza dell'arte?
Un altro tema importante e attuale più che mai, riguarda il mondo contemporaneo come mondo dell'immagine, come mondo che si è ridotto ad essere la visione di un senso che invece non è più visibile e dunque l'immagine, altro non è che una cristallizzazione di ciò che crediamo essere il mondo.
In tutta l'opera come in tutto Heidegger è importante avvertire che il significato dei termini e il lessico in generale richiede molta attenzione; la riscoperta delle parole, per non perderle nella banalità, fa si ché i termini usati denotino un senso diverso da quello comune.
Bibliografia [modifica]
- M. Heidegger, Sentieri interrotti, Firenze 1968
- M. Heidegger, "L'origine dell'opera d'arte", Milano 2000