lunedì 15 luglio 2013

Nathan e la vera religione. La novella dei tre anelli.

«Il valore dell’uomo non sta nella verità che qualcuno possiede o presume di possedere, ma nella sincera fatica compiuta per raggiungerla. Perché le forze che sole aumentano la perfettibilità umana non sono accresciute dal possesso, ma dalla ricerca della verità. Il possesso rende quieti, indolenti, superbi. Se Dio tenesse chiusa nella mano destra tutta la verità e nella sinistra il solo desiderio sempre vivo della verità e mi dicesse: scegli! Sia pure a rischio di sbagliare per sempre e in eterno mi chinerei con umiltà sulla sua mano sinistra e direi: Padre, dammela! La verità assoluta è per te soltanto».
Gotthold Ephraim Lessing, Eine Duplik


NATHAN E LA VERA RELIGIONE. La novella dei tre anelli.
il Saladino chiede a Nathan il saggio, ebreo, quale sia la religione più convincente, partendo dal presupposto che una sola delle tre religioni monoteistiche può essere vera. Per trarsi d’impiccio – la domanda celava un inganno – Nathan racconta «una piccola storia». Che ha in realtà un precedente illustre nel Decameron, nella NOVELLA DI MELCHISEDEC GIUDEO (I,3). Anzi, il paragone delle tre religioni con tre anelli uguali è presente in molta novellistica medievale.
LA RISPOSTA DI NATHAN (E DI LESSING) ALLA DOMANDA È CHIARA: «LA RELIGIONE MIGLIORE È QUELLA CHE RENDE MIGLIORI. CIASCUNO SI SFORZI DI CONQUISTARE L’ANIMO DEGLI ALTRI UOMINI CON LE SUE VIRTÙ, E CHI VI RIUSCIRÀ AVRÀ DIMOSTRATO CHE LA SUA È LA “VERA” RELIGIONE» (A. Casalegno).

Riportiamo di seguito la novella (Nathan il Saggio III,7, passim), senza gli interventi dell’interlocutore, il Saladino: “Molti anni or sono un uomo, in Oriente, possedeva un anello inestimabile, un caro dono. La sua pietra, un opale dai cento bei riflessi colorati, ha un potere segreto: rende grato a Dio e agli uomini chiunque la porti con fiducia. Può stupire se non se lo toglieva mai dal dito, e se dispose in modo che restasse per sempre in casa sua? EGLI LASCIÒ L’ANELLO AL SUO FIGLIO PIÙ AMATO; E LASCIÒ SCRITTO CHE A SUA VOLTA QUEL FIGLIO LO LASCIASSE AL SUO FIGLIO PIÙ AMATO; E CHE OGNI VOLTA IL PIÙ AMATO DEI FIGLI DIVENTASSE, SENZA TENERE CONTO DELLA NASCITA MA SOLTANTO PER FORZA DELL’ANELLO, IL CAPO E IL SIGNORE DEL CASATO. E L’ANELLO COSÌ, DI FIGLIO IN FIGLIO, GIUNSE ALLA FINE A UN PADRE DI TRE FIGLI. TUTTI E TRE GLI UBBIDIVANO UGUALMENTE ED EGLI, NON POTEVA FARNE A MENO, LI AMAVA TUTTI NELLO STESSO MODO. Solo di tanto in tanto l’uno o l’altro gli sembrava il più degno dell’anello – quando era con lui solo, e nessun altro divideva l’affetto del suo cuore. COSÌ, CON AFFETTUOSA DEBOLEZZA, EGLI PROMISE L’ANELLO A TUTTI E TRE. Andò avanti così finché poté. MA, VICINO ALLA MORTE, QUEL BUON PADRE SI TROVA IN IMBARAZZO. OFFENDERE COSÌ DUE FIGLI, FIDUCIOSI NELLA SUA PAROLA, LO RATTRISTA. – CHE COSA DEVE FARE?EGLI CHIAMA IN SEGRETO UN GIOIELLIERE, E GLI ORDINA DUE ANELLI IN TUTTO UGUALI AL SUO; E CON LUI SI RACCOMANDA CHE NON RISPARMI NÉ SOLDI NÉ FATICA PERCHÉ SIANO PERFETTAMENTE UGUALI. L’ARTISTA CI RIESCE. QUANDO GLIELI PORTA, NEMMENO IL PADRE È IN GRADO DI DISTINGUERE L’ANELLO VERO. Felice, chiama i figli uno per uno, impartisce a tutti e tre la sua benedizione, a tutti e tre dona l’anello – e muore. MORTO IL PADRE, OGNI FIGLIO SI FA AVANTI CON IL SUO ANELLO, OGNI FIGLIO VUOL ESSERE IL SIGNORE DEL CASATO. Si litiga, si indaga, si accusa. Invano. IMPOSSIBILE PROVARE QUALE SIA L’ANELLO VERO.
I figli si accusarono in giudizio. E ciascuno giurò al giudice di avere ricevuto l’anello dalla mano del padre (ed era vero), e molto tempo prima la promessa dei privilegi concessi dall’anello (ed era vero anche questo). Il padre, ognuno se ne diceva certo, non poteva averlo ingannato; prima di sospettare questo, diceva, di un padre tanto buono, non poteva che accusare dell’inganno i suoi fratelli, di cui pure era sempre stato pronto a pensare tutto il bene; e si diceva sicuro di scoprire i traditori e pronto a vendicarsi.
Il giudice disse: «Portate subito qui vostro padre o vi scaccerò dal mio cospetto. Pensate che stia qui a risolvere enigmi? O volete restare finché l’anello vero parlerà? Ma... ASPETTATE! VOI DITE CHE L’ANELLO VERO HA IL MAGICO POTERE DI RENDERE AMATI, A DIO E AGLI UOMINI. SIA QUESTO A DECIDERE! GLI ANELLI FALSI NON POTRANNO. Su, ditemi: chi di voi è il più amato dagli altri due? Avanti! VOI TACETE? L’EFFETTO DEGLI ANELLI È SOLO RIFLESSIVO, NON TRANSITIVO? CIASCUNO DI VOI AMA SOLO SE STESSO? ALLORA TUTTI E TRE SIETE TRUFFATORI TRUFFATI! I VOSTRI ANELLI SONO FALSI TUTTI E TRE. Probabilmente l’anello vero si perse, e vostro padre ne fece fare tre per celarne la perdita e per sostituirlo.
«Se non volete, proseguì il giudice, il mio consiglio e non una sentenza, andatevene! Ma IL MIO CONSIGLIO È QUESTO: ACCETTATE LE COSE COME STANNO. Ognuno ebbe l’anello da suo padre: ognuno sia sicuro che esso è autentico. – VOSTRO PADRE, FORSE, NON ERA PIÙ DISPOSTO A TOLLERARE ANCORA IN CASA SUA LA TIRANNIA DI UN SOLO ANELLO. E CERTO VI AMÒ UGUALMENTE TUTTI E TRE. Non volle, infatti, umiliare due di voi per favorirne uno. Orsù! Sforzatevi di imitare il suo amore incorruttibile e senza pregiudizi. OGNUNO FACCIA A GARA PER DIMOSTRARE ALLA LUCE DEL GIORNO LA VIRTÙ DELLA PIETRA NEL SUO ANELLO. E aiuti la sua virtù con la dolcezza, con indomita pazienza e carità, e con profonda devozione a Dio. Quando le virtù degli anelli appariranno nei nipoti, e nei nipoti dei nipoti, io li invito a tornare in tribunale, tra mille e mille anni. Sul mio seggio siederà un uomo più saggio di me; e parlerà. Andate!».
Così disse quel giudice modesto.


I TRE ANELLI.
La novella (tratta dalla "prima giornata" del Decameron ) di G. BOCCACCIO
Il Saladino, […}  bisognandogli una buona quantità di danari, né veggendo donde così prestamente, come gli bisognavano, aver li potesse, gli venne a memoria un ricco giudeo, il cui nome era Melchisedech, il quale prestava ad usura in Alessandria, e pensossi costui avere da poterlo servire quando volesse; ma si era avaro che di sua volontà non l’avrebbe mai fatto, e forza non gli voleva fare: per che, stringendolo il bisogno, rivoltosi tutto a dover trovar modo come il giudeo il servisse, s’avvisò di fargli una forza da alcuna ragion colorata (violenza con apparenza di ragione).
E fattolsi chiamare, e familiarmente ricevutolo, seco il fece sedere, et appresso gli disse: - VALENTE UOMO, IO HO DA PIÙ PERSONA INTESO CHE TU SE’ SAVISSIMO, E NELLE COSE DI DIO SENTI MOLTO AVANTI; E PER CIÒ IO SAPREI VOLENTIERI DA TE, QUALE DELLE TRE LEGGI TU REPUTI LA VERACE, O LA GIUDAICA, O LA SARACINA, O LA CRISTIANA.
Il giudeo, il quale veramente era savio uomo, s’avvisò troppo bene che il Saladino guardava di pigliarlo nelle parole, per dovergli muovere alcuna quistione, e pensò non potere alcuna di queste tre più l’una che l’altra lodare, che il Saladino non avesse la sua intenzione. Per che, come colui il qual parea aver bisogno di risposta per la quale preso non potesse essere, aguzzato lo ‘ngegno, gli venne prestamente avanti quello che dir dovesse, e disse:
- Signor mio, la quistione la qual voi mi fate è bella, et a volerne dire ciò che io ne sento, mi vi convien dire una novelletta, qual voi udirete. Se io non erro, io mi ricordo aver molte volte udito dire che un grande uomo e ricco fu già, il quale, INTRA L’ALTRE GIOIE PIÙ CARE CHE NEL SUO TESORO AVESSE, ERA UNO ANELLO BELLISSIMO E PREZIOSO; AL QUALE PER LO SUO VALORE E PER LA SUA BELLEZZA VOLENDO FARE ONORE, ET IN PERPETUO LASCIARLO NE’ SUOI DISCENDENTI, ORDINÒ CHE COLUI DEI SUOI FIGLIUOLI APPO IL QUALE, SÌ COME LASCIATOGLI DA LUI FOSSE QUESTO ANELLO TROVATO, CHE COLUI S’INTENDESSE ESSERE IL SUO EREDE, E DOVESSE DA TUTTI GLI ALTRI ESSERE, COME MAGGIORE, ONORATO E REVERITO.
Colui al quale da costui fu lasciato tenne somigliante ordine ne’ suoi discendenti, e così fece come fatto avea il suo predecessore: et IN BREVE ANDÒ QUESTO ANELLO DI MANO IN MANO A MOLTI SUCCESSORI; ET ULTIMAMENTE PERVENNE ALLE MANI AD UNO, IL QUALE AVEA TRE FIGLIUOLI BELLI E VIRTUOSI, E MOLTO AL PADRE LORO OBBEDIENTI; PER LA QUAL COSA TUTTI E TRE PARIMENTE GLI AMAVA. ET I GIOVANI, LI QUALI LA CONSUETUDINE DELL’ANELLO SAPEVANO, SI COME VAGHI CIASCUNO D’ESSERE IL PIÙ ONORATO TRA I SUOI, CIASCUNO PER SÉ, COME MEGLIO SAPEVA, PREGAVA IL PADRE, IL QUALE ERA GIÀ VECCHIO, CHE, QUANDO A MORTE VENISSE, A LUI QUELLO ANELLO LASCIASSE.
IL VALENTE UOMO, CHE PARIMENTE TUTTI GLI AMAVA, NÉ SAPEVA ESSO MEDESIMO ELEGGERE A QUAL PIÙ TOSTO LASCIAR LO VOLESSE, PENSÒ, AVENDOLO A CIASCUNO PROMESSO, DI VOLERGLI TUTTI E TRE SODDISFARE; E SEGRETAMENTE AD UNO BUONO MAESTRO NE FECE FARE DUE ALTRI, LI QUALI SI FURONO SOMIGLIANTI AL PRIMIERO, CHE ESSO MEDESIMO CHE FATTI GLI AVEVA FARE, APPENA CONOSCEVA QUAL SI FOSSE IL VERO.
E venendo a morte, segretamente diede a ciascuno de’ figliuoli, li quali, dopo la morte del padre, volendo ciascuno la eredità e l’onore occupare, e l’uno negandolo all’altro, la testimonianza di dover ciò ragionevolmente fare, CIASCUNO PRODUSSE FUORI IL SUO ANELLO. E TROVATISI GLI ANELLI SÌ SIMILI L’UNO ALL’ALTRO, CHE QUAL FOSSE IL VERO NON SI SAPEVA CONOSCERE, SI RIMASE LA QUISTIONE, QUAL FOSSE IL VERO EREDE DEL PADRE, IN PENDENTE, ET ANCOR PENDE.
E COSÌ VI DICO, SIGNOR MIO, DELLE TRE LEGGI ALLI TRE POPOLI DATE DA DIO PADRE, DELLE QUALI LA QUISTION PROPONESTE: CIASCUNO LA SUA EREDITÀ, LA SUA VERA LEGGE, ET I SUOI COMANDAMENTI SI CREDE AVERE A FARE; MA CHI SE L’ABBIA, COME DEGLI ANELLI, ANCORA NE PENDE LA QUISTIONE. –
Il Saladino conobbe, costui ottimamente essere saputo uscire dal laccio il quale davanti a’ piedi teso gli aveva: e per ciò dispose d’aprirgli il suo bisogno, e vedere se servire il volesse; e così fece, aprendogli ciò che in animo avesse avuto di fare, se così discretamente, come fatto avea, non gli avesse risposto.
Il giudeo liberamente d’ogni quantità che il Saladino richiese il servì; et il Saladino poi interamente il soddisfece; et oltre a ciò gli donò grandissimi doni, e sempre per suo amico l’ebbe, et in grande et onorevole stato appresso di sé il mantenne.


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