«Il valore dell’uomo non sta nella verità che qualcuno possiede o presume di possedere, ma nella sincera fatica compiuta per raggiungerla. Perché le forze che sole aumentano la perfettibilità umana non sono accresciute dal possesso, ma dalla ricerca della verità. Il possesso rende quieti, indolenti, superbi. Se Dio tenesse chiusa nella mano destra tutta la verità e nella sinistra il solo desiderio sempre vivo della verità e mi dicesse: scegli! Sia pure a rischio di sbagliare per sempre e in eterno mi chinerei con umiltà sulla sua mano sinistra e direi: Padre, dammela! La verità assoluta è per te soltanto».
Gotthold Ephraim Lessing, Eine Duplik
NATHAN ELA VERA RELIGIONE. La
novella dei tre anelli.
Gotthold Ephraim Lessing, Eine Duplik
NATHAN E
il Saladino chiede a Nathan il
saggio, ebreo, quale sia la religione più convincente, partendo dal presupposto
che una sola delle tre religioni monoteistiche può essere vera. Per trarsi
d’impiccio – la domanda celava un inganno – Nathan racconta «una piccola
storia». Che ha in realtà un precedente illustre nel Decameron, nella NOVELLA
DI MELCHISEDEC GIUDEO (I,3). Anzi, il paragone delle tre religioni con tre
anelli uguali è presente in molta novellistica medievale.
Riportiamo di seguito la novella
(Nathan il Saggio III,7, passim), senza gli interventi dell’interlocutore, il
Saladino: “Molti anni or sono un uomo, in Oriente, possedeva un anello
inestimabile, un caro dono. La sua pietra, un opale dai cento bei riflessi
colorati, ha un potere segreto: rende grato a Dio e agli uomini chiunque la
porti con fiducia. Può stupire se non se lo toglieva mai dal dito, e se dispose
in modo che restasse per sempre in casa sua? EGLI LASCIÒ L’ANELLO AL SUO FIGLIO
PIÙ AMATO; E LASCIÒ SCRITTO CHE A SUA VOLTA QUEL FIGLIO LO LASCIASSE AL SUO
FIGLIO PIÙ AMATO; E CHE OGNI VOLTA IL PIÙ AMATO DEI FIGLI DIVENTASSE, SENZA
TENERE CONTO DELLA NASCITA MA SOLTANTO PER FORZA DELL’ANELLO, IL CAPO E IL
SIGNORE DEL CASATO. E L’ANELLO COSÌ, DI FIGLIO IN FIGLIO, GIUNSE ALLA FINE A UN PADRE DI
TRE FIGLI. TUTTI
E TRE GLI UBBIDIVANO UGUALMENTE ED EGLI, NON POTEVA FARNE A MENO, LI AMAVA
TUTTI NELLO STESSO MODO. Solo di tanto in tanto l’uno o l’altro gli
sembrava il più degno dell’anello – quando era con lui solo, e nessun altro
divideva l’affetto del suo cuore. COSÌ, CON AFFETTUOSA DEBOLEZZA, EGLI PROMISE L’ANELLO A
TUTTI E TRE. Andò avanti così finché poté. MA, VICINO ALLA MORTE, QUEL BUON PADRE
SI TROVA IN IMBARAZZO. OFFENDERE COSÌ DUE FIGLI, FIDUCIOSI NELLA SUA PAROLA, LO
RATTRISTA. – CHE COSA DEVE FARE? – EGLI CHIAMA IN SEGRETO UN GIOIELLIERE, E GLI
ORDINA DUE ANELLI IN TUTTO UGUALI AL SUO; E CON LUI SI RACCOMANDA CHE NON
RISPARMI NÉ SOLDI NÉ FATICA PERCHÉ SIANO PERFETTAMENTE UGUALI. L’ARTISTA CI
RIESCE. QUANDO GLIELI PORTA, NEMMENO IL PADRE È IN GRADO DI DISTINGUERE
L’ANELLO VERO. Felice, chiama i figli uno per uno, impartisce a tutti e
tre la sua benedizione, a tutti e tre dona l’anello – e muore. MORTO IL PADRE, OGNI
FIGLIO SI FA AVANTI CON IL SUO ANELLO, OGNI FIGLIO VUOL ESSERE IL SIGNORE DEL
CASATO. Si litiga, si indaga, si accusa. Invano. IMPOSSIBILE
PROVARE QUALE SIA L’ANELLO VERO.
I figli si accusarono in
giudizio. E ciascuno giurò al giudice di avere ricevuto l’anello dalla mano del
padre (ed era vero), e molto tempo prima la promessa dei privilegi concessi
dall’anello (ed era vero anche questo). Il padre, ognuno se ne diceva certo,
non poteva averlo ingannato; prima di sospettare questo, diceva, di un padre
tanto buono, non poteva che accusare dell’inganno i suoi fratelli, di cui pure
era sempre stato pronto a pensare tutto il bene; e si diceva sicuro di scoprire
i traditori e pronto a vendicarsi.
Il giudice disse: «Portate subito
qui vostro padre o vi scaccerò dal mio cospetto. Pensate che stia qui a
risolvere enigmi? O volete restare finché l’anello vero parlerà? Ma... ASPETTATE! VOI DITE
CHE L’ANELLO VERO HA IL MAGICO POTERE DI RENDERE AMATI, A DIO E AGLI UOMINI.
SIA QUESTO A DECIDERE! GLI ANELLI FALSI NON POTRANNO. Su, ditemi: chi di
voi è il più amato dagli altri due? Avanti! VOI TACETE? L’EFFETTO
DEGLI ANELLI È SOLO RIFLESSIVO, NON TRANSITIVO? CIASCUNO DI VOI AMA
SOLO SE STESSO? ALLORA TUTTI E TRE SIETE TRUFFATORI TRUFFATI! I VOSTRI ANELLI
SONO FALSI TUTTI E TRE. Probabilmente l’anello vero si perse, e vostro
padre ne fece fare tre per celarne la perdita e per sostituirlo.
«Se non volete, proseguì il
giudice, il mio consiglio e non una sentenza, andatevene! Ma IL MIO CONSIGLIO È
QUESTO: ACCETTATE LE COSE COME STANNO. Ognuno ebbe l’anello da suo
padre: ognuno sia sicuro che esso è autentico. – VOSTRO PADRE, FORSE, NON ERA PIÙ
DISPOSTO A TOLLERARE ANCORA IN CASA SUA LA TIRANNIA DI UN SOLO
ANELLO. E CERTO VI AMÒ UGUALMENTE TUTTI E TRE. Non volle, infatti,
umiliare due di voi per favorirne uno. Orsù! Sforzatevi di imitare il suo amore
incorruttibile e senza pregiudizi. OGNUNO FACCIA A GARA PER DIMOSTRARE ALLA LUCE DEL GIORNO LA VIRTÙ DELLA PIETRA
NEL SUO ANELLO. E aiuti la sua virtù con la dolcezza, con indomita
pazienza e carità, e con profonda devozione a Dio. Quando le virtù degli anelli
appariranno nei nipoti, e nei nipoti dei nipoti, io li invito a tornare in
tribunale, tra mille e mille anni. Sul mio seggio siederà un uomo più saggio di
me; e parlerà. Andate!».
Così disse quel giudice modesto.
I TRE ANELLI.
La novella (tratta dalla
"prima giornata" del Decameron ) di G. BOCCACCIO
Il Saladino, […} bisognandogli una buona quantità di danari, né
veggendo donde così prestamente, come gli bisognavano, aver li potesse, gli
venne a memoria un ricco giudeo, il cui nome era Melchisedech, il quale
prestava ad usura in Alessandria, e pensossi costui avere da poterlo servire
quando volesse; ma si era avaro che di sua volontà non l’avrebbe mai fatto, e
forza non gli voleva fare: per che, stringendolo il bisogno, rivoltosi tutto a
dover trovar modo come il giudeo il servisse, s’avvisò di fargli una forza da
alcuna ragion colorata (violenza con apparenza di ragione).
E fattolsi chiamare, e
familiarmente ricevutolo, seco il fece sedere, et appresso gli disse: - VALENTE UOMO, IO HO
DA PIÙ PERSONA INTESO CHE TU SE’ SAVISSIMO, E NELLE COSE DI DIO SENTI MOLTO
AVANTI; E PER CIÒ IO SAPREI VOLENTIERI DA TE, QUALE DELLE TRE LEGGI TU REPUTI
LA VERACE, O LA GIUDAICA, O LA SARACINA, O LA CRISTIANA.
Il giudeo, il quale veramente era
savio uomo, s’avvisò troppo bene che il Saladino guardava di pigliarlo nelle
parole, per dovergli muovere alcuna quistione, e pensò non potere alcuna di
queste tre più l’una che l’altra lodare, che il Saladino non avesse la sua
intenzione. Per che, come colui il qual parea aver bisogno di risposta per la
quale preso non potesse essere, aguzzato lo ‘ngegno, gli venne prestamente
avanti quello che dir dovesse, e disse:
- Signor mio, la quistione la
qual voi mi fate è bella, et a volerne dire ciò che io ne sento, mi vi convien
dire una novelletta, qual voi udirete. Se io non erro, io mi ricordo aver molte
volte udito dire che un grande uomo e ricco fu già, il quale, INTRA L’ALTRE GIOIE
PIÙ CARE CHE NEL SUO TESORO AVESSE, ERA UNO ANELLO BELLISSIMO E PREZIOSO; AL
QUALE PER LO SUO VALORE E PER LA SUA BELLEZZA VOLENDO
FARE ONORE, ET IN PERPETUO LASCIARLO NE’ SUOI DISCENDENTI, ORDINÒ CHE COLUI DEI
SUOI FIGLIUOLI APPO IL QUALE, SÌ COME LASCIATOGLI DA LUI FOSSE QUESTO ANELLO
TROVATO, CHE COLUI S’INTENDESSE ESSERE IL SUO EREDE, E DOVESSE DA TUTTI GLI
ALTRI ESSERE, COME MAGGIORE, ONORATO E REVERITO.
Colui al quale da costui fu
lasciato tenne somigliante ordine ne’ suoi discendenti, e così fece come fatto
avea il suo predecessore: et IN BREVE ANDÒ QUESTO ANELLO DI MANO IN MANO A MOLTI
SUCCESSORI; ET ULTIMAMENTE PERVENNE ALLE MANI AD UNO, IL QUALE AVEA TRE
FIGLIUOLI BELLI E VIRTUOSI, E MOLTO AL PADRE LORO OBBEDIENTI; PER LA QUAL COSA TUTTI E
TRE PARIMENTE GLI AMAVA. ET I GIOVANI, LI QUALI LA CONSUETUDINE DELL ’ANELLO
SAPEVANO, SI COME VAGHI CIASCUNO D’ESSERE IL PIÙ ONORATO TRA I SUOI, CIASCUNO
PER SÉ, COME MEGLIO SAPEVA, PREGAVA IL PADRE, IL QUALE ERA GIÀ VECCHIO, CHE,
QUANDO A MORTE VENISSE, A LUI QUELLO ANELLO LASCIASSE.
IL VALENTE UOMO, CHE PARIMENTE TUTTI
GLI AMAVA, NÉ SAPEVA ESSO MEDESIMO ELEGGERE A QUAL PIÙ TOSTO LASCIAR LO
VOLESSE, PENSÒ, AVENDOLO A CIASCUNO PROMESSO, DI VOLERGLI TUTTI E TRE
SODDISFARE; E SEGRETAMENTE AD UNO BUONO MAESTRO NE FECE FARE DUE ALTRI, LI QUALI SI FURONO SOMIGLIANTI AL PRIMIERO,
CHE ESSO MEDESIMO CHE FATTI GLI AVEVA FARE, APPENA CONOSCEVA QUAL SI FOSSE IL
VERO.
E venendo a morte, segretamente
diede a ciascuno de’ figliuoli, li quali, dopo la morte del padre, volendo
ciascuno la eredità e l’onore occupare, e l’uno negandolo all’altro, la
testimonianza di dover ciò ragionevolmente fare, CIASCUNO PRODUSSE FUORI IL SUO ANELLO.
E TROVATISI GLI ANELLI SÌ SIMILI L’UNO ALL’ALTRO, CHE QUAL FOSSE IL VERO NON SI
SAPEVA CONOSCERE, SI RIMASE LA QUISTIONE, QUAL FOSSE IL VERO EREDE DEL PADRE,
IN PENDENTE, ET ANCOR PENDE.
E COSÌ VI DICO, SIGNOR MIO, DELLE TRE
LEGGI ALLI TRE POPOLI DATE DA DIO PADRE, DELLE QUALI LA QUISTION PROPONESTE :
CIASCUNO LA SUA EREDITÀ ,
LA SUA VERA LEGGE ,
ET I SUOI COMANDAMENTI SI CREDE AVERE A FARE; MA CHI SE L’ABBIA, COME DEGLI
ANELLI, ANCORA NE PENDE LA QUISTIONE. –
Il Saladino conobbe, costui
ottimamente essere saputo uscire dal laccio il quale davanti a’ piedi teso gli
aveva: e per ciò dispose d’aprirgli il suo bisogno, e vedere se servire il volesse;
e così fece, aprendogli ciò che in animo avesse avuto di fare, se così
discretamente, come fatto avea, non gli avesse risposto.
Il giudeo liberamente d’ogni
quantità che il Saladino richiese il servì; et il Saladino poi interamente il
soddisfece; et oltre a ciò gli donò grandissimi doni, e sempre per suo amico
l’ebbe, et in grande et onorevole stato appresso di sé il mantenne.
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