7 agosto 1916
[...] Quello che c´è tra noi è una profonda realtà, è nato come realtà. Per quanto poco prima ci siamo conosciuti poi simpatizzato, poi... poi c´è il nostro segreto, quel meraviglioso crescendo che ci ha condotto di castità in castità alla nostra casta voluttà! Oh! Le nostre notti! Il tuo pallore, il tuo smarrimento, il mio terrore, la nostra infinita comunione di corpo e di spirito.
Divina Mia [...]
Umberto Boccioni
Umberto Boccioni morirà cadendo da cavallo nei pressi di Verona dieci giorni dopo aver scritto questa lettera. Quella stessa mattina Vittoria, ignara della tragedia, gli scrive: "La vita mi ha dato molto: se non mi ha dato di più è anche perché non ho saputo o non ho voluto prendere: ora voglio trovare la vera felicità: la cerco".
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