L'ascesa di Dionisio di Siracusa.
Dionisio è oggi ricordato da tutti come il "Tiranno" di Siracusa. Capace di azioni terribili come la distruzione di Reggio e la deportazione dei sopravvisuti a Siracusa per essere venduti come schiavi.
Ma quale fu la sua storia?
Dionisio visse tra V e IV secolo a.C a cavallo tra il periodo di maggior splendore delle colonie greche di Sicilia e l'invasione dei Cartaginesi che volevano vendicare la sconfitta di Imera del 480 a.C, in cui la coalizione siceliota e italiota guidata da Siracusa annientò l'armata di Amilcare.
70 anni dopo i cartaginesi tornarono alla ribalta distruggendo prima Selinunte (419 a.C) e da qui si posero come obiettivo di annientare tutte le colonie greche di Sicilia.
Dionisio faceva parte del contingente siracusano inviato da Siracusa. Ma a causa dei ritardi nelle decisioni prese dall'assemblea democratica della città il contingente arrivò in ritardo ma in tempo per assistere al massacro dei selinuntini.
Dionisio riuscì a salvarne poco più di un migliaio tra cui Arete, la figlia del generale Ermocrate esiliato da Siracusa con l'accusa di aspirare alla Tirannia. Dionisio, non si sa se per vero amore o per entrare a far parte della famiglia di Ermocrate sposò Arete poco dopo.
I Cartaginesi intanto attaccarono Imera con l'intento di farla scomparire dalle mappe geografiche. Ancora una volta la burocrazia e la codardia di alcuni generali alleati favorirono la distruzione della città.
Dionisio cominciò a farsi l'idea che affidare il comando dell'esercito solo ai ceti nobiliari era sbagliato. Solo gli uomini valorosi dovevano stare al comando e inoltre cominciò a pensare che in periodo di guerra la democrazia fosse di ostacolo alle decisioni importanti. Solo un uomo, il più valoroso, doveva detenere il potere assoluto e poter prendere decisioni immediate.
Decise così insieme ad alcuni uomini fidati di organizzare il rientro di Ermocrate a Siracusa.
Dopo la disfatta di Imera accusò pubblicamente il generale Diocle di codardia e alto tradimento e ottenne il suo esilio da Siracusa. Quando tutto fu pronto l'armata di Ermocrate entrò in città e occupò l'Agorà ma venne qui accerchiata e massacrata. Lo stesso Ermocrate venne ucciso nella battaglia.
Dionisio, gravemente ferito, fu messo in salvo da alcuni amici.
La vendetta dei Siracusani colpì tutti quelli che avevano sostenuto Ermocrate.
Arete fu torturata e stuprata.
Dionisio la trovò in casa, riversa in una pozza di sangue.
Da allora il suo unico scopo sarà la vendetta.
Grazie ad amici fidati, mentre era lontano da Siracusa per motivi di sicurezza, ottenne la lista di coloro che avevano ucciso barbaramente la moglie, esecutori e mandanti.
Nessuno ebbe salva la vita, li uccise uno per uno con la stessa crudeltà.
I Cartaginesi arrivarono alle porte di Agrigento. La più bella città del mondo non potè essere difesa per l'incapacità dei generali Agrigentini che furono lapidati dai loro soldati per non aver inseguito e annientato il nemico dopo aver vinto il primo scontro come aveva suggerito lo stesso Dionisio.
I Cartaginesi si riorganizzarono, costruendo una rampa fino all'altezza delle mura.
L'unica scelta fu quella di evacuare la città.
I Cartaginesi la saccheggiarono e distrussero i grandiosi Templi.
Poi misero qui base in attesa di attaccare Gela.
Grazie all'aiuto dell'amico Filisto, persona influente a Siracusa, fu adottato da un tale Heloris e secondo il diritto greco poteva essere riammesso in patria. Dall'interno eliminò i nemici uno ad uno e si fece nominare comandante supremo dell'esercito Siracusano.
Nel frattempo i cartaginesi attaccarono Gela.
Dioniso ottenne rinforzi anche dalle alleate Locri e Kroton.
L'armata greca raggiunse Gela e Dionisio guidò con pieni poteri la difesa.
Il suo piano, ritenuto perfetto, fallì.
Nel primo scontro armato i greci riportarono meno perdite ma persero quasi l'intera cavalleria e i cartaginesi erano in numero quasi doppio. Dionisio prese l'amara decisione di evacuare la città.
I comandanti della Cavalleria però lo tradirono anticipando il suo rientro a Siracusa per aizzargli contro la popolazione. Dionisio che aveva capito il loro piano lasciò amici fidati a guidare i profughi gelesi e si avviò con un piccolo esercito a Siracusa.
Scovò e uccise i traditori prima che il popolo fosse aizzato contro di lui.
Adesso non rimaneva che attendere i Cartaginesi.
Siracusa era l'ultima roccaforte della grecità di Sicilia.
[continua..]
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