Klaus Schulze. La teoria dell’organicismo.
Mentre le teorie meccaniciste e vitaliste risalgono al diciassettesimo secolo, la filosofia dell’organicismo, o approccio olistico, si è sviluppata solo a partire dagli anni Venti del secolo scorso. Fra i suoi proponenti c’erano il filosofo Alfred North Whitehead (1861-1947) e Jan Smuts (1870-1950), politico e studioso sudafricano, il cui libro “Holism and Evolution” concentrava l’attenzione sulla tendenza della natura a formare interi che sono maggiori della somma delle parti. La filosofia olistica sostiene l’unità della natura: la vita degli organismi biologici è diversa in grado, ma non in tipo, rispetto ai sistemi fisici come le molecole e i cristalli. L’organicismo concorda invece con il vitalismo nel sottolineare che gli organismi hanno al loro interno i propri principi di organizzazione; gli organismi sono unità che non possono essere ridotti alla fisica e alla chimica di sistemi più semplici. La filosofia dell’organicismo, in effetti, tratta tutta la natura come viva; sotto questo aspetto è una versione aggiornata dell’animismo premeccanicistico. Anche gli atomi, le molecole e i cristalli sono organismi. Come afferma Smuts: “Sia la materia che la vita consistono, nell’atomo e nella cellula, di strutture unitarie il cui raggruppamento ordinato produce quegli interi naturali che chiamiamo corpi o organismi”. Gli atomi non sono particelle inerti, come nell’atomismo vecchio stile, bensì, come ci ha mostrato la fisica del ventesimo secolo, sono strutture di attività, configurazioni di vibrazioni energetiche all’interno di campi. Per dirla con Whitehead, la biologia studia gli organismi più grandi, la fisica gli organismi più piccoli”. Alla luce della cosmologia moderna, la fisica è anche lo studio degli organismi molto grandi, come i pianeti, i sistemi solari, le galassie e l’intero universo.
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