I DUE SOGNATORI di Attar di Nishapur
Un povero contadino viveva presso la città di Ispahan. Davanti alla sua dimora si estendeva un piccolo campo e all'estremità del campo c'erano una sorgente e un fico: era tutto ciò che possedeva.
Lavorava sodo, ma il raccolto era scarso. Quando il caldo diventava insopportabile, si stendeva sotto il fico per fare una siesta. Un giorno, mentre riposava, fece un sogno. Si trovava in una grande città, i negozi esponevano frutta e verdura, spezie aromatiche, tappeti multicolore e rami lucidi. Sopra i tetti si vedevano volte dorate o piccoli minareti. Percorse le strade e le piazze affascinato dall'animazione della folla e dalla ricchezza. Infine giunse alla sponda di un grosso fiume, che scorreva sotto un ponte di pietra. Avanzò verso il ponte e lì, con stupore, vide un gran baule colmo di monete d'oro e di pietre preziose. Allora sentì risuonare una voce: "Sei nella città del Cairo, in Egitto; questo tesoro è tuo!". Il contadino spalancò gli occhi e si ritrovò disteso sotto il fico, a Ispahan. "Dio ha ispirato il mio sogno! - esclamò contento. Fece fagotto e si mise in cammino per l'Egitto. Il viaggio fu duro e pericoloso; infine, dopo tre settimane, il pover'uomo giunse presso i sobborghi del Cairo. Si mescolò alla folla, percorse le strade, ammirò i negozi che esponevano frutta e verdura, spezie, tappeti, rami lucidi. In alcuni punti, sopra i tetti, volte dorate e esili minareti si stagliavano nel cielo blu. Giunse sulle rive del Nilo; vide un ponte di pietra che si elevava sopra il fiume. Riviveva tutti i dettagli della sua visione. Corse dunque verso il ponte; nel luogo in cui, nel sogno, si trovava il baule con il tesoro, e trovò un mendicante che gli chiese l'elemosina. "La vita è solo un'illusione! - esclamò deluso - A cosa serve vivere? Non potrà accadermi più niente di buono in questo squallido mondo!". Scavalcato il parapetto del ponte, stava per saltare, ma il mendicante lo trattenne. "Perché vuoi morire? Cosa ti è capitato per farti stancare del cielo blu e delle risa dei bambini?". Il contadino si sedette accanto al mendicante e gli raccontò tutto. "E ti lamenti per così poco! - esclamò il mendicante ridendo - Intraprendere un viaggio così pericoloso confidando in un sogno! Dovresti fare come me: accontentarti di ciò che Dio ti dà ogni giorno e non inseguire le illusioni dei tuoi sogni! Anch'io, da anni, faccio ogni notte un sogno simile al tuo...". "Qual è il tuo sogno?" domandò il contadino. "Mi ritrovo alla periferia della città di Ispahan. Vedo una casetta bassa di terracotta. Davanti alla casa, vedo un piccolo campo e, in fondo, un fico e una sorgente. Vado verso il fico, scavo una profonda buca e, tra le radici, scopro un baule pieno di monete d'oro e di pietre preziose". "Adoro rifare ogni notte il mio bel sogno, ma non per questo parto all'avventura. Vivo dove Dio ha voluto sistemarmi; resto seduto accanto al fiume e mi accontento di quello che mi danno i passanti". Il contadino balzò in piedi, ringraziò il mendicante per i suoi consigli e in fretta ritornò a Ispahan. Non appena giunto alla sua povera dimora, prese una zappa e corse presso il fico. Scavò e trovò un vecchio baule pieno di monete d'oro e di pietre preziose. Il contadino si gettò con la faccia a terra: "Dio è grande! - gridò - Ed io sono uno dei suoi figli!.
sintesi de L'Alchimista...
Coelo é simpatico perché ha preso da destra a sinistra e dice sempre cose buone.
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