La mia formazione medica mi ha aiutato a capire il problema del comportamento umano.
Nei miei lavori teatrali ho anticipato la teoria freudiana del sogno. Ciò non deve sembrare strano. Ogni lavoro teatrale è prodotto nella psiche del drammaturgo prima di essere rappresentato in teatro. Un lavoro teatrale è un colloquio del drammaturgo con se stesso. Rappresentando dei conflitti sulla scena il drammaturgo combatte con la sua anima [...]. Per alcuni aspetti io costituisco un «doppio» del dottor Freud. Lo stesso Freud mi ha definito una volta un suo gemello psichico. Nella letteratura io percorro la stessa strada su cui Freud avanza con temerarietà sorprendente nella scienza. Entrambi, il poeta e lo psicoanalista, guardano attraverso le finestre dell’anima. Leibniz ha sostenuto che l’anima non ha «finestre». Freud ha dimostrato il contrario.
Nei miei lavori teatrali ho anticipato la teoria freudiana del sogno. Ciò non deve sembrare strano. Ogni lavoro teatrale è prodotto nella psiche del drammaturgo prima di essere rappresentato in teatro. Un lavoro teatrale è un colloquio del drammaturgo con se stesso. Rappresentando dei conflitti sulla scena il drammaturgo combatte con la sua anima [...]. Per alcuni aspetti io costituisco un «doppio» del dottor Freud. Lo stesso Freud mi ha definito una volta un suo gemello psichico. Nella letteratura io percorro la stessa strada su cui Freud avanza con temerarietà sorprendente nella scienza. Entrambi, il poeta e lo psicoanalista, guardano attraverso le finestre dell’anima. Leibniz ha sostenuto che l’anima non ha «finestre». Freud ha dimostrato il contrario.
Arthur Schnitzler. Sulla psicoanalisi
Lettera ad Arthur Schnitzler-Vienna, 8 maggio 1906:
"Stimato dottore, da moti anni sono consapevole della vasta coincidenza che sussiste tra le Sue e le mie interpretazioni di parecchi problemi psicologici ed erotici, e poco tempo fa ho avuto il coraggio di sottolinearla espressamente (Frammento di un'analisi d'isteria, 1905). Spesse volte mi sono chiesto con meraviglia, dove Lei potesse attingere questa o quella segreta conoscenza che io ho acquistato con faticosa indagine dell'oggetto, e infine sono giunto al risultato di invidiare il poeta, che altrimenti ammiro. Ora può immaginare quanta gioia mi hanno dato e quanta mi hanno commosso le righe nelle quali anche Ella mi dice di aver attinto stimolo dai miei scritti. Quasi mi sento amareggiato di aver dovuto arrivare a cinquant'anni per sentirmi dire una cosa così onorevole. Con grande stima, Suo devoto Dr. Freud ".
Sempre Freud a Schnitzler (Vienna,14 maggio 1922):
[...] Penso di averLa sempre evitata per una specie di -timore del sosia-.
Lettera ad Arthur Schnitzler-Vienna, 8 maggio 1906:
"Stimato dottore, da moti anni sono consapevole della vasta coincidenza che sussiste tra le Sue e le mie interpretazioni di parecchi problemi psicologici ed erotici, e poco tempo fa ho avuto il coraggio di sottolinearla espressamente (Frammento di un'analisi d'isteria, 1905). Spesse volte mi sono chiesto con meraviglia, dove Lei potesse attingere questa o quella segreta conoscenza che io ho acquistato con faticosa indagine dell'oggetto, e infine sono giunto al risultato di invidiare il poeta, che altrimenti ammiro. Ora può immaginare quanta gioia mi hanno dato e quanta mi hanno commosso le righe nelle quali anche Ella mi dice di aver attinto stimolo dai miei scritti. Quasi mi sento amareggiato di aver dovuto arrivare a cinquant'anni per sentirmi dire una cosa così onorevole. Con grande stima, Suo devoto Dr. Freud ".
Sempre Freud a Schnitzler (Vienna,14 maggio 1922):
[...] Penso di averLa sempre evitata per una specie di -timore del sosia-.
"Credo alla tua saggezza solo se viene dal cuore, credo alla tua bontà solo se viene dalla ragione."
Arthur Schnitzler (Vienna, 15 maggio 1862 – Vienna, 21 ottobre 1931) è stato uno scrittore, drammaturgo e medico austriaco.
"Ah, non capiamo la morte, non la capiremo mai, e ogni essere è in realtà solo allora morto, quando sono morti anche tutti quelli che lo hanno conosciuto." (pag.143).
Sono otto racconti, più o meno lunghi, più o meno riusciti, scritti in gioventù.
Arthur Schnitzler (1862-1931), I morti tacciono
Sì, il passo si riferisce alla conoscenza diretta, almeno io ho capito così. E del resto andiamoci piano a parlare di immortalità, non darei per scontato che il genere umano non si estingua in un modo o nell'altro.
È conosciuto soprattutto per aver messo a punto un artificio narrativo conosciuto come monologo interiore al quale fece spesso ricorso nelle sue opere per descrivere lo svolgersi dei pensieri dei suoi personaggi.
Schnitzler nasce da famiglia ebraica a Vienna, dove frequenta le scuole superiori dal 1871 al 1879. Successivamente si iscrive alla facoltà di medicina e consegue la laurea nel 1885. Già durante gli studi universitari emerge la sua inclinazione letteraria, ma la sua prima opera è del 1888: l'atto unico L'avventura della sua vita. In essa compare per la prima volta il personaggio di Anatol che darà il nome ad un ciclo di atti unici.
Alla morte del padre, nel 1893, lascia l'impiego ospedaliero e apre uno studio medico privato. Nel 1895 viene rappresentato al Burgtheater di Vienna, Amoretto che dà subito notorietà e successo all'autore. Nel 1900 pubblica Il sottotenente Gustl che provoca la sua radiazione da tenente medico dell'esercito, a seguito della impietosa rappresentazione della vita militare fatta nel romanzo.
Nel 1902 nasce il figlio Heinrich, avuto dalla cantante Olga Gussmann, con cui si sposa nel 1903. Nello stesso anno va in scena a Monaco di Baviera Girotondo, scritto tre anni prima e mai pubblicato, provocando un notevole scandalo per il presunto cinismo con cui vengono rappresentati i rapporti tra cinque uomini e altrettante donne che sono uniti da un filo comune. Il testo teatrale viene pubblicato dopo pochi mesi dalla rappresentazione, riportando un successo di vendite strepitoso. Girotondo è tuttora un lavoro molto rappresentato.
Nel 1905 debutta Intermezzo con cui otterrà il Premio Grillparzer per la commedia. Nel 1909 nasce la figlia Lili. Nel 1913 pubblica Beate e suo figlio. L'anno successivo esce un film tratto dalla commedia Amoretto, con sceneggiatura dell'autore. È l'inizio di un filone di opere cinematografiche basate, più o meno strettamente, sull'opera di Schnitzler che arriva fino ai giorni nostri con Eyes Wide Shut (1999) di Stanley Kubrick versione cinematografica di Doppio sogno.
Nel 1917 pubblica Il dottor Gräsler medico termale e nel 1918 Il ritorno di Casanova. Schnitzler era molto attratto dalla vita dell'avventuriero veneziano e ne fece il protagonista di opere di pura invenzione che riuscivano però a rendere con grande precisione introspettiva il carattere del personaggio. Nel 1924 pubblica La signorina Else. Tra il 1925 e il 1926 esce, pubblicato su una rivista, Doppio sogno.
Il 26 luglio del 1928 la figlia Lili si suicida. È un atto inspiegabile e per il padre un durissimo colpo dal quale non si riprenderà più.
Tre anni dopo Schnitzler muore, a Vienna, per un ictus.
Fuga nelle tenebre è un'avvincente descrizione di come nasce e si sviluppa un delirio.
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