I miei genitori mi avevano insegnato che il mondo è la mia casa. Si tratta di non restringere l'appartenenza a un pezzetto di pianeta o a un dato ambiente, ma di saperla allargare al mondo Intero
Joyce Lussu
Ma in che modo????
Barbara Croce
Ad esempio leggendo. I giovani d'oggi, senza stare a generalizzare, con il pezzo di carta che è la laurea, credono di saper tutto. A noi ci veniva insegnato di ascoltare pure un contadino con la quinta elementare.
Joyce Lussu
Ad esempio leggendo. I giovani d'oggi, senza stare a generalizzare, con il pezzo di carta che è la laurea, credono di saper tutto. A noi ci veniva insegnato di ascoltare pure un contadino con la quinta elementare.
Joyce Lussu. Fidati di madre natura
Fidati di madre natura, diceva mia madre,
fidati del sole e dell’ombra
dell’acqua e dell’aria
della terra e delle piante
infinitamente varie
e anche degli animali
che non ti faranno del male
se li guardi negli occhi e gli dai da mangiare.
Fidati di madre natura, diceva mia madre,
se hai una ferita t’offrirà un’erba speciale
per arrestare il sangue
e far ricrescere la pelle e la carne
Se hai un dolore
pensa alle stelle e al mare
alla tenerezza dei petali alla forza
del germoglio minuscolo che rompe la scorza
della ghianda e della castagna
e diventerà un albero immenso
pensa al vento e al tempo
alla terra che pesteranno i piedini
dei bambini non ancora nati
da te lasciata in eredità
e la sorgente del pianto si asciugherà
diventerà cicatrice.
Amavo molto questa grande madre
imprevedibile e imperfetta
ma così accogliente
così pronta a rispondere alla voglia di vivere
a riadattarsi a modificarsi
fluida e semovente
come l’acqua corrente
o i piatti di una bilancia
fatta di cose concrete
che si possono sentire vedere toccare
ma anche di fantasie impalpabili
della mente vagabonda
che girella attorno ai cancelli
dell’inconoscibile
giocando a far finta di aprirli.
Amavo molto questa madre femmina
duttile e democratica
e amavo molto il mio padre-compagno
che sapeva dire “ho sbagliato”
che odiava la caccia e la guerra
e non mi aveva battezzato
per non impormi un superpadre.
Mi apparivan vetusti e dannosi
i superpadri eterni o meno
che s’arrogano diritti feudali
a etichettare incasellare spillonare
mettere in fila e sull’attenti i propri simili
e ogni movimento vivente
distruggendo l’autonomia della gente
l’ossigeno e l’acqua potabile
proclamandosi superiori
umiliando il corpo e l’amore
e i ritmi della natura
dentro schemi rigidi artificiali
geometrie gerarchiche piramidali
di autorità paterne e obbedienze filiali
con la complicità di madri espropriate
Fidiamoci di madre natura
dei suoi messaggi della sua armonia
e anche delle nostre madri
purchè ci diano per padri
maschi-compagni e non maschi-padroni
e non aspettino un messia
che ha sempre ragione.
Un paio di scarpette rosse
C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna
si vede ancora
la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
C’è un paio
di scarpette rosse
in cima a un mucchio
di scarpette infantili
a Buchenwald
erano di un bambino
di tre anni e mezzo
chi sa di che colore
erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto
lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’ eternità
perché i piedini dei bambini morti
non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
Joyce Lussu
Vi faccio un esempio.
Prendete una coppia che va abbastanza bene:
due o tre lustri di convivenza
casa figli interessi comuni.
I coniugi però, non essendo nè sordi nè orbi
nè privi di altri sensi
naturalmente non immuni
dal notare che il mondo è pieno di persone attraenti
dell'altro sesso
di cui alcune, per circostanze favorevoli,
sarebbero passibili di un incontro a letto.
Sorge allora un problema che propone tre soluzioni.
La prima è la tradizionale repressione
non concupire eccetera non appropriarti dell'altrui proprietà
per cui il coniuge viene equiparato a un comò
Luigi XVI o a un televisore a colori
o a un qualsiasi oggetto di un certo valore
che non sarebbe corretto rubare.
La seconda soluzione è l'adulterio
altrettanto tradizionale
che crea una quantità di complicazioni
la lealtà (glielo dico o non glielo dico?)
lo squallore di motel occasionali
la necessità di costruire marchingegni di copertura
che non eliminano la paura
di fastidiose spiegazioni.
La terza soluzione è senza dubbio la più pratica
Si prendono i turbamenti e i sentimenti
le emozioni e le tentazioni
si mescolano bene si amalgama l'immagine
con un brodo di fantasia
e ci si fa su una poesia
che si mastica e si sublima
fino a corretta stesura sulla macchina da scrivere
e infine si manda giù
si digerisce con un po' di amaro
d'erbe naturali
e poi non ci si pensa più.
Joyce Lussu
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