Richard Feynman, L'universo intero in un bicchiere di vino
Una volta un poeta disse: «L'universo intero è in un bicchiere di vino».
Una volta un poeta disse: «L'universo intero è in un bicchiere di vino».
Probabilmente non sapremo mai in che senso lo disse, perché i poeti non scrivono per essere compresi.
Ma è vero che se osserviamo un bicchiere di vino abbastanza attentamente vediamo l'intero universo. Ci sono le cose della fisica: il liquido turbolento e in evaporazione in funzione del vento e del tempo, il riflesso sul vetro del bicchiere, e la nostra immaginazione aggiunge gli atomi. Il vetro è un distillato di rocce della Terra, e nella sua composizione vediamo i segreti dell'età dell'universo, e l'evoluzione delle stelle. Ci sono i fermenti, gli enzimi, i substrati e i prodotti. Nel vino si trova la grande generalizzazione: tutta la vita è fermentazione. Non si può scoprire la chimica del vino senza scoprire, come fece Louis Pasteur, la causa di molte malattie.
Com'è vivido il novello, che imprime la sua esistenza nella consapevolezza di chi lo osserva!
Se le nostre fragili menti, per convenienza, dividono il bicchiere di vino, l'universo, in parti (fisica, biologia, geologia, astronomia, psicologia e così via) ricordiamo sempre che la natura non lo sa! Quindi rimettiamo tutto insieme, e non dimentichiamo qual è il suo scopo. Togliamoci un ultimo piacere: beviamo, e dimentichiamo!
Richard Feynman, L'universo intero in un bicchiere di vino
«In generale, il procedimento per scoprire una nuova legge è questo: per prima cosa tiriamo a indovinare - non ridete è proprio così che facciamo - poi calcoliamo le conseguenze della nostra intuizione per vedere quali circostanze si verificherebbero se la legge che abbiamo immaginato fosse giusta. Infine confrontiamo i risultati dei nostri calcoli con la natura, con gli esperimenti, con l'esperienza, con i dati dell'osservazione, per vedere su funziona. Se non è in accordo con gli esperimenti è sbagliata. In questa piccola affermazione c'è la chiave della scienza. Non importa quanto bella sia la tua intuizione, non importa quanto intelligente sia la persona che l'ha formulata o quale sia il suo nome, se non è in accordo con gli esperimenti è sbagliata. E' tutto qui. Ora immaginate di aver avuto una buona intuizione, e di aver calcolato che tutte le conseguenze della vostra premessa sono in accordo con gli esperimenti, la teoria allora è giusta? No, semplicemente non si è potuto dimostrare che sia sbagliata perché in futuro, un numero maggiore di esperimenti potrebbe scoprire qualche discrepanza e la teoria si rivelerebbe sbagliata. E' per questo che le leggi di Newton per il moto dei pianeti sono rimaste valide per così tanto tempo. Newton ha ipotizzato la legge della gravitazione, con questa ha calcolato i moti dei pianeti e li ha confrontati con gli esperimenti. Ci sono volute diverse centinaia di anni prima che un minuscolo errore nel moto di Mercurio fosse osservato. Durante tutto quel periodo nessuno era stato in grado di dimostrare che la teoria fosse sbagliata e poteva essere considerata temporaneamente giusta. Ma una teoria non può mai essere dimostrata giusta, perché le osservazioni di domani possono svelare che quello che credevamo giusto era in realtà sbagliato. Per cui non abbiamo mai la certezza di essere nel giusto, possiamo essere sicuri solo di esserci sbagliati».
Richard Phillips Feynman (1918 – 1988), scienziato statunitense, premio Nobel per la fisica.
Richard Feynman, L'universo intero in un bicchiere di vino
«In generale, il procedimento per scoprire una nuova legge è questo: per prima cosa tiriamo a indovinare - non ridete è proprio così che facciamo - poi calcoliamo le conseguenze della nostra intuizione per vedere quali circostanze si verificherebbero se la legge che abbiamo immaginato fosse giusta. Infine confrontiamo i risultati dei nostri calcoli con la natura, con gli esperimenti, con l'esperienza, con i dati dell'osservazione, per vedere su funziona. Se non è in accordo con gli esperimenti è sbagliata. In questa piccola affermazione c'è la chiave della scienza. Non importa quanto bella sia la tua intuizione, non importa quanto intelligente sia la persona che l'ha formulata o quale sia il suo nome, se non è in accordo con gli esperimenti è sbagliata. E' tutto qui. Ora immaginate di aver avuto una buona intuizione, e di aver calcolato che tutte le conseguenze della vostra premessa sono in accordo con gli esperimenti, la teoria allora è giusta? No, semplicemente non si è potuto dimostrare che sia sbagliata perché in futuro, un numero maggiore di esperimenti potrebbe scoprire qualche discrepanza e la teoria si rivelerebbe sbagliata. E' per questo che le leggi di Newton per il moto dei pianeti sono rimaste valide per così tanto tempo. Newton ha ipotizzato la legge della gravitazione, con questa ha calcolato i moti dei pianeti e li ha confrontati con gli esperimenti. Ci sono volute diverse centinaia di anni prima che un minuscolo errore nel moto di Mercurio fosse osservato. Durante tutto quel periodo nessuno era stato in grado di dimostrare che la teoria fosse sbagliata e poteva essere considerata temporaneamente giusta. Ma una teoria non può mai essere dimostrata giusta, perché le osservazioni di domani possono svelare che quello che credevamo giusto era in realtà sbagliato. Per cui non abbiamo mai la certezza di essere nel giusto, possiamo essere sicuri solo di esserci sbagliati».
Richard Phillips Feynman (1918 – 1988), scienziato statunitense, premio Nobel per la fisica.
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