I resti di uno tzompantli a Città del Messico
GENNAIO 8, 2014
Uno in particolare però ha catturato l’attenzione degli archeologi. Quattro teschi orientati a sud-ovest formavano chiaramente parte di uno tzompantli, una sorta di intelaiatura in legno usata per l’esposizione pubblica di teschi umani, normalmente quelli di prigionieri di guerra o di vittime sacrificali.
I reperti sono stati datati al tardo periodo post classico (1350-1521 d.C.). Curiosamente, uno dei teschi apparteneva a un canide, qualcosa mai riscontrato prima in relazione a questo tipo di altare. I cani erano spesso associati ai riti funerari dato che erano soliti accompagnare il morto sulla via del mondo ultraterreno. “Sappiamo che durante la conquista venivano posti in queste strutture i teschi dei cavalli, ma non quelli dei cani”, dice l’archeologa María de Jesús Sánchez riferendosi ai resoconti dei conquistadores spagnoli. “Ci mancano informazioni, e forse da qualche parte i cani erano associati a questi santuari e non ne abbiamo trovati. Attualmente ci sono solo due tzompantli conosciuti a città del Messico, a Tlatelolco e al Templo Mayor”.
Uno dei teschi apparteneva una donna tra i 18 e i 22 anni, mentre i maschi avevano uno tra i 25 ai 35 anni e l’altro intorno ai 35. Tutti i teschi avevano un buco nella tempia: da lì sarebbero stati impalati con un bastone di legno, che tuttavia a un certo punto venne rimosso lasciandoli solo come offerte in quell’area.
Il cranio della donna è significativo. I segni di una deformazione cranica indicano che facesse parte di una élite, e i tzompantli venivano utilizzati principalmente per mostrare le teste dei prigionieri come trofei di guerra.
Nessun commento:
Posta un commento