Kalokagathia è l'adattamento di
un'espressione greca (καλὸς κἀγαθός, kalòs kagathòs, crasi di καλὸς καὶ ἀγαθός,
kalòs kai agathòs ). Il termine esprime come sostantivo astratto il concetto
condensato nella coppia di aggettivi καλός καγαθός ("kalòs kagathòs"
è la crasi di καλός καi αγαθός), la cui polirematica significa, letteralmente, BELLO
E BUONO: quest'ultimo aggettivo deve essere anche inteso come SINONIMO DI
"VALOROSO" IN GUERRA. NELLA CULTURA ELLENICA VENIVA PERTANTO COSÌ
INDICATO L'IDEALE DI PERFEZIONE UMANA: L'UNITÀ NELLA STESSA PERSONA DI BELLEZZA
E VALORE MORALE, UN PRINCIPIO CHE COINVOLGE DUNQUE LA SFERA ETICA ED ESTETICA
ED ESTENDE LA PROPRIA INFLUENZA ANCHE SULLA PRODUZIONE ARTISTICA (come nel
celebre Discobolo di Mirone). Il concetto fu poi recepito dai Romani.
Oltre a questo la kalokagathia in
senso lato INDICA LA REALE FUSIONE, PER LA CULTURA GRECA ANTICA, DI ETICA ED
ESTETICA; PER CUI CIÒ CHE È BELLO DEVE NECESSARIAMENTE ESSERE BUONO E VICEVERSA.
Di conseguenza CIÒ CHE È INTERIORMENTE CATTIVO SARÀ ANCHE BRUTTO FUORI. È un
concetto antico che, malgrado il suo indubbio fascino, È RITENUTO ORMAI
SUPERATO E NON PIÙ CONDIVISIBILE.
NEL MITO, ACHILLE E MEMNONE
INCARNANO TOTALMENTE IL CONCETTO GRECO; L'ESATTO CONTRARIO, INVECE, È
RAPPRESENTATO DA TERSITE (un soldato semplice che compare in un tratto
dell'Iliade, quando esorta i commilitoni ad abbandonare la guerra di Troia, ma
viene interrotto da Ulisse che, incitato dagli dei, convince i soldati a
restare, in disaccordo con Tersite, che verrà brutalmente picchiato dall'eroe
di Itaca per il tentativo di ammutinamento).
Vi sono peraltro due personaggi
mitologici per i quali non si può parlare di kalokagathìa nonostante la loro
grande bellezza, poiché non si mostrano valorosi. Si tratta di PARIDE, soldato
vile e infingardo durante la decennale guerra di Troia (da lui anche
provocata), e di NARCISO, ragazzo indifferente alle armi e all'amore, tranne
quello per sé stesso.
Nella filosofia greca:
La prima elaborazione filosofica del concetto
arriva con Platone.
IN PLOTINO, LA VISIONE DELLA
VERITÀ E LA CONTEMPLAZIONE DI DIO SONO POSTI COME FINE ULTIMO DELLA VITA UMANA.
L’ANIMA NON DEVE FERMARSI ALLA BELLEZZA RICONOSCIBILE CON I 5 SENSI in quegli
oggetti dove esiste una forma prevalente sulle altre che le rende un tutt’uno
omogeneo, ma TENDERE ALL’IDEA DI BELLEZZA IN SÉ, proprie di tutte le idee e che
PUÒ ESSERE COLTA SOLO CON LA MENTE, NON CON I SENSI. DAL BENE EMANA QUESTA
BELLEZZA, sebbene siano identici, il Bene è una realtà ancora al di sopra della
bellezza delle idee.
Personaggi della mitologia
classica caratterizzati da Kalokagathia:
Achille
Adone
Aiace Telamonio
Alcatoo
Anchise
Anfinomo
Asture
Ati
Camerte
Cidone e Clizio
Ciparisso
Cizico
Clauso
Eurialo e Niso
Euripilo (il figlio di Telefo)
Ganimede
Giacinto
Idomeneo
Ifidamante (il figlio di Antenore)
Ila
Ipsenore (il sacerdote troiano figlio di
Dolopione)
Lauso
Memnone
Menelao
Molione
Nireo (il capo acheo)
Oritaone
Patroclo
Perseo
Polidoro (il figlio di Priamo e Laotoe, da non
confondere col fratellastro omonimo, che aveva per madre Ecuba)
Reso
Rigmo
Serrano
Simoesio
Troilo
Turno
Memnone, in assoluto l'eroe più bello e più buono della mitologia classica, in un'incisione di Bernard Picart (1673-1733).
Nessun commento:
Posta un commento