MI CHIEDO QUANDO TI MANCHERÒ
Recensione di Chicca Gagliardo
Amanda Davis mi mancava anche se non lo sapevo, come quando incontri una persona e capisci che è un tassello mancante al puzzle della vita. Amanda Davis è una voce che riempie il vuoto. Una vertigine.
Mi chiedo quando ti mancherò è la storia di Faith che a 16 anni scappa di casa per fuggire dal passato, Faith che ha un alter ego fantastico (una invisibile, sarcastica cicciona), Faith che diventa Annabelle, si unisce a un circo e spicca il volo. È la storia di un’anima infelice che vince la forza di gravità esistenziale che la schiaccia. È la storia di una pietra pesantissima che diventa leggera come l’aria.
Il volo e la paura di cadere sono temi disseminati ovunque – con una costanza impressionante – anche nel primo libro, la raccolta di racconti intitolata Faith. Amanda non è riuscita a captare soltanto gli enigmi della vita interiore, ma anche l’eco della sua morte: a trentadue anni è precipitata con un aereo. Chi sia stata la “sorprendente”, “generosa”, “eccentrica” Amanda Davis lo potete leggere nei ricordi dei suoi amici pubblicati alla fine (Michael Chabon, Dave Eggers, Vendela Vida, Jonathan Lethem). E tra le righe che Amanda ha lasciato proprio nella pagina finale del romanzo: Volerò, farò capriole e volteggerò in aria, dissi. E sai una cosa? Se cado, ci sarà qualcuno a prendermi.
http://www.satisfiction.me/mi-chiedo-quando-ti-manchero/
"Se avessi fatto l'inventario della mia vita, cosa avrei trovato?"
"Non sapevo cosa stesse pensando Wilma, ma mi chiesi fino a che punto ci si potesse tenere tutto dentro. Di quante cose silenziose ci si potesse riempire prima di straripare. O soffocare."
"-Vivi una vita rotonda e non avrai un posto dove nasconderti nè niente da cui scappare.-
-Io ho degli angoli-, dissi.
-Già,- rispose lui, -lo so-." [...]
“Sai perché gli indiani preferiscono le costruzioni circolari, gli edifici rotondi?”
“Perché?”
“Non ci sono ombre in una stanza rotonda.
Non ci sono angoli dove gli spiriti possano nascondersi.”
Aspettai di sentire dell’altro, e invece niente.
Continuò a fissare il cielo e poi chiuse gli occhi
e rimase in silenzio tanto a lungo che pensai si fosse addormentato.
“Vivi una vita rotonda”, disse alla fine, piano, con gli occhi chiusi.
“Vivi una vita rotonda e non avrai un posto dove nasconderti né niente da cui scappare”.
Amanda Davis, Mi chiedo quando ti mancherò
"A Berrybrook, il dottor Mocciolone diceva, Faith, perché non mi racconti cosa è successo. Dev'essere successo qualcosa che ti fa sentire come se non valga la pena di vivere.
No, pensai. Non era una cosa soltanto. Era un insieme, un accumulo di vuoto e umiliazione. Un senso generale di inutilità che mi corrodeva.”
Amanda Davis, Mi chiedo quando ti mancherò
“Dove era la parte di me che era arrabbiata?
Quella parte che mi faceva venire voglia di prendere il cielo a unghiate?”
“Sono qui – disse la cicciona. Faith, sono qui.”
Mi cinse con un braccio e mi tirò a sé, sussurrandomi tutta una serie di cose.
“Vedrai che ce ne andremo”, diceva. “Tesoro, ho fiducia in te.
Vedrai che sopravvivremo e ci divertiremo. Vedrai. Aspetta e vedrai se non ho ragione.”
Amanda Davis, Mi chiedo quando ti mancherò
La stessa storia e raccontata da un magnate giapponese che ha fatto una casa tutta rotonda perché la suocera aveva detto "ci sara ben un angolo anche per me in casa vostra"
“Ci sono molti tipi di rabbia... Solo che alcuni sono più utili di altri.”
Faith Duckle ha 16 anni e un solo desiderio: dimenticare la festa degli ex alunni, cancellare per sempre quella maledetta sera “quando ero ancora enorme”, tutto quel punch, i ragazzi del terzo anno e le battute sempre più pesanti: “Sai cosa dicono delle ciccione, vero? Le ciccione hanno sempre fame”.
Violentata da alcuni compagni, Faith cerca di farla finita con un cocktail di pillole colorate. Dopo il ricovero in ospedale torna a scuola visibilmente dimagrita, ma per tutti resta “la cicciona della festa degli ex alunni”.
Con il suo petulante alter ego alle calcagna - una ragazza grassa che soltanto lei riesce a vedere - matura la vendetta, sfregia uno degli assalitori e scappa alla ricerca dell’amico Charlie, in viaggio con il piccolo Circo Fartlesworth. E proprio qui, nel mondo magico e colorato dei freak per eccellenza, tra “Godzukia” e il “Digestivoro”, Faith troverà una nuova vita e il giusto riscatto.
Amanda Davis (1971-2003) ha esordito con la raccolta di racconti Circling the drain. Docente di scrittura creativa al Mills College di Oakland in California, nella primavera del 1999 aveva viaggiato con il Bindlestiff Family Cirkus. In Italia, due suoi racconti sono stati pubblicati nelle antologie Burned children of America e The best of McSweeney’s vol. 1 (entrambe minimum fax).
Traduzione di Giovanna Scocchera
Della stessa autrice, la raccolta di racconti Faith
http://store.terre.it/catalogo/categoria/2/prodotto/25/Mi-chiedo-quando-ti-mancher%C3%B2
Arianna Purple ha scritto:
Una ragazzina cicciona, schernita e denigrata dai compagni del college, abusata. Il disagio mentale,la solitudine, la vendetta.Meccanismi di autodifesa. La sua discesa agli inferi e il tentativo di trovare una via d'uscita ai propri fantasmi unendosi al mondo circense.
Dal sudore e dalla merda all'utopia del cielo e del volteggio.
Poetic Justice ha scritto:
Un romanzo a 2 voci.
Un libro scritto molto bene in modo originale perchè narra 2 voci che si intrecciano e alla fine si fondono diventando una sola.
Purtroppo questo è il primo e unico romanzo di quest'autrice scomparsa molto giovane insieme a suo padre e a sua madre in un incidente aereo proprio mentre era in tour per la promozione di questo libro.
Andrea Sartorati ha scritto:
Rimane in ogni caso una solida storia di adolescenza difficile, questa volta declinata al femminile. Faith/Annabelle si conquista, tra mille difficoltà, una seconda occasione, andando a conquistarsi la tanto agognata normalità in un ambiente invece apparentemente esotico e ricco di fantasia come quello circense con i suoi fenomeni da baraccone.
I demoni della protagonista, ben rappresentati dal suo alter ego immaginario (nelle sembianze di lei cicciona), sono raccontati con ritmo incalzante.
Nick Molise ha scritto:
amanda davis [...] era una scrittrice coraggiosa: esordire con un romanzo di oltre 300 pagine in cui si parla di: schizofrenia, stupro, alcolismo, vendetta, vagabondaggio, omosessualità, scambismo, tossicodipendenza, morte, filtrando tutto attraverso lo sguardo di una ragazzina, non è certo da tutti.
Laura ha scritto:
Il rapporto tra Faith e la sua “alter ego”, la cicciona, è descritto magistralmente:
questo personaggio, che esiste solo nella mente della ragazza diventa ingombrante come un protagonista, fa arrabbiare, intenerire, a volte viene voglia di picchiarla, altre volte ci si vorrebbe congratulare con lei. La protagonista Faith entra immediatamente nel cuore, per il suo coraggio, la sua disarmante sofferenza e per la sua innocenza, nonostante le sue azioni. La parte finale, in cui si descrive il mondo del circo che, finalmente, accoglierà la ragazza, è magica.
annie ha scritto:
Amanda Davis, ma perché sei morta? Io di libri così ne avrei voluti leggere altri cento.
La prima parte, per chi si riconosce in Faith, è crudelissima, e fa malissimo. È un continuo di frasi e situazioni che sembrano frecce appuntite dritte al cuore, la seconda metà è un po' più una discesa, ma anche una risalita personale, Faith diventa Annabelle, più coraggiosa (in parte), più sicura (in parte), e passo dopo passo sboccia, trova l'amore, quello puro e pulito, costruisce le fondamenta per il futuro, fino a diventare la persona che avrebbe sempre voluto essere, abbandonando la cicciona per riappropriarsi della sua vita.
#Gil D. ha scritto:
Il romanzo della cicciona redenta. Opera rimasta unica perchè l'autrice è morta giovanissima in aereo mentre si spostava in aereo con i suoi genitori per presentare il libro, che poi ha avuto un grande successo. E lo merita. Per per lo stile, per la sincerità, per il i personaggi, così vivi e a tratti sorprendenti. Scoperto per caso. Da ricordare con affetto.
Kalinka ha scritto:
E’ possibile crescere, senza andare avanti, ma ricominciando daccapo?
Forse si, se si ha il coraggio di bruciare davvero il passato.
Faith, la Faith che il lettore trova nelle prime pagine, è una scommessa.
Un personaggio che sembra già predestinato, o meglio condannato, dal suo vissuto.
Un “caso clinico” in piena regola: sedici anni, senza padre, una madre incapace di affrontare i silenzi e lo sguardo di quella figlia grigia e obesa. Ma questo non è che un prologo…Faith infatti subirà uno stupro da parte di alcuni compagni di scuola (si, gli stessi che la chiamavano “Cicciona”) e tenterà il suicidio. Fin qui ci sarebbero elementi sufficienti per far dire al lettore “Niente di nuovo”.
Non si tratta di cinismo: il dolore ormai non commuove più, casomai incuriosisce quando si tratta di cronaca nera, mentre per quanto riguarda l’arte si può dire che “fa scuola”. Negli ultimi anni si è assistito, nella letteratura, a un proliferare di casi umani, autobiografici o meno, talvolta trasgressivi, crudi, raramente a lieto fine. Quasi mai originali. Mi chiedo quando ti mancherò, invece, ha l’astuzia di cambiare tono all’improvviso, regalando al lettore, già calatosi nel darkness narrativo, un bello scossone. Scacco matto. Faith, tornata a sopravvivere, sembra svegliarsi dall’inerzia dei suoi giorni per raggiungere uno scopo ben preciso: vendicarsi di chi l’ha violentata e far scomparire per sempre la vecchia Faith, un fantasma grasso che la perseguita fino a trasformarsi da ricordo ad alter ego. Faith nutre con odio e lucidità il suo disegno di giustizia, ma anche questo presto si rivela non un fine, ma un transito. Non sarà la vendetta a rivelarsi la bacchetta magica capace di far scomparire il passato e il dolore. Il vero riscatto arriva solo quando Faith scopre che dovrà ricominciare. E ricominciare senza guardarsi alle spalle, perché l’unica possibilità è quella di una nuova Faith, non di un “recupero” di un fantasma. Così la ragazza diventa davvero protagonista, non solo del libro ma della sua vita.
Evangeline ha scritto:
Questo romanzo, che è la prosecuzione del racconto Faith contenuto nella raccolta Circling the drain, narra appunto la storia di Faith, una ragazza di sedici anni grassa e timida che subisce violenza da parte di un gruppo di ragazzi che frequentano la sua stessa scuola. Da quel momento Faith, che è stata minacciata di non dire niente, inizia a collezionare pillole in un barattolo e in un giorno come tanti le ingoia tutte tentando il suicidio. Ricoverata dalla madre in un istituto psichiatrico, ne uscirà sei mesi dopo liberata dal suo peso di carne, ma non da quello della violenza subita. Abitata dal dolore e dalla rabbia, additata da tutti come ragazza instabile, Faith comincia a parlare con la cicciona, suo alter ego ingombrante e ferito, ora affettuosa, ora aggressiva, che la spinge prima alla vendetta e poi alla fuga alla ricerca di un posto nel mondo e nella propria pelle. Prima di leggere il romanzo avevo letto il racconto e lo avevo trovato molto bello, certo triste ma caratterizzato da uno stile al quale la componente surreale e il ripiegamento intimistico donavano una grande malìa. Come il racconto si trasforma in romanzo, anche Faith si trasforma trovando nel continuo dialogo e conflitto con la cicciona e nelle prove che le offre la sua nuova vita nel circo Fartlesworth dove infine approda, la spinta per lasciarsi andare e sentire finalmente nello slancio del suo primo volo da trapezista il corpo senza peso e la forza per affrontare la paura. La parte che ho trovato più bella è l’on the road con la cicciona, sia perché l’informe alter ego di Faith è forse la figura più riuscita del romanzo per il suo lato pulsionale e comico insieme, sia perché la narrazione mette addosso un’ incredibile voglia di scappare, cambiare, essere liberi. Dal libro:
“Dove era la parte di me che era arrabbiata?
Quella parte che mi faceva venire voglia di prendere il cielo a unghiate?”
“Sono qui – disse la cicciona. Faith, sono qui.”
Mi cinse con un braccio e mi tirò a sé, sussurrandomi tutta una serie di cose.
“Vedrai che ce ne andremo”, diceva. “Tesoro, ho fiducia in te.
Vedrai che sopravvivremo e ci divertiremo. Vedrai. Aspetta e vedrai se non ho ragione.”
Marella ha scritto:
E' un libro che ti travolge e sconvolge.
Io sono stata trascinata da Faith e la Cicciona attraverso i corridoi di una scuola, nella camera asettica di un ospedale, sulle strade all'inseguimento di un circo e poi ho sofferto e gioito giornate intere accanto ad Annabelle spalando merda di elefante e sperando in un giorno migliore.
Dolce e forte come un buon caffè zuccherato...un vero piacere.
Elena Orlandi ha scritto:
30 pagine all'inizio e tutto sappiamo di quello che è successo a Faith: una cicciona sedicenne che subisce violenza di gruppo da alcuni suoi compagni di scuola, tenta il suicidio e viene mandata in una clinica per le malattie mentali dove resta un anno. Ora è tornata in classe e anche se è dimagrita di 26 chili, la cicciona continua a farle visita e comunque niente è a posto.
E' una formazione lunga 340 pagine che inizia per Faith, alla ricerca della vera amicizia, di una vera famiglia e di quello che davvero vuole fare nella vita.
RedRum ha scritto:
La solita storia della ragazza cicciona, presa in giro, derisa, umiliata dai compagni di scuola, perfino stuprata, ma descritta con un'intensità e una concretezza da commuovere. Qui non siamo a Hollywood, la grassona non risolve tutto dimagrendo e cambiando stile. La grassona, quella ti rincorre e ti trova dappertutto, ricordandoti chi eri e chi sarai sempre agli occhi di tutti. Lei non vuole fare innamorare di se il classico bullo della scuola, lei vuole una vendetta sanguinosa, e l'avrà.
Ma alla fine una possibilità è data anche lei, nel mondo del circo trova il modo di ricominciare e di essere accettata per quello che è.
Un pizzico di speranza e un finale rassicurante in fondo non guastano mai, anche se non siamo a Hollywood.
Amy ha scritto:
Uno dei libri più belli che ho letto quest'anno...
Faith alla ricerca di una vita rotonda senza un posto in cui nascondersi nè niente da cui scappare perchè in una vita rotonda non ci sono ombre, non ci sono angoli dove gli spiriti possano nascondersi. Faith che prima era la cicciona e che ora dopo un tentativo di suicidio, uno stupro, si prende la sua rivincita e poi scappa dai sui fantasmi accompagnata dal suo alter ego, la cicciona, che smangiucchiando sempre dispensa consigli; è talmente tratteggiato bene il personaggio della cicciona che ti convinci anche tu che esiste, la vedi come la vede Faith.
Bella anche l'ambientazione, il mondo del circo, popolato da artisti e freak, il digestivoro, l'uomo più alto del mondo, la donna con tre gambe...
Alla fine del libro poi ci sono gli interventi di eggers, chabon, lethem e altri che ricordano amanda davis, e non ti dispiace solo che il libro sia finito, ma anche che della davis ci sia poco da leggere.
pipe ha scritto:
E' scritto davvero bene. Amanda Davis, con un linguaggio diretto ed efficace, ci descrive la trasformazione di Faith, dalla cupa rabbia e disperazione dello stupro, del tentativo di suicidio e della sanguinosa vendetta all'entusiasmo per i colori, i rumori, la straordinarietà del circo. Indimenticabile il personaggio della Cicciona, alter ego di Faith, saggia e disincantata, sincera fino alla crudezza. Tenacemente presente nei momenti difficili - anche quando Faith la caccia in malo modo-, ma anche consolatoria, si allontana solo a metamorfosi ultimata.
Valentina Di Martino ha scritto:
Cambiare vita. Cambiare nome. Cambiare aspetto. Essere una persona diversa. Questo, il centro del libro. Questo e la rabbia, la vendetta. Faith non è contenta di se'. Non è contenta di quel che ha vissuto. Faith e la sua 'amica' immaginaria ribaltano tutto e ci fanno conoscere un mondo colorato da attrazioni da circo e freak.
http://www.anobii.com/books/Mi_chiedo_quando_ti_mancher%C3%B2/9788889385388/0122459c32736fe96d
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