sabato 8 settembre 2012

Francis Bacon. L' amicizia raddoppia le gioie e divide le angosce a metà

L'amicizia raddoppia le gioie e divide le angosce a metà.
Francis Bacon

L'uomo crede più facilmente vero ciò che preferisce sia vero
Francesco Bacone


Ho sempre aspirato a esprimermi nel modo più diretto e più crudo possibile, e forse, se una cosa viene trasmessa direttamente, la gente la trova orripilante.
Perché, se dici qualcosa in modo molto diretto a una persona, questa a volte si offende, anche se quello che hai detto è un fatto. Perché la gente tende a essere offesa dai fatti, o da quella che una volta veniva chiamata verità.
Francis Bacon


Il dominio dell'uomo consiste solo nella conoscenzal'uomo tanto può quanto sa; nessuna forza può spezzare la catena delle cause naturali; la natura infatti non si vince se non ubbidendole.
Francis Bacon, Da Pensieri e conclusioni sull'interpretazione della natura o sulla scienza operativa, in Scritti filosofici


Il più grande errore consiste nel fraintendere il vero scopo della Conoscenza, poiché alcuni sono spinti verso di essa unicamente da una curiosità naturale e da un temperamento avido di sapere; altri, dalla ricerca della varietà e di un certo piacere mentale; altri, dalla necessità di ostentazione e di essere ben considerati; altri ancora, dall’emulazione e la vittoria; molti, dall’attrazione del guadagno, e pochi soltanto dal desiderio di servirsi del dono divino della ragione nell’interesse dell’umanità.
Francis BACON (1561-1626)




Non esiste affatto alcun conflitto scienza/fede: la prima non riguarda il Bene mentre la seconda sì, pur trattando la stessa cosa (ad es. l’origine del mondo). IL SAPERE SCIENTIFICO È ADIÀFORON, INDIFFERENTE RISPETTO AL BENE, senza contare che è sempre rivedibile, relazionale e congetturale, in senso cusaniano. 



Infatti il conflitto non c'è. Si è andata sedimentando una tradizione conflittuale perchè la scienza è stata osteggiata dalle ierocrazie e la conflittualità emerge tutta da questo errore della "classe" sacerdotale, e viene tramandata come una tradizione che avvelena la scienza stessa senza che essa nemmeno se ne accorga. In realtà il motivo di questo conflitto non è nè irragionevole nè gnoseologico nè di potere: il motivo per cui la religione ha ravvisato subito nella scienza un avversario, è che la scienza è una concorrente della religione ma non perchè si situa altrove ma proprio perchè si situa sullo stesso luogo. La scienza _E'_ una religione: lo è metodologicamente, lo è nelle formae mentis che applica, lo è nelle infrastrutture che crea, e lo è nelle conclusioni. Il conflitto non originò da una dissimilitudine ma da una profonda analogia. Per questo la gerarchia ecclesiastica reagì in maniera così veemente e pazzesca, ed è per questo che ancora oggi, quando il conflitto avrebbe oramai tutti i presupposti per essere risolto e riconciliato, continua a trascinarsi stancamente come un fantasma che trascina le sue gigantesche catene.



[…] c'è la dimensione temporale che accomuna scienza e fede; infatti il tempo nella teologia medioevale era così scandito: passato (peccato), presente (redenzione), futuro (salvezza). Nella scienza abbiamo: passato (ignoranza), presente (ricerca), futuro (progresso). Quindi: il peccato è frutto dell'ignoranza che viene redenta attraverso la ricerca (lo studio) che comporta l'emancipazione per l'uomo cioè la sua salvezza attraverso il progresso. […] 
"Genesi" (1,26) c'è scritto: "Poi Iddio disse: formiamo l'uomo a nostra immagina, secondo la nostra somiglianza: domini sopra i pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sugli animali domestici; su tutte le fiere della terra e sopra tutti i rettili che strisciano sopra la superficie". Qui c'è il PROGRAMMA TEOSCIENTIFICO DELL'OCCIDENTE, rafforzato nel "Novum Organum" di Bacone, il quale scrive: "In seguito al peccato originale, l'uomo decadde dal suo stato di innocenza, e dal dominio sulle cose create. Ma entrambe le cose si possono recuperare, almeno in parte, in questa vita. La prima mediante la fede, la seconda mediante le tecniche e le scienze (...)" 
Studi condotti da Heidegger e Husserl e ripresi in "Psiche e Techne" e "Il tramonto dell'occidente" di Umberto Galimberti.
Il "Tao della fisica" di F.Capra che dimostra palesemente come i principi della meccanica quantistica combaciano con i principi metafisici delle dottrine orientali.




L'ameno e interessante dibattito, che ho riletto interamente, partiva da una affermazione circa la DIFFERENZA DI "OGGETTO" TRA SCIENZA E RELIGIONE. Si diceva che la scienza era "congetturale, rivedibile e relazionale", se non erro. Limitandosi, come prima approssimazione, alla VISIONE POPPERIANA, LA RICERCA SCIENTIFICA TENDE A METTERE CONTINUAMENTE IN DISCUSSIONE I PROPRI PRESUPPOSTI, ossia a "cogliere in fallo", con esperimenti adeguati, i principi teorici accettati. Si chiama più in generale "CONCEZIONE FALLIBILISTA" DELLA SCIENZA. Ora, già questo mette in discussione la tesi principale, poiché NESSUNO SCIENZIATO, SAPENDO DI POTER SBAGLIARE NELLE SUE CONVINZIONI, FAREBBE DEL "MALE" A UNO SCIENZIATO CHE LA PENSA DIVERSAMENTE DA LUI. Guardando alla storia delle religioni (che sono tante e diverse e non solo quelle monoteiste e tanto meno quelle della tradizione ebraico-cristiana), non mi pare questo sia avvenuto. Speriamo bene per il futuro. Ma poi, nell'intervento successivo, l'intervento d'apertura ha fornito l'opportunità di andare oltre e di parlare per così dire di una "struttura" comune. Altri hanno aggiunto che questa struttura comune appare nella cosiddetta "TEMPORALITÀ", tipica ad esempio di qualsiasi "racconto". Ora, la temporalità non va confusa con la storia e col carattere storico che sia la scienza sia le religioni hanno avuto. LA SCIENZA NON SI FERMA E NON VUOLE FERMARSI. HA MUTATO PARADIGMI, HA PRODOTTO RIVOLUZIONI INTELLETTUALI, HA SCALZATO VECCHI PREGIUDIZI. Lo stesso è avvenuto per molte religioni, ma pochi conoscono la storia delle religioni. Quella parte della ricerca scientifica che si chiama "sperimentale" non pone limiti alle possibilità delle risposte che dà la natura. La religione ha lo stesso spirito innovativo? Si può parlare di progresso allo stesso modo per la scienza e per la religione? Lo chiedo ai partecipanti al dibattito, poiché mi interessano le loro risposte. Chiedo solo di non negare l'evidenza. E' facile trovare sofisticherie circa l'esistenza di un progresso scientifici e tecnico, ma allora la perdita di contatto con la realtà assumerebbe contorni psicopatologici.










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