[...] E dato che la letteratura di una nazione è fortemente indicativa della sua storia e delle sue tradizioni, forse non c’è niente come un romanzo fortemente collocato e radicato nel territorio per sviscerare in maniera accurata e comprensiva tutte peculiarità che caratterizzano il luogo di origine.
.
Stati Uniti. Percezione letteraria e realtà.
A questo proposito, qualche tempo fa il Brooklyn Magazine ha pubblicato una mappa letteraria degli Stati Uniti ponendo in evidenza alcuni libri che meglio di altri sono rappresentativi dei posti in cui sono ambientati.
I curatori della mappa volevano compilare una lista che fosse più di una semplice fotografia generale del luogo, ma che prestasse attenzione ai dettagli. Nessun libro può catturare completamente lo spirito di un’entità così vasta come uno stato, eppure ci sono storie che evocano in un modo così nitido un’epoca, un luogo e uno stile di vita che sembra quasi impossibile separare la percezione letteraria dalla realtà.
Sono talmente interconnesse da influenzarsi reciprocamente.
Il risultato è una lista capace di offrire spunti molti interessanti:
alcuni di questi lavori sono dei veri e propri classici moderni, quasi tutti sono libri di narrativa, letteratura nella voce e nello spirito. Ognuno di loro consente d’immergersi in un’epoca e in un luogo in con un livello di immedesimazione che vi stupirà.
Diteci in che stato siete diretti: vi diremo quale romanzo leggere.
MAPPA LETTERARIA.
In questa prima puntata vi proponiamo una selezione dei titoli rappresentativi di alcuni degli stati,
dei quartieri o delle città più celebri degli USA, da sempre mete ambitissime.
.
ALASKA.
‘Into the Wild’, Jon Krakauer (trad. Nelle terre estreme):
‘Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l’avventura.
La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso’.
.
CALIFORNIA (del Sud).
The White Boy Shuffle, Paul Beatty (no trad.):
‘Io ero il ragazzetto nero simpatico. A Santa Monica, come nella maggior parte dei santuari prevalentemente bianchi del degrado urbano, ‘ragazzetto nero’ è un identificatore molto versatile usato per distinguere il maschio nero inoffensivo dal giovane caucasico, mantenendo una semiotica politicamente corretta’.
CALIFORNIA (del Nord).
Suicide Blonde, Darcey Steinke (trad. ‘Bionda suicida’):
‘Vedrai, ci sono milioni di modi per sterminare le parti non corazzate di te stesso’.
.
FLORIDA.
‘Their Eyes Were Watching God’, Zora Neale Hurston (trad. I loro occhi guardavano Dio):
‘Se ne stava sdraiata sulla schiena sotto il pero in fiore, immergendosi nel canto delle api, nell’oro del sole e nell’alito affannato della brezza, quando l’impercettibile voce la colpì del tutto improvvisamente. Vide un’ape polverosa tuffarsi nel punto più sacro di un bocciolo; le mille sorelle-calici arcuarsi per andare incontro all’abbraccio d’amore e l’albero in estasi rabbrividire dalle radici fino al ramoscello più sottile, stillando con delizia nettare da ogni bocciolo’.
.
HAWAII.
‘The Descendants’, Kaui Hart Hemmings (trad. Paradiso Amaro):
‘Scommetto che nelle grandi città puoi andartene in giro per strada con lo sguardo accigliato e nessuno verrà mai a chiederti cos’è che non va o a incoraggiarti a sorridere, ma qui è come se tutti pensassero che è una fortuna vivere alle Hawaii; il paradiso regna sovrano. Per quanto mi riguarda, il paradiso può andare a farsi fottere’.
.
MAINE.
Carrie, Stephen King:
‘Erano diventati una stella fissa nel mutevole firmamento delle relazioni del liceo, i Romeo e Giulietta riconosciuti. E lei pensò con improvviso fastidio che ci doveva essere una coppia come loro in ogni liceo bianco di periferia d’America’.
NEW JERSEY.
‘American Pastoral’, Philip Roth (trad. Pastorale Americana):
‘Sì, siamo soli, profondamente soli, e in serbo per noi, sempre, c’è uno strato di solitudine ancora più profondo. Non c’è nulla che possiamo fare per liberarcene. No, la solitudine non dovrebbe stupirci, per sorprendente che possa essere farne l’esperienza. Puoi cercare di tirar fuori tutto quello che hai dentro, ma allora non sarai altro che questo: vuoto e solo anziché pieno e solo’.
NEW YORK STATE.
‘Foxfire: Confessions of a Girl Gang’, Joyce Carol Oates (trad. Foxfire):
‘Le gambe di sbieco al cielo, la luna così luminosa da non poter pensare che fosse costituita di semplice roccia, come la roccia comune sulla Terra, e senza vita per di più; che riflettesse la luce di un sole invisibile e non splendesse invece di una potentissima luce interiore’.
NEW YORK CITY.
Daddy Was a Number Runner, Louise Meriwether (no trad.):
‘Dio, quel corridoio era puzzolente, tutti quegli odori di Harlem che si scontravano…
L’aria all’esterno non era molto meglio. Era il 2 giugno del 1934, un giorno soffocante, opprimente. Sui marciapiedi secchi della spazzatura allineati riversavano il loro contenuto nei canali di scolo, un cavallo demoralizzato che tirava un carretto di verdure lungo il viale aveva appena lasciato un mucchio di sterco fumante al centro della strada. Il caldo improvviso aveva svuotato i caseggiati. I bambini troppo piccoli per andare a scuola giocavano sui marciapiedi mentre le mamme si sporgevano dalle finestre alla ricerca di un po’ di frescura o si riposavano un momento sulle scale antincendio’.
TEXAS.
Lonesome Dove, Larry McMurtry (trad. ‘Un volo di colombe’):
‘Il cielo d’oriente era rosso come carbone nella forgia e illuminava le anse lungo il fiume.
La rugiada aveva bagnato i milioni di aghi dei cespugli di creosoto e quando la corona del sole spuntò dalla linea dell’orizzonte essi sembrarono costellati di diamanti. Un cespuglio nel cortile si riempì di piccoli arcobaleni non appena i raggi del sole toccarono la rugiada… Il sole diffuse la sua luce rosso-dorata sui cespugli scintillanti tra i quali si aggirava qualche capra belante. Anche quando il sole si innalzò sui bassi promontori a sud, uno strato di luce indugiò qualche momento al livello dei cespugli di creosoto, come indipendente dalla sorgente di luce. Poi il sole si sollevò nitido come un’immensa moneta. La rugiada si spense velocemente e la luce che aveva riempito i cespugli come polvere rossa si disperse, lasciando l’aria nitida e leggermente bluastra’.
Viaggio letterario negli USA: dimmi dove vuoi andare e ti dirò cosa leggere (parte II)
ALABAMA
‘To Kill a Mockingbird’, Harper Lee (trad. Il buio oltre la siepe):
‘Questa volta non combattiamo contro gli yankee, ma contro amici. Ricordati quanto ti dico: anche se le cose peggiorano, sono sempre nostri amici, e questa è sempre la nostra patria’.
ARIZONA
‘Blood Meridian’, Cormac McCarthy (trad. Meridiano di sangue):
‘L’universo non è qualcosa di angusto, e l’ordine che vi regna non è ostacolato ad alcuna latitudine nel suo proposito di ripetere ciò che esiste in una parte in ogni altra parte. Anche in questo mondo esistono più cose fuori che dentro la nostra conoscenza, e l’ordine che voi vedete nella creazione è quello che ci avete messo voi, come un filo in un labirinto, per non smarrirvi’.
ARKANSAS
I Know Why the Caged Bird Sings, Maya Angelou (trad. ‘Il canto del silenzio’):
‘Se crescere è doloroso per una bambina nera del Sud,
rendersi conto di essere fuori posto è la ruggine sul rasoio puntato alla gola. È un insulto superfluo’.
COLORADO
‘Angle of Repose’, Wallace Stegner (trad. Angolo di riposo):
‘La nozione di casa può essere pienamente apprezzata
solo dai senzatetto e può essere pienamente compresa solo da chi è stato strappato dalle sue radici’.
CONNECTICUT
‘Uncle Wiggily in Connecticut’, J.D.Salinger racconto contenuto in ‘Nine stories’
(trad. Nove storie, racconto: ‘Zio Wiggily in Connecticut’):
”Quella sciocca cameriera’ disse Eloise senza muoversi dal divano.
‘Un’ora fa le ho scaricato due scatoloni nuovi di zecca davanti al naso.
Entrerà da un momento all’altro per chiedermi cosa ne deve fare. E io dove diamine ero?”.
DELAWARE
The Good Lord Bird, James McBride (no trad.):
‘Alcuni eventi in questo mondo semplicemente non sono destinati ad accadere, non quando vorremmo noi, e il cuore ne deve essere consapevole e considerarla una promessa per il mondo di là da venire. C’è una ricompensa alla fine di tutto, ma è comunque un grosso fardello da portare’.
GEORGIA
Cane, Jean Toomer (trad. ‘Canne’):
‘I venti della notte in Georgia sono poeti girovaghi, che vanno in giro bisbigliando’.
IDAHO
Train Dreams, Denis Johnson:
‘Gli piacevano le dimensioni grandiose delle cose nei boschi, il senso di smarrimento e lontananza, l’impressione di non correre alcun pericolo, con tutti quegli alberi come guardiani’.
ILLINOIS
‘Native Son’, Richard Wright (trad. Paura):
‘Ma che diamine! Guarda! Noi viviamo qui e loro vivono lì.
Noi siamo neri e loro bianchi. Loro possiedono cose, noi no.
Loro fanno cose e noi non possiamo. È proprio come vivere in prigione’.
INDIANA
‘The Stone Diaries’, Carol Shields (trad. Diari di Pietra):
‘La fa rabbrividire il pensiero che nessun paio d’occhi possa penetrare il soffitto e i muri della sua casa e guardarla mentre si muove nelle sue giornate surreali, mercanteggiando momento dopo momento con l’indolenza, quella tentatrice’.
IOWA
Gilead, Marilynne Robinson:
‘Ci sono due occasioni in cui la sacra bellezza del Creato diventa di un’evidenza abbacinante, e queste si presentano contemporaneamente. Una, quando sentiamo la nostra mortale inadeguatezza rispetto al mondo, e l’altra è quando sentiamo la mortale inadeguatezza del mondo rispetto a noi’.
KANSAS
‘In Cold Blood’, Truman Capote (trad. A sangue freddo):
‘Poi, tornando verso casa, si diresse verso gli alberi,
camminando sotto la loro ombra, lasciando dietro di sé il grande cielo azzurro,
il sussurro delle voci nel grano curvo sotto il suo impeto’.
KENTUCKY
‘Beloved’, Toni Morrison (trad. Amatissima):
‘Non le si presentava mai così orrenda come era in realtà, e questo la portava a chiedersi se per caso anche l’inferno non fosse in fondo un bel posto. D’accordo, c’erano il fuoco e lo zolfo, però celati in un boschetto tutto merlettato’.
LOUISIANA
‘All the King’s Men’, Robert Penn Warren (trad. Tutti gli uomini del re):
‘L’aria così ferma fa male come il dolore della gengiva il giorno dopo aver tolto un dente, o come il dolore del tuo cuore nel petto quando ti ritrovi su un angolo di strada ad aspettare che la luce cambi e ti scopri a pensare a come erano le cose una volta e a come avrebbero potuto essere se non fosse accaduto ciò che era accaduto’.
MARYLAND
Jacob Have I Loved, Katherine Patterson (no trad.):
‘Tutti i sogni sulla mia partenza, e dietro di essi il terrore di partire. Mi ero avvinghiato ai miei sogni, a Rass, sì, e anche a mia nonna, tremando alla sola idea di trovarmi di nuovo fredda e pulita in un cestino dimenticato se solo avessi mollato minimamente la presa’.
MASSACHUSETTS
‘The Bell Jar’, Sylvia Plath (trad. La campana di vetro):
“Volevo trovarmi là, dove nessuno di mia conoscenza avrebbe mai potuto trovarmi”.
MICHIGAN
Split Images, Elmore Leonard (no trad.):
“Uscendo dal palazzo della Provincia e camminando verso est lungo la Jefferson ripresero a parlare del tempo, spostando lo sguardo al Ford Auditorium lungo la riva del fiume, la fontana con la nebbiolina in Hart Plaza, e Bryan disse che non sembrava aprile, il tempo era un po’ troppo mite. Aprile a Detroit era triste, umido e freddo, con la neve sporca lasciata dall’inverno; Angela disse che lei viveva in Arizona, a Tucson, e non ne capiva molto di meteo, a parte il tempo a New York quando cerchi un taxi; Bryan rispose che poteva anche essere sufficiente come conoscenza del meteo e che, se avesse voluto, avrebbe potuto spiegarle quanto il caldo poteva diventare afoso in estate”.
MINNESOTA
Betsy and Tacy Go Downtown, Maud Hart Lovelace (no trad.):
“Betsy era così felice che sentiva il bisogno di starsene da sola. Salì in camera sua e si sedette sul baule di Uncle Keith. Il sole era tramontato dietro la casa di Tacy. Il vento si era alzato e gli alberi dai colori tenui si muovevano piano sotto un cielo cupo. Tutte le storie che aveva raccontato a Tacy e Tib sembravano danzare sotto quegli alberi, insieme a tutte le storie che aveva in programma di scrivere un giorno e a tutte quelle che avrebbe letto in biblioteca. Belle storie, Grandi storie. I classici. Non i racconti di Rena”.
MISSISSIPI
Long Division, Kiese Laymon (no trad.):
“Le persone dicono sempre che per i cambiamenti ci vuole tempo. È vero. Ma in realtà sono le persone a cambiare sé stesse e poi devono decidere se vogliono davvero continuare a essere le nuove persone che sono diventate”.
MISSOURI
Stoner, John Williams:
“Una morbidezza lo avvolse e un languore gli attraversò le membra.
La coscienza della sua identità lo colse con una forza improvvisa, e ne avvertì la potenza.
Era se stesso, e sapeva cosa era stato”.
MONTANA
Legends of the Falls, Jim Harrison (trad. ‘Vento di Passioni’):
“ Seduto su un ceppo sotto il peso della morte di suo padre, nella mortalità intrinseca della cupola di foglie morenti e selvaggiamente colorate, egli comprese che la vita consiste solo nelle azioni quotidiane di ognuno… Nulla è uguale a qualcos’altro, compreso lui, e tutto cambia continuamente. Capì di non poter percepire tale cambiamento costante perché lui stesso stava cambiando insieme a tutto il resto”.
NEBRASKA
Eleanor & Park, Rainbow Rowell:
“Da quando si erano conosciuti la prima volta Eleanor lo incontrava sempre in posti insoliti.
Era come se le loro vite fossero linee sovrapposte, come se avessero una gravità propria. Di solito quelle casualità le sembravano come i migliori regali che l’universo avesse mai creato per lei”.
NEVADA
‘Fear and Loathing in Las Vegas’, Hunter S. Thompson (trad. Paura e disgusto a Las Vegas):
“Le allucinazioni sono davvero brutte. Ma dopo un po’ impari a tenere testa a cose tipo vedere tua nonna morta strisciare sulla tua gamba con un coltello tra i denti. Chi usa gli acidi ne è consapevole. Ma nessuno dovrebbe affrontare uno sballo come questo: vedere un fricchettone qualsiasi con un dollaro e 98 centesimi in mano camminare nel Circus Circus e improvvisamente comparire nel cielo sopra il centro di Las Vegas dodici volte più grande di Dio ululando qualsiasi cosa gli passi per la testa. No, questa non è proprio una città da droghe psichedeliche”.
NEW HAMPSHIRE
‘A Prayer for Owen Meany’, John Irving (trad. Preghiera per un amico):
“Le tieni a qualcosa la devi proteggere;
se sei abbastanza fortunato da trovare un modo di vita che ti piace,
devi avere il coraggio di viverlo”.
NEW MEXICO
Leave Her to Heaven, Ben Ames Williams (no trad. ):
“Sentirsi soli è una cosa. Essere soli è un’altra.
Non c’è solitudine profonda come quella di un uomo messo alla berlina davanti a diecimila occhi;
ma essere soli è essere liberi, liberi da occhi e lingue che osservano, interrogano, condannano”.
NORTH CAROLINA
Look Homeward Angel, Thomas Wolfe (trad. ‘Angelo, guarda il passato’):
“I monti erano i suoi maestri. Erano orlati di vita. Erano la coppa della verità,
al di là della crescita, al di là della battaglia e della morte.
Essi rappresentavano la sua unità assoluta nel bel mezzo del continuo mutamento”.
NORTH DAKOTA
‘The Round House’, Louise Erdrich (trad. La casa tonda):
“Rimasi là nell’ombra della soglia a pensare con le lacrime.
Sì, le lacrime possono essere pensieri, perché no?”
OHIO
The Bluest Eye, Toni Morrison (trad. ‘L’occhio più azzurro’):
“Alcuni semi non verranno nutriti, alcuni frutti non verranno generati,
e quando la terra uccide per scelta autonoma noi ci adeguiamo
e diciamo che la vittima non aveva diritto di vivere”.
OKLAHOMA
‘The Outsiders’, S.E. Hinton (trad. I ragazzi della 56a strada):
“L’alba stave per arrivare. Tutto il fondovalle era ricoperto di foschia e a volte alcuni pezzetti si staccavano e si allontanavano fluttuando in piccole nuvolette. Il cielo a est era più chiaro, l’orizzonte una sottile linea dorata. Le nuvole da grigie si tinsero di rosa e la foschia divenne dorata. Ci fu un attimo silenzioso in cui tutto trattenne il respiro; e poi sorse il sole. Fu meraviglioso”.
8 novembre 2016
Nessun commento:
Posta un commento