domenica 11 dicembre 2011

Bertolt Brecht. Quando l'ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere.

Bertolt Brecht (1898-1956), drammaturgo, poeta, esempio di quel che Gramsci aveva chiamato "intellettuale organico", e grande compagno insignito del Premio Lenin per la Pace nel 1954.


Tutti a dire della violenza del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che lo costringono.
Bertolt Brecht


Chi ai nostri giorni intende combattere la menzogna e l'ignoranza e vuole scrivere la verità, ha da superare almeno cinque difficoltà.
Deve avere il coraggio di scrivere la verità, benché ovunque essa venga soffocata; l'accortezza di riconoscerla, benché ovunque essa venga travisata; l'arte di renderla maneggevole come un'arma; il giudizio di scegliere coloro nelle cui mani essa diventa efficace; la scaltrezza di propagarla fra questi. Tali difficoltà sono grandi per quelli che scrivono sotto il fascismo, ma esistono anche per quelli che sono stati banditi o hanno dovuto fuggire, e valgono persino per coloro che scrivono nei paesi della libertà borghese.
Bertolt Brecht, dal saggio “Cinque difficoltà per scrivere la verità”


Il filo strappato
può essere riannodato.
Ora tiene di nuovo.
Ma è strappato!

Forse ci rivedremo,
ma là dove m'hai voluto lasciare,
là mai mi potrai trovare.
Bertolt Brecht


Non vi lasciate illudere
che è poco, la vita.
Bevetela a gran sorsi,
non vi sarà bastata
quando dovrete perderla.
Bertolt Brecht


Quando ero giovane, tutti credevano ancora fermamente che Dio abitasse in cielo e avesse l’aspetto di un vecchio. Poi vennero gli aeroplani, e i giornali pubblicarono che anche nel cielo tutto poteva essere misurato; e nessuno parlò più di un Dio che abitava in cielo. Si cominciò invece a sentir dire che probabilmente era una specie di gas, che si trovava dappertutto e in nessun luogo allo stesso tempo. Ma poi si lesse che i gas erano fatti di certe sostanze, e poiché Dio non era nessuna di questa sostanza, non si poteva neanche pensare che fosse aria: perché l’aria si sapeva cos’era. Ha finito per diventare sempre più impalpabile, si è volatilizzato, diciamo. Adesso ogni tanto qualcuno scrive che non si tratta altro che di una nozione dello spirito, e questa è un’espressione assai poco chiara…
Bertolt Brecht, La madre


Quando si parla di umorismo, io penso sempre al filosofo Hegel. Il suo libro La grande logica lo lessi una volta che avevo i reumatismi e non potevo muovermi. È una delle più grandi opere umoristiche della letteratura mondiale. Tratta della maniera di vivere dei concetti, queste esistenze scivolose, instabili, irresponsabili; come s’insultano l’un l’altro e fan la lotta a coltello e poi si siedono a tavola insieme per la cena, come non fosse successo niente. Essi compaiono, per così dire, a coppie, ciascuno sposato col suo contrario, e le loro faccende le sbrigano in coppia, cioè firmano contratti in coppia, fanno processi in coppia, organizzano irruzioni e scassi in coppia, scrivono libri e fanno dichiarazioni giurate in coppia, e cioè come coppia completamente in disaccordo su ogni cosa. Ciò che afferma l’ordine, lo confuta subito, possibilmente nello stesso momento, il disordine, suo compagno inseparabile. Non possono vivere l’uno senza l’altro, né l’uno con l’altro.
Lo spirito, l’ironia di una cosa lui lo chiama la dialettica. Come tutti i grandi umoristi, egli diceva tutto con la faccia più seria di questo mondo. I più grandi sovversivi si definiscono allievi del più grande sostenitore dello stato! Tra parentesi, questo testimonia in favore del loro umorismo. Difatti, non ho mai visto un uomo privo di umorismo che capisse la dialettica di Hegel.
Bertolt Brecht, Dialoghi di profughi


LA CITTADINANZA DERIVA DAL DURO LAVORO (BRECHT)
"A Los Angeles davanti al giudice che esamina coloro che vogliono diventare cittadini degli Stati Uniti venne anche un oste italiano. Si era preparato seriamente ma a disagio per la sua ignoranza della nuova lingua durante l'esame della domanda: 
che cosa dice l'ottavo emendamento? Rispose esitando: 1492.
Poiché la legge prescrive al richiedente la conoscenza della lingua nazionale, fu respinto.
Ritornato dopo tre mesi trascorsi in ulteriori studi ma ancora a disagio per l'ignoranza della nuova lingua, gli posero la domanda: chi fu il generale che vinse nella guerra civile?
La sua risposta fu: 1492. (Con voce alta e cordiale).
Mandato via di nuovo e ritornato una terza volta,
alla terza domanda: quanti anni dura in carica il presidente?
Rispose di nuovo: 1492.
Orbene il giudice, che aveva simpatia per l'uomo,
capì che non poteva imparare la nuova lingua,
si informò sul modo come viveva e venne a sapere: con un duro lavoro.
E allora alla quarta seduta il giudice gli pose la domanda:
quando fu scoperta l'America?
E in base alla risposta esatta, 1492,
l'uomo ottenne la cittadinanza."
Bertolt Brecht, L'esame per ottenere la cittadinanza o Il giudice democratico in Bertolt Brecht, Poesie, II (1934-1956), Torino, Einaudi, 2005, pp. 1062


Non vi accanite sul peccato: in breve
da sè nel proprio gelo sarà estinto.
Meditate la tenebra e l'inverno
di questa valle percossa dal pianto.
Bertold Brecht.



Quello che in te era altura
lo hanno spianato
e la tua valle
L'hanno interrata.
Sopra di te passa
una strada comoda.
Bertolt Brecht


"Il signor K. ha posto le seguenti domande:
ogni mattina il mio vicino fa suonare il grammofono, perché lo fa suonare?
Perché fa ginnastica, mi dicono. Perché fa ginnastica?
Perché ha bisogno d'esser forte.
A che scopo dev'esser forte? Perché deve vincere i suoi nemici in città.
Perché deve vincere i suoi nemici? Perché vuol mangiare.
Dopo aver sentito che il suo vicino suona per far ginnastica,
fa ginnastica per esser forte, vuole esser forte per abbattere i suoi nemici per mangiare,
il signor K. pose la sua domanda: perché mangia?"



"Per l'arte [...] essere apartitica significa semplicemente essere del partito dominante"



"Il mondo non viene spiegato già con lo spiegarlo?
No. La maggior parte delle spiegazioni sono giustificazioni.
Dominio popolare significa dominio degli argomenti.
Il pensiero sorge dopo delle difficoltà e precede l'azione."


Che cos'è un grimaldello di fronte a un titolo azionario?
Che cos'è l'effrazione di una banca di fronte alla fondazione di una banca?
Cos'è lo svaligiare una banca rispetto al fondarne una?
Bertholt Brecht



"Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente"

"Sventurata la terra che ha bisogno d'eroi."

"Non c'è reazionario più implacabile dell'innovatore fallito,
non c'è nemico degli elefanti selvatici più crudele dell'elefante addomesticato"

"Non temere tanto la morte; temi piuttosto lo squallore della vita.



Benjamin afferma che Freud è dell’opinione che la sessualità è destinata un giorno addirittura a scomparire. La nostra borghesia è dell’opinione che essa stessa rappresenti il genere umano. Quando alla nobiltà è caduta la testa, le è rimasta almeno tale coda. La borghesia è riuscita a mandare in rovina perfino la sessualità. Sto per l’appunto aiutando R[uth] a portare a termine un volume di novelle intitolato Non c’è animale che non ne sia capace. Il 70% delle donne sarebbe frigido… Improduttività della tecnica. L’orgasmo come colpo di fortuna.
Dal "Diario di lavoro" di Bertolt Brecht. La sessualità borghese (13 agosto 1938)



Il Comitato centrale ha deciso:
poiché il popolo non è d’accordo,
bisogna nominare un nuovo popolo
Bertolt Brecht

Quando l'ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere
Bertolt Brecht


"La legge è fatta esclusivamente per lo sfruttamento di coloro che non la capiscono,
o ai quali la brutale necessità non permette di rispettarla."
Bertolt Brecht

Il postero
Lo confesso: io
non ho nessuna speranza.
I ciechi parlano di una via d'uscita.
Io ci vedo.
Quando gli errori sono esauriti
siede come ultimo compagno
di fronte a noi il nulla.
Bertolt Brecht



Ci sedemmo dalla parte del torto 
visto che tutti gli altri posti erano occupati.
Bertolt Brecht


E – vi preghiamo – quello che succede ogni giorno non trovatelo naturale.
Di nulla sia detto: "è naturale" in questi tempi di sanguinoso smarrimento,
ordinato disordine, pianificato arbitrio, disumana umanità,
così che nulla valga come cosa immutabile.
Bertolt Brecht, da L'eccezione e la regola


Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore.
Bertolt Brecht


L'intelligenza non è non commettere mai errori,
ma scoprire subito il modo di trarne profitto
Bertolt Brecht


SEGAVANO I RAMI SUI QUALI ERANO SEDUTI.
E si scambiavano a gran voce le loro esperienze, di come segare più in fretta.
E precipitarono con uno schianto. E quelli che li videro, scossero la testa e continuarono a segare.
Bertold Brecht



Nella capitale della provincia cinese del Sezuan giungono tre dèi, in pellegrinaggio attraverso il paese alla ricerca di qualche anima buona; e ne trovano una nella prostituta Shen Te, che accorda loro ricovero per la notte. Il compenso per tale atto di bontà è una tonda sommetta, mille dollari d'argento, ossia, per Shen Te, la possibilità di vivere bene. Ma la munifica largizione è accompagnata dal comandamento di continuare a praticare la bontà. Fatale errore, insanabile incongruenza! La povera Shen Te si trova subito addosso uno sciame di parassiti e di postulanti, di falsi e veri bisognosi esigenti fino alla ferocia. A complicare la situazione interviene l'amore: Shen Te, non più costretta alla sua antica, vergognosa condizione, può finalmente innamorarsi di un'uomo: il male è che si tratta di un giovane povero, l'avido disoccupato Yang Sun... Emerge in tutta la vicenda l'universale necessità di soffrire e far soffrire: è l'aspetto più affaticante e drammatico della condizione umana. Gli dèi possono non capacitarsene perché a loro resta sempre una via d'uscita: poco prima che cali il sipario, potranno tornarsene lassù, nella loro beata irrealtà.
http://www.einaudi.it/libri/libro/bertolt-brecht/l-anima-buona-del-sezuan/978880606403

PRIMO DIO: Sii buona e tutto diventerà buono!
WANG:Tre delle più alte deità sono venute nel Sezuan a cercare un'anima buona.
L'avevano già trovata ma...
PRIMO DIO: Nessun ma! Eccola lì!
TUTTI: Shen Te!
PRIMO DIO: Non era morta, si era solo nascosta.
Adesso rimarrà con voi! Un'anima buona!
SHEN TE: Ma ho bisogno del cugino!
PRIMO DIO: Non troppo spesso!
SHEN TE: Almeno una volta alla settimana!
PRIMO DIO: Una volta al mese basterà!
SHEN TE: Oh, non andatevene! Non vi ho detto tutto!
Ho bisogno, assolutamente bisogno di voi!
(Gli Dei cantano e volano via)
https://youtu.be/Bmn9XJYkeCE



Wang: Ho trovato un libro, nella casupola diroccata di un bonzo che è andato a fare l’operaio in una cementeria, e nel libro c’è un passo molto strano. Devo assolutamente leggervelo. Eccolo qui.
«A Sung c’è un luogo che si chiama Il Roveto; vi crescono cipressi, catalpe e gelsi.
Gli alberi che hanno una o due spanne di circonferenza,
vengono tagliati dalla gente che vuol costruirsi dei recinti per i cani.
Quelli che hanno tre o quattro piedi di circonferenza
vengono fatti abbattere dalle ricche e distinte famiglie che vogliono le assi per le bare.
Quelli di sei od otto piedi
vengono abbattuti da coloro che vogliono farsene travi per costruirvi delle ville lussuose.
Così, nessuno degli alberi può vivere il lasso di tempo che gli è destinato,
ma tutti periscono prematuramente di accetta o di sega.
Questo è il destino di chi è utile.»
Terzo Dio: Ma allora, il più inutile sarebbe il migliore.
Wang: No, soltanto il più fortunato. Il peggiore è il più fortunato.
Bertold Brecht, L'anima buona del Sezuan



"Coloro che sono contro il fascismo senza essere contro il capitalismo, che si lamentano della barbarie che proviene dalla barbarie, sono simili a gente che voglia mangiare la sua parte di vitello senza però che il vitello venga scannato. Vogliono mangiare il vitello, ma il sangue non lo vogliono vedere. Per soddisfarli basta che il macellaio si lavi le mani prima di servire la carne in tavola. Non sono contro i rapporti di proprietà che generano la barbarie, ma soltanto contro la barbarie. Alzano la voce contro la barbarie e lo fanno in paesi in cui esistono bensì gli stessi rapporti di proprietà, ma i macellai si lavano ancora le mani prima di servire la carne in tavola."
Bertolt Brech


A volte se non sempre la vittima è il carnefice.
Tutti a dire della rabbia del fiume in piena e nessuno della violenza
degli argini che lo costringono.
Bertolt Brecht


Per il semplice fatto che si verifica di frequente,
l’ingiustizia assume spesso il volto della giustizia.
Bertold Brecht

Di tutte le cose sicure la più certa è il dubbio
Bertolt Brecht


Io che nulla amo più
dello scontento per le cose mutabili,
così nulla odio più del profondo scontento
per le cose che non possono cambiare.
Bertold Brecht.


La maschera del cattivo
Sulla mia parete è appesa una xilografia giapponese
La maschera di un demone cattivo, dipinta con la lacca d'oro.
Pieno di compassione vedo
Le gonfiate vene frontali, segno di
Quanto è faticoso essere cattivo.
Bertolt Brecht


Ahimè, di cosa vive l’uomo?
Solo assaltando gli uomini,
torturando, depredando, sbranando.
Nel mondo l’uomo è vivo a un patto:
se può scordar che a guisa d’uomo è fatto.
Signori, fate a meno d’imposture:
l’uomo vive d’infamie e di brutture!
Bertolt Brecht, L’opera da tre soldi

Col tempo potrete scoprire tutto quello che c’è da scoprire,
eppure il progresso sarà solo un allontanamento dall’umanità
Bertolt Brecht


Suonano le campane e le salve esplodono.
Rendete grazie a Dio come assassino e come Cristo!
Ci ha dato il fuoco per attizzare il fuoco.
Ascoltate: il popolo è feccia, dio è fascista."
Bertolt Brecht. "L'Abicì della guerra"


La guerra che verrà non è la prima.
Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ ultima
c’ erano vincitori e vinti.
Fra i vinti
la povera gente faceva la fame.
Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente
ugualmente.
Bertolt Brecht


Manovre
Quelli che portano via la carne dalle tavole
insegnano ad accontentarsi.
Coloro ai quali il dono è destinato
esigono spirito di sacrificio.
I ben pasciuti parlano agli affamati
dei grandi tempi che verranno.
Quelli che portano all’abisso la nazione
affermano che governare è troppo difficile
per l’uomo qualsiasi.
Bertolt Brecht


Sventurata la terra che ha bisogno di eroi!
Bertolt Brecht

Al momento di marciare molti non sanno
che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
è la voce del loro nemico.
chi parla del nemico
è lui stesso il nemico.
Bertold Brecht


Generale di Bertolt Brecht
Generale, il tuo carro armato è una macchina potente.
Spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.
Generale, il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido di una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.
Generale, l'uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.


Ci sono molti modi di uccidere un uomo...
gli si può infilare un coltello nella pancia,
togliergli il pane, non guarirlo da una malattia,
ficcarlo in una casa inabitabile,
massacrarlo di lavoro,
spingerlo al suicidio,
farlo andare in guerra, ecc.
Solo pochi di questi modi sono proibiti nel nostro stato.
Bertold Brecht


Mio fratello era aviatore
Un giorno ricevette la cartolina.
Fece i bagagli, e andò via,
Lungo la rotta del sud.
Mio fratello è un conquistatore.
Il popolo nostro ha bisogno
Di spazio. E prendersi terre su terre,
Da noi, è un vecchio sogno.
E lo spazio che si è conquistato
È sui monti del Guadarrama.
È lungo un metro e ottanta
E di profondità uno e cinquanta…
Bertolt Brecht


Nei tempi oscuri
Non si dirà: quando il noce si scuoteva nel vento
ma: quando l'imbianchino calpestava i lavoratori.
Non si dirà: quando il bambino faceva saltare il ciottolo piatto sulla rapida del fiume
ma: quando si preparavano le grandi guerre.
Non si dirà: quando la donna entrò nella stanza
ma: quando le grandi potenze si allearono contro i lavoratori.
Tuttavia non si dirà: i tempi erano oscuri
ma: perché i loro poeti hanno taciuto?
Bertolt Brecht.

Un uomo, signora, ha sempre paura di una donna che l'ama troppo
Bertolt Brecht


Aria del Dio della felicità.
Mi fai spuntare le lacrime, fratello,
vedo che la vita non è allegra
Ecco una mela: io ne possiedo tre,
perciò una la regalo a te.
Non ci vedo niente di eccezionale:
e l’uno e l’altro possiamo vivere.
Solo i semi, promettimelo,
avido non inghiottirli,
sputali invece a terra
prima che mi allontani.
E se poi cresce un melo
dentro il mio campicello
vieni a prenderti i frutti:
è il tuo albero quello!
Bertolt Brecht


Non per caso
L’alba di un nuovo giorno
Inizia col grido del gallo
Che fin dai tempi antichi indica
Un tradimento
Bertold Brecht, Alba


Il peggior analfabeta è l’analfabeta politico.
Egli non sente, non parla, né s’interessa degli avvenimenti politici.
Egli non sa che il costo della vita, il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina, dell’affitto, delle scarpe e delle medicine, dipendono dalle decisioni politiche. L’analfabeta politico è talmente somaro che si inorgoglisce e si gonfia il petto nel dire che odia la politica. Non sa, l’imbecille, che dalla sua ignoranza politica nasce la prostituta, il minore abbandonato, il rapinatore e il peggiore di tutti i banditi, che è il politico disonesto, il mafioso, il corrotto, il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.
Bertolt Brecht


Il peggiore analfabeta
è l’analfabeta politico.
Egli non sente, non parla,
nè s’importa degli avvenimenti politici.

Egli non sa che il costo della vita,
il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina,
dell’affitto, delle scarpe e delle medicine
dipendono dalle decisioni politiche.

L’analfabeta politico è così somaro
che si vanta e si gonfia il petto
dicendo che odia la politica.

Non sa l’imbecille che dalla sua
ignoranza politica nasce la prostituta,
il bambino abbandonato,
l’assaltante, il peggiore di tutti i banditi,
che è il politico imbroglione,
il mafioso corrotto,
il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.
Bertolt Brecht


Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei. E stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Bertolt Brecht


NIEMOLLER INSEGNA: SE RESTI IMPASSIBILE DI FRONTE ALLE INGIUSTIZIE PRIMA O POI NE PAGHERAI LE CONSEGUENZE

«Quando i nazisti presero i comunisti,
io non dissi nulla
perché non ero comunista.
Quando rinchiusero i socialdemocratici
io non dissi nulla
perché non ero socialdemocratico.
Quando presero i sindacalisti,
io non dissi nulla
perché non ero sindacalista.
Poi presero gli ebrei,
e io non dissi nulla
perché non ero ebreo.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa»

Emil Martin Niemöller (Lippstadt, 14 gennaio 1892 – Wiesbaden, 6 marzo 1984) è stato un teologo e pastore protestante tedesco, oppositore del nazismo.
Nel 1937 fu arrestato dalla Gestapo su diretto ordine di Hitler, infuriato per un suo sermone.
Rimase per otto anni prigioniero in vari campi di concentramento nazisti, tra i quali Sachsenhausen e Dachau, finché non venne liberato. Sopravvisse per diventare il portavoce della piena riconciliazione della popolazione tedesca dopo la seconda guerra mondiale.

Nei paesi di lingua spagnola la poesia – già propagandata ampiamente da attivisti sociali negli Stati Uniti almeno dagli anni sessanta in sostegno dei diritti civili e in opposizione alla Guerra del Vietnam - è stata spesso erroneamente attribuita a Bertolt Brecht sin dagli anni settanta. Ma il drammaturgo ne cambiò solo la parte iniziale. Brecht iniziava con il passaggio sui rom: «Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano». E prosegue con gli ebrei, gli omosessuali e i comunisti.
Ironicamente, quando il poema fu declamato negli Stati Uniti nel 1950, la prima strofa che si riferiva ai comunisti, era spesso omessa, probabilmente per via della nascita del Maccartismo e della Paura rossa.
http://it.wikipedia.org/wiki/Martin_Niem%C3%B6ller


Che cosa è errato ora, falso, di quel che abbiamo detto?
Qualcosa o tutto?
Su chi contiamo ancora?
Siamo dei sopravvissuti, respinti
via dalla corrente? Resteremo indietro, senza
comprendere più nessuno e da nessuno compresi.
A chi esita, Bertolt Brecht


Dici: 
per noi va male. Il buio
cresce. Le forze scemano.
Dopo che si è lavorato tanti anni
Noi siamo ancora in una condizione
Più difficile di quando
Si era appena cominciato.
E il nemico ci sta innanzi
Più potente che mai.
Sembra gli siano cresciute le forze. Ha preso
Una apparenza invincibile.
E noi abbiamo commesso degli errori,
non si può negarlo.
Siamo sempre di meno. Le nostre
Parole d’ordine sono confuse. Una parte
Delle nostre parole 
Le ha stravolte il nemico fino a renderle 
Irriconoscibili.
Che cosa è errato ora, falso, di quel che abbiamo detto?
Qualcosa o tutto? Su chi
Contiamo ancora? Siamo dei sopravvissuti, respinti
Via dalla corrente? Resteremo indietro, senza
Comprendere più nessuno e da nessuno compresi?
O contare sulla buona sorte?
Questo tu chiedi. Non aspettarti 
Nessuna risposta
Oltre la tua.
Bertold Brecht, A chi esita


“Quando anni fa imparai
a guidare la macchina, il mio istruttore mi imponeva
di fumare un sigaro; e se
nel groviglio del traffico o in curve strette
si spegneva, lui mi spingeva via dalla guida.
Durante la corsa raccontava anche barzellette e se io,
troppo intento alla guida, non ridevo, mi strappava
il volante di mano. Mi sento insicuro, diceva.
Io, passeggero, mi spavento se vedo
che il guidatore dell’auto è troppo intento
alla guida.
Da allora quando lavoro
mi guardo bene dallo sprofondarmi troppo in quello che faccio.
Mi impongo più d’una volta di guardarmi in giro,
talora interrompo il lavoro per conversare con qualcuno.
Mi sono disabituato ad andare così forte
da non poter fumare. Penso
al passeggero.”
Bertolt Brecht



L'uomo che impara
Prima costruii sulla sabbia,
poi costruii sulla roccia.
Quando la roccia crollò
non ho più costruito su nulla.
Poi ancora talvolta costruivo
su sabbia e roccia, come capitava, ma
avevo imparato.
Coloro ai quali affidavo la lettera
la buttavano via.
Ma chi non curavo
me la riportava.
Allora ho imparato.
Le mie disposizioni non furono rispettate.
Quando giunsi, m'avvidi
che erano sbagliate.
Era stato fatto
quel che era giusto.
Così ho imparato.
Le cicatrici dolgono
nel tempo di gelo.
Ma spesso dico: solo la fossa
non m'insegnerà più nulla.
Bertolt Brecht


Ci impegniamo, noi e non gli altri,
unicamente noi e non gli altri,
né chi sta in alto, né che sta in basso,
né chi crede, né chi non crede.
Ci impegniamo:
senza pretendere che gli altri si impegnino per noi,
senza giudicare chi non si impegna,
senza accusare chi non si impegna,
senza condannare chi non si impegna,
senza cercare perché non si impegna.
Se qualche cosa sentiamo di "potere"
e lo vogliamo fermamente
è su di noi, soltanto su di noi.
Il mondo si muove se noi ci muoviamo,
si muta se noi ci facciamo nuovi,
ma imbarbarisce
se scateniamo la belva che c'è in ognuno di noi.
Ci impegniamo:
per trovare un senso alla vita,
a questa vita
una ragione
che non sia una delle tante ragioni
che bene conosciamo
e che non ci prendono il cuore.
Ci impegniamo non per riordinare il mondo,
non per rifarlo, ma per amarlo...
Bertolt Brecht


Buona cosa è la dimenticanza!
Altrimenti come farebbe
Il figlio ad allontanarsi dalla madre che lo ha allattato?
Chi gli ha dato la forza delle membra
E lo trattiene per metterle alla prova?
Oppure come farebbe l’allievo ad abbandonare il maestro
Che gli ha dato il sapere?
Quanto il sapere è dato
L’allievo deve mettersi in cammino.
Nella casa vecchia
Prendono alloggio i nuovi inquilini.
Se vi fossero rimasti quelli che l’hanno costruita
La casa sarebbe troppo piccola.
La stufa riscalda. Il fumista
Non si sa più chi sia. L’aratore
Non riconosce la forma di pane.
Come si alzerebbe l’uomo al mattino
Senza l’oblio della notte che cancella le tracce?
Chi è stato sbattuto a terra sei volte
Come potrebbe sollevarsi la settima
Per ritrovare il suolo pietroso
Per rischiarare il volo nel cielo?
La fragilità della memoria
Dà forza agli uomini.
Bertold Brecht



L'amore del popolo per il Führer è molto grande.
Ovunque egli vada
è circondato da gente in uniformi nere
che lo ama al punto
da non distogliere l'occhio da lui.
Quando egli siede in un caffè
immediatamente gli si siedono intorno cinque giganti perché
possa godersi un po' di svago.
Le SS specialmente lo amano con tanta passione
che quasi lo invidiano al resto del popolo e
gli stanno addosso, tanto
sono gelose. E quando una volta con alcuni generali
fece una gita di fine settimana su un incrociatore
e passò un'intera notte solo con loro
scoppiò una rivolta fra le SA e egli dovette
farne fucilare centinaia.
Bertolt Brecht



Tebe dalle Sette Porte, chi la costrui?
Ci sono i nomi dei re, dentro i libri.
Son stati i re a strascicarli, quei blocchi di pietra?
Babilonia, distrutta tante volte,
chi altrettante la riedificò? In quali case
di Lima lucente d’oro abitavano i costruttori?
Dove andarono, la sera che fu terminata la Grande Muraglia,
i muratori? Roma la grande
è piena d’archi di trionfo. Su chi
trionfarono i Cesari? La celebrata Bisanzio
aveva solo palazzi per i suoi abitanti? Anche nella favolosa Atlantide
la notte che il mare li inghiottì, affogavano urlando
aiuto ai loro schiavi
Il giovane Alessandro conquistò l’India
Da solo?
Cesare sconfisse i Galli.
Non aveva con se nemmeno un cuoco?
Filippo di Spagna pianse, quando la flotta
gli fu affondata. Nessun altro pianse?
Federico II vinse la guerra dei Sette Anni. Chi,
oltre a lui, l’ha vinta?
Una vittoria ogni pagina
Chi cucinò la cena della vittoria?
Ogni dieci anni un grand’uomo.
Chi ne pagò le spese?
Quante vicende,
tante domande.
Bertolt Brecht


Sul Muro di ingresso del Museo-Monumento di Carpi.. un monito..:
“E voi imparate che occorre vedere e non guardare in aria, occorre agire e non parlare.
Questo mostro stava, una volta, per governare il mondo.
I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto:
il grembo da cui nacque è ancor fecondo”.
Bertolt Brecht (1898-1956). La resistibile ascesa di Arturo Ui





L'arte del leccapiedi.
In effetti quasi tutti sono in grado di eseguire in maniera non troppo penosa una leccata senza infamia e senza lode, basta dare libero corso alla propria predisposizione naturale.
L’arte del leccapiedi è però un’altra cosa: richiede studio e allenamento.
E molta disciplina. Solo con l’esercizio è possibile elevarsi dalle bassezze della leccata corriva, e soltanto quando la perseveranza lascia il posto alla fantasia si diviene veri maestri.
Il complimento comune è merce dozzinale, cicaleggio meccanico senza senso né ragione, privo di ogni raffinatezza. Il lecchinaggio praticato come un’arte invece produce espressioni originali, peculiari, profondamente sentite: crea una forma. L’artista completo è duttile, poliedrico, sempre capace di sorprendere.





Bertolt Brecht , "Il romanzo dei tui"Dal signor Keuner, il pensatore, andò un professore di filosofia a raccontargli della sua saggezza. Dopo un pò il signor Keuner gli disse: - Tu siedi scomodamente, parli scomodamente, pensi scomodamente -. Il professore di filosofia andò in collera e disse: - Non è su di me che volevo sapere qualcosa, ma sul contenuto di quanto ho detto. – Non ha contenuto, - disse il signor Keuner. – Ti vedo procedere goffamente e non è una meta quella che raggiungi mentre ti vedo procedere. Parli in modo oscuro e dalle tue parole non proviene alcuna luce. Non vedo la tua meta, vedo il tuo atteggiamento.
Dal signor Keuner, il pensatore, andò un professore di filosofia a raccontargli della sua saggezza. Dopo un po’ il signor Keuner gli disse: - Tu siedi scomodamente, parli scomodamente, pensi scomodamente -. Il professore di filosofia andò in collera e disse: - Non è su di me che volevo sapere qualcosa, ma sul contenuto di quanto ho detto. – Non ha contenuto, - disse il signor Keuner. – Ti vedo procedere goffamente e non è una meta quella che raggiungi mentre ti vedo procedere. Parli in modo oscuro e dalle tue parole non proviene alcuna luce. Non vedo la tua meta, vedo il tuo atteggiamento.
Bertolt Brecht, Le storie del Signor Keuner


Il signor Keuner percorreva una valle, quando improvvisamente notò che i suoi piedi affondavano nell’acqua. Allora capì che la sua valle era in realtà un braccio di mare e che si avvicinava l’ora dell’alta marea. Si fermò subito per guardarsi attorno in cerca di una barca e finché ebbe speranza di trovarla rimase fermo. Ma quando si persuase che non c’erano barche in vista, abbandonò questa speranza e sperò che l’acqua non salisse più. Solo quando l’acqua gli fu arrivata al mento abbandonò anche questa speranza e si mise a nuotare. Aveva capito che egli stesso era una barca.
Dal signor Keuner, il pensatore, andò un professore di filosofia a raccontargli della sua saggezza. Dopo un po’ il signor Keuner gli disse: - Tu siedi scomodamente, parli scomodamente, pensi scomodamente -. Il professore di filosofia andò in collera e disse: - Non è su di me che volevo sapere qualcosa, ma sul contenuto di quanto ho detto. – Non ha contenuto, - disse il signor Keuner. – Ti vedo procedere goffamente e non è una meta quella che raggiungi mentre ti vedo procedere. Parli in modo oscuro e dalle tue parole non proviene alcuna luce. Non vedo la tua meta, vedo il tuo atteggiamento.
Bertolt Brecht, Le storie del Signor Keuner


Dal signor Keuner, il pensatore, andò un professore di filosofia a raccontargli della sua saggezza. Dopo un po’ il signor Keuner gli disse: - Tu siedi scomodamente, parli scomodamente, pensi scomodamente -. Il professore di filosofia andò in collera e disse: - Non è su di me che volevo sapere qualcosa, ma sul contenuto di quanto ho detto. – Non ha contenuto, - disse il signor Keuner. – Ti vedo procedere goffamente e non è una meta quella che raggiungi mentre ti vedo procedere. Parli in modo oscuro e dalle tue parole non proviene alcuna luce. Non vedo la tua meta, vedo il tuo atteggiamento.
Bertolt Brecht, Le storie del Signor Keuner



Il signor Keuner interrogò due donne sui loro mariti.
Una diede le seguenti informazioni:
- Ho vissuto vent'anni con lui.
Dormivamo nella stessa camera e nello stesso letto.
Mangiavamo insieme. Mi raccontava tutti i suoi affari.
Ho conosciuto i suoi genitori e frequentavo tutti i suoi amici.
Sapevo tutte le malattie che lui sapeva di avere e qualcuno di più.
Di tutti quelli che lo conoscono sono la persona che lo conosce meglio.
- Dunque lo conosci? – disse il signor Keuner.
- Lo conosco.
Il signor Keuner interrogò anche l’altra donna su suo marito.
Questa diede le seguenti informazioni:
- Spesso non veniva per parecchio tempo e non sapevo mai se sarebbe tornato.
Ora è un anno che non viene. Non so se tornerà.
Non so se viene dalle case per bene o dagli angiporti.
Quella in cui abito è una casa per bene.
Chissà se verrebbe da me anche in una casa brutta?
Non racconta nulla, parla con me solo delle mie faccende.
Queste le conosce a menadito.
So quel che dice, ma lo so poi davvero?
Quando viene, qualche volta ha fame ma qualche volta è sazio.
Ma non sempre mangia, quando ha fame,
e quando è sazio non rifiuta un pasto.
Una volta arrivò con una ferita. Gliela fasciai.
Una volta fu portato dentro di peso.
Una volta cacciò via tutte le persone che avevo in casa.
Quando lo chiamo "uomo tenebroso" ride e dice:
Quel che è andato via è tenebroso,
ma quel che è qui è chiaro.
Ma qualche volta fa una brutta faccia quando sente questo appellativo...
 Io non so se lo amo. Io...
- Non dire altro, - disse svelto il signor Keuner.
– Vedo che lo conosci. Nessun essere umano conosce un altro meglio di quanto tu conosca lui.
Bertolt Brecht, "Storie del signor Keuner"




Anna Musio 

Tutto può migliorare, diceva il signor K., salvo l’uomo.



Mi ricorda una bellissima poesia di Pessoa, che ora in rete non trovo. 
Un Principe che deve baciare una Principessa che sta di là da un muro. Il Principe toglie i capelli dal volto della Principessa che dorme e si accorge di essere lui stesso.




Qui la leggo come la metafora che ognuno, cerca cerca, scopre in ultimo,nel momento del bisogno, di essere guru di se stesso. E' una delle macchie di Rorschach?




Non importa se tu ti occupi di politica, la politica si occuperà di te



....con un po' di "memoria storica", devo dire che preferivo i tempi quando si leggeva di più Brecht.
Nelle case degli intellettuali era bandito D'annunzio (anche perché il fascismo- e la retorica di chi l'aveva anche solo indirettamente favorito -era ancora un ricordo troppo fresco). Eravamo tutti più impegnati e non eravamo ancora caduti nella trappole dell' "Italia del mulino bianco". Forse, Brecht non è la Poesia -come si diceva allora - ma quelli erano sicuramente tempi migliori perché più ricchi di consapevolezza.....



Lode del dubbio

Sia lode al dubbio! Vi consiglio, salutate
serenamente e con rispetto chi
come moneta infida pesa la vostra parola!
Vorrei che foste accorti, che non deste
con troppa fiducia la vostra parola.

Leggete la storia e guardate
in fuga furiosa invincibili eserciti.
In ogni luogo
fortezze indistruttibili rovinano e
anche se innumerabile era l'armata salpando,
le navi che tornarono
le si poté contare.

Fu così un giorno un uomo sulla inaccessibile vetta
e giunse una nave alla fine
dell'infinito mare.

Oh bello lo scuoter del capo
su verità incontestabili!
Oh il coraggioso medico che cura
l'ammalato senza speranza!

Ma d'ogni dubbio il più bello
è quando coloro che sono
senza fede, senza forza, levano il capo e
alla forza dei loro oppressori
non credono più!

Oh quanta fatica ci volle per conquistare il principio!
Quante vittime costò!
Com’era difficile accorgersi
che fosse così e non diverso!
Con un respiro di sollievo un giorno
un uomo nel libro del sapere lo scrisse.

Forse a lungo là dentro starà e più generazioni
ne vivranno e in quello vedranno un'eterna sapienza
e spezzeranno i sapienti chi non lo conosce.
Ma può avvenire che spunti un sospetto, di nuove esperienze,
che quella tesi scuotano. Il dubbio si desta.
E un altro giorno un uomo dal libro del sapere
gravemente cancella quella tesi.

Intronato dagli ordini, passato alla visita
d'idoneità da barbuti medici, ispezionato
da esseri raggianti di fregi d'oro, edificato
da solennissimi preti, che gli sbattono alle orecchie
un libro redatto da Iddio in persona,
erudito da impazienti pedagoghi, sta il povero e ode
che questo mondo è il migliore dei mondi possibili e che il buco
nel tetto della sua stanza è stato proprio previsto da Dio.
Veramente gli è difficile
dubitare di questo mondo.
Madido di sudore si curva l'uomo
che costruisce la casa dove non lui dovrà abitare.

Ma sgobba madido di sudore anche l'uomo
che la propria casa si costruisce.
Sono coloro che non riflettono, a non
dubitare mai. Splendida è la loro digestione,
infallibile il loro giudizio.
Non credono ai fatti, credono solo a se stessi.
Se occorre, tanto peggio per i fatti.
La pazienza che han con se stessi
è sconfinata. Gli argomenti
li odono con gli orecchi della spia.

Con coloro che non riflettono e mai dubitano
si incontrano coloro che riflettono e mai agiscono.
Non dubitano per giungere alla decisione, bensì
per schivare la decisione. Le teste
le usano solo per scuoterle. Con aria grave
mettono in guardia dall'acqua i passeggeri dl navi che affondano.
Sotto l'ascia dell'assassino
si chiedono se anch'egli non sia un uomo.

Dopo aver rilevato, mormorando,
che la questione non è ancora sviscerata vanno a letto.
La loro attività consiste nell'oscillare.
Il loro motto preferito è: l'istruttoria continua.

Certo, se il dubbio lodate
non lodate però
quel dubbio che è disperazione!
Che giova poter dubitare, a colui
che non riesce a decidersi!
Può sbagliare ad agire
chi di motivi troppo scarsi si contenta!
ma inattivo rimane nel pericolo
chi di troppi ha bisogno.

Tu, tu che sei una guida, non dimenticare
che tale sei, perché hai dubitato
delle guide! E dunque a chi è guidato
permetti il dubbio!

Dici: «Per noi va male. Il buio
cresce. Le forze scemano.
Dopo che si è lavorato tanti anni
noi siamo ora in una condizione
più difficile di quando
si era appena cominciato.
E il nemico ci sta innanzi
più potente che mai.
Sembra gli siano cresciute le forze, ha preso
una apparenza invincibile.
E noi abbiamo commesso degli errori,
non si può più mentire.
Siamo sempre di meno. Le nostre
parole d'ordine sono confuse. Una parte
delle nostre parole
le ha stravolte il nemico fino a renderle
irriconoscibili.
Che cosa è ora falso di quel che abbiamo detto?
Qualcosa o tutto?
Su chi contiamo ancora?
Siamo dei sopravvissuti, respinti
via dalla corrente? Resteremo indietro, senza
comprendere più
nessuno e da nessuno compresi?
O dobbiamo sperare soltanto
in un colpo di fortuna?»
Questo tu chiedi. Non aspettarti
nessuna risposta
oltre la tua
Bertolt Brecht


Scopo della scienza non è tanto quello di aprire una porta all'infinito sapere, quanto quello di porre una barriera all'infinita ignoranza.
Bertolt Brecht, Vita di Galileo


Quarant'anni passati tra gli uomini, mi hanno insegnato come gli esseri umani siano refrattari alla ragione. Mostragli il pennacchio fulvo di una cometa, insinua in loro una paura inspiegabile e li vedrai correre fuori dalle loro case a tale velocità da rompersi le gambe. Ma digli una frase ragionevole, dimostrala con sette argomenti, e ti rideranno in faccia.
Bertolt Brecht, Vita di Galileo


Finché l'umanità continuerà a brancolare nella sua nebbia millenaria di superstizioni e di venerande sentenze, finché sarà troppo ignorante per sviluppare le sue proprie energie, non sarà nemmeno capace di sviluppare le energie della natura che le vengono svelate. Che scopo si prefigge il vostro lavoro? Io credo che la scienza possa proporsi altro scopo che quello di alleviare la fatica dell'esistenza umana. Se gli uomini di scienza non reagiscono all'intimidazione dei potenti egoisti e si limitano ad accumulare sapere per sapere, la scienza può rimanere fiaccata per sempre, ed ogni nuova macchina non sarà fonte che di nuovi triboli per l'uomo. E quando, coll'andar del tempo, avrete scoperto tutto lo scopribile, il vostro progresso non sarà che un progressivo allontanamento dall'umanità. Tra voi e l'umanità può scavarsi un abisso così grande, che ad ogni vostro eureka rischierebbe di rispondere un grido di dolore universale.
Bertolt Brecht, Vita di Galileo



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