a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi,
e che si trova a disagio in tutti e due.
Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi,
sono privo d’illusioni.»
Tomasi di Lampedusa
"Nunc et in hora mortis nostrae. Amen.”
La recita quotidiana del Rosario era finita.
Durante mezz’ora la voce pacata del Principe aveva ricordato i Misteri Dolorosi; durante mezz’ora altre voci, frammiste avevano tessuto un brusio ondeggiante sul quale si erano distaccati i fiori d’oro di parole inconsuete: amore, verginità, morte; e mentre durava quel brusio il salone rococò sembrava aver mutato aspetto; financo i pappagalli che spiegavano le ali iridate sulla seta del parato erano apparsi intimiditi; perfino la Maddalena, fra le due finestre, era sembrata una penitente anziché una bella biondona, svagata in chissà quali sogni, come la si vedeva sempre.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa,
Incipit de "Il Gattopardo"
Noi fummo i Gattopardi, i Leoni: chi ci sostituirà saranno gli sciacalli, le iene; e tutti quanti, gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra.
Don Fabrizio, il principe di Salina
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo
Appartengo ad una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo di illusioni.
Don Fabrizio, il principe di Salina
Appartengo ad una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due. Per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo di illusioni.
Don Fabrizio, il principe di Salina
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo
“…. Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi… ”
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo
Il sonno, caro Chevalley, il sonno è ciò che i siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali; e, sia detto fra noi, ho i miei forti dubbi che il nuovo regno abbia molti regali per noi nel bagaglio.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo
“In Sicilia non importa far male o far bene: il peccato che noi siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di “fare”. Siamo vecchi, Chevalley, vecchissimi. Sono venticinque secoli almeno che portiamo sulle spalle il peso di magnifiche civiltà eterogenee, tutte venute da fuori già complete e perfezionate, nessuna germogliata da noi stessi, nessuna a cui abbiamo dato il “la”; noi siamo dei bianchi quanto lo è lei, Chevalley, e quanto la regina d’Inghilterra; eppure da duemilacinquecento anni siamo colonia. Non lo dico per lagnarmi: è in gran parte colpa nostra; ma siamo stanchi e svuotati lo stesso”
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo
“In Sicilia non importa far male o far bene: il peccato che noi siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di “fare”. Siamo vecchi, Chevalley, vecchissimi. Sono venticinque secoli almeno che portiamo sulle spalle il peso di magnifiche civiltà eterogenee, tutte venute da fuori già complete e perfezionate, nessuna germogliata da noi stessi, nessuna a cui abbiamo dato il “la”; noi siamo dei bianchi quanto lo è lei, Chevalley, e quanto la regina d’Inghilterra; eppure da duemilacinquecento anni siamo colonia. Non lo dico per lagnarmi: è in gran parte colpa nostra; ma siamo stanchi e svuotati lo stesso”
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo
"Questa violenza del paesaggio, questa crudeltà del clima, questa tensione continua di ogni aspetto, questi monumenti, anche, del passato, magnifici ma incomprensibili perché non edificati da noi e che ci stanno intorno come bellissimi fantasmi muti; tutti questi governi, sbarcati in armi da chissà dove, subito serviti, presto detestati e sempre incompresi, che si sono espressi soltanto con opere d'arte per noi enigmatiche e con concretissimi esattori d'imposte spese poi altrove; tutte queste cose hanno formato il carattere nostro che rimane così condizionato da fatalità esteriori oltre che da una terrificante insularità di animo.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Il Gattopardo
L'attimo durò cinque minuti; poi la porta si aprì ed entrò Angelica.
La prima impressione fu di abbagliata sorpresa ... Sotto l'impeto della sua bellezza gli uomini rimasero incapaci di notare, analizzandoli, i non pochi difetti che questa bellezza aveva; molte dovevano essere le persone che di questo lavorio critico non furono mai capaci.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo
L'attimo durò cinque minuti; poi la porta si aprì ed entrò Angelica.
La prima impressione fu di abbagliata sorpresa ... Sotto l'impeto della sua bellezza gli uomini rimasero incapaci di notare, analizzandoli, i non pochi difetti che questa bellezza aveva; molte dovevano essere le persone che di questo lavorio critico non furono mai capaci.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo
http://youtu.be/XsNjvefMz1s
Nello stemma della famiglia dei Salina è rappresentato un Gattopardo...
la frase fa riferimento al fatto che, al declino di detta famiglia seguiranno persone di minor rango, di più infima levature sociale e morale (sciacalletti, pecore...) per i quali i Salina resteranno per sempre una meta inarrivabile. Ai Salina seguirà l'ascesa (e poi il declino) di una borghesia risorgimentale avida e meschina, ma lo stesso Fabrizio Salina assisterà impassibile al declino dei Gattopardi ... dimostrando di non incarnare esattamente il "sale della terra"...ma questa ultima è una mia personale considerazione, prendila col beneficio del dubbio...
Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Siamo in Sicilia, all'epoca del tramonto borbonico. È di scena una famiglia della più alta aristocrazia isolana, colta nel momento rivelatore del trapasso del regime, mentre già incalzano i tempi nuovi. Accentrato quasi interamente intorno a un solo personaggio, il principe Fabrizio Salina, lirico e critico insieme, il romanzo nulla concede all'intreccio e al romanzesco tanto cari a tutta la narrativa europea dell'Ottocento. L'immagine della Sicilia che invece ci offre è un'immagine viva, animata da uno spirito alacre e modernissimo, ampiamente consapevole della problematica storica, politica e letteraria contemporanea. Tradotto in tutte le lingue, “Il Gattopardo” è ormai un classico della nostra letteratura.
[...] "Il Gattopardo", film del 1963 diretto da Luchino Visconti, tratto dall'omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, vincitore della Palma d'oro come miglior film al 16º Festival di Cannes.
La figura del protagonista del film, il Gattopardo, si ispira a quella del bisnonno dell'autore del libro, il Principe Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa, che fu un importante astronomo e che nella finzione letteraria diventa il Principe Fabrizio Salina, e della sua famiglia tra il 1860 e il 1910, in Sicilia (a Palermo e nel feudo agrigentino di Donnafugata ossia Palma di Montechiaro e Santa Margherita di Belice in provincia di Agrigento). Il film è stato poi selezionato tra i 100 film italiani da salvare, tra le "100 pellicole che hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978".
........Tante Sicilie, perché? Perché la Sicilia ha avuto la sorte ritrovarsi a far da cerniera nei secoli fra la grande cultura occidentale e le tentazioni del deserto e del sole, tra la ragione e la magia, le temperie del sentimento e le canicole della passione. Soffre, la Sicilia, di un eccesso d'identità, né so se sia un bene o sia un male. Certo per chi ci è nato dura poco l'allegria di sentirsi seduto sull'ombelico del mondo, subentra presto la sofferenza di non sapere districare fra mille curve e intrecci di sangue il filo del proprio destino.
Gesualdo Bufalino, L'isola plurale.
Il Gattopardo:
https://www.facebook.com/photo.php?v=1014587505145
"bisogna cambiare tutto per non cambiare nulla" frase sempre attuale, purtroppo...
già: non si può salvare un popolo che non vuol essere salvato... altrimenti di cosa mai potrebbero lamentarsi gli italiani?
L'essere umano non vuole cambiare, ma sarà costretto a farlo.
Film unico e meraviglioso..soprattutto la scena delle ragazze nobili..che come delle scimmie saltano su quella specie di letto...ignorando ciò che stava accadendo intorno a loro..
Libro che più di ogni altro, svela la vera natura dei siciliani.
Ovviamente è la Sicilia. Ma è un pensiero che può applicarsi anche all'italia, o all'Europa, o alla Russia, etc...Tutti i popoli trovano affascinante tuffarsi nel glorioso passato, dare alla propria indole decadente la colpa dei propri fallimenti. Ora non discuto il valore artistico delle opere (il libro e il film). Dico che è puro artificio narrativo. Le cose CAMBIANO, cambiano sempre anche se a volte ci sembra che non si muovano di un passo...
comunque se posso dare un consiglio....dopo il Gattopardo leggete anche I Vicerè di Federico De Roberto...illuminante...capirete molte cose di come si è sempre fatta politica qui in Italia! Un Capolavoro! Non vo spaventate delle oltre 500 pagine...si legge benissimo perchè nonstante sia stato scritto alla fine dell'800 è attuallissimo!!! Il film potete pure risparmiarvelo è talmente riduttivo che non ne vale la pena!
Sistema Italia: "desiderio di voluttuosa immobilità", non si limita alla Sicilia. E gli italiani "non vorranno mai migliorare perchè si considerano perfetti, la vanità in loro è più forte della miseria" anche morale.
la vanita in loro e piu forte della miseria l'italia non cambierà mai pensiero molto attuale anche ai giorni nostri purtroppo la scomoda verità e questa un film capolavoro della storia
magnifico romanzo,magnifico scrittore...ma la Sicilia da Lui descritta è ancora così
Grande affresco della Sicilia di quel periodo, grande cast con una strepitosa Claudia Cardinale e il belloccio Alain Delon, da vedere.
il momento storico che coglie è di grande interesse...è il passaggio dalla monarchia borbonica all'unità d'Italia, da rileggere all'infinito le riflessioni del principe di fronte alla proposta di diventare senatore del Regno...ci sono molti tratti dell'anima siciliana che...resistono imperterriti!
magnifico romanzo,magnifico scrittore...ma la Sicilia da Lui descritta è ancora così
Grande affresco della Sicilia di quel periodo, grande cast con una strepitosa Claudia Cardinale e il belloccio Alain Delon, da vedere.
il momento storico che coglie è di grande interesse...è il passaggio dalla monarchia borbonica all'unità d'Italia, da rileggere all'infinito le riflessioni del principe di fronte alla proposta di diventare senatore del Regno...ci sono molti tratti dell'anima siciliana che...resistono imperterriti!
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