Arthur Schopenhauer, “Il fondamento della morale”, § 18
Il medico vede l'uomo in tutta la sua debolezza, l'avvocato in tutta la sua cattiveria, il teologo in tutta la sua stupidità.
Arthur Schopenhauer
Quelli che si amano e che sono nati gli uni per gli altri,
si incontrano facilmente:
le anime affini
si salutano già da lontano.
Arthur Schopenhauer
La vita sociale in generale è una continua commedia recitata: nessuno si mostra per quello che è, ognuno indossa una maschera e recita una parte. Per tale ragione la vita di società risulta insipida a persone il cui spirito è ricco; mentre le persone superficiali se ne compiacciono assai.
Arthur Schopenhauer
La tendenza dell'uomo a prendere gli auspici, [...] il suo aprir la Bibbia, i suoi giochi di carte, le sue colate di piombo e il suo contemplare il sentimento del caffè, eccetera, testimoniano la sua convinzione, contrastante a ogni fondamento razionale, che sia in qualche modo possibile riconoscere da quanto è presente e sta dinanzi agli occhi ciò che è nascosto nello spazio o nel tempo, ossia ciò che è lontano o futuro, che si possa da quello dedurre questo, se soltanto si possiede la vera chiave del cifrario.
Arthur Schopenhauer
si incontrano facilmente:
le anime affini
si salutano già da lontano.
Arthur Schopenhauer
La vita sociale in generale è una continua commedia recitata: nessuno si mostra per quello che è, ognuno indossa una maschera e recita una parte. Per tale ragione la vita di società risulta insipida a persone il cui spirito è ricco; mentre le persone superficiali se ne compiacciono assai.
Arthur Schopenhauer
Arthur Schopenhauer
La ricchezza è come l'acqua del mare: più se ne beve, più si ha sete.
Arthur Schopenhauer, L'arte di invecchiare, 68
«Un pensiero vive veramente soltanto finché non è giunto al punto limite delle parole: ivi si pietrifica, è quindi morto, ma indistruttibile, simile agli animali e alle piante fossili dei tempi preistorici. La sua vera vita momentanea si può anche paragonare a quella del cristallo nell'attimo della cristallizzazione.
Appena, cioè, ha trovato parole, il nostro pensiero non è più intimo, né serio nel più profondo della sua essenza. Quando il pensiero comincia a esistere per gli altri, cessa di vivere in noi; come il bambino si stacca dalla madre quando inizia la propria esistenza. Anche il poeta, del resto, dice:
“Non confondetemi col contraddire! Basta parlare, e si comincia a sbagliare”. (Goethe)».
Arthur Schopenhauer, Sul mestiere dello scrittore e sullo stile
Dovunque e comunque si manifesti l'eccellenza, subito la generale mediocrità si allea e congiura per soffocarla
Arthur Schopenhauer
Si sappia che le menti scadenti sono la regola, le buone l'eccezione, le eminenti rarissime e il genio un miracolo.
Arthur Schopenhauer
Tutte le verità passano attraverso tre stadi. Primo: vengono ridicolizzate; secondo: vengono violentemente contestate; terzo: vengono accettate dandole come evidenti.
Arthur Schopenhauer
"La verità è stata in ogni tempo pericolosa compagna, un'ospite ovunque sgradita, e anche rappresentata nuda, in quanto non porta con sè nulla, non ha nulla da distribuire, e vuol essere cercata soltanto per sè. Non si può servire al tempo stesso due padroni così diversi come il mondo e la verità, i quali non hanno assolutamente nulla in comune. Un tentativo in questo senso conduce all'ipocrisia, all'adulazione, alla doppiezza."
Arthur Schopenhauer
Si sappia che le menti scadenti sono la regola, le buone l'eccezione, le eminenti rarissime e il genio un miracolo.
Arthur Schopenhauer
Tutte le verità passano attraverso tre stadi. Primo: vengono ridicolizzate; secondo: vengono violentemente contestate; terzo: vengono accettate dandole come evidenti.
Arthur Schopenhauer
"La verità è stata in ogni tempo pericolosa compagna, un'ospite ovunque sgradita, e anche rappresentata nuda, in quanto non porta con sè nulla, non ha nulla da distribuire, e vuol essere cercata soltanto per sè. Non si può servire al tempo stesso due padroni così diversi come il mondo e la verità, i quali non hanno assolutamente nulla in comune. Un tentativo in questo senso conduce all'ipocrisia, all'adulazione, alla doppiezza."
Arthur Schopenhauer
Tutti gli uomini scambiano i limiti del loro campo visivo per i limiti del mondo
Arthur Schopenhauer
Niente i mediocri odiano più della superiorità dell'ingegno:
questa ai giorni nostri è la vera sorgente dell'odio.
questa ai giorni nostri è la vera sorgente dell'odio.
Stendhal, Sull'amore, 1822
Più intelligenza avrai, più soffrirai.
Arthur Schopenhauer
La gente comune pensa soltanto a passare il tempo,
chi ha ingegno a renderlo utile
Arthur Schopenhauer
L'amore e l'odio falsano completamente il nostro giudizio:
nei nostri nemici non vediamo altro che difetti e in coloro
che amiamo soltanto i pregi; dei secondi perfino i difetti ci
sembrano amabili.
Arthur Shopenhauer
L'Eldorado è sulla terra. Con l'Italia si vive come con un'amante, oggi in furibondo litigio, domani in adorazione; con la Germania invece come con una donna di casa, senza grosse arrabbiature ma senza grande amore.
Arthur Schopenhauer
In passato la religione era una foresta dietro alla quale interi eserciti potevano fermarsi e nascondersi, senza essere scoperti. Dopo tanti secoli e tanti tagli di alberi, non sono rimasti che cespugli, dietro ai quali ogni tanto si nascondono dei farabutti.
Occorre perciò stare in guardia contro costoro che vorrebbero tirare in ballo la religione ovunque e respingerli ricordando il detto: dietro ogni croce si nasconde un diavolo.
Schopenhauer, Parerga e paralipomena, Pensieri diversi, 182
« Nel mondo esiste un unico essere menzognero: l'uomo. Ogni altro essere è genuino e sincero, perché si fa vedere schiettamente qual è, manifestandosi così come si sente, mentre l'essere umano, a causa del suo abbigliamento, è diventato una caricatura, un mostro, la cui vista è ripugnante già per questo fatto, che è poi perfino sottolineato dal colore bianco e per lui innaturale della pelle e dalle disgustose conseguenze del suo nutrimento a base di carne, che è contro natura, nonché delle bevande alcoliche, del tabacco, degli stravizi e delle malattie. L'essere umano appare come una macchia ignominiosa nella natura. »
Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena
“Ma la grande scoperta che risultò dalla mia indagine fu Schopenhauer. Era il primo a parlare delle sofferenze del mondo, che ci circondano così visibili ed evidenti, e della confusione, delle passioni, del male, in breve di tutto ciò che gli altri sembravano appena notare e risolvevano in una onnicomprensiva armonia. Ecco finalmente un filosofo che aveva il coraggio di vedere che non tutto è per il meglio, nelle fondamenta dell’universo. Non parlava della onnisciente e infinitamente buona provvidenza di un Creatore, né dell’armonia del cosmo, ma affermava brutalmente che un vizio fondamentale è alla base del doloroso corso della storia umana e della crudeltà della natura: la cecità della Volontà creatrice del mondo. Ne trovai la conferma nelle mie osservazioni infantili di pesci malati e morenti volpi rognose, uccelli morti di freddo o di fame; crudeli tragedie, nascoste da un prato fiorito, vermi torturati a morte dalle formiche, insetti che si sbranavano l’un l’altro pezzo a pezzo, e così via. Ma anche la mia esperienza degli esseri umani mi aveva insegnato tutt’altro che la fede nella originaria bontà e moralità dell’uomo. Mi conoscevo abbastanza bene per sapere che io stesso mi distinguevo da un animale solo per una differenza di gradi”.
“La tempesta che soffiava contro di, me era il tempo, che scorre senza tregua verso il passato, e senza tregua, allo stesso modo, ci incalza alle calcagna. È un potente risucchio che attira in sé, avidamente, tutto ciò che vive: possiamo solo sfuggirgli – per poco – tendendo in avanti. Il passato è terribilmente reale e presente, e afferra – chiunque non sappia riscattarsi con una risposta soddisfacente”.
“I bambini reagiscono molto meno a ciò che dicono gli adulti che non agli imponderabili fattori dell’atmosfera che li circonda. Il bambino inconsciamente si adatta ad essi, cioè sorgono in lui correlazioni compensatrici”.
“Sebbene noi esseri umani abbiamo una vita personale, tuttavia siamo in gran parte rappresentanti, vittime e promotori di uno spirito collettivo i cui anni si contano a secoli”.
“Che cos’erano gli uomini, alla fine? ‘Nascono muti e ciechi come cuccioli, pensavo ‘ e come tutte le creature di Dio sono dotati di debolissima luce, insufficiente a illuminare l’oscurità nella quale si muovono a tentoni. Ero parimenti certo che nessuno dei teologi di mia conoscenza avesse mai visto ‘la luce che splende nelle tenebre’ coi propri occhi, perché se l’avessero vista non avrebbero mai potuto insegnare una ‘religione teologica'; di una religione teologica non sapevo che fare; non corrispondeva alla mia esperienza di Dio. Invitava a credere senza speranza di conoscere […] Il peccato fondamentale della fede, secondo me, stava nel fatto che essa anticipava l’esperienza. Come facevano i teologi a sapere che Dio aveva ordinato alcune cose e ne aveva ‘permesso’ delle altre, e gli psichiatri a sapere che la materia possiede le qualità dello spirito umano?”
Brani tratti da Carl Gustav Jung, Ricordi, sogni, riflessioni
"Possiamo anche considerare la nostra vita come un futile episodio perturbatore nella beata pace del nulla. Se ci si rivolge, dalla considerazione del corso del mondo in generale e soprattutto della rapidissima successione delle generazioni umane e della loro pseudoesistenza, ai dettagli della vita umana, l'impressione che questo ci fa è da paragonare alla vista che procura, per mezzo del microscopio, una goccia d'acqua brulicante di infusori, o un altro invisibile mucchietto di vermicelli, la cui furiosa attività e contesa destano il nostro riso. Infatti, quella grande e seriosa attività ha un effetto comico. La nostra vita è di tipo microscopico: è un puntino indivisibile, che noi vediamo allungato per mezzo delle due forti lenti che sono lo spazio e il tempo, e perciò ci appare di grandezza considerevole. Il tempo è un apparato nel nostro cervello per dare, mediante la durata, una parvenza di realtà all'esistenza assolutamente nulla delle cose e di noi stessi. Prima di tutto: nessuno è felice, ma per tutta la vita aspira a una presunta felicità, che di rado raggiunge e, se la raggiunge, è solo per esserne deluso. Ciò che è stato non è più; e non è allo stesso modo di ciò che non è mai stato. Ma tutto ciò che è, nell'attimo successivo è già stato. Perciò il presente più insignificante ha, rispetto al passato più significativo, il vantaggio della realtà; sicchè il presente sta al passato come qualcosa al nulla. Perciò, raggiungere qualcosa di desiderato vuol dire rendersi conto che è qualcosa di vano, e che viviamo sempre attendendo il meglio, spesso rimpiangendo, al tempo stesso, il passato. Il presente, invece, viene accettato sul momento così com'è e stimato nullo, come una via verso la meta. Nessuno si è mai sentito completamente felice nel presente, salvo che non fosse ubriaco. La vita non ha un vero contenuto autentico, ma viene tenuta in movimento soltanto dal bisogno e dall'illusione: ma non appena questo movimento si arresta, si rivela tutta l'aridità e la vacuità dell'esistenza.
Ecco che mi toccherà di sentir dire ancora una volta che la mia filosofia sarebbe sconsolata, solo perchè io parlo secondo verità, mentre la gente vuol sentir dire che il signore Iddio ha fatto tutto per bene. Andate in chiesa allora, e lasciate in pace i filosofi. Almeno non pretendete che essi erigano le loro teorie conformemente alle vostre direttive: questo lo fanno le canaglie, i filosofastri, ai quali potete commissionare teorie a vostro piacimento."
Arthur Schopenhauer
L'amore ha fatto versare fiumi di lacrime, di sangue e soprattutto d'inchiostro, ma nessuno ne ha indagato così a fondo il mistero come Schopenhauer. Si tratta di una passione tirannica e demoniaca, anzi metafisica, che nei gradi più alti della sua intensità è capace di travolgere tutto, anche la vita stessa di chi ne è preso. E se ne capisce il perché, dice il filosofo, se si pensa che dall'amore dipende la perpetuazione della specie.
Ma una cosa di tanta importanza non poteva essere lasciata all'arbitrio degli individui e così la natura ci ha dato l'istinto sessuale, la cui forza e infallibilità ci inducono a fare quello che non faremmo mai con la mera riflessione razionale. Tale istinto crea delle illusioni, facendoci credere che l'amplesso con una determinata persona ci procurerà una felicità infinita; ma poi, 'post rem', scopriamo con stupore che così non è. Intanto la natura ha ottenuto il suo scopo, quello appunto della riproduzione. Ciò che le sta a cuore, infatti, è la vita della specie e non quella degli individui, che essa considera semplici strumenti o zimbelli.
L'istinto sessuale, di cui la natura si serve per i suoi fini, ci guida come un fuoco fatuo e poi ci lascia negli stagni. Ci sono pagine, in questo libro, che fanno venire i brividi, perché ci aprono gli occhi sugli abissi metafisici della nostra esistenza. Ogni amore, per quanto eterno possa apparire, è radicato nell'istinto sessuale e non c'è alcuna differenza essenziale tra il cervo in fregola che bramisce e il poeta innamorato che scioglie inni alla sua bella. Lo scopo è sempre lo stesso, comunque lo si persegua: perpetuare la specie. Neppure Freud, che del resto saccheggiò Schopenhauer molto più di quel che egli non volesse ammettere, disse cose così profonde sulla vera natura dell'amore.
Arthur Schopenhauer, "Metafisica dell'amore sessuale"
È spaventoso che in ciascuno, dovunque sia nato, vengano impresse fin dalla primissima giovinezza determinate asserzioni, mentre gli si assicura che, se non vuol mettere a repentaglio la propria salvezza eterna, non dovrà mai metterle indubbio. Si tratta, infatti, di asserzioni che riguardano la base di tutte le nostre conoscenze ulteriori, e, di conseguenza, determinano per sempre il nostro punto di vista nei loro confronti; così che, se quelle asserzioni sono false, quel punto di vista sarà falsato per sempre.
Arthur Schopenhauer
Le religioni − sono loro stesse ad affermarlo − non si interessano della convinzione, ma della fede, e non fanno uso di argomenti, ma di rivelazioni. Ora, gli anni dell'infanzia sono quelli in cui è maggiore la disponibilità a credere; perciò si mira, anzitutto, a impadronirsi di quella tenera età. È in tal modo, assai più ancora che mediante minacce e racconti di miracoli, che mettono radici le dottrine della fede.
Arthur Schopenhauer
Le religioni − sono loro stesse ad affermarlo − non si interessano della convinzione, ma della fede, e non fanno uso di argomenti, ma di rivelazioni. Ora, gli anni dell'infanzia sono quelli in cui è maggiore la disponibilità a credere; perciò si mira, anzitutto, a impadronirsi di quella tenera età. È in tal modo, assai più ancora che mediante minacce e racconti di miracoli, che mettono radici le dottrine della fede.
Arthur Schopenhauer
In India, le nostre religioni non attecchiranno mai; l'antica saggezza della razza umana non sarà oscurata dagli eventi in Galilea. Al contrario, la saggezza indiana fluirà indietro verso l'Europa, e produrrà cambiamenti fondamentali nel nostro pensiero e nelle nostre conoscenze.
Arthur Schopenhauer
Se a un Dio si deve questo mondo, non vorrei essere nei suoi panni; il dolore e le ingiustizie che vi regnano, mi strazierebbero il cuore.
Arthur Schopenhauer
Le religioni sono come le lucciole: per splendere hanno bisogno delle tenebre
Arthur Schopenhauer
Le religioni sono come le lucciole: per splendere hanno bisogno delle tenebre
Arthur Schopenhauer
In passato la religione era una foresta dietro alla quale interi eserciti potevano fermarsi e nascondersi, senza essere scoperti. Dopo tanti secoli e tanti tagli di alberi, non sono rimasti che cespugli, dietro ai quali ogni tanto si nascondono dei farabutti.
Occorre perciò stare in guardia contro costoro che vorrebbero tirare in ballo la religione ovunque e respingerli ricordando il detto: dietro ogni croce si nasconde un diavolo.
Schopenhauer, Parerga e paralipomena, Pensieri diversi, 182
« Nel mondo esiste un unico essere menzognero: l'uomo. Ogni altro essere è genuino e sincero, perché si fa vedere schiettamente qual è, manifestandosi così come si sente, mentre l'essere umano, a causa del suo abbigliamento, è diventato una caricatura, un mostro, la cui vista è ripugnante già per questo fatto, che è poi perfino sottolineato dal colore bianco e per lui innaturale della pelle e dalle disgustose conseguenze del suo nutrimento a base di carne, che è contro natura, nonché delle bevande alcoliche, del tabacco, degli stravizi e delle malattie. L'essere umano appare come una macchia ignominiosa nella natura. »
Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena
“Ma la grande scoperta che risultò dalla mia indagine fu Schopenhauer. Era il primo a parlare delle sofferenze del mondo, che ci circondano così visibili ed evidenti, e della confusione, delle passioni, del male, in breve di tutto ciò che gli altri sembravano appena notare e risolvevano in una onnicomprensiva armonia. Ecco finalmente un filosofo che aveva il coraggio di vedere che non tutto è per il meglio, nelle fondamenta dell’universo. Non parlava della onnisciente e infinitamente buona provvidenza di un Creatore, né dell’armonia del cosmo, ma affermava brutalmente che un vizio fondamentale è alla base del doloroso corso della storia umana e della crudeltà della natura: la cecità della Volontà creatrice del mondo. Ne trovai la conferma nelle mie osservazioni infantili di pesci malati e morenti volpi rognose, uccelli morti di freddo o di fame; crudeli tragedie, nascoste da un prato fiorito, vermi torturati a morte dalle formiche, insetti che si sbranavano l’un l’altro pezzo a pezzo, e così via. Ma anche la mia esperienza degli esseri umani mi aveva insegnato tutt’altro che la fede nella originaria bontà e moralità dell’uomo. Mi conoscevo abbastanza bene per sapere che io stesso mi distinguevo da un animale solo per una differenza di gradi”.
“La tempesta che soffiava contro di, me era il tempo, che scorre senza tregua verso il passato, e senza tregua, allo stesso modo, ci incalza alle calcagna. È un potente risucchio che attira in sé, avidamente, tutto ciò che vive: possiamo solo sfuggirgli – per poco – tendendo in avanti. Il passato è terribilmente reale e presente, e afferra – chiunque non sappia riscattarsi con una risposta soddisfacente”.
“I bambini reagiscono molto meno a ciò che dicono gli adulti che non agli imponderabili fattori dell’atmosfera che li circonda. Il bambino inconsciamente si adatta ad essi, cioè sorgono in lui correlazioni compensatrici”.
“Sebbene noi esseri umani abbiamo una vita personale, tuttavia siamo in gran parte rappresentanti, vittime e promotori di uno spirito collettivo i cui anni si contano a secoli”.
“Che cos’erano gli uomini, alla fine? ‘Nascono muti e ciechi come cuccioli, pensavo ‘ e come tutte le creature di Dio sono dotati di debolissima luce, insufficiente a illuminare l’oscurità nella quale si muovono a tentoni. Ero parimenti certo che nessuno dei teologi di mia conoscenza avesse mai visto ‘la luce che splende nelle tenebre’ coi propri occhi, perché se l’avessero vista non avrebbero mai potuto insegnare una ‘religione teologica'; di una religione teologica non sapevo che fare; non corrispondeva alla mia esperienza di Dio. Invitava a credere senza speranza di conoscere […] Il peccato fondamentale della fede, secondo me, stava nel fatto che essa anticipava l’esperienza. Come facevano i teologi a sapere che Dio aveva ordinato alcune cose e ne aveva ‘permesso’ delle altre, e gli psichiatri a sapere che la materia possiede le qualità dello spirito umano?”
Brani tratti da Carl Gustav Jung, Ricordi, sogni, riflessioni
"Possiamo anche considerare la nostra vita come un futile episodio perturbatore nella beata pace del nulla. Se ci si rivolge, dalla considerazione del corso del mondo in generale e soprattutto della rapidissima successione delle generazioni umane e della loro pseudoesistenza, ai dettagli della vita umana, l'impressione che questo ci fa è da paragonare alla vista che procura, per mezzo del microscopio, una goccia d'acqua brulicante di infusori, o un altro invisibile mucchietto di vermicelli, la cui furiosa attività e contesa destano il nostro riso. Infatti, quella grande e seriosa attività ha un effetto comico. La nostra vita è di tipo microscopico: è un puntino indivisibile, che noi vediamo allungato per mezzo delle due forti lenti che sono lo spazio e il tempo, e perciò ci appare di grandezza considerevole. Il tempo è un apparato nel nostro cervello per dare, mediante la durata, una parvenza di realtà all'esistenza assolutamente nulla delle cose e di noi stessi. Prima di tutto: nessuno è felice, ma per tutta la vita aspira a una presunta felicità, che di rado raggiunge e, se la raggiunge, è solo per esserne deluso. Ciò che è stato non è più; e non è allo stesso modo di ciò che non è mai stato. Ma tutto ciò che è, nell'attimo successivo è già stato. Perciò il presente più insignificante ha, rispetto al passato più significativo, il vantaggio della realtà; sicchè il presente sta al passato come qualcosa al nulla. Perciò, raggiungere qualcosa di desiderato vuol dire rendersi conto che è qualcosa di vano, e che viviamo sempre attendendo il meglio, spesso rimpiangendo, al tempo stesso, il passato. Il presente, invece, viene accettato sul momento così com'è e stimato nullo, come una via verso la meta. Nessuno si è mai sentito completamente felice nel presente, salvo che non fosse ubriaco. La vita non ha un vero contenuto autentico, ma viene tenuta in movimento soltanto dal bisogno e dall'illusione: ma non appena questo movimento si arresta, si rivela tutta l'aridità e la vacuità dell'esistenza.
Ecco che mi toccherà di sentir dire ancora una volta che la mia filosofia sarebbe sconsolata, solo perchè io parlo secondo verità, mentre la gente vuol sentir dire che il signore Iddio ha fatto tutto per bene. Andate in chiesa allora, e lasciate in pace i filosofi. Almeno non pretendete che essi erigano le loro teorie conformemente alle vostre direttive: questo lo fanno le canaglie, i filosofastri, ai quali potete commissionare teorie a vostro piacimento."
Arthur Schopenhauer
L'amore ha fatto versare fiumi di lacrime, di sangue e soprattutto d'inchiostro, ma nessuno ne ha indagato così a fondo il mistero come Schopenhauer. Si tratta di una passione tirannica e demoniaca, anzi metafisica, che nei gradi più alti della sua intensità è capace di travolgere tutto, anche la vita stessa di chi ne è preso. E se ne capisce il perché, dice il filosofo, se si pensa che dall'amore dipende la perpetuazione della specie.
Ma una cosa di tanta importanza non poteva essere lasciata all'arbitrio degli individui e così la natura ci ha dato l'istinto sessuale, la cui forza e infallibilità ci inducono a fare quello che non faremmo mai con la mera riflessione razionale. Tale istinto crea delle illusioni, facendoci credere che l'amplesso con una determinata persona ci procurerà una felicità infinita; ma poi, 'post rem', scopriamo con stupore che così non è. Intanto la natura ha ottenuto il suo scopo, quello appunto della riproduzione. Ciò che le sta a cuore, infatti, è la vita della specie e non quella degli individui, che essa considera semplici strumenti o zimbelli.
L'istinto sessuale, di cui la natura si serve per i suoi fini, ci guida come un fuoco fatuo e poi ci lascia negli stagni. Ci sono pagine, in questo libro, che fanno venire i brividi, perché ci aprono gli occhi sugli abissi metafisici della nostra esistenza. Ogni amore, per quanto eterno possa apparire, è radicato nell'istinto sessuale e non c'è alcuna differenza essenziale tra il cervo in fregola che bramisce e il poeta innamorato che scioglie inni alla sua bella. Lo scopo è sempre lo stesso, comunque lo si persegua: perpetuare la specie. Neppure Freud, che del resto saccheggiò Schopenhauer molto più di quel che egli non volesse ammettere, disse cose così profonde sulla vera natura dell'amore.
Arthur Schopenhauer, "Metafisica dell'amore sessuale"
"L'amore è una droga che la natura somministra ai suoi figli per indurli a fare ciò che essa vuole. L'istinto sessuale è comune a tutti gli esseri viventi. L'uomo ha voluto spiritualizzarlo e l'ha chiamato amore, ma questo non serve a niente: l'innamorato che scrive madrigali per la sua bella non fa niente di diverso, nella sostanza, del merlo che fischia sul ramo. Lo scopo, metafisicamente parlando, è identico: perpetuare la specie. Si tratta di una passione tirannica e cieca, che nei gradi più alti della sua intensità è capace di travolgere tutto, anche la vita stessa di chi ne è irretito. E se ne capisce il perchè, se si pensa che dall'amore dipende la perpetuazione della specie. Una cosa di tale importanza non poteva essere lasciata all'arbitrio degli individui e così la natura, per ottenere il suo scopo, fa nascere nell'individuo una sorta di illusione, in virtù della quale a lui sembri un bene per se stesso ciò che in realtà è solo un bene per la specie, così che serva questa mentre s'illude di servire se stesso. Siccome la passione si basava, per l'appunto, su una illusione, che faceva sembrare prezioso per l'individuo ciò che ha valore solo per la specie, è naturale che l'inganno scompaia dopo che la specie abbia ottenuto il suo scopo. Lo spirito della specie, che si era impadronito dell'individuo, lo lascia di nuovo libero. Così, abbandonato da tale spirito, l'individuo ricade nella sua limitatezza e nella sua miseria originale, e constata con stupore che, dopo aspirazioni così alte, eroiche e infinite, il suo piacere non è stato diverso da quello che può offrire qualsiasi appagamento sessuale; contrariamente alla sua aspettativa, egli non si ritrova più felice di prima, si accorge di essere stato ingannato dallo spirito della specie."
Arthur Schopenhauer, Metafisica dell'Amore Sessuale
Compassione
Il grande filosofo tedesco Schopenhauer, nel magnifico saggio "Il fondamento della morale" tratta di questa esperienza spirituale trascendentale. Come è possibile, si chiede, che un individuo possa a tal punto dimenticare se stesso e la propria incolumità da mettere se stesso e la sua vita in pericolo per salvare un altro dalla morte o dal dolore, come se la vita dell' altro fosse la sua e il pericolo dell' altro fosse il suo? E così poi agisce. Schopenhauer risponde: accade perché vi è un riconoscimento istintivo della verità che lui e gli altri in realtà sono uno. Egli è mosso non dalla conoscenza superficiale e secondaria di se stesso come separato dagli altri, ma da una esperienza immediata della verità più grande e più vera, che siamo tutti uno nella profondità del nostro essere. Il nome che Schopenhauer dà a questa motivazione è "compassione", Mitleid, e la identifica come l'unica e sola ispirazione di una azione intrinsecamente morale. Essa è fondata, a suo avviso, su un'intuizione metafisicamente valida. Per un attimo siamo disinteressati, senza limiti, senza ego.
Joseph Campbell, Myths to Live By
Arthur Schopenhauer - Massima n° 8 "L'arte di essere felici":
Limitare la propria cerchia: si offre così minore presa all'infelicità;
la limitazione rende felici, eccetera.
la limitazione rende felici, eccetera.
Arthur Schopenhauer"
Arthur Schopenhauer - Massima n° 9 "L'arte di essere felici": "
L'uomo saggio non persegue ciò che è piacevole, ma l'assenza di dolore.
Arthur Schopenhauer"
Arthur Schopenhauer - Massima n° 26 b "L'arte di essere felici":
Porre una meta ai nostri desideri, tenere a freno le nostre brame, dominare la nostra collera, essere sempre memori del fatto che l'uomo può raggiungere solo una parte infinitamente piccola di tutto ciò che è desiderabile, e che moltissimi mali sono inevitabili: così dovremo sopportare e rinunciare. Inoltre, anche se possedessimo la massima ricchezza e il massimo potere ci considereremo miseri.
Arthur Schopenhauer
Il desiderio di conoscenza, come la sete di ricchezza, aumenta continuamente con l'acquisto.
Laurence Sterne
La verità e l'originalità troverebbero più facilmente posto nel mondo, se coloro che non sono in grado di produrle, non cospirassero di comune accordo per non farle venire alla luce.
Arthur Schopenhauer
L’amore e l’odio falsano completamente il nostro giudizio: nei nostri nemici non vediamo altro che difetti e in coloro che amiamo soltanto i pregi, dei secondi perfino i difetti ci sembrano amabili.
Arthur Schopenhauer
La speranza e la paura ci fanno vedere come verosimile e prossimo rispettivamente ciò che desideriamo e ciò che temiamo, ma entrambe ingrandiscono il loro oggetto.
Arthur Schopenhauer
"Nella pacatezza dello sguardo degli animali parla ancora la saggezza della natura; perché in essi la volontà e l'intelletto non si sono ancora distaccati abbastanza l'uno dall'altro per potersi, al loro reincontrarsi, stupirsi l'uno dell'altra."
Arthur Schopenhauer
Gli animali sono, assai più di noi, soddisfatti per il semplice fatto di esistere; le piante lo sono interamente; gli uomini lo sono secondo il grado della loro stupidità. Questa dedizione totale al presente, propria degli animali, è la precipua causa del piacere che ci danno gli animali domestici.
Arthur Schopenhauer, Parerga e Frammenti postumi
Animali: esseri coscienti
che condividono con noi
questa enigmatica esistenza. [...]
L'uomo deve riconoscere
che gli animali sono, essenzialmente,
uguali a lui
e deve trattarli di conseguenza. [...]
Arthur Schopenhauer
Nella pacatezza
dello sguardo degli animali
parla ancora
la saggezza della natura.
Arthur Schopenhauer
Schopenhauer riprende da Kant i concetti di fenomeno e noumeno.
Il fenomeno è il prodotto della nostra coscienza, esso è il mondo come ci appare mediante le forme a priori dell'intelletto (tempo, spazio, causalità), mentre il noumeno è la cosa in sé, fondamento ed essenza vera del mondo. Il fenomeno materiale è dunque per Schopenhauer solo parvenza, illusione, sogno: tra noi e la vera realtà è come se vi fosse uno schermo che ce la fa vedere distorta: il velo di Maya di cui parla la filosofia indiana, alla quale Schopenhauer spesso si rifà.
Il mondo dunque è una mia rappresentazione, una mia illusione ottica. Schopenhauer, e qui traspare l'influenza dello studio di Platone, ritiene che la rappresentazione, cioè la realtà che ci si para davanti, sia nient'altro che una fotocopia mal inchiostrata, celante la vera realtà delle cose.
Per poter giungere alla realtà noumenica, quella vera, non si può quindi percorrere la strada della conoscenza razionale, visto che è relegata alla sfera della rappresentazione che in base al quadruplice principio di ragion sufficiente ci mostrerà sempre un mondo totalmente determinato.
"L'inizio della teologia è la paura: se gli uomini fossero felici, non sorgerebbe mai una teologia. Nel Medioevo il popolo (cittadini e contadini) era il bestiame da soma e da ingrasso dei cavalieri e dei chierici. I primi dominavano apertamente con la forza, i secondi con la menzogna e la frode. Non sono mai mancate persone che sfruttassero il più possibile il bisogno metafisico dell'uomo, facendone la fonte del loro sostentamento. Perciò esistono in tutti i popoli i monopolizzatori e gli appaltatori del bisogno metafisico: i preti. Il loro mestiere dovette però essere dappertutto garantito con la concessione del diritto di imprimere molto presto i loro dogmi metafisici negli uomini, ancor prima che la capacità di giudizio si svegli dal suo leggero sonno del mattino, ossia nella prima infanzia: è il momento in cui qualsiasi dogma ben impresso, per quanto insensato possa essere, si fisserà per sempre. Se i preti dovessero aspettare la maturità di giudizio, i loro privilegi non potrebbero esistere. Infatti, la più sicura garanzia per un durevole possesso delle menti viene loro data dall'inestimabile privilegio di inculcare nei bambini i loro dogmi, i quali s'imprimono in loro fino a diventare una specie di secondo intelletto innato. Mediante il precoce indottrinamento, in Europa si è arrivati al punto che la credenza in un dio personale è letteralmente diventata, in quasi tutti, un'idea fissa. Già solo il presentarsi come verità rivelata è il marchio dell'inganno, e costituisce, per uno che pensi, una sollecitazione all'ostilità. Solo quando il mondo sarà diventato abbastanza onesto da non impartire lezioni di religione ai ragazzi prima del quindicesimo anno di età ci si potrà aspettare qualche cosa da esso."
Arthur Schopenhauer. O Si Pensa, O Si Crede
Schopenhauer. La volontà di vivere. Il pessimismo sociale.
«l'uomo è, infatti, l'unico animale che faccia soffrire gli altri al solo scopo di far soffrire.
Gli altri animali lo fanno unicamente per soddisfare la loro fame o nel furore della lotta»
Gli altri animali lo fanno unicamente per soddisfare la loro fame o nel furore della lotta»
Arthur Schopenhauer, Supplementi al "Mondo come volontà e rappresentazione"
Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità,
bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva.
bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva.
Levi Montalcini
Gli amici si dicono sinceri, ma in realtà sinceri sono i nemici.
Si dovrebbe quindi utilizzare il biasimo di questi ultimi, come una medicina amara, per conoscere se stessi.
Si dovrebbe quindi utilizzare il biasimo di questi ultimi, come una medicina amara, per conoscere se stessi.
Arthur Schopenhauer
Vita e sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare. Arthur Schopenhauer
Ma noi gioiamo della nostra esistenza solo in questi due modi: o nel desiderio, nel quale la lontananza e gli ostacoli ci fanno apparire la meta come un appagamento - e questa illusione scompare dopo che si è raggiunta la meta - oppure in una occupazione puramente intellettuale, nella quale, però, propriamente, usciamo dalla vita, onde considerarla dall'esterno come spettatori nei parchi. Perfino il godimento dei sensi consiste in un continuo desiderio, e cessa non appena è raggiunto il suo scopo.
Arthur Schopenhauer
Buddhismo puro. Se non fossi rosacrociano diventerei buddhista. Il Buddha è davvero un maestro e i suoi insegnamenti vecchi di due millenni e mezzo sono stati raggiunti dalle nostre scienze solo ora, ancora con titubanza e timidezza. Le nostre psicologia fisica quantistica e altre non potranno che dar ragione al sapere espresso già da altri che a modo loro erano psicologi e ingegneri ante literam.
Per vivere in modo perfettamente assennato e per trarre dalla propria esperienza tutto l'insegnamento possibile è necessario ripensare spesso al passato e ricapitolare quanto si è sperimentato, le aspirazioni con i risultati raggiunti e le soddisfazioni ottenute. Tutto ciò equivale a una ripetizione delle lezioni private che l'esperienza impartisce a ciascuno di noi; la propria esperienza funge da testo; la riflessione e la cultura da commento ... Chi vive costantemente nel trambusto degli affari e dei divertimenti, senza mai rimeditare il proprio passato, e continuando invece a dipanare la sua vita, perde la chiara cognizione della realtà: il suo animo diventa un caos, e nei suoi pensieri subentra una confusione che si palesa ben presto nel suo modo di parlare e di conversare: il suo discorso è rotto, frammentario, per così dire smozzicato. Questo si verificherà tanto più spesso quanto maggiore è l'irrequietezza fisica, la quantità delle impressioni, e quanto è più è scarsa l'attività interiore dello spirito.
Arthur Schopenhauer
Per vivere in modo perfettamente assennato e per trarre dalla propria esperienza tutto l'insegnamento possibile è necessario ripensare spesso al passato e ricapitolare quanto si è sperimentato, le aspirazioni con i risultati raggiunti e le soddisfazioni ottenute. Tutto ciò equivale a una ripetizione delle lezioni private che l'esperienza impartisce a ciascuno di noi; la propria esperienza funge da testo; la riflessione e la cultura da commento ... Chi vive costantemente nel trambusto degli affari e dei divertimenti, senza mai rimeditare il proprio passato, e continuando invece a dipanare la sua vita, perde la chiara cognizione della realtà: il suo animo diventa un caos, e nei suoi pensieri subentra una confusione che si palesa ben presto nel suo modo di parlare e di conversare: il suo discorso è rotto, frammentario, per così dire smozzicato. Questo si verificherà tanto più spesso quanto maggiore è l'irrequietezza fisica, la quantità delle impressioni, e quanto è più è scarsa l'attività interiore dello spirito.
Arthur Schopenhauer
Tutti gli uomini hanno al possibilità di conoscere se stessi" afferma Eraclito.
Socrate fa dell'arte di conoscere se stessi il cardine dell'intera saggezza filosofica, come testimonia Platone nell'Alcibiade maggiore. Nella tradizione iconografica la saggezza sarà spesso rappresentata come una figura femminile che tiene un mano il prezioso strumento in cui è possibile guardarsi e conoscersi: lo specchio.
Arthur Schopenhauer
La vita è come una stoffa ricamata della quale ciascuno nella propria metà dell'esistenza può osservare il diritto, nella seconda invece il rovescio: quest'ultimo non è così bello, ma più istruttivo, perché ci fa vedere l'intreccio dei fili.
Arthur Schopenhauer
Noi crediamo, da giovani, che le occasioni e le persone importanti e influenti per il prosieguo della nostra vita si presentino con squilli di tromba e rulli di timpani; nella vecchiaia tuttavia la considerazione retrospettiva mostra che esse si sono insinuate nella nostra vita in punta di piedi, passando dalla porta di servizio e pressoché inosservate. A questo riguardo si potrebbe anche paragonare la vita a una stoffa ricamata di cui ognuno può vedere nella prima metà della sua vita il dritto, nella seconda il rovescio: il rovescio non è bello come il dritto, ma è più istruttivo, perchè permette di riconoscere l'intreccio dei fili che costituiscono il tessuto.
Schopenhauer
Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita.
Arthur Schopenhauer
Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita.
Arthur Schopenhauer
La lontananza rimpicciolisce gli oggetti all'occhio, li ingrandisce al pensiero.
Arthur Schopenhauer
Nessuno può vedere al di là di sé. Con ciò voglio dire che ciascuno vede nell'altro solo quel tanto che è anche lui stesso.
Arthur Schopenhauer
Gli uomini mutano sentimenti e comportamento con la stessa rapidità con cui modificano i loro interessi
Arthur Schopenhauer
Non è tanto importante quello che sta avvenendo quanto quello che noi pensiamo stia avvenendo
Arthur Schopenhauer
Nessuno può vedere al di là di sé. Con ciò voglio dire che ciascuno vede nell'altro solo quel tanto che è anche lui stesso.
Arthur Schopenhauer
Gli uomini mutano sentimenti e comportamento con la stessa rapidità con cui modificano i loro interessi
Arthur Schopenhauer
Non è tanto importante quello che sta avvenendo quanto quello che noi pensiamo stia avvenendo
Arthur Schopenhauer
Ciò che la gente, comunemente, chiama destino è, per lo più, soltanto l'insieme delle sciocchezze che essa commette.
Arthur Schopenhauer
Se la nostra vita fosse senza fine e senza dolore, a nessuno forse verrebbe in mente di domandarsi perché il mondo esista e perché sia fatto proprio così, ma tutto ciò sarebbe ovvio.
Arthur Schopenhauer
La pena, causata dal desiderio non appagato, è insignificante in confronto con quella del rimorso: la prima si trova davanti l'avvenire sempre aperto e imprevedibile; la seconda, il passato, irrevocabilmente chiuso.
Arthur Schopenhauer
Arthur Schopenhauer
Laurence Sterne
Ogni uomo considera i limiti della propria visione personale come i limiti del mondo
Arthur Schopenhauer
'Non ho Scritto Mai per gli Imbecilli. Per questo il Mio 'Pubblico' è Ristretto!'
Più Limitato è il Nostro Campo D'Azione, di Visuale e di Vere Relazioni, e più Siamo Felici!
Arthur Schpenhauer
'Non ho Scritto Mai per gli Imbecilli. Per questo il Mio 'Pubblico' è Ristretto!'
Più Limitato è il Nostro Campo D'Azione, di Visuale e di Vere Relazioni, e più Siamo Felici!
Arthur Schpenhauer
Arthur Schopenhauer
L’amore e l’odio falsano completamente il nostro giudizio: nei nostri nemici non vediamo altro che difetti e in coloro che amiamo soltanto i pregi, dei secondi perfino i difetti ci sembrano amabili.
Arthur Schopenhauer
La speranza e la paura ci fanno vedere come verosimile e prossimo rispettivamente ciò che desideriamo e ciò che temiamo, ma entrambe ingrandiscono il loro oggetto.
Arthur Schopenhauer
Gli scrittori si possono dividere in stelle cadenti, pianeti e stelle fisse.
I primi producono colpi di scena momentanei: si guarda in su, si grida "guarda guarda" e poi scompaiono per sempre. I secondi, cioè le stelle che vagabondano per il cielo, hanno assai più consistenza. Brillano, benché soltanto grazie alla loro vicinanza, assai più delle stelle fisse e vengono con esse scambiati dai profani. Ma anche i pianeti debbono ben presto sgomberare il loro posto, inoltre ricevono la luce in prestito e hanno una sfera d'azione limitata ai compagni di cammino (i contemporanei). Essi si spostano e si alternano: un'orbita della durata di qualche anno è il loro destino. Soltanto le stelle fisse non cambiano: stanno ferme nel cielo, hanno luce propria, agiscono su ogni epoca... Esse non appartengono, come gli altri corpi celesti, a un solo sistema (nazione), bensì all'universo. Ma appunto a causa dell'altezza della loro posizione, la loro luce di solito richiede molti anni prima di diventare visibile all'abitante della terra.
Arthur Schopenhauer, L'arte di insultare"Nella pacatezza dello sguardo degli animali parla ancora la saggezza della natura; perché in essi la volontà e l'intelletto non si sono ancora distaccati abbastanza l'uno dall'altro per potersi, al loro reincontrarsi, stupirsi l'uno dell'altra."
Arthur Schopenhauer
Gli animali sono, assai più di noi, soddisfatti per il semplice fatto di esistere; le piante lo sono interamente; gli uomini lo sono secondo il grado della loro stupidità. Questa dedizione totale al presente, propria degli animali, è la precipua causa del piacere che ci danno gli animali domestici.
Arthur Schopenhauer, Parerga e Frammenti postumi
Amo i cani perchè sono trasparenti come il vetro, non hanno malizia e il mio se vuole far delle feste mi fa delle feste e se mi vuol mordere mi morde, e la sua trasparenza mi rende piacevole la sua compagnia; se al mondo non ci fossero i cani, io non amerei la vita.
Arthur Schopenhauer
che condividono con noi
questa enigmatica esistenza. [...]
L'uomo deve riconoscere
che gli animali sono, essenzialmente,
uguali a lui
e deve trattarli di conseguenza. [...]
Arthur Schopenhauer
Nella pacatezza
dello sguardo degli animali
parla ancora
la saggezza della natura.
Arthur Schopenhauer
Schopenhauer riprende da Kant i concetti di fenomeno e noumeno.
Il fenomeno è il prodotto della nostra coscienza, esso è il mondo come ci appare mediante le forme a priori dell'intelletto (tempo, spazio, causalità), mentre il noumeno è la cosa in sé, fondamento ed essenza vera del mondo. Il fenomeno materiale è dunque per Schopenhauer solo parvenza, illusione, sogno: tra noi e la vera realtà è come se vi fosse uno schermo che ce la fa vedere distorta: il velo di Maya di cui parla la filosofia indiana, alla quale Schopenhauer spesso si rifà.
Il mondo dunque è una mia rappresentazione, una mia illusione ottica. Schopenhauer, e qui traspare l'influenza dello studio di Platone, ritiene che la rappresentazione, cioè la realtà che ci si para davanti, sia nient'altro che una fotocopia mal inchiostrata, celante la vera realtà delle cose.
Per poter giungere alla realtà noumenica, quella vera, non si può quindi percorrere la strada della conoscenza razionale, visto che è relegata alla sfera della rappresentazione che in base al quadruplice principio di ragion sufficiente ci mostrerà sempre un mondo totalmente determinato.
"L'inizio della teologia è la paura: se gli uomini fossero felici, non sorgerebbe mai una teologia. Nel Medioevo il popolo (cittadini e contadini) era il bestiame da soma e da ingrasso dei cavalieri e dei chierici. I primi dominavano apertamente con la forza, i secondi con la menzogna e la frode. Non sono mai mancate persone che sfruttassero il più possibile il bisogno metafisico dell'uomo, facendone la fonte del loro sostentamento. Perciò esistono in tutti i popoli i monopolizzatori e gli appaltatori del bisogno metafisico: i preti. Il loro mestiere dovette però essere dappertutto garantito con la concessione del diritto di imprimere molto presto i loro dogmi metafisici negli uomini, ancor prima che la capacità di giudizio si svegli dal suo leggero sonno del mattino, ossia nella prima infanzia: è il momento in cui qualsiasi dogma ben impresso, per quanto insensato possa essere, si fisserà per sempre. Se i preti dovessero aspettare la maturità di giudizio, i loro privilegi non potrebbero esistere. Infatti, la più sicura garanzia per un durevole possesso delle menti viene loro data dall'inestimabile privilegio di inculcare nei bambini i loro dogmi, i quali s'imprimono in loro fino a diventare una specie di secondo intelletto innato. Mediante il precoce indottrinamento, in Europa si è arrivati al punto che la credenza in un dio personale è letteralmente diventata, in quasi tutti, un'idea fissa. Già solo il presentarsi come verità rivelata è il marchio dell'inganno, e costituisce, per uno che pensi, una sollecitazione all'ostilità. Solo quando il mondo sarà diventato abbastanza onesto da non impartire lezioni di religione ai ragazzi prima del quindicesimo anno di età ci si potrà aspettare qualche cosa da esso."
Arthur Schopenhauer. O Si Pensa, O Si Crede
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