Il mondo infantile
E ci chiediamo COME MAI I BAMBINI CHE CI CIRCONDANO SONO SEMPRE PIÙ ISTERICI E NERVOSI, sarà forse colpa di genitori e familiari a seguito?Mamme e papà, nonni e zii sempre PRONTI A STRESSARLI TRA MILLE IMPEGNI, A TORTURARLI PER MANGIARE, AD ASFISSIARLI DI PREMURE ED ATTENZIONI NON RICHIESTE, ma LASCIAMOLI IN PACE DI VIVERE LA LORO VITA INFANTILE DIETRO I LORO SOGNI e i loro stati d’animo, lasciamoli liberi e sereni. Ripenso ancora ai piccoli delle scuole dove ho insegnato o degli Istituti educativi dove ho lavorato, li rivedo negli sguardi dei bimbi che ogni giorno incontro al supermercato, al mare, ai centri commerciali e ascolto attentamente le loro urla e i loro pianti che vengono definiti capricci mentre sono segni significativi del loro bisogno di comunicare. E’ necessario che genitori ed educatori si impegnino A CONSIDERARE OGNI SINGOLO BAMBINO UN MONDO A PARTE DIVERSO DA TUTTI GLI ALTRI BAMBINI, per questo non bisogna relazionarsi con gli alunni o i figli allo stesso modo, ogni bambino ha proprie capacità, propri interessi e propri ritmi e L’ASCOLTO E IL DIALOGO SONO STRUMENTI PEDAGOGICI FONDAMENTALI NEL PERCORSO DI CRESCITA E MATURAZIONE. Il TEMPO DELL’ASCOLTO, inteso come ASCOLTO ATTIVO ATTENTO A VALORIZZARE LA SINGOLARITÀ di nostro figlio, assume un significato sempre più importante, lo stress della vita frenetica ma anche la PRESUNZIONE DEL GENITORE DI RITENERSI L’UNICO DETENTORE DELLA VERITÀ, del giusto e del non giusto, ci portano lontano dal mondo infantile. Dobbiamo IMPARARE AD ASCOLTARE i nostri figli DIALOGANDO, confrontandoci e dando importanza all’ESISTENZA DI TANTE VERITÀ, NON DI UN’UNICA VERITÀ A CUI CI SI DEVE UNIFORMARE, così come dobbiamo imparare a dialogare con gli altri genitori, con insegnanti ed educatori, con il pediatra e con tutti gli adulti di riferimento che fanno parte della vita di nostro figlio, non pensando di sapere tutto di Educazione e Genitorialità.
22 settembre 2010, di Claudia Dell'Aquila
La Pedagogista, Mediatore Familiare
Dott.ssa Claudia Dell’Aquila
Il mondo infantile
http://www.loschiaffo.org/il-mondo-infantile/
Comunitá Internazionale di Cooperazione in Educazione:
Se insisti con un bambino o una bambina a fargli o farle fare qualcosa che non é compatibile con il suo grado di sviluppo – e nelle nostre scuole succede – l’effetto psicologico che si genera é catastofico.
Fatemelo ripetere: se spingete un bambino o una bambina a fare qualcosa che semplicemente non puó fare perché il suo sviluppo non lo consente, tu crei una profonda convinzione che (a) Io odio questa cosa; (b) Io non so fare questa cosa; (c) Non saró in grado di fare questa cosa, e (d) c’é qualcosa di sbagliato in me.
Dal blog "Schoolingtheworld"
La foto originale é di Nello Formisano che ringraziamo.
Mio figlio e stato trattato da pelandrone per tutti gli anni delle elementari, finché a qualcuno è venuto il dubbio che ci fosse qualche problema....... Via ai controlli ... Risultato? Disprassia. Inizio scuole medie con foglio del reparto neuropsichiatria infantile....... Le prof hanno continuato a dire che il problema era la poca voglia..... Mai programmi diversi nei compiti n'è interrogazioni . Molti docenti nelle scuole italiane sono braccia rubate all' agricoltura .
Con mio figlio dislessico e discalculico, ho risolto mandandolo alla scuola Steiner!
È tutta un'altra musica rispetto ai metodi d'insegnamento tradizionali!!
Almeno ogni due mesi dovrebbero essere sottoposti a test psicologici gli insegnanti come qualsiasi altra persona che svolge un lavoro pubblico a contatto con persone indifese e delicate come i bambini e gli anziani! Alternativa? Le telecamere!!!
io sono assistente adi (il sostegno pomeridiano per i portatori di handicap), assisto un bambino con evidente ritardo e problemi della sfera logico matematica... adesso fa la prima media e gli insegnanti mi dicono (come mi hanno detto alle elementari) che il bambino deve seguire il "programma". Mi chiedo che senso abbia: far fare aritmetica del programma di prima media ad un bambino che non sa nemmeno di cosa stiamo parlando, perché non fare un programma semplificato che lui possa seguire?
Gli insegnati credono di essere pagati e dunque "lavorare" solo per i ragazzi abili,quando invece dovrebbero o chi di competenza dedicare un programma specifico per bambini con ritardi ma come sempre in Italia ci troviamo davanti all'involuzione culturale che si manifesta con l'indifferenza verso le minoranze come i bambini con difficoltà.. del resto cosa ci aspettiamo da un sistema che non prende in considerazione nemmeno la maggioranza?
Io sono un'insegnante delle medie e mi dispiace leggete questi commenti ...io e le mie colleghe facciamo piani personalizzati quando abbiamo ragazzi con difficoltà di aprendimento.
Di solito si seguono programmi personalizzati, io mi sono ritrovata con una mamma che prima ha chiesto il programma per il figlio e dopo pretendeva di fargli seguire il programma normale, con tutte le difficoltà conseguenti perché il ragazzino non aveva le capacità per seguire tale programma....... Esito : quando le ho detto che il bimbo doveva seguire "il suo" programma specifico perché non era capace di star dietro agli altri ( bimbo con sostegno) lo ha ritirato dal doposcuola ! Certe volte sono anche i genitori che hanno la mortadella sugli occhi!
Un bambino segnalato deve avere il suo PEI e seguire quello....qualunque cosa ne pensino insegnanti e genitori! La stesura del PEI tocca al docente di sostegno e va concordato con il gruppo docente...
Purtroppo non è sempre così. Ad un genitore, il professore di matematica ha risposto di non avere tempo per fare un programma personalizzato, in quanto ha 25 alunni da seguire
I bambini con sostegno seguono il PEI e i bambini con "bisogni educativi speciali" seguono il PDP
Non esiste che il docente di classe pretenda che un alunno diversamente abile segua il programma di classe, altrimenti non servirebbe il docente di sostegno. I bambini con disabilità sono seguiti da quest'ultimi, e sono loro che devono redigere il PEI o il PDP in base alle difficoltà dell'alunno, alla fine dell'anno scolastico ogni docente consegna il programma seguito punto.
Se l'insegnante di sostegno insiste che il bambino deve seguire il programma della classe, significa che la famiglia non vuole la programmazione diversificata: la scuola la può anche proporre, ma senza la firma della famiglia non si può fare niente.
Ma allora perché mandarli a scuola allora. Se non sa nemmeno di cosa si parla, la scuola con gli altri è solo una sofferenza. Allora perché invece non istituire classi speciali per bambini con evidenti problemi? In modo che possano fare le cose con i loro tempi. Perché se è vero che hanno diritto ad apprendere con i loro ritmi è pur vero che anche gli altri hanno diritto a seguire il programma. Altrimenti viene meno la scuola stessa
Io invece sono daccordo con Michiyo Takagawa.
Il diritto di imparare è sia per i bambini con difficoltà che per quelli normali...
La cosa più utile sarebbe creare scuole specializzate per questi bambini affinché TUTTO il personale sia specializzato e preparato per seguirli al meglio.
Tutto ciò che è stato fatto fino a oggi è mettere delle pezze perchè, non si sa bene per quale ragione, un bambino diversamente abile o con difficoltà deve essere considerato a tutti costi normale.
Direi di più. Che senso ha parlare ancora di Programma quando le stesse indicazioni nazionali parlano di progettazione? Beh, di fronte a certe figure credo che introdurre il licenziamento nella scuola risolverebbe molte cose.
Esistono piani che per legge il consiglio di classe deve redigere per questi bambini con una programmazione didattica adattata alle esigenze di questi bambini. La famiglia deve pretenderli.
Come il gran maestro Manzi che al posto della pagella mandava un messaggio semplice ai genitori: "fa quello che può, quello che non può, non fa".
io sono dell'idea che le scuole dovrebbero essere come in America, come i college dove gli alunni stanno fino al pomeriggio e studiano lì seguiti dagli stessi prof che insegnano, così almeno il lavoro non lo fate solo al 50%
I figli devono studiare in autonomia e aiutati al bisogno, hanno il diritto di aver rispiegato l'argomento finché nn lo capiscono, se poi nn lo capiscono proprio si fa il rinforzo a casa, nn potete neanche pretendere che una classe intera rimanga bloccata un mese x 2 o 3 che nn capiscono!
Ci sono anche gli altri alunni che hanno il dovere di andare avanti e approfondire [...]
Io trovo che alcune maestre hanno fretta di portare a termine il programma entro marzo così ad aprile e maggio fanno il ripasso.... Se invece di spendere 2 lezioni x le divisioni a 2 cifre (ad esempio) ne "sprecano" 4 (che in termini di settimane sono 2 settimane) non credo cambi molto. Poi, non essendo una del mestiere posso anche sbagliare,non credo esista una circolare ministeriale che imponga la fine del programma a marzo x poi fare il ripasso. A che serve sta corsa se poi i bambini non hanno tempo di assimilare le lezioni?
Sono una docente di sostegno di un liceo e vi informo che le scuole ormai sono preparate a gestire le disabiltà cognitive e non, grazie a ICF, che molti di voi che avete commentate non conoscete neanche, i PEI, i PDP, i PAI, i BES, i NAI..
Dunque l'ICF è la classificazione delle disabilità, il PDP è il piano didattico personalizzato, il PEI è il piano educativo individualizzato per gli H, i BES è una categoria che comprende DSA, difficoltà diverse, disabilità, ADHD e anche difficoltà quali svantaggio socio culturale e linguistico, il PAI è il piano di inclusione scolastica! redatto da ogni scuola.
Solo io ho interpretato questo post come un messaggio rivolto non tanto agli insegnanti, quanto più ai genitori?
Ci sono famiglie che non accettano che il loro figlio sia "imperfetto", che fanno di una semplice dislessia, o un disturbo dell'apprendimento, una tragedia rendendo la vita dei propri bambini un inferno insultandoli, imponendo loro di stare pomeriggi interi SOLI sui libri senza sosta, arrabbiandosi quando faticano a raggiungere buoni obbiettivi, additandoli come svogliati e punendoli continuamente causando loro seri problemi psicologici (accompagnati dal rifiuto patologico della scuola, disturbi alimentari e comportamentali, nausea insistente...) quando basterebbe semplicemente sedersi un momento ad ascoltarli per capirli e poterli aiutare!
Ci sono genitori che nell'estate di passaggio dall' asilo alla scuola elementare mandano i propri piccoli a lezione per imparare a leggere e scrivere, prima del tempo, di modo da potersi vantare, una volta iniziata la prima elementare, che i loro bambini sono "i più intelligenti", "i più sviluppati", i migliori della classe ... Magari prendendosela pure con le maestre che non svolgono il loro programma "abbastanza velocemente" perchè troppo impegnate a tenere in pari gli alunni "più indietro", "più stupidi"!
Prima che qualcuno possa dire che sto esagerando, ci tengo a dire che queste sono storie VERE, di persone vicine a me e che capitano anche episodi peggiori!
Verissimo ma in quel "non può" c'è un mondo. Parliamo di possibilità tecnica o cognitiva? O parliamo piuttosto del diritto che noi adulti abbiamo di far loro fare qualcosa che anticipa lo sviluppo organico? In tal caso prima di tutto bisogna avere un'idea chiara dell'uomo, un'antropologia libera e spregiudicata, che non fondi l'immagine dell'uomo su finalità politiche o economiche.
Che enorme, immenso scarica barile!
Genitori che puntano il dito ad insegnanti, e insegnanti che puntano il dito ai genitori.
Risultato: una generazione o due di figli depressi, certi di non saper fare, di non essere abbastanza...e allo stesso tempo arroganti e maleducati. Continuate a puntarvi il dito gli uni contro gli altri invece di farvi un bel esame di coscienza e ammettere che anche voi (tutti) siete parte del problema!
Va valorizzato ciò che sa fare, quello che non sa fare oggi lo imparerà domani.
La scuola primaria non la vedo più a dimensione di bambino ma di adulto, non esistono più i tempi distensivi , tutto deve essere elaborato in fretta . E che concetti! Prima era una scuola serena dove si imparava l 'essenzialità che ti accompagnava per tutto l'arco della vita . E poi era un ambiente ricco di relazioni umani, oggi la scuola e una polveriera di problemi..
I bambini, in alcuni momenti, devono anche ANNOIARSI!!! La noia tira fuori chi sei e ti spinge ad inventare.... a capire per cosa sei fatto! Se li sottoponete a troppi stimoli, per difendersi dalla confusione inizieranno a spegnere i sensi e diventeranno apatici... gli passerà la voglia di registrare il mondo. Lo vedo tutti i giorni. Qualche volta lasciateli annoiare!!!
Una grande maestra mi ha insegnato che l'apprendimento passa attraverso l'affettività e il rapporto interumano tra adulto e bambino. E questo vale sia se l'adulto e' l'insegnante, l'educatore o il genitore stesso. Se ci metto amore, affetto e accoglienza, vedo il bambino nella sua totalità, vedo chi gli sta intorno nella sua totalità, famiglia, classe o sistema scuola. Apro il cuore e vedo. Di conseguenza mi muovo su tutti i fronti possibili per
aiutare il bambino a sviluppare le sue capacità, le sue potenzialità latenti, a sviluppare la sua personalità, perché credo in lui e perché devo credere anche nella mia capacità di superare i miei di limiti. Perché se gli vuoi bene, lui o lei lo sente e cercherà di tirare fuori il meglio di sé e tu cercherai di tirare fuori il meglio di te, con il massimo rispetto e la dovuta delicatezza. E il meglio di sé non sempre e' il "meglio" che vorrebbero gli altri, insegnanti o genitori. Ma l'obiettivo, per un genitore e per un educatore, non dovrebbe essere quello di crescere insieme un individuo sano, consapevole e contento di sé e della sua vita? A prescindere dai desideri o dalle proiezioni altrui. Scuola e famiglia hanno un' enorme responsabilità, ognuna col suo ruolo. E dovrebbero smetterla di scaricare ciascuna le responsabilità sull'altra. Devono confrontarsi e cooperare. Come educatrice o aspirante tale, ho questa idea, giusta o sbagliata che sia: nell'istante in cui prendi per mano un bambino, hai preso per mano anche la sua famiglia e in qualche modo ti devi saper lasciare prendere per mano anche tu. Un bambino cresce bene, se crescono bene anche gli adulti intorno a lui, tutti.
Il problema è che spesso non c'è una metodica. Si va per sfinimento.
Quando un bambino sbaglia, si fa ripetere all'infinito.....tipo scrivere 18, 25 volte (sembra una punizione)! Quando a 7 anni i testi sono pieni di parole troppo difficili, gli insegnanti ti dicono che a forza di ripetere alla fine acquisiscono la terminologia!
Intanto la scuola diventa un supplizio. Una cosa grigia senza gioia e soprattutto emozione. [...]
La scuola italiana è piena di cose non adatte allo sviluppo del bambino. Pretendere di stare seduti 6 ore senza ricreazione fuori, scrivere subito contemporaneamente i caratteri diversi (infatti scrivono malissimo), tutto troppo teorico e astratto.....
Be...io ho avuto invece una battaglia per far capire alle insegnanti che mio figlio doveva essere fermato alle elementari....non c'era verso . .ho fatto io....visita neuropsichiatra.. Psicologia. Logopedista... Anche cosi....no me l'hanno data vinta...il bambino ha 106 di qi..può farcela..con la burocrazia... La documentazione è arrivata molto lenta.. Mio figlio è andato in 1 media facendo fatica a capire ...x che mancava metà della base delle elementari ..conclusione.. Fermato il primo anno di media. .li ho trovato prof splendidi che hanno approfondito la situazione.... E grazie a dio oggi va meglio a scuola..ma quello che voglio dire. .perché certe maestre non ascoltano i genitori? Quando un genitore si rende conto che c'è un problema. .
I bambini non sono una "tabula rasa" su cui scrivere tutto ció che ci aggrada , ma persone "in divenire " ...
Come insegnante (ormai in pensione) vi dico che ogni bambino ha il "suo modo ed i suoi tempi" per interiorizzare i vari "concetti" e che ogni alunno, con i mezzi adatti, può arrivare a fare suoi i concetti basilari. Ci vuole pazienza, capacità e collaborazione da parte degli adulti. Certo la modularizzazione nel tempo pieno ( con i suoi tempi sempre più ristretti), la riduzione del corpo docente, i tagli indiscriminati non aiutano a far crescere la scuola. Gli insegnanti che vanno in pensione, troppo spesso, non vengono " rimpiazzati"....
Non è vero che i migliori studenti hanno alle spalle genitori severi! Ci vogliono genitori intelligenti, e insegnanti con un po' più' di sensibilità...... Innanzi tutto la scuola va rinnovata, largo hai giovani insegnanti e a casa le o i vecchi stampo che ancora usano la bacchetta e non i corsi di aggiornamento perché li trovano inutili e una perdita di tempo! E' vero hanno esperienza nella didattica che rimane pressoché sempre la stessa. I ragazzi no, i ragazzi o i bambini sono cambiati. Ho un figlio disgrafico e quasi iperattivo con problemi nella concentrazione! Per quattro anni mi son sentita ripetere che è un bambino intelligente, apprende subito, ha una proprietà di linguaggio impressionante, ma che si distrae e è come se alle volte non ci fosse! Potrebbe dare molto di più ma scrive talmente male che la maestra gli fa leggere ciò che scrive! Ci siamo resi conto che nostro figlio aveva un' autostima sotto i piedi perché veniva ripreso e sgridato continuamente! A questo punto abbiamo preso la situazione in mano! Abbiamo aiutato nostro figlio ha ritrovare l'autostima mettendoci ora in discussione noi genitori, non con la severità, ma con la comprensione verso nostro figlio e verso la sua caratteristica speciale, poi ci siamo occupati della maestra, costringendola alla fine a preparare un p.d.p. per nostro figlio! Quindi, questi problemi si risolvono in primis in famiglia e poi con le insegnanti che sono le seconde educatrici dei nostri figli!
Perfettamente daccordo su tutto. Pessima e devastante esperienza con l insegnante ottusa, "antica", inadeguata e nevrotica del primo figlio dislessico ed iperattivito. Splendido, costruttivo approccio con le maestre giovani del secondo figlio disgrafico. Sensibilità , intelligenza e conoscenza da parte degli insegnanti e genitori ( anche quelli degli altri figli che pensano ignoranti che il pdp non sia giusto perché darebbe un vantaggio nelle valutazioni! !!!!!). Ed infine accettare e comprendere sempre, ma cercando comunque di migliorare anche un pelino.
Io ero un ragazzino considerato non recuperabile.
Con me hanno usato la strategia inversa mi hanno "cacciato" dalle medie sapendo che non avrei combinato nulla della mia vita.
Nello sport ho trovato il mio equilibrio (calcio, basket, nuoto ed arti marziali) essenziale per completare la mia crescita.
Devo ammettere che spesso e volentieri i miei problemi derivavano da gente che abitava nel quartiere ed esperienze particolari a cui ero obbligato ad assistere...ho capito che dovevo solo cambiare strada e fare quello che più a me piaceva da li solo discesa in tutto.
Ora mi ritrovo con una bambina bellissima di 3 anni una donna speciale e una vita di gran lunga superiore in termini di godibilità confronto ai grandi geni che erano nella mia classe.......
Tutto si può risolvere secondo il mio pinto di vista ma solo con l'amore della famiglia e quella scintilla che il tuo ragazzo prima poi farà !!!
Io invece ritengo che i genitori che riconoscano ci sia un problema (ciò non vuol dire etichettarli e giudicarli o pensare che i propri figli siano inferiori ma semplicemente che abbiano bisogno di una mano in più) siano di gran lunga migliori di quelli che invece non vogliono riconoscere che il proprio figlio apprenda in maniera differente per loro orgoglio e in questo modo gli stanno solo tagliando le gambe. Fargli fare uno sport che ama è tutt'altro che rinchiuderlo... Anzi è aprirlo al mondo in una delle maniere più sane possibili.
La cosa grave è che gli insegnanti esigono portare a termine il programma ministeriale anche se ciò comporta mettere in difficoltá gli alunni creando gravissime e progonde lacune ed insicurezze. Il problema sta monte.
purtroppo mancano proprio le basi! tutti noi abbiamo 3 canali attraverso i quali il cervello riceve e memorizza le informazioni e poi le rielabora. il canale visivo; il canale uditivo e quello cinestesico; ed è il nostro cervello a scegliere quale preferisce usare. Se un bambino è "uditivo" sarà inutile fargli vedere l'esercizio alla lavagna,ma gli dovrà essere spiegato a voce passo x passo; e viceversa! e sempre attraverso uno di questi canali il nostro cervello trasmette le informazioni agli altri!un insegnante uditivo sarà un grandissimo oratore nel spiegare, ma i bambini visivi e cinestesici non comprenderanno nulla se non poco e viceversa... [...] Se dividessimo le classi in base alla loro tipologia di apprendimento sarebbe già risolto. I visivi in una classe, gli uditivi nella seconda ed i cinestesici nell'ultima. e docenti capaci di comunicare...
Insegnare è "imparare" assieme si nostri alunni, provare la gioia della scoperta e fare tesoro delle esperienze per migliorarsi sempre, non essere giudice, ma guida.
... anche i genitori a volte esagerano con le loro aspettative fuori misura...
Ciascuno di noi possiede della abilita' espresse, latenti o minori. Agli insegnanti spetta il compito di potenziare quelle esistenti, motivare quelle latenti , dare il tempo affinché quelle minori si possano manifestare e consolidare. La formazione altro non é che la scoperta delle proprie potenzialità in fieri.
In quaranta hanni non l'ho mai fatto, anzi ho sempre lodato il lavoro di ciascuno dicendo" È il tuo capolavoro e come ogni capolavoro ha bisogno di essere perfezionato..." credetemi ha sempre funzionato......ma devi portare il ragazzo a crederti e per questo devi essere sincero....devi crederci anche tu, non deve essere una bugia! Ovviamente questa esperienza vale anche per i genitori!
sarebbe utile leggere o rileggere Vygotskij in ordine al Potenziale di sviluppo e potenziale di apprendimento. Se non si tiene conto del primo, si rischia di forzare la natura, se non si tiene conto del secondo ,si rischia di non offrire pari opportunità educative.Tanti sinceri egalitaristi abbracciano ,senza neanche esserne consapevoli, tesi innatiste, in nome del buonismo; non ho mai visto però innatisti convinti, spendersi più di tanto per promuovere lo sviluppo. C'è da riflettere.
Il programma scolastico delle elementari è davvero terribile si pretende troppo da loro per l'età che hanno ... Chi lo ha ideato è una mente ANTIBAMBINO
L'alunno deve essere valorizzato attraverso il riconoscimento delle proprie potenzialità e non mortificato dai limiti che tutti abbiamo...!!!
Rispettare gli stili di apprendimento, conoscere i diversi tipi di intelligenza, considerare i bambini uditivi, visivi e cinestesici... Plasmare i programmi, i contenuti e gli obiettivi alle potenzialità reali dei bambini, usare la verbalizzazione metacognitiva per far costruire la cultura agli alunni e trovare un punto di contatto tra le conoscenze costruite e la cultura ufficiale, usare le discipline come mezzi per imparare ad imparare...
Chi insegna...sa bene cosa significa programmazione individualizzata
È sicuramente vero ma credo anche che nn bisogna generalizzare. Sono docente specializzata sul sostegno ed è importante vedere il perché un bambino nn riesce a fare qualcosa. Ai bambini che hanno difficoltà bisogna metterli in condizione per di saper fare da soli . Se il deficit è dovuto a lesione del sistema nervoso centrale, dove risiedono i meccanismi funzionali, allora al lavoro serve una metodologia diversa. Ma neanche in questo caso risulta essere impossibile che il bambino sviluppi determinate competenze complicate da esperire ma necessarie al suo grado di autonomia futuro. Nn bisogna destabilizzarlo, ma un bambino sente la differenza dagli altri quando nn è in grado di fare una cosa. Si, sono inevitabilmente gli altri a fargli avvertire questo stato del "io sono diverso". Se il mondo vivesse in utopia allora bene, ma nn è così. Ecco perché credo che insieme al sicuramente corretto discorso di nn forzare un bambino ci dev'essere una salda consapevolezza di anamnesi del caso.
Il pedagogista di mio figlio insegna ed e' un insegnante di quelli DOC , ma quando il prof di sostegno di tuo figlio dice" a me viene male cambiare metodo d insegnamento ma e' Nejme(mio figlio) che deve cambiare metodo d apprendimento " .e il bambino nn vuole più andare a scuola e si sta facendo la cacca addosso . .
Stimolare e incuriosire, però, si ...
Altrimenti metteremo su una società minimalista di pura eccellenza! !
...forse è questo che si vuole?
Il metodo deve essere giusto per ogni bambino. ..
Non le conoscenze!!
"I bambini non sono stupidi,ogni età ha la sua intelligenza"
Il maestro Manzi, costretto a scrivere i giudizi sulle pagelle, creò un timbro che diceva.
"fa quel che può, quel che non può non fa"
Come si fa a sapere se una cosa la sanno fare o no senza chiederglielo?
Poi se non lo sa fare non vale la pena trovare il modo giusto perché impari?
È un'affermazione troppo generica. Poi un altro paio di maniche è dire che se un bambino non sa fare una cosa non bisogna umiliarlo. Questo è assolutamente il minimo!
Deriva da questo il turbamento psicologico.
Ho partecipato ad un convegno sulla dislessia e sulla sindrome da deficit di attenzione e iperattività tenuto da un noto neuropsichiatra infantile e docenti; in questa seduta è emerso che una notevole percentuale di bambini potrebbe essere "curata" con un'attenzione maggiore da parte dei docenti.
E in quella seduta, purtroppo, abbiamo assistito ad un intervento di un insegnante la quale sosteneva che le maturità o ancor più le lauree dei dislessici hanno poco valore visto che possono usare la calcolatrice e che non capiscono se leggono...
Io nella scuola italiana non ho visto ne pedagogisti ne psicologi, ne allenatori....mio figlio soffre da tanti anni e sogna di studiare a casa....non voglio essere troppo ingiusta ma la colpa non è soltanto del sistema....insegnanti troppe volte ignorano i bisogni e le capacità dei ragazzi....specialmente nelle medie inf. e sup. Io impegno degli svariati insegnanti non lo vedo affatto. Livello è bassissimo e mi chiedo con quale coraggio dicono che sono i ragazzi che non hanno voglia....non stimolano, non insegnano danno solo appunti per dire che hanno fatto qualcosa....vergognoso. Severità senza insegnare non serve a nulla, anzi provoca dei danni. Scuola in Italia è messa molto male.
La Scuola, ahime', in questo modo crea tante 'impotenze apprese'..... Che peccato. Chi crea tali impotenze dovrebbe essere denunciato perche' far credere ad una persona di avere meno capacita' di quelle che realmente ha e' come far credere di avere una gamba sola invece che due! Vi rendete conto della gravita'? Questa impotenza, se non tolta, condizionera' il futuro adulto nelle sue scelte, gli precluderanno tante strade che sarebbe capacissimo di perseguire ma che rinuncia all'istante per quella micidiale impotenza! L'insegnanteha un ruolo fondamentale per i suoi alunni che meritano di essere EDUCATI ossia aiutati a prendere coscienza delle loro doti straordinarie dando compiti adeguati alla loro eta', dando informazioni sufficienti, ma soprattutto fornendo gli strumenti che ogni Maestro ha il compito di dare ai loro alunni per essere Autonomi!
Bisognerebbe dirlo a chi struttura le prove INVALSI ...rispetto della diversità da parte degli insegnanti impegnati in tante programmazioni personalizzate e prove INVALSI uguali in tutta Italia e in ogni contesto sociale e culturale ....
Tutti noi apprendiamo superando la nostra zona di conforto e spingendoci oltre i nostri limiti.
Essere troppo indulgenti genera persone incapaci. Senza contare che se siamo ad imparare qualcosa è normale che ancora non la sappiamo fare. spesso l'indulgenza eccessiva verso gli altri fa riflettere su quanto sia indulgente con se stesso chi la propone... e si spiegano bene molte derive della società.
Da madre di quattro figli mi sembra che la scuola di oggi penalizzi più chi è particolarmente dotato non fornendogli il pane che potrebbe masticare.
Per quanto riguarda i compiti concordo al 100% quello che dice Serena Invitto,lasciamo i nostri figli liberi di farli giusti o sbagliati che siano servono proprio ad acquisire autonomia e a consolidare quanto svolto in classe!
Una famosa frase dice "aiutami a fare da me".
Io da genitore trovo che ci sia grande differenza cognitiva tra i bimbi nati a gennaio e febbraio rispetto S quelli nati novembre, dicembre. Tra i nati all'inizio dell'anno abbiamo una maturità cognitiva, differente ciò non si traduce con il fatto che quelli di fine anno sono lenti ma semplicemente il loro cervello acquisita quelle capacità l'anno successivo. Il fatto di non riuscire subito se non hai un buon insegnante ma invece un "imbecille" che continua a denigrarti paragonandoti agli altri aumenta nel piccolo un senso di frustrazione tale da sfociare nei caratteri deboli in poco fiducia e arrendevolezza (tanto non sono capace) in se è in quelli forti in irrequietezza e disturbo in classe. Bisogna rispettare i tempi. Inoltre ritengo che la riforma della scuola (parlo di elementari) sia stato un vero flop!!!!
Chi forma gli insegnanti? Chi fa da supporto psicologico agli insegnanti? Credo che ci voglia una super visione per il corpo insegnanti, ma credo che non importi a nessuno. Tanto l'importante è parcheggiare i nostri figli, poi se l'insegna te è stressata, se sbaglia metodo non importa! Sono piena di tristezza per la nostra scuola che va a rotoli, e non perché non ci siano bravi insegnanti, ma perché c'è un interesse a non volere fare politiche sulla cultura !
I ragazzi "con problemi" sono i miei preferiti. Insegno francese, cara la mia simpaticona sarcastica, e dai ragazzi "con problemi" ottengo di più da quelli che magari tu consideri "normali"! La normalità non esiste. Ribadisco: CI SONO INTELLIGENZE NASCOSTE in tutti, basta saperle tirar fuori e riconoscerle, oltre i limiti: con comprensione, pazienza, affetto, amore. Già il fatto che tu dica "con problemi" ti descrive.
"Con problemi"... Ce ne sono infiniti, di problemi: dalla disabilità alla caratterialità, dalla difficoltà di apprendimento al bullismo e persino alla delinquenza! Spesso, ponendo questi ragazzi di fronte a piccole sfide che sembrano insormonrabili, i ragazzi stessi acquistano forza! Certo, con la disabilità è più lungo e dev'essere continuo, il percorso. Ma è già una sfida, quando ti salutano in francese, anche per strada (a volte, cara simpaticona, devo trattenere l'emozione e le lacrime!). E ti sfido a guardarli negli occhi, questi ragazzi, non credono in se stessi perché, in tanti, li compiangono, sotto sotto... Spesso mi dicono, con disabilità o meno:"Io non riuscirò mai" e quando riescono, invece, dopo che io rispondo :"E chi te l'ha detto?", vengono e ti dicono:"Mi avevano fatto credere di non essere in grado"...
Guardali negli occhi questi "figli con problemi", di qualsiasi natura siano i "problemi" stessi.
E poi qui su FB si spara a zero sempre. Cosa ne sai tu, della mia vita? "Come si vede che non hai..."...
Ma rimboccatevi le maniche, almeno per quel che si può. Ho avuto anni fa una ragazzina autistica in classe. Non parlava. Con nessuno. Bene. Io lo so che sono scema, che guardo gli altri diversamente. Beh, lei riusciva a dire:"Bonjour". La piccola soffriva anche di epilessia. Quando cominciava a sentirsi male, a scuola, faceva il mio nome! La prof. di italiano diede un compito sul prof. preferito. La piccola scrisse:"È la prof. Palazzo perché mi fa stare bene e so parlare in francese.". Questi sono i ragazzi "con problrmi", capito? Quelli abbiamo problemi veramente, siamo noi, che siamo davvrro meschini e stupidi...
Chiedi loro cose che apparentemente non sanno fare. Falle insieme a loro e poi torna qui a sputare sentenze del "corno"!
Oppure scegliamo una scuola che rispetti i tempi di sviluppo del bambino e che su questa base fondi la propria pedagogia. Esiste! La scuola steineriana.
Una docente mia amica ripete spesso che il minimo regola il massimo. Evidentemente è una regola non conosciuta nel mondi della scuola
L'azione deve sempre essere spontanea.
...il mio professore di Pedagogia a Parma, sempre ci portava ad esempio l'uccello che non deve sminuire il pesce che non può salire sugli alberi, perché se poi si entra in acqua.....
la mia prof di mate delle medie, che veniva dallo scientifico, ci faceva verifiche difficili ed io, che ho sempre pensato di avere una mente scientifica, nn mi sentivo adeguata ed andai a fare il classico x poi fare biologia all'università
I bambini fanno tentativi e non fallimenti fallisce chi nn riesce a far apprendere codesto insegnamento
Dipende molto dall'ambiente in cui il bambino cresce e dagli stimoli che riceve, sicuramente la presenza di un fratello o sorella maggiore facilita molto l'apprendimento, cosi come l'abitudine alla lettura da parte dei genitori. La scuola ha e deve insegnare, ma la famiglia ha un ruolo determinante per l'educazione e la crescita del bambino. Insegnanti e genitori devono lavorare insieme, se il bimbo ha problemi di adattamento sarebbe bene verificarne il compertamento con un diverso insegnante e classe. Per quanto riguarda i compiti a casa, e' necessario mantenere costante l'esercizio, sono necessari ma non devono essere troppi.
Io sono per la scuola genitoriale.
Non chiediamogli qualcosa che non è pronto a fare...
Bisogna stare dietro ai figli capirli aiutarli e non forzarli
NON esiste una crescita "pre-impostata" ma ci sono capacità che dopo i 6 anni ( fatti salvo i casi speciali ) possono e DEVONO essere esercitate senza violenza ... il sistema italiano era buono ora lo stanno distruggendo!
Gli si deve chiedere di farla, invece, e di superare se stesso.
Ci sono migliaia di intelligenze nascoste. Si chiede proprio la cosa che non sa fare, per insegnarliela!
Mio figlio non riesce a comunicare, a relazionarsi con gli altri...tranne me...ha un blocco emotivo, e paure apparentemente immotivate... piange spesso perché non riesce a spiegarsi neanche lui che cosa sta succedendo... sono disperata, perché a scuola non riescono a valutarlo e rischia la bocciatura...ha solo 9 anni!
Intanto c'è una distinzione da fare: 2 anni nido, 3 anni scuola dell'infanzia (materna)... sono due realtà molto diverse... voi avete fatto l'ambientamento (o inserimento) al nido? Dopo quanto tempo è iniziato il distacco dal genitore? Insomma ci sono svariate questioni che possono cambiare le reazioni dei bambini.... solitamente se l'ambientamento si svolge in modo adeguato non ci sono bambini che rufiutano di stare con altri bambini... certo le educatrici e l'ambiente fanno molto.... anche l'ansia dei genitori può condizionare.... insomma la questione è decisamente ampia....
Invece è giusto fargli o farle fare quello che vogliono e quando lo vogliono?? Così crescono beoti!! I bambini vanno impostati altrimenti tutto sfuggerà dalle mani e quando saranno grandi nn ce basteranno le unghie de mani e piedi da rosicchiare!!
Credo anche che sia una questione di metodo: non tutti sono predisposti ad apprendere con il metodo canonico. Si può imparare giocando.
Basta pensare che la logopedista del asilo ci ha consigliato di non lasciarli scrivere xche cosi facendo rovinano le basi della scrittura....ma tutte stronzate....nella classe 0 cioè 5-6 anni in Romania...invece di continuare a colorare...si fanno già le lettere e le ciffre..l'alfabeto in inglese e lo spelling delle parole base...a vedere i figli delle mie amiche tornando a casa..non mi sembrano cosi stressati e frustrati...anzi si divertono farti sentire ciò che sanno. Ma se io resto allibita quando tu in prima elementare introduci due ore di religione...un inizio di catechismo...e 40 min di inglese...ci sono talmente poche nozioni di inglese imparate che me le ricordo a memoria io... numeri da 1-10 , 7 colori del arcobaleno, e quattro forme geometriche....un anno scolastico? Ma veramente fanno pena. E fortunatamente l'inglese lo comprendo a tal modo di aiutare il figlio...però vai tu a spiegarli come si pronuncia o cosa significa se la sua maestra insegna cose errate. Matematica e Italiano...continuano con il colorare e le cornicete...ma mettete pure l'ora di disegno piuttosto che fare compiti colorando e cambiando tre matite di seguito per scrivere ed eseguire gli esercizi. Qualcuno mi risponda. ...cosa vi sembra di cosi odioso e drammatico ?
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