conoscere significa spezzare la scorza per raggiungere il nucleo. (( ... ))
e se il pensiero fosse tanto una questione di pelle che di cervello?
E se l'Io, definito perciò come Io-pelle, avesse una struttura d'involucro?
Didier Anzieu, L'Io-pelle, 1985, ed. it. 1987 Borla pag. 20.
Per struttura e funzioni la pelle è più che un organo, è un insieme di organi diversi.
La sua complessità anatomica, fisiologica e culturale anticipa, sul piano organico, la complessità dell'Io sul piano psichico. Di tutti gli organi di senso è il più vitale: si può vivere da ciechi, sordi, senza gusto e odorato. Senza l'integrità della maggior parte della pelle non si può sopravvivere.
Didier Anzieu, L'Io-pelle, 1985, ed. it. 1987 Borla pagg.25-26.
"Come ognuno di noi ha potuto sperimentare, un dolore intenso e duraturo disorganizza l'apparato psichico, minaccia l'integrazione di psiche e corpo, intacca la capacità di desiderare e l'attività di pensiero. Il dolore non è il contrario o l'inverso del piacere: il loro rapporto è asimmetrico. ((...)) Il dolore non si condivide, salvo esssere erotizzato in una relazione sadomasochista. Di fronte a esso ciascuno è solo. Occupa tutto il posto e io non esisto più in quanto Soggetto attivo (Je): esiste il dolore."
Didier Anzieu, L'Io-pelle, 1985, ed. it. 1987 Borla pagg. 244-245.
"Ma nessun progetto di trasformazione può governare il divenire sociale, né nel senso della dominazione e del potere, né in un senso alternativo e rivoluzionario. Ogni progetto di trasformazione molare è in ultima analisi un'illusione. Quel che si può introdurre nella macchina sociale sono soltanto flussi: flussi di informazione o flussi di materia immaginativa.
I disegni di governo sono destinati a perdere di vista la complessità e la velocità delle trasformazioni. perciò non dobbiamo proporci una morale politica, ma una morale epidermica. E' la pelle degli scienziati che diviene il principale strumento di riconoscimento della direzione migliore. Dobbiamo stare dalla parte della pelle, questo è il progetto politico che può funzionare.
Dobbiamo agire su minmuscoli congegni sensibili, perché questi si mettano a proliferare, come geni egoisti imprevisti e imprevedibili, o piuttosto come geni altruisti. Dobbiamo essre come il battito di ali della farfalla che sta a Rio de Janiero, senza pretendere di divenire la tempesta che si scatena a Tokio. Ma forse una tempesta si scatenerà. Che lo vogliate o no, che lo sappiate o no."
Franco Berardi Bifo, L’anima al lavoro. Alienazione, estraneità, autonomia, 2009 Los Angeles, ed. it. Operativa, 2016, pag.265.
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