sabato 17 maggio 2014

Alma Schindler. Amata da Gustav Klimt; il grande compositore Gustav Mahler, fu il suo primo marito e la tenne quasi prigioniera; il geniale Oskar Kokosha non si rassegnò mai di averla perduta; il grande architetto Walter Gropius e lo scrittore Franz Werfel, che furono rispettivamente il secondo e il terzo marito se la contesero per anni.

Alma, la vedova delle quattro arti

Alma Schindler

Di Angela D'Agostino in Arte, Arte e Cultura, maggio 2014


Amata da Gustav Klimt; il grande compositore Gustav Mahler, fu il suo primo marito e la tenne quasi prigioniera; il geniale Oskar Kokosha non si rassegnò mai di averla perduta; il grande architetto Walter Gropius e lo scrittore Franz Werfel, che furono rispettivamente il secondo e il terzo marito se la contesero per anni.

“Alma la conoscevo già, l’avevo vista una volta di sfuggita quando hanno inaugurato il monumento di Schindler, mi è piaciuta come a noi pittori piace una bellezza bambina…. e mi sono meravigliato che tu non l’avessi mai dipinta», scrive Gustav Klimt a Carl Moll in una lettera del 1899. Alma è Alma Mahler Gropius Werfel (1879-1964), la donna che è passata alla storia con il nomignolo “vedova delle quattro arti” perché i suoi compagni furono artisti geniali che cambiarono le regole della pittura, dell’architettura, della musica e della letteratura. Era alta, bionda, formosa: bellissima e intelligente. Moll era il patrigno di Alma Schindler, la futura moglie di Gustav Mahler e amante di Gropius, che allora aveva diciassette anni. Il trentacinquenne Klimt, chiacchierato per le relazioni che intratteneva con le sue modelle e le sue committenti dell’alta borghesia, si innamorò di lei e lei si innamorò di quell’uomo grande e robusto, privo di scrupoli e di sentimentalismi, “Ero molto ingenua nelle cose dell’amore”, scrive Alma nei suoi diari, “E lui se ne accorse subito. Mi insegnò molte cose oltre ai disegni”. Leggendo quei diari, la madre di Alma scoprì la relazione e ordinò a Klimt di non rivedere più sua figlia. Madre e figlia partirono per l’Italia e Klimt le seguì, riuscendo a strappare ad Alma qualche tenerezza di nascosto.

Klimt, ad un certo punto, lasciò improvvisamente e precipitosamente Venezia, scrivendo una lettera a Moll in cui giustificava il suo comportamento e prometteva di lasciare Alma e definendosi un povero pazzo.Poi fece di Alma la musa altera e sensuale della Secessione: musa ieratica ed elegante, ritratta come Giuditta e al tempo stesso Salomé.
Alma era proprio con Klimt anche la sera in cui incontrò per la prima volta il suo futuro primo marito, il musicista Gustav Mahler, un libertino di diciannove anni più di lei. Dopo sei mesi dalle nozze, nel 1902, nacque la figlia di Alma, Maria. Il matrimonio, dopo un inizio idilliaco, cominciò a franare per l’eccessiva gelosia di Mahler Ma nel 1904, nasce la seconda figlia di Alma, Anna. La crisi era rientrata, ma riesplose nel 1907, quando i coniugi Mahler persero la loro figlia Maria e Mahler cominciò a soffrire di una forma di impotenza che lo portò a curarsi dal dottor Sigmund Freud.

Nel 1910, Alma visse una relazione torrida e infuocata con un architetto ancora sconosciuto che presto avrebbe scosso il mondo: Walter Gropius. Quando, dopo tre mesi, Alma ritornò a casa, Gropius le scrisse una passionale lettera d’amore che capitò tra le mani di Mahler, il quale riuscì a riconquistare la moglie, tanto che quando Gropius si presentò per reclamarla, Alma fu irremovibile: aveva deciso dire stare con il marito.

Nel 1911 Alma rimase vedova e nel 1912 si innamorò del giovane pittore Oskar Kokosha, pittore “selvaggio” ma anche autore di feroci drammi teatrali come Assassino, Speranza delle donne. Lei aveva molti anni di più, ma non era prigioniera delle convenzioni. Divenuto l’amante di Alma il pittore si dette a ritrarla in decine e decine di quadri e bozzetti che, via via assumono un aspetto sempre più inquieto, cupo, ossessivo. La figura femminile a poco a poco si sfalda, perde di umanità assumendo i tratti di una inquietante bambola fino ad arrivare alla concitata visione de La sposa del vento (1914), il quadro che Kokoschka dedicò ad Alma quando la relazione, diventata tempestosa e violenta, si interruppe improvvisamente. Da lì a poco a poco il tragico epilogo: la pazzia conclamata di Kokoschka che arriverà materialmente a farsi costruire una bambola dalle sembianze di Alma, automa disumano, grottesco simulacro di un’immagine femminile.

Un ennesimo colpo di scena: il 18 agosto 1915 Alma sposa l’architetto Gropius, ma il loro matrimonio dura due giorni, perché c’è la prima guerra mondiale e subito Gropius torna al fronte. Nel 1916 Alma partorisce un’altra bambina, Manon ma la lontananza da Gropius le pesa.”Il mio amore per Gropius è diventato un sentimento coniugale oscuro e tiepido”.

Nel 1918 Alma cedette alla passione con il giovane Franz Werfel: lei aveva 39 anni e lui nemmeno 28. Alma rimase incinta, ma il piccolo Martin sopravvisse solo per alcuni mesi. Gropius, intanto, aveva capito il legame che univa sua moglie con Werfel, quindi si trasferì a Berlino con Manon. Alma seguì Gropius a Berlino ma lontana da Werfel soffriva, non poteva vivere senza di lui. Così si sposò con Werfel nel 1929 e il loro matrimonio durò 16 anni, fino alla morte di Werfel, superando decine di traumi, dalla persecuzione degli ebrei alla morte nel 1934 della piccola Manon, figlia di Alma e di Gropius. Alma perse tre figli, una sofferenza atroce e poco prima di morire, sua figlia Manon le aveva sussurrato “Non pensarci mamma, supererai questo colpo come hai sempre superato tutto in vita tua”.

Alma morì a 85 anni, l’11 Dicembre 1964. Scrisse :”Ho avuto una vita stupenda. Dio mi ha permesso di conoscere i capolavori del nostro tempo prima che lasciassero le mani dei loro creatori. Questa mi sembra già giustificazione sufficiente per la mia presenza sulla terra”.

http://www.lundici.it/2014/05/alma-la-vedova-delle-quattro-arti/



Alma Mahler-Werfel, 1960.Alma Schindler


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