"Il vaso simboleggia l'atteggiamento che impedisce la fuga dei contenuti psichici all'esterno: l'atteggiamento introverso.
Bisogna guardare le cose dall'interno. [...]
Guardando le cose dentro di noi non è l'Io che vediamo,
ma il nostro intero essere, ed è quest'ultimo e non il nostro Io che vorremmo fuggire.
Vederci in tutto il nostro essere è così doloroso che cerchiamo tutti di scappare.
In anni e anni di lavoro analitico credo di non aver mai incontrato nessuno che di tanto in tanto non abbia accarezzato l'idea di lasciar perdere l'analisi e tornare alla cosiddetta vita normale".
Marie-Louise von Franz "Alchimia" (Bollati Boringhieri)
Ogni terapia è una ingerenza e per quella junghiana si tratta dell’ingerenza minima.
Non abbiamo nessuna teoria e non pensiamo in alcun modo che l’essere umano debba diventare normale. Se preferisce restare nevrotico ne ha pienamente il diritto. Viviamo in una democrazia. Conta solo quello che vogliono i sogni [...] Noi educhiamo le persone ad ascolare la loro interiorità, non facciamo nulla di più [...]”
Marie Louise von Franz
Quando due individui si sposano, come mette in evidenza Jung, tendono a scegliere il tipo opposto, ottenendo anche qui che ogni partner sia, o creda di essere, libero dall’ingrato compito di affrontare la propria funzione inferiore. Questa è una delle grandi fortune e fonti di gioia dei primi periodi matrimoniali: improvvisamente tutto il peso legato alla funzione inferiore è scomparso, ciascuno dei due vive in unione felice con l’altro, e tutti i problemi sono risolti! Ma se uno dei partner muore, o se uno dei due sente la necessità di sviluppare la propria funzione inferiore anziché lasciare semplicemente che sia l’altro a occuparsi di certi settori dell’esistenza, cominciano i guai. La stessa cosa si riscontra anche nella scelta dell’analista.»
M. L.Von Franz, “Tipologia Psicologica”, Edizioni TEA, p.22
Quando una persona ritrova il proprio corpo, succede innanzi tutto che riprenda contatto con le emozioni, che sono il ponte fra mente e corpo. Probabilmente riattiva il sistema linfatico, che influisce sulle emozioni.
Marie-Louise von Franz
Praticamente, quando si vuol scoprire il tipo di una persona, serve di più chiedersi:
"Qual'è la sua croce più pesante? Dov'è la sua sofferenza maggiore?
Dove sente di seguitare a battere la testa soffrendo le pene dell'Inferno?
Le risposte generalmente evidenziano la funzione inferiore ..
Marie-Louise von Franz (Tipologia psicologica)
“Tanto più si conosce la propria cattiveria, tanto più si è capaci di proteggersi da quella degli altri. […]. Le persone che si lasciano maltrattare dagli altri sono o molto giovani, o troppo candide; ma soprattutto esse sono indirettamente responsabili di ciò che accade loro, non hanno sufficiente coscienza del male che hanno in sé. Se l’avessero, acquisirebbero una sorta di percezione intuitiva del male negli altri e non presterebbero il fianco. [...] Lo sciocco idealista che si lascia imbrogliare da tutti può essere aiutato non con la pietà, ma conducendolo alla sua Ombra interiore”.
Marie Louise vov Franz, Il femminile nelle fiabe
“C’era una volta in un paese lontano, lontano……” è l’introduzione che più ricorre nelle fiabe in quanto esse si collocano fuori dalle dimensioni TEMPO SPAZIO, ovvero il “NESSUN LUOGO” dell’inconscio collettivo. Così come colui il quale studiando un periodo storico non può fare a meno di esprimere la sua collocazione politica, così è qui utile affermare questo concetto base:
LE FIABE SONO UN’ ASTRAZIONE.
“Sono un’astrazione derivante da una leggenda locale che si è condensata ed ha assunto una forma cristallizzata,così da poter essere tramandata e ricordata perché riguarda tutti”
M.L.Von Franz “Le fiabe interpretate”
“Dopo aver lavorato per molti anni in questo campo, sono giunta alla conclusione che tutte le fiabe mirano a descrivere un solo evento psichico, sempre identico, ma di tale complessità, di così vasta portata, e così difficilmente riconoscibile da noi in tutti i suoi diversi aspetti, che occorrono centinaia di fiabe e migliaia di versioni, paragonabili alle variazioni di un tema musicale, perché questo evento penetri alla coscienza (e neppure così il tema è esaurito). Questo fattore sconosciuto è ciò che Jung definisce il Sé. Esso costituisce la totalità psichica dell’individuo”
Marie Luise von Franz, Le fiabe interpretate
“Molte vite umane portano in sé modelli preesistenti. Si nasce uomo o donna, bianco o nero, in un certo luogo e non altrove, da una certa famiglia e non da un’altra. C’è un modello precostituito, ma c’è anche un margine, una certa libertà. In caso contrario, potremmo mettere la terapia da parte e concludere che ognuno realizza il proprio modello di vita e che nulla si può fare al riguardo. Leggendo il modello, rendendolo cosciente, interpretando i sogni, non sfuggiamo al nostro destino, semplicemente possiamo imprimergli un senso positivo. C’è una differenza fra l’acconsentire al proprio destino e realizzarlo positivamente o il negarlo e subirlo contro la volontà. Possiamo allora concludere che, benché una certa predeterminazione esista, essa non è assoluta. Non ha nulla a che fare con l’idea fatalista di un Allah che decide ogni cosa e quindi ogni cosa va nel senso da lui deciso. Possiamo cambiare le cose, e questo dà un senso alla terapia. Possiamo cambiare le cose grazie alla comprensione del modello della nostra esistenza e quindi evitandone alcune delle conseguenze negative. Possiamo imprimere al destino una svolta relativamente più positiva.”
Marie Louise von Franz, Il mondo dei sogni
MARIE-LOUISE VON FRANZ SUI SOGNI
"Vi sono sogni cosiddetti Archetipici che hanno un significato mitologico e che di solito non suscitano associazioni. Se chiediamo al sognatore: "che cosa pensa di Giove?" La risposta sarà: "Oh Giove è un pianeta". Non sa a che cosa associarlo non gli evoca nulla di personale. In casi come questo si utilizzano le associazioni dell'umanità: "Quali sono state le fantasie dell'umanità rispetto a Giove?" La risposta a questa domanda fornisce l'associazione da inserire nel contesto del sogno.
(Sul perchè è così difficile interpretare i propri sogni) Perchè il sogno non rivela mai qualche cosa che già si conosce. Segnala sempre qualche cosa che si ignora, un aspetto sconosciuto della personalità. E' come se tentassimo di guardare la nostra stessa schiena. Possiamo mostrarla al medico, che stabilirà che cosa non va; ma noi stessi non possiamo guardarla. Un aspetto psicologico sconosciuto è come la schiena o il sedere: ci sediamo sopra, ma non possiamo guardarlo. Ecco perchè anche quando il sogno segnala cose ovvie, non siamo in grado di vederle. Occorre che qualcun altro ce le spieghi, allora ci appariranno ovvie; ci sembrerà impossibile non averle capite da soli.
E' molto difficile interpretare i propri sogni. Se è proprio necessario farlo, si fa, certo, ma è molto più utile farsi aiutare da qualcuno, anche se non esperto di sogni. Quando si espone il sogno, lo si spiega ad un altro, spesso il significato si chiarisce all'improvviso. Jung che non poteva contare su nessuno che gli interpretasse i sogni, li raccontava spesso ad un uomo che di sogni non ne sapeva niente " E proprio le sue osservazioni casuali mi facevano arrivare al significato: "No, questo non può essere; ma adesso so che cos'è", diceva ridendo.
(Sui libri che danno significato univoco dei sogni) Ritengo che questi libri siano assolutamente negativi. Sviano perchè forniscono un'interpretazione statica... Il simbolismo onirico, nell'esperienza junghiana risulta di gran lunga più individuale. Le associazioni sono indispensabili. La cosa fondamentale è sempre il senso che il sognatore attribuisce al simbolo e il modo in cui lo sperimenta. I dizionari moderni possono qualche volta offrire uno spunto per prendere in considerazione tutte le possibilità. Ma si deve poi comunque tornare al sogno e chiedersi "Che senso ha tutto questo per il sognatore?" La risposta sarà sempre molto più specifica di quella di un libro.
... Quando il sogno viene interpretato in modo adeguato qualche cosa scatta nell'analizzando e gli fa dire "Sì è proprio così", Ne rimane colpito e ciò potrebbe fornirgli una motivazione per cambiare la sua vita...se sono i suoi stessi sogni a ridere di lui, la probabilità che decida di cambiare comportamento è molto maggiore.
Nella scuola junghiana, perciò, seguiamo i sogni. Lavoriamo con il paziente per scoprirne i significati e ci limitiamo a questi. Il paziente per questa ragione, non si sente preso nella morsa del concetto di normalità e adattamento dell'analista. Egli segue le sue stesse leggi interiori, ciò che la sua stessa psiche gli dice. L'analisi consiste nell'educare le persone ad ascoltare la propria voce interiore e a seguirla, con l'aiuto dei sogni"
Marie Louise Von Franz, Il mondo dei sogni
(...) i sogni sono lettere che il sé ci invia ogni notte per indurci a impegnarci un pò di più in questo e un po' meno in quest'altro... per fare coscienza, portare un pò di luce su tutte le istanze che potenzialmente siamo, in modo da disvelare le illusioni e allargare lo spazio di libertà dell'io.
Marie Louise Von Franz
Sarebbe meglio non interpretare i propri sogni. Di solito i sogni mirano ai nostri lati oscuri, non ci danno informazioni su ciò che già conosciamo, bensì su ciò che ignoriamo. Le persone che interpretano i loro stessi sogni tendono invece a pensare: "Si , lo so quello che vuol dire". In questo modo proiettano nel sogno ciò che già sanno. "Eccolo il mio problema!" E così via, all'infinito.
Marie-Louise von Franz
OMBRA
"Usiamo la parola Ombra semplicemente per indicare il fatto che la maggior parte di noi non è pienamente consapevole di tutti i tratti della propria personalità...
Essendo qualità ritenute inferiori, non le guardiamo in faccia e tendiamo a ricacciarle nell'Ombra"
" Molti poliziotti combattono la propria Ombra incarnata nel criminale e sarebbero veri e propri criminali se non fossero poliziotti. Ognuno ha il suo nemico d'elezione, il suo "miglior nemico", per così dire.
Quando qualcuno ci fa del male è in qualche modo naturale odiarlo.
Ma quando non ci fa nulla di male e al solo vederlo ci sentiamo irritati al punto da volergli sputare addosso, allora è certo che si tratta dell'Ombra. La cosa migliore da fare sarebbe sedersi un attimo e scrivere tutte le caratteristiche della persona odiata. Rileggendole ci riconosceremo, diremo "Ma questo sono io!". Personalmente ho fatto questa esperienza a 18 anni: alla fine sono arrossita e sudavo freddo. E' davvero sconvolgente scoprire la propria Ombra". [...]
"...Le buone qualità ci pongono al di sopra del gruppo.
L'Ombra ci rende uomini tra gli uomini e umani, semplicemente umani.
Per questo accade spesso che l'Ombra si manifesti in sogno come qualcosa di importante, che non dovrebbe essere rifiutato ma accettato con un sorriso d'intesa...
Vi sono tendenze distruttive nella psiche che occorre evitare.
Ma l'80% di quello che ci perseguita in sogno si riferisce a qualcosa di estremamente valido della nostra personalità, che dovrebbe essere integrato. L'Ombra non è necessariamente il male, ma la civiltà e l'educazione costringono l'Io a indossare maschere e comportarsi in modo innaturale. Tutte le reazioni naturali, istintive, animalesche, devono essere represse e sostitute. Quando impariamo a conoscere la nostra Ombra e a viverla un pò di più, diventiamo più accessibili, naturali, umani, completi."
"...Ma la repressione dell'Ombra fa di noi persone a metà.
In letteratura troviamo spesso il racconto del diavolo che ruba l'ombra a qualcuno e in questo modo lo tiene in sua balìa. Tutti abbiamo bisogno dell'Ombra...
Saremmo davvero molto poveri se fossimo soltanto quello che immaginiamo di essere"
Marie Louise Von Franz, Il mondo dei sogni
Bisogna guardare le cose dall'interno. [...]
Guardando le cose dentro di noi non è l'Io che vediamo,
ma il nostro intero essere, ed è quest'ultimo e non il nostro Io che vorremmo fuggire.
Vederci in tutto il nostro essere è così doloroso che cerchiamo tutti di scappare.
In anni e anni di lavoro analitico credo di non aver mai incontrato nessuno che di tanto in tanto non abbia accarezzato l'idea di lasciar perdere l'analisi e tornare alla cosiddetta vita normale".
Marie-Louise von Franz "Alchimia" (Bollati Boringhieri)
Ogni terapia è una ingerenza e per quella junghiana si tratta dell’ingerenza minima.
Non abbiamo nessuna teoria e non pensiamo in alcun modo che l’essere umano debba diventare normale. Se preferisce restare nevrotico ne ha pienamente il diritto. Viviamo in una democrazia. Conta solo quello che vogliono i sogni [...] Noi educhiamo le persone ad ascolare la loro interiorità, non facciamo nulla di più [...]”
Marie Louise von Franz
Quando due individui si sposano, come mette in evidenza Jung, tendono a scegliere il tipo opposto, ottenendo anche qui che ogni partner sia, o creda di essere, libero dall’ingrato compito di affrontare la propria funzione inferiore. Questa è una delle grandi fortune e fonti di gioia dei primi periodi matrimoniali: improvvisamente tutto il peso legato alla funzione inferiore è scomparso, ciascuno dei due vive in unione felice con l’altro, e tutti i problemi sono risolti! Ma se uno dei partner muore, o se uno dei due sente la necessità di sviluppare la propria funzione inferiore anziché lasciare semplicemente che sia l’altro a occuparsi di certi settori dell’esistenza, cominciano i guai. La stessa cosa si riscontra anche nella scelta dell’analista.»
M. L.Von Franz, “Tipologia Psicologica”, Edizioni TEA, p.22
Quando una persona ritrova il proprio corpo, succede innanzi tutto che riprenda contatto con le emozioni, che sono il ponte fra mente e corpo. Probabilmente riattiva il sistema linfatico, che influisce sulle emozioni.
Marie-Louise von Franz
Praticamente, quando si vuol scoprire il tipo di una persona, serve di più chiedersi:
"Qual'è la sua croce più pesante? Dov'è la sua sofferenza maggiore?
Dove sente di seguitare a battere la testa soffrendo le pene dell'Inferno?
Le risposte generalmente evidenziano la funzione inferiore ..
Marie-Louise von Franz (Tipologia psicologica)
“Tanto più si conosce la propria cattiveria, tanto più si è capaci di proteggersi da quella degli altri. […]. Le persone che si lasciano maltrattare dagli altri sono o molto giovani, o troppo candide; ma soprattutto esse sono indirettamente responsabili di ciò che accade loro, non hanno sufficiente coscienza del male che hanno in sé. Se l’avessero, acquisirebbero una sorta di percezione intuitiva del male negli altri e non presterebbero il fianco. [...] Lo sciocco idealista che si lascia imbrogliare da tutti può essere aiutato non con la pietà, ma conducendolo alla sua Ombra interiore”.
Marie Louise vov Franz, Il femminile nelle fiabe
“C’era una volta in un paese lontano, lontano……” è l’introduzione che più ricorre nelle fiabe in quanto esse si collocano fuori dalle dimensioni TEMPO SPAZIO, ovvero il “NESSUN LUOGO” dell’inconscio collettivo. Così come colui il quale studiando un periodo storico non può fare a meno di esprimere la sua collocazione politica, così è qui utile affermare questo concetto base:
LE FIABE SONO UN’ ASTRAZIONE.
“Sono un’astrazione derivante da una leggenda locale che si è condensata ed ha assunto una forma cristallizzata,così da poter essere tramandata e ricordata perché riguarda tutti”
M.L.Von Franz “Le fiabe interpretate”
“Dopo aver lavorato per molti anni in questo campo, sono giunta alla conclusione che tutte le fiabe mirano a descrivere un solo evento psichico, sempre identico, ma di tale complessità, di così vasta portata, e così difficilmente riconoscibile da noi in tutti i suoi diversi aspetti, che occorrono centinaia di fiabe e migliaia di versioni, paragonabili alle variazioni di un tema musicale, perché questo evento penetri alla coscienza (e neppure così il tema è esaurito). Questo fattore sconosciuto è ciò che Jung definisce il Sé. Esso costituisce la totalità psichica dell’individuo”
Marie Luise von Franz, Le fiabe interpretate
“Molte vite umane portano in sé modelli preesistenti. Si nasce uomo o donna, bianco o nero, in un certo luogo e non altrove, da una certa famiglia e non da un’altra. C’è un modello precostituito, ma c’è anche un margine, una certa libertà. In caso contrario, potremmo mettere la terapia da parte e concludere che ognuno realizza il proprio modello di vita e che nulla si può fare al riguardo. Leggendo il modello, rendendolo cosciente, interpretando i sogni, non sfuggiamo al nostro destino, semplicemente possiamo imprimergli un senso positivo. C’è una differenza fra l’acconsentire al proprio destino e realizzarlo positivamente o il negarlo e subirlo contro la volontà. Possiamo allora concludere che, benché una certa predeterminazione esista, essa non è assoluta. Non ha nulla a che fare con l’idea fatalista di un Allah che decide ogni cosa e quindi ogni cosa va nel senso da lui deciso. Possiamo cambiare le cose, e questo dà un senso alla terapia. Possiamo cambiare le cose grazie alla comprensione del modello della nostra esistenza e quindi evitandone alcune delle conseguenze negative. Possiamo imprimere al destino una svolta relativamente più positiva.”
Marie Louise von Franz, Il mondo dei sogni
MARIE-LOUISE VON FRANZ SUI SOGNI
"Vi sono sogni cosiddetti Archetipici che hanno un significato mitologico e che di solito non suscitano associazioni. Se chiediamo al sognatore: "che cosa pensa di Giove?" La risposta sarà: "Oh Giove è un pianeta". Non sa a che cosa associarlo non gli evoca nulla di personale. In casi come questo si utilizzano le associazioni dell'umanità: "Quali sono state le fantasie dell'umanità rispetto a Giove?" La risposta a questa domanda fornisce l'associazione da inserire nel contesto del sogno.
(Sul perchè è così difficile interpretare i propri sogni) Perchè il sogno non rivela mai qualche cosa che già si conosce. Segnala sempre qualche cosa che si ignora, un aspetto sconosciuto della personalità. E' come se tentassimo di guardare la nostra stessa schiena. Possiamo mostrarla al medico, che stabilirà che cosa non va; ma noi stessi non possiamo guardarla. Un aspetto psicologico sconosciuto è come la schiena o il sedere: ci sediamo sopra, ma non possiamo guardarlo. Ecco perchè anche quando il sogno segnala cose ovvie, non siamo in grado di vederle. Occorre che qualcun altro ce le spieghi, allora ci appariranno ovvie; ci sembrerà impossibile non averle capite da soli.
E' molto difficile interpretare i propri sogni. Se è proprio necessario farlo, si fa, certo, ma è molto più utile farsi aiutare da qualcuno, anche se non esperto di sogni. Quando si espone il sogno, lo si spiega ad un altro, spesso il significato si chiarisce all'improvviso. Jung che non poteva contare su nessuno che gli interpretasse i sogni, li raccontava spesso ad un uomo che di sogni non ne sapeva niente " E proprio le sue osservazioni casuali mi facevano arrivare al significato: "No, questo non può essere; ma adesso so che cos'è", diceva ridendo.
(Sui libri che danno significato univoco dei sogni) Ritengo che questi libri siano assolutamente negativi. Sviano perchè forniscono un'interpretazione statica... Il simbolismo onirico, nell'esperienza junghiana risulta di gran lunga più individuale. Le associazioni sono indispensabili. La cosa fondamentale è sempre il senso che il sognatore attribuisce al simbolo e il modo in cui lo sperimenta. I dizionari moderni possono qualche volta offrire uno spunto per prendere in considerazione tutte le possibilità. Ma si deve poi comunque tornare al sogno e chiedersi "Che senso ha tutto questo per il sognatore?" La risposta sarà sempre molto più specifica di quella di un libro.
... Quando il sogno viene interpretato in modo adeguato qualche cosa scatta nell'analizzando e gli fa dire "Sì è proprio così", Ne rimane colpito e ciò potrebbe fornirgli una motivazione per cambiare la sua vita...se sono i suoi stessi sogni a ridere di lui, la probabilità che decida di cambiare comportamento è molto maggiore.
Nella scuola junghiana, perciò, seguiamo i sogni. Lavoriamo con il paziente per scoprirne i significati e ci limitiamo a questi. Il paziente per questa ragione, non si sente preso nella morsa del concetto di normalità e adattamento dell'analista. Egli segue le sue stesse leggi interiori, ciò che la sua stessa psiche gli dice. L'analisi consiste nell'educare le persone ad ascoltare la propria voce interiore e a seguirla, con l'aiuto dei sogni"
Marie Louise Von Franz, Il mondo dei sogni
(...) i sogni sono lettere che il sé ci invia ogni notte per indurci a impegnarci un pò di più in questo e un po' meno in quest'altro... per fare coscienza, portare un pò di luce su tutte le istanze che potenzialmente siamo, in modo da disvelare le illusioni e allargare lo spazio di libertà dell'io.
Marie Louise Von Franz
Sarebbe meglio non interpretare i propri sogni. Di solito i sogni mirano ai nostri lati oscuri, non ci danno informazioni su ciò che già conosciamo, bensì su ciò che ignoriamo. Le persone che interpretano i loro stessi sogni tendono invece a pensare: "Si , lo so quello che vuol dire". In questo modo proiettano nel sogno ciò che già sanno. "Eccolo il mio problema!" E così via, all'infinito.
Marie-Louise von Franz
I SOGNI FORNISCONO INFORMAZIONI INTERESSANTISSIME A COLORO CHE SI PREOCCUPANO DI COMPRENDERNE I SIMBOLI. I risultati, è vero, hanno poco a che fare con le preoccupazioni materiali, come comprare e vendere; ma il senso dell'esistenza non trova una spiegazione esauriente nella vita lavorativa e il desiderio profondo del cuore umano non ottiene risposte dal conto in banca.
Carl Gustav Jung
I simboli sono il linguaggio dei sogni.
Nei sogni, l'inconscio si esprime attraverso i simboli.
La chiave per la comprensione del sogno è la conoscenza del simbolo.
Nei sogni, l'inconscio si esprime attraverso i simboli.
La chiave per la comprensione del sogno è la conoscenza del simbolo.
Marie-Louise von Franz
Il sogno non rivela mai qualcosa che già si conosce.
E' come se tentassimo di guardare la nostra stessa schiena.
Ecco perchè quando il sogno segnala cose ovvie, non siamo in grado di vederle.
Occorre che qualcun altro ce le spieghi, ed allora ci appariranno ovvie;
ci sembrerà impossibile non averle capite da soli.
E' come se tentassimo di guardare la nostra stessa schiena.
Ecco perchè quando il sogno segnala cose ovvie, non siamo in grado di vederle.
Occorre che qualcun altro ce le spieghi, ed allora ci appariranno ovvie;
ci sembrerà impossibile non averle capite da soli.
Marie-Louise von Franz
I sogni non sono in grado di preservarci dalle vicissitudini esistenziali,
dalle malattie e dagli eventi tristi.
dalle malattie e dagli eventi tristi.
Ci offrono, invece, una linea di condotta su come rapportarci a questi eventi, sul come dare senso alla nostra esistenza, sul come realizzare il nostro destino, sul come seguire la nostra stella: in definitiva, sul come realizzare dentro di noi il massimo potenziale di vita
Marie-Louise von Franz
Gli incubi sono di vitale e sostanziale importanza. Ci risvegliano con un grido; sono l'elettroshock che la natura utilizza quando vuol darci una mossa.
Marie-Louise von Franz
OMBRA
"Usiamo la parola Ombra semplicemente per indicare il fatto che la maggior parte di noi non è pienamente consapevole di tutti i tratti della propria personalità...
Essendo qualità ritenute inferiori, non le guardiamo in faccia e tendiamo a ricacciarle nell'Ombra"
" Molti poliziotti combattono la propria Ombra incarnata nel criminale e sarebbero veri e propri criminali se non fossero poliziotti. Ognuno ha il suo nemico d'elezione, il suo "miglior nemico", per così dire.
Quando qualcuno ci fa del male è in qualche modo naturale odiarlo.
Ma quando non ci fa nulla di male e al solo vederlo ci sentiamo irritati al punto da volergli sputare addosso, allora è certo che si tratta dell'Ombra. La cosa migliore da fare sarebbe sedersi un attimo e scrivere tutte le caratteristiche della persona odiata. Rileggendole ci riconosceremo, diremo "Ma questo sono io!". Personalmente ho fatto questa esperienza a 18 anni: alla fine sono arrossita e sudavo freddo. E' davvero sconvolgente scoprire la propria Ombra". [...]
"...Le buone qualità ci pongono al di sopra del gruppo.
L'Ombra ci rende uomini tra gli uomini e umani, semplicemente umani.
Per questo accade spesso che l'Ombra si manifesti in sogno come qualcosa di importante, che non dovrebbe essere rifiutato ma accettato con un sorriso d'intesa...
Vi sono tendenze distruttive nella psiche che occorre evitare.
Ma l'80% di quello che ci perseguita in sogno si riferisce a qualcosa di estremamente valido della nostra personalità, che dovrebbe essere integrato. L'Ombra non è necessariamente il male, ma la civiltà e l'educazione costringono l'Io a indossare maschere e comportarsi in modo innaturale. Tutte le reazioni naturali, istintive, animalesche, devono essere represse e sostitute. Quando impariamo a conoscere la nostra Ombra e a viverla un pò di più, diventiamo più accessibili, naturali, umani, completi."
"...Ma la repressione dell'Ombra fa di noi persone a metà.
In letteratura troviamo spesso il racconto del diavolo che ruba l'ombra a qualcuno e in questo modo lo tiene in sua balìa. Tutti abbiamo bisogno dell'Ombra...
Saremmo davvero molto poveri se fossimo soltanto quello che immaginiamo di essere"
Marie Louise Von Franz, Il mondo dei sogni
“Jung definì la proiezione come un trasferimento inconscio, cioè inconsapevole e non intenzionale, di elementi psichici soggettivi su un oggetto esterno. L’individuo vede in questo oggetto qualcosa che non c’è, o c’è solo in piccola parte. Talvolta nell’oggetto non è presente nulla di ciò che viene proiettato (…). Non sono soltanto le qualità negative di una persona a essere proiettate all’esterno in questo modo, ma in uguale misura anche quelle positive. La proiezione di queste ultime genera una valutazione e ammirazione eccessive, illusorie e inadeguate dell’oggetto. L’introspezione nelle proprie proiezioni d’Ombra implica in primo luogo una umiltà morale e una intensa sofferenza. Invece l’introspezione nelle forme di proiezione dell’Animus e dell’Anima richiede, più che umiltà, soprattutto riflessione, nel senso di saggezza e umanità. Infatti quelle figure intendono sedurci e allontanarci dalla realtà, assorbendoci e conquistandoci. Chi non si impegna in questo non ha vissuto. Chi vi si perde non ha compreso nulla.”
Marie Louise Von Franz, Rispecchiamenti dell’anima. Proiezione e raccoglimento interno nella psicologia di C. G. Jung
Marie Louise Von Franz, Rispecchiamenti dell’anima. Proiezione e raccoglimento interno nella psicologia di C. G. Jung
"Il vantaggio della proiezione consiste nel fatto che ci si libera definitivamente (almeno in apparenza) di un conflitto penoso: ne divengono responsabili un’altra persona o circostanze esterne."
Carl Gustav Jung
Alchimia, Marie - Louise von Franz
Appena una proiezione è stata veramente ritirata si crea uno stato di tranquillità:
diventiamo sereni e riusciamo a guardare le cose con obiettività.Alchimia, Marie - Louise von Franz
Quanto più una persona pensa di essere virtuosa e non vive la propria Ombra, tanto più la proietta e vede gli altri come malfattori. La persona convinta di essere virtuosa vive in un costante stato di indignazione e dà la caccia alla propria Ombra nella persona di un altro.
Marie-Louise von Franz
Il "re" (re-ligere) significa "all'indietro": infatti si guarda dietro per capire se ciò che sta dietro alle nostre spalle ci segue, ci accompagna, oppure esita. Bisogna sempre verificare cos'hanno da dire sulla nostra vita quelle altre forze, che non vediamo direttamente.
Marie-Louise von Franz, Alchimia
Facciamo amicizia con persone che esprimono la nostra Ombra.
Gli amici sanno spesso fare cose che noi non siamo in grado di fare.
Dimmi chi sono i tuoi amici e avrò un bel quadro dei tuoi pregi e dei tuoi difetti.
Qualità e difetti ci attraggono in egual misura, entrambi esercitano fascino.
Marie-Louise von Franz
Ogni persona raccoglie intorno a sé la propria “famiglia dell’anima”, un gruppo di persone non creato per caso o per pure motivazioni egoistiche, ma attraverso un interesse o coinvolgimento più profondo, più essenziale: ‘l’individuazione reciproca’. Mentre le relazioni puramente basate sulla proiezione sono caratterizzate dalla fascinazione e dalla dipendenza magica, questo tipo di relazione, attraverso il Sé, ha in sé qualcosa di rigorosamente oggettivo, di stranamente transpersonale. Fa nascere un sentimento di “essere insieme” immediato e fuori dal tempo. In questo mondo creato dal Sé noi incontriamo tutti i molti ai quali apparteniamo, dei quali tocchiamo il cuore; qui “non c’è distanza, ma presenza immediata”. Non esiste alcun processo d’individuazione in un individuo che non produca allo stesso tempo questo riferimento con i propri simili.
Marie Louise Von Franz. “Rispecchiamenti dell’anima”
Marie-Louise von Franz, Sguardo dal sogno
Marie Louise von Franz, Tipologia psicologica
Uno degli obiettivi principali della psicoterapia è quello di aiutare le persone a mantenere un costante senso di identità e a convivere con le diverse anime della sua famiglia interiore senza esserne possedute.
Marie-Louise von Franz
Eva, rappresenta il sesso, l'attrazione fisica, la maternità.
Elena, la donna colta con la quale il rapporto non si esaurisce allo scambio sessuale, ma assume anche forme spirituali.
Vergine Maria, il livello più alto della spiritualità, alla quale manca l'oscurità, e pertanto ideale irraggiungibile.
Sophia, la saggezza divina, un modo di calare a terra, perchè la saggezza è più vicina alla vita e non implica necessariamente una virtuosa spiritualità.
Marie-Louise von Franz
Possiamo riconoscere la madre divorante in quelle donne che sono iperprotettive con i figlie che tentano di tenerli fuori dalla vita. [...] Di solito il complesso materno divorante si manifesta negli uomini sotto forma di fantasie romantiche, irreali, per lo più sessuali. L'individuo perde la capacità di prendere in mano la propria esistenza. Perde la volontà.
Marie-Louise von Franz
Mantenere un costante senso di identità e convivere con le diverse anime della propria famiglia interiore senza esserne possedute.
"Potrei fornirle un elenco completo delle diverse persone che riesco ad essere.
Di volta in volta sono una vecchia contadina che pensa alla casa e alla cucina;
una studiosa che si impegna a decifrare un manoscritto;
una psicoterapeuta che si impegna all'interpretazione dei sogni;
un birichino che si diverte a stare con i ragazzini di 10 anni e a giocare e così via.
Potrei elencare venti o più personaggi"
Marie - Louise von Franz
La veritá è che i sogni sono immagini riflesse...sono specchio d'acqua immobile ... svaniscono provandoli a toccare....
Per leggere un sogno di una persona occorre un setting, Anticamente esisteva la pratica dell'incubazione, si andava nel tempio sacro e si aspettava che la rivelazione arrivasse grazie a riti ben precisi. Ma dovevi stare li, nel recinto sacro, nel Temenos.
Mi capita spesso di dire ai miei analizzandi che vivono una storia d'amore difficile:
"Lei è un pioniere in una terra di nessuno". Per la prima volta nella storia l'uomo e la donna stanno cercando di stabilire un rapporto su basi umane; gli errori e i problemi sono perciò inevitabili.
Marie-Louise von Franz
"Una ventina di anni fa acquistai un remoto pezzo di proprietà sul confine di una foresta e feci costruire la mia casa senza elettricità, telefono o qualsiasi altro accessorio di modernità. Molti dei miei amici cercarono di spaventarmi, dicendomi che la casa era troppo isolata e pericolosa. La prima notte che passai da sola nella nuova casa, ebbi il seguente sogno. Fuori dalla finestra vidi una processione di gente che si avvicinava e pensai: "Oh Dio, ancora un altro problema!". Poi vidi che quelle persone erano tutti contadini in abito mediovale e che era una processione cerimoniale matrimoniale, con la sposa e lo sposo alla loro testa. Pensai, "Devo riecevere realmente queste persone". Mentre mi stavo recando in cantina per prendere un po 'di vino, mi sono svegliata. Jung interpretò questo sogno indicandomi che attraverso il mio ritorno alla terra, gli spiriti dei miei antenati contadini si erano risvegliati. E' stato un ritorno alle mie intime radici storiche. Ma non era finito lì. Qualche notte dopo, ebbi un altro sogno. Era sera ed io ero consapevole che c'era gente alla mia porta. Andai a vedere chi fosse, e c'era una gruppo di giovani vestiti da folletti da carnevale con maschere di animali e di fantasmi. Gradualmente, tuttavia, sembravano trasformarsi sempre di più in fantasmi reali. Iniziai ad avere una strana sensazione, rientrai in casa e chiusi la porta. Poi vidi un bagliore di luce blue che entrava attraverso la finestra. Mi recai alla finestra e vidi che la mia casa era come fosse sott'acqua, ma era luminosa, acqua scintillante in cui era possibile respirare. Diversamente dalla realtà, gli alberi arrivavano fino alla casa. Tra gli alberi si scatenavano beatamente felici, grandi scimmie grigio-argentee con scuri volti lemurini e lunghe code. Mi risvegliai rinvigorita e rinfrescata, come se fossi stata a guardare queste scimmie per tutta la notte. Come si può vedere, in questo caso tornai oltre persino le maschere pagane fino agli spiriti ancestrali degli animali! Si può immaginare come la mia 'anima scimmia' stesse godendo la vita in natura, mentre la mia coscienza egoica e urbana stava reagendo piuttosto impaurita, cercando di adattarsi alla situazione".
Marie-Louise von Franz, Archetypal dimensions of the Psyche, pp. 3-4
«Merlino disse un giorno: “Preferisco salvare la mia anima anziché (possedere) la terra”, e rinunciò ad ogni potenza terrena; parimenti Jung respinse la tentazione di rivendicare un potere spirituale. Ad alcuni suoi alunni che lo pregavano un giorno di risolvere per loro certi problemi, rispose: “Non voglio diventare un vecchio fanatico del potere come Freud; decidete da soli: quando non ci sarò più, dovrete pur sapere che fare.”
Cercava sempre di rendere gli altri liberi e autosufficienti.»
Marie Louise Von Franz – Il mito di Jung, p.266
“Amo la terapia Junghiana perché non commette alcuna ingerenza. Ogni terapia è un ingerenza, e per quella Junghiana si tratta dell’ingerenza minima. Non abbiamo alcuna teoria, non pensiamo in alcun modo che l’essere umano debba diventare normale. Se preferisce restare nevrotico ne ha pienamente diritto. Viviamo in una democrazia, punto e basta. Conta solo quel che vogliono i sogni, dunque ci limitiamo a dire: “il suo proprio sogno che è lei stesso, che la sua anima personale ha prodotto le dice che lei è pigra, e dovrebbe fare questo e quello…”niente di più. Cosi tentiamo ad educare le persone ad ascoltare la propria interiorità, non facciamo nulla di più. L’idea di Jung è proprio quella dell’individuazione, l’essere se stessi e il diventare se stessi. Si parla spesso un pò facilmente di realizzare se stessi, ma si pensa alla realizzazione dell’Io; Jung intende tutt’altro, la realizzazione del proprio profondo, in particolare della potenzialità del proprio destino.
All’io talvolta ciò non conviene affatto, ma è quel che si sente che intimamente si dovrebbe in fondo essere. La persona è nevrotica quando non è come Dio ha inteso che fosse. In questo consiste, in definitiva, l’individuazione.
E per questo spesso ci vengono mossi dei rimproveri. Se uno fa un’analisi si comporta in seguito in modo apparentemente più matto o meno adattato, ma è lui stesso, vive il proprio destino, e quindi la maggior parte delle volte è più umano, meno criminale, meno distruttivo nel suo ambiente.”
Marie Louise Von Franz – estratto da un’intervista a Bollingen
http://carljungitalia.wordpress.com/2013/11/05/la-terapia-junghiana-la-piu-ampia-nellabbracciare-la-vastita-della-psiche-umana/
Grande Von Franz! Da condividere subito, per la profondità e l'inoppugnabilità delle cose che dice , a patto di accostarvisi attraverso l'ordine della comprensione (verstehen) e non attraverso l'ordine della spiegazione (erklaren).
Cercava sempre di rendere gli altri liberi e autosufficienti.»
Marie Louise Von Franz – Il mito di Jung, p.266
“Amo la terapia Junghiana perché non commette alcuna ingerenza. Ogni terapia è un ingerenza, e per quella Junghiana si tratta dell’ingerenza minima. Non abbiamo alcuna teoria, non pensiamo in alcun modo che l’essere umano debba diventare normale. Se preferisce restare nevrotico ne ha pienamente diritto. Viviamo in una democrazia, punto e basta. Conta solo quel che vogliono i sogni, dunque ci limitiamo a dire: “il suo proprio sogno che è lei stesso, che la sua anima personale ha prodotto le dice che lei è pigra, e dovrebbe fare questo e quello…”niente di più. Cosi tentiamo ad educare le persone ad ascoltare la propria interiorità, non facciamo nulla di più. L’idea di Jung è proprio quella dell’individuazione, l’essere se stessi e il diventare se stessi. Si parla spesso un pò facilmente di realizzare se stessi, ma si pensa alla realizzazione dell’Io; Jung intende tutt’altro, la realizzazione del proprio profondo, in particolare della potenzialità del proprio destino.
All’io talvolta ciò non conviene affatto, ma è quel che si sente che intimamente si dovrebbe in fondo essere. La persona è nevrotica quando non è come Dio ha inteso che fosse. In questo consiste, in definitiva, l’individuazione.
E per questo spesso ci vengono mossi dei rimproveri. Se uno fa un’analisi si comporta in seguito in modo apparentemente più matto o meno adattato, ma è lui stesso, vive il proprio destino, e quindi la maggior parte delle volte è più umano, meno criminale, meno distruttivo nel suo ambiente.”
Marie Louise Von Franz – estratto da un’intervista a Bollingen
http://carljungitalia.wordpress.com/2013/11/05/la-terapia-junghiana-la-piu-ampia-nellabbracciare-la-vastita-della-psiche-umana/
"Mi sembrano oggi sempre più numerosi i casi di persone che, come dice Jung, soffrono di nevrosi facoltativa, che cioè hanno o potrebbero avere un adattamento sociale normale, ma non possono piegarsi alla mancanza di orientamento propria di quella pretesa <normalità> della collettività.
Dice Jung: <Tra i cosiddetti nevrotici dei nostri tempi ve ne sono molti che in altre epoche non lo sarebbero stati, non sarebbero stati cioè in discordia con se stessi.
Se fossero vissuti in un'epoca e in un ambiente nel quale l'uomo ancora dipendeva, grazie ai miti, dal mondo ancestrale e quindi dalla natura sperimentata realmente e non vista solo dall'esterno, si sarebbero risparmiata questa frattura con se stessi.
L'immagine del mondo soltanto esterno fornita dalle scienze naturali o da speculazioni intellettuali non offre nessun surrogato.
...Alla ricerca del mito perduto...
Così la scissione nevrotica della nostra epoca spinge verso sempre nuove crisi.
E accade che non si sappia più se il <più normale> non sia colui che non vuole adattarsi a un'epoca scardinata."
Marie-Louise von Franz, Da "Il mito di Jung" p. 66
Dice Jung: <Tra i cosiddetti nevrotici dei nostri tempi ve ne sono molti che in altre epoche non lo sarebbero stati, non sarebbero stati cioè in discordia con se stessi.
Se fossero vissuti in un'epoca e in un ambiente nel quale l'uomo ancora dipendeva, grazie ai miti, dal mondo ancestrale e quindi dalla natura sperimentata realmente e non vista solo dall'esterno, si sarebbero risparmiata questa frattura con se stessi.
L'immagine del mondo soltanto esterno fornita dalle scienze naturali o da speculazioni intellettuali non offre nessun surrogato.
...Alla ricerca del mito perduto...
Così la scissione nevrotica della nostra epoca spinge verso sempre nuove crisi.
E accade che non si sappia più se il <più normale> non sia colui che non vuole adattarsi a un'epoca scardinata."
Marie-Louise von Franz, Da "Il mito di Jung" p. 66
http://vimeo.com/63953237
Grande Von Franz! Da condividere subito, per la profondità e l'inoppugnabilità delle cose che dice , a patto di accostarvisi attraverso l'ordine della comprensione (verstehen) e non attraverso l'ordine della spiegazione (erklaren).
Il numero è l'archetipo dell'ordine reso cosciente
Marie Louise Von Franz
“A quanto ne so, gli archetipi sono forse il fondamento più importante dei fenomeni sincronistici. …Eppure ho la sensazione che l’origine dell’enigma stia nelle curiose proprietà dei numeri interi. L’antico teorema pitagorico.”
Jung a Watson lett. III pag. 15
“In questo contesto finisco sempre per imbattermi nell’enigma dei numeri naturali.
Ho la netta sensazione che i numeri rappresentino una delle chiavi del problema… evidentemente sono troppo vecchio per risolvere un simile enigma ma spero che qualcuno più giovane prenderà in mano la questione. Ne varrebbe la pena.”
Jung a Abrams lett. III pag. 121
"Verso la fine della sua vita, Jung progettò di concentrare le sue ricerche sulla natura dei numeri naturali, nei quali vedeva strutture archetipiche e la più primordiale e originale manifestazione dello spirito, cioè della dinamica psichica. Prese nota delle caratteristiche dei numeri primi ma non potè portare più avanti il suo piano"
Irruzione verso l'"Unus Mundus" - Von Franz
Jung a Watson lett. III pag. 15
“In questo contesto finisco sempre per imbattermi nell’enigma dei numeri naturali.
Ho la netta sensazione che i numeri rappresentino una delle chiavi del problema… evidentemente sono troppo vecchio per risolvere un simile enigma ma spero che qualcuno più giovane prenderà in mano la questione. Ne varrebbe la pena.”
Jung a Abrams lett. III pag. 121
"Verso la fine della sua vita, Jung progettò di concentrare le sue ricerche sulla natura dei numeri naturali, nei quali vedeva strutture archetipiche e la più primordiale e originale manifestazione dello spirito, cioè della dinamica psichica. Prese nota delle caratteristiche dei numeri primi ma non potè portare più avanti il suo piano"
Irruzione verso l'"Unus Mundus" - Von Franz
Si può concordare, anche se c'é la faccenda dei numeri irrazionali, che mandò in crisi i pitagorici. Speravano, dopo averli scoperti loro malgrado, di venirne a capo, salvando l'aritmogeomentria, la visione armonica fatta di unità intere entro l'Uno, ma non vi riuscirono. Un loro adepto, che mi pare si chiamasse Ermodoro, svelò l'aporia e i pitagorici gli fecero una tomba per significare che pur essendo vivo, per loro era morto. Su ciò si può vedere: "I presocratici", a cura gi G. Giannantoni, Einaudi, 1967. M'intendo poco di matematica e fisica, ma ho l'impressione che il duo Jung-Pauli volesse continuare il cammino di quei nostri antichi connazionali greco-italici (operanti tra Crotone e Metaponto).
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