Per Platone (Timeo) i quattro elementi non sono il fondamento della realtà materiale, ma sono a loro volta composti di qualcosa di più basilare: I TRIANGOLI. La matematica assume importanza fondamentale, e I TRIANGOLI VANNO A COSTITUIRE DEI SOLIDI COSÌ PICCOLI DA RISULTARE INVISIBILI, ma che in grandi quantità appaiono come, appunto, i quattro elementi: la terra corrisponde al cubo, l'aria all'ottaedro, l'acqua all'icosaedro e il fuoco al tetraedro. Inoltre viene teorizzato un quinto solido, il dodecaedro, che funge da elemento decorativo del cosmo e la cui funzione non è ben precisata; in epoche successive (già lo scolaro Aristotele) questo elemento sarà identificato con L'ETERE O QUINTESSENZA.
Junghiani si nasce... a
cominciare da Platone...
modestamente Platone "lo
nacque" ma OGNUNO ALLA FINE PUÒ
DIVENTARE SOLO SE STESSO...."Fortunatamente non sono junghiano"
diceva il maestro di Zurigo...ma non smentì mai se rimase alla fine
"solo" platonico... o attraversò completamente il PONTE CHE CONDUCE
DAL NEOPLATONISMO ALL'ERMETISMO (anche se le due realtà filosofiche e
conoscitive non sono in realtà in opposizione,ma si integrano
complementariamente)...
FACEVA BENE JUNG A DIRE CHE NON
ERA JUNGHIANO, basta vedere come è finita a Cristo con i cristiani,
ecc....Anche qui c'è una venatura di puro scherzo...
[…] a mio avviso la sincronicità
è nel tempo e fuori dal fluire ordinario del tempo
credo che lasciò aperto e in
divenire questo attraversamento verso il paradigma ermetico-sapienziale...Alcuni
di noi ci stanno lavorando!!
Che Platone sia junghiano è solo
un paradosso ma CHE GLI ARCHETIPI DI JUNG DERIVINO DALLE IDEE DI PLATONE È SOLO
APPROPRIATA GENEALOGIA.
Salve Vincenzo, potresti
spiegarmi, per favore, A COSA RICONDUCI LA PARENTELA FRA ARCHETIPO
JUNGHIANO E IDEA PLATONICA?
Rispondo a Nicolò Palazzo.
Certamente ricorderai che PLATONE RITIENE CHE LE IDEE RISIEDANO OLTRE IL CIELO
CONVENZIONALE (IPERURANIO) e che l'anima prima di entrare in un corpo le
contempli e, pertanto, SECONDO QUESTA CONCEZIONE, L'ESSERE UMANO, IN VITA
ACQUISISCE LA
CONOSCENZA ATTRAVERSO IL RICORDO DI QUELLA STRABILIANTE
VISIONE. TRADUCIAMO IN TERMINI ARCHETIPICI JUNGHIANI: L'ANIMA/PSICHE È
DEPOSITARIA DI UN PATRIMONIO CONOSCITIVO CHE DERIVA DAL SUO RAPPORTO CON GLI
ARCHETIPI OSSIA CON "LE IMMAGINI PRIMORDIALI" (così li chiama Jung
in: Tipi psicologici, ecc,) a cui si informa la nostra psiche. Il parallelismo
è evidente e lo diviene ancora di più se ricordiamo che Platone elenca tre tipi
di relazione tra le Idee e la realtà:
quella MIMETICA, secondo cui vi sono
oggetti/soggetti la cui forma è un riflesso di quella originaria esistente
nella corrispondente Idea iperuranica;
quella della "METESSI" per cui
l'oggetto/soggetto partecipa alle peculiarità fondamentali che risiedono in
originale (diremmo noi) nell'iperuranio;
quella della PARUSÌA per cui sono le Idee ad
abitare dentro gli oggetti/soggetti e ne rappresentano, in qualche modo,
l'intima essenza, l'anima.
Ti ricordo che LA PAROLA IDEA DERIVA
DALLA RADICE "ID" DEL VERBO GRECO "ORÀO" CHE VUOL DIRE
VEDERE. ECCO PERCHÈ JUNG PARLA DI "IMMAGINI" PRIMORDIALI RIFERENDOSI
AGLI ARCHETIPI, ossia ad una filiazione psicologica di una visione, quella
platonica che è molto più vasta in quanto riguarda l'intera sfera delle cose
esistenti e il loro rapporto con il mondo (Iperuranio) delle Idee.
Ti ringrazio. Credevo che il
parallelismo fosse solo in termini di "immagine primordiale" senza
tenere conto del gap eventualmente ontologico-epistemologico, ma vedo che non è
così Preziosissimo intervento.
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