lunedì 3 giugno 2013

Jung. DISPREZZO LA POLITICA DI TUTTO CUORE: non sono nè un bolscevico, nè un nazista, nè un antisemita. Sono uno svizzero neutrale e perfino nel mio paese non mi interesso di politica, perchè SONO CONVINTO CHE PER IL NOVANTANOVE PER CENTO LA POLITICA SIA SOLO UN SINTOMO E CHE TUTTO FACCIA TRANNE CHE CURARE I MALI SOCIALI. Circa il cinquanta per cento della politica è detestabile perchè AVVELENA LA MENTE DEL TUTTO INCOMPETENTE DELLE MASSE. CI METTIAMO IN GUARDIA CONTRO LE MALATTIE CONTAGIOSE DEL CORPO, MA SIAMO ESASPERATAMENTE INCAUTI RIGUARDO ALLE MALATTIE COLLETTIVE, ANCORA PIÙ PERICOLOSE, DELLA MENTE.

«Ogni situazione politica è espressione di un parallelo problema psichico presente in milioni di individui. Problema che è in gran parte inconscio (il che lo rende particolarmente pericoloso!) le forze distruttive sono anche in noi, più esse sono inconsce, più sono pericolose…»
Carl Gustav Jung, Lettere


«Come psicologo sono profondamente interessato ai disturbi mentali, in particolare quando contagiano intere nazioni. Voglio sottolineare che dipsrezzo la politica di tutto cuore: non sono nè un bolscevico, nè un nazista, nè un antisemita. Sono uno svizzero neutrale e perfino nel mio paese non mi interesso di politica, perchè sono convinto che per il novantanove per cento la politica sia solo un sintomo e che tutto faccia tranne che curare i mali sociali. Circa il cinquanta per cento della politica è detestabile perchè avvelena la mente del tutto incompetente delle masse. Ci mettiamo in guardia contro le malattie contagiose del corpo, ma siamo esasperatamente incauti riguardo alle malattie collettive, ancora più pericolose, della mente. Faccio questa dichiarazione per scoraggiare sin dall’inizio ogni tentativo di coinvolgimenti in qualsivoglia partito politico. Ho delle buone ragioni per farlo: il mio nome è stato più volte portato nella discussione politica anche, come ben sapete, si trova attualmente in uno stato febbrile. E’ soprattutto a causa del fatto che mi occupo delle incontestabili differenze all’interno della psicologia nazionale e razziale che si è verificata una serie di fraintendimenti quasi fatali e di errori pratici nelle relazioni internazionali e nelle frizioni sociali interne. In un’atmosfera come questa, politicamente avvelenata e surriscaldata, è diventato praticamente impossibile condurre una discussione scientifica sana e spassionata su questi problemi così delicati eppure estremamente importanti. Discutere pubblicamente questi problemi avrebbe più o meno la stessa efficacia di un direttore di manicomio che si mettesse a discutere le particolari fissazioni dei suoi pazienti proprio in mezzo a loro. Vedete, il fatto tragicomico è che tutti sono convinti della loro normalità, esattamente come il dottore stesso è convinto del proprio equlibirio mentale…»
Carl Gustav Jung 
Comunicato stampa in occasione di una visita negli Stati Uniti – 4 ottobre 1936



Si dovrebbe dubitare del fatto che coloro i quali si adoperano a offrire risposte ai grandi problemi siano in realtà in grado di fronteggiare efficacemente i loro stessi problemi. Essi mostrano infatti di non comprendere la più ovvia delle verità: le collettività sono solo somme di individui e dunque i loro problemi sono essi pure somme di problemi individuali. Assumendo una responsabilità collettiva essi abbandonano così la responsabilità individuale. Debbo dirle con sincerità che temo ci stiamo avvicinando con grande rapidità a una condizione in cui nessuno vorrà più assumersi responsabilità individuali, preferendo piuttosto dichiarare, e a gran voce di volersi battere per i grandi problemi.Con buona probabilità qualsiasi misura o proposta collettiva non renderà l'individuo né più consapevole né più coscienzioso,ma eserciterà piuttosto l'effetto contrario, mentre se si potesse migliorare il singolo avremmo posto una buona base per migliorare tutto l'insieme. E'dunque questa la verità a cui mi attengo:se le cose vanno male é perché i singoli vanno male perché io stesso vado male . Ma se é vero che i problemi del mondo hanno la loro origine nell'individuo, allora é altrettanto vero che solo lì hanno la loro soluzione.
Jung parla: interviste e incontri

Si fa di tutto, anche le cose più strane, pur di sfuggire alla propria anima
 Carl Gustav Jung


Emanuele Casale:
LA POLITICA e JUNG: UN ULTERIORE CAMPO DELL'EGO PER LE MASSE E DELLE MASSE.
«Come psicologo sono profondamente INTERESSATO AI DISTURBI MENTALI, IN PARTICOLARE QUANDO CONTAGIANO INTERE NAZIONI. Voglio sottolineare che DISPREZZO LA POLITICA DI TUTTO CUORE: non sono nè un bolscevico, nè un nazista, nè un antisemita. Sono uno svizzero neutrale e perfino nel mio paese non mi interesso di politica, perchè SONO CONVINTO CHE PER IL NOVANTANOVE PER CENTO LA POLITICA SIA SOLO UN SINTOMO E CHE TUTTO FACCIA TRANNE CHE CURARE I MALI SOCIALI. Circa il cinquanta per cento della politica è detestabile perchè AVVELENA LA MENTE DEL TUTTO INCOMPETENTE DELLE MASSE. CI METTIAMO IN GUARDIA CONTRO LE MALATTIE CONTAGIOSE DEL CORPO, MA SIAMO ESASPERATAMENTE INCAUTI RIGUARDO ALLE MALATTIE COLLETTIVE, ANCORA PIÙ PERICOLOSE, DELLA MENTE. Faccio questa dichiarazione per scoraggiare sin dall’inizio ogni tentativo di coinvolgimenti in qualsivoglia partito politico. Ho delle buone ragioni per farlo: il mio nome è stato più volte portato nella discussione politica anche, come ben sapete, si trova attualmente in uno stato febbrile. E’ soprattutto a causa del fatto che mi occupo delle incontestabili differenze all’interno della psicologia nazionale e razziale che si è verificata una serie di fraintendimenti quasi fatali e di errori pratici nelle relazioni internazionali e nelle frizioni sociali interne. In un’atmosfera come questa, politicamente avvelenata e surriscaldata, è diventato praticamente impossibile condurre una discussione scientifica sana e spassionata su questi problemi così delicati eppure estremamente importanti. DISCUTERE PUBBLICAMENTE QUESTI PROBLEMI AVREBBE PIÙ O MENO LA STESSA EFFICACIA DI UN DIRETTORE DI MANICOMIO CHE SI METTESSE A DISCUTERE LE PARTICOLARI FISSAZIONI DEI SUOI PAZIENTI PROPRIO IN MEZZO A LORO. Vedete, il fatto tragicomico è che TUTTI SONO CONVINTI DELLA LORO NORMALITÀ, ESATTAMENTE COME IL DOTTORE STESSO È CONVINTO DEL PROPRIO EQUILIBRIO MENTALE…»
Carl Gustav Jung – Comunicato stampa in occasione di una visita negli Stati Uniti – 4 ottobre 1936





Uno che trascurava l'esistenza dei vivi e cercava i fantasmi con le sedute spiritiche, tanto da farsi venire un infarto per l'ossessiva ricerca...gli archetipi il suo danno, manco fossero entità e non stati arcaici della mente. Un neutrale dei "fossili".





Bè, ognuno ha il suo campo di ricerca e, a quanto so, Jung non si è occupato di gruppi; ora per fortuna nella psicoanalisi lo studio dei gruppi e delle istituzione un po' di strada l'ha fatta, soprattutto sulle orme di Bion e di Foulkes, sia in Italia che in altri paesi. D'altra parte, non occuparsi affatto di politica e però essere profondamente interessato ai disturbi mentali che contagiano intere nazioni, potrebbe anche sembrare contraddittorio.



erano tempi di censura, accusato di simpatizzare per il nazismo con il suo culto del dio mitra o watan, preferì defilarsi con diplomazia...Solo pochi ci leggono il contraddittorio.





Preciso che io non pensavo affatto al nazismo e a una eventuale posizione di Jung, pensavo invece, e il commento qui sopra (che inizia: Si dovrebbe dubitare... ) me lo conferma, che Jung sottovalutasse i legami tra politica e problemi della psiche, come se questi derivassero, sul piano collettivo, dalla somma dei problemi individuali (qui sopra lui dice proprio così). Ma non si tratta di somma, il problema è molto più complicato, più grave e più oscuro, e del resto secondo me è discutibile anche l'affermazione di Jung alla fine del brano qui sopra secondo cui i problemi del mondo hanno la loro origine nell'individuo, voglio dire che questa affermazione è legata a una concezione della psiche per cui l'individuo è al centro di tutto (infatti Jung parla di realizzazione di sé come di individuazione), mentre io sono più vicina a una concezione in cui la psiche è vista, anche all'interno del singolo individuo, come relazionale.






non son d'accordo dissento in molte cose non fosse per altro che anche tu adesso fai politica, tutto ciò che ci circonda è politica da quando vado a far la spesa e decido cosa comprare e cosa no, dal vestirmi di marca o dai cinesi, o misconosciute, al tipo di macchina che compri, al lavoro su questioni legate all'etica, sui banchi di scuola insomma tutto e' politica e non partecipare significa fottersene della società dove viviamo che poi sia una zoo società a volte e' indiscutibile le idee sono politica e non hanno colore..





uno psicoanalista che dovrebbe curare il singolo ed entrare poco nelle faccende sociali, non è' un antropologo ne' un sociologo nè uno psicologo sociale che mi comunica il suo disprezzo per la politica (parola un pò troppo fortina) non mi convince affatto e che si fa scudo con la sua Svizzera neutrale che di neutrale non ebbe niente negli anni tragici del Novecento, ancora di più mi fa pensare....non mi ha mai convinto nemmeno Psicologia di massa e dell'Io di Freud che pure affrontava legittimamente il concetto di massa che attraversa il pensiero politico del Novecento, figurarsi una dichiarazione di disprezzo che effetto può farmi: il signor Jung ci ha lasciato una bella idea che è l'inconscio collettivo, per me è sufficiente.



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