«Ogni situazione politica è espressione di un parallelo problema psichico presente in milioni di individui. Problema che è in gran parte inconscio (il che lo rende particolarmente pericoloso!) le forze distruttive sono anche in noi, più esse sono inconsce, più sono pericolose…»
Carl Gustav Jung, Lettere
Carl Gustav Jung, Lettere
«Come psicologo sono profondamente interessato ai disturbi mentali, in particolare quando contagiano intere nazioni. Voglio sottolineare che dipsrezzo la politica di tutto cuore: non sono nè un bolscevico, nè un nazista, nè un antisemita. Sono uno svizzero neutrale e perfino nel mio paese non mi interesso di politica, perchè sono convinto che per il novantanove per cento la politica sia solo un sintomo e che tutto faccia tranne che curare i mali sociali. Circa il cinquanta per cento della politica è detestabile perchè avvelena la mente del tutto incompetente delle masse. Ci mettiamo in guardia contro le malattie contagiose del corpo, ma siamo esasperatamente incauti riguardo alle malattie collettive, ancora più pericolose, della mente. Faccio questa dichiarazione per scoraggiare sin dall’inizio ogni tentativo di coinvolgimenti in qualsivoglia partito politico. Ho delle buone ragioni per farlo: il mio nome è stato più volte portato nella discussione politica anche, come ben sapete, si trova attualmente in uno stato febbrile. E’ soprattutto a causa del fatto che mi occupo delle incontestabili differenze all’interno della psicologia nazionale e razziale che si è verificata una serie di fraintendimenti quasi fatali e di errori pratici nelle relazioni internazionali e nelle frizioni sociali interne. In un’atmosfera come questa, politicamente avvelenata e surriscaldata, è diventato praticamente impossibile condurre una discussione scientifica sana e spassionata su questi problemi così delicati eppure estremamente importanti. Discutere pubblicamente questi problemi avrebbe più o meno la stessa efficacia di un direttore di manicomio che si mettesse a discutere le particolari fissazioni dei suoi pazienti proprio in mezzo a loro. Vedete, il fatto tragicomico è che tutti sono convinti della loro normalità, esattamente come il dottore stesso è convinto del proprio equlibirio mentale…»
Carl Gustav Jung
Comunicato stampa in occasione di una visita negli Stati Uniti – 4 ottobre 1936
Jung parla: interviste e incontri
Si fa di tutto, anche le cose più strane, pur di sfuggire alla propria anima
Carl Gustav Jung
Si fa di tutto, anche le cose più strane, pur di sfuggire alla propria anima
Carl Gustav Jung
Emanuele Casale:
LA POLITICA e JUNG: UN ULTERIORE
CAMPO DELL'EGO PER LE MASSE E DELLE MASSE.
«Come psicologo sono profondamente INTERESSATO AI DISTURBI MENTALI, IN PARTICOLARE QUANDO CONTAGIANO INTERE NAZIONI. Voglio sottolineare che DISPREZZO LA POLITICA DI TUTTO CUORE: non sono nè un bolscevico, nè un nazista, nè un antisemita. Sono uno svizzero neutrale e perfino nel mio paese non mi interesso di politica, perchè SONO CONVINTO CHE PER IL NOVANTANOVE PER CENTO LA POLITICA SIA SOLO UN SINTOMO E CHE TUTTO FACCIA TRANNE CHE CURARE I MALI SOCIALI. Circa il cinquanta per cento della politica è detestabile perchè AVVELENA LA MENTE DEL TUTTO INCOMPETENTE DELLE MASSE. CI METTIAMO IN GUARDIA CONTRO LE MALATTIE CONTAGIOSE DEL CORPO, MA SIAMO ESASPERATAMENTE INCAUTI RIGUARDO ALLE MALATTIE COLLETTIVE, ANCORA PIÙ PERICOLOSE, DELLA MENTE. Faccio questa dichiarazione per scoraggiare sin dall’inizio ogni tentativo di coinvolgimenti in qualsivoglia partito politico. Ho delle buone ragioni per farlo: il mio nome è stato più volte portato nella discussione politica anche, come ben sapete, si trova attualmente in uno stato febbrile. E’ soprattutto a causa del fatto che mi occupo delle incontestabili differenze all’interno della psicologia nazionale e razziale che si è verificata una serie di fraintendimenti quasi fatali e di errori pratici nelle relazioni internazionali e nelle frizioni sociali interne. In un’atmosfera come questa, politicamente avvelenata e surriscaldata, è diventato praticamente impossibile condurre una discussione scientifica sana e spassionata su questi problemi così delicati eppure estremamente importanti. DISCUTERE PUBBLICAMENTE QUESTI PROBLEMI AVREBBE PIÙ O MENO LA STESSA EFFICACIA DI UN DIRETTORE DI MANICOMIO CHE SI METTESSE A DISCUTERE LE PARTICOLARI FISSAZIONI DEI SUOI PAZIENTI PROPRIO IN MEZZO A LORO. Vedete, il fatto tragicomico è che TUTTI SONO CONVINTI DELLA LORO NORMALITÀ, ESATTAMENTE COME IL DOTTORE STESSO È CONVINTO DEL PROPRIO EQUILIBRIO MENTALE…»
«Come psicologo sono profondamente INTERESSATO AI DISTURBI MENTALI, IN PARTICOLARE QUANDO CONTAGIANO INTERE NAZIONI. Voglio sottolineare che DISPREZZO LA POLITICA DI TUTTO CUORE: non sono nè un bolscevico, nè un nazista, nè un antisemita. Sono uno svizzero neutrale e perfino nel mio paese non mi interesso di politica, perchè SONO CONVINTO CHE PER IL NOVANTANOVE PER CENTO LA POLITICA SIA SOLO UN SINTOMO E CHE TUTTO FACCIA TRANNE CHE CURARE I MALI SOCIALI. Circa il cinquanta per cento della politica è detestabile perchè AVVELENA LA MENTE DEL TUTTO INCOMPETENTE DELLE MASSE. CI METTIAMO IN GUARDIA CONTRO LE MALATTIE CONTAGIOSE DEL CORPO, MA SIAMO ESASPERATAMENTE INCAUTI RIGUARDO ALLE MALATTIE COLLETTIVE, ANCORA PIÙ PERICOLOSE, DELLA MENTE. Faccio questa dichiarazione per scoraggiare sin dall’inizio ogni tentativo di coinvolgimenti in qualsivoglia partito politico. Ho delle buone ragioni per farlo: il mio nome è stato più volte portato nella discussione politica anche, come ben sapete, si trova attualmente in uno stato febbrile. E’ soprattutto a causa del fatto che mi occupo delle incontestabili differenze all’interno della psicologia nazionale e razziale che si è verificata una serie di fraintendimenti quasi fatali e di errori pratici nelle relazioni internazionali e nelle frizioni sociali interne. In un’atmosfera come questa, politicamente avvelenata e surriscaldata, è diventato praticamente impossibile condurre una discussione scientifica sana e spassionata su questi problemi così delicati eppure estremamente importanti. DISCUTERE PUBBLICAMENTE QUESTI PROBLEMI AVREBBE PIÙ O MENO LA STESSA EFFICACIA DI UN DIRETTORE DI MANICOMIO CHE SI METTESSE A DISCUTERE LE PARTICOLARI FISSAZIONI DEI SUOI PAZIENTI PROPRIO IN MEZZO A LORO. Vedete, il fatto tragicomico è che TUTTI SONO CONVINTI DELLA LORO NORMALITÀ, ESATTAMENTE COME IL DOTTORE STESSO È CONVINTO DEL PROPRIO EQUILIBRIO MENTALE…»
Carl Gustav Jung – Comunicato stampa in occasione di una visita negli
Stati Uniti – 4 ottobre 1936
Uno che trascurava l'esistenza dei vivi e cercava i fantasmi con le sedute spiritiche, tanto da farsi venire un infarto per l'ossessiva ricerca...gli archetipi il suo danno, manco fossero entità e non stati arcaici della mente. Un neutrale dei "fossili".
Bè, ognuno ha il suo campo di ricerca e, a quanto so, Jung non si è occupato di gruppi; ora per fortuna nella psicoanalisi lo studio dei gruppi e delle istituzione un po' di strada l'ha fatta, soprattutto sulle orme di Bion e di Foulkes, sia in Italia che in altri paesi. D'altra parte, non occuparsi affatto di politica e però essere profondamente interessato ai disturbi mentali che contagiano intere nazioni, potrebbe anche sembrare contraddittorio.
erano tempi di censura, accusato di simpatizzare per il nazismo con il suo culto del dio mitra o watan, preferì defilarsi con diplomazia...Solo pochi ci leggono il contraddittorio.
Preciso che io non pensavo affatto al nazismo e a una eventuale posizione di Jung, pensavo invece, e il commento qui sopra (che inizia: Si dovrebbe dubitare... ) me lo conferma, che
Jung sottovalutasse i legami tra politica e problemi della psiche, come se questi derivassero, sul piano collettivo, dalla somma dei problemi individuali (qui sopra lui dice proprio così). Ma non si tratta di somma, il problema è molto più complicato, più grave e più oscuro, e del resto secondo me è discutibile anche l'affermazione di Jung alla fine del brano qui sopra secondo cui i problemi del mondo hanno la loro origine nell'individuo, voglio dire che questa affermazione è legata a una concezione della psiche per cui l'individuo è al centro di tutto (infatti Jung parla di realizzazione di sé come di individuazione), mentre io sono più vicina a una concezione in cui la psiche è vista, anche all'interno del singolo individuo, come relazionale.
non son d'accordo dissento in molte cose non fosse per altro che anche tu adesso fai politica, tutto ciò che ci circonda è politica da quando vado a far la spesa e decido cosa comprare e cosa no, dal vestirmi di marca o dai cinesi, o misconosciute, al tipo di macchina che compri, al lavoro su questioni legate all'etica, sui banchi di scuola insomma tutto e' politica e non partecipare significa fottersene della società dove viviamo che poi sia una zoo società a volte e' indiscutibile le idee sono politica e non hanno colore..
uno psicoanalista che dovrebbe curare il singolo ed entrare poco nelle faccende sociali, non è' un antropologo ne' un sociologo nè uno psicologo sociale che mi comunica il suo disprezzo per la politica (parola un pò troppo fortina) non mi convince affatto e che si fa scudo con la sua Svizzera neutrale che di neutrale non ebbe niente negli anni tragici del Novecento, ancora di più mi fa pensare....non mi ha mai convinto nemmeno Psicologia di massa e dell'Io di Freud che pure affrontava legittimamente il concetto di massa che attraversa il pensiero politico del Novecento, figurarsi una dichiarazione di disprezzo che effetto può farmi: il signor Jung ci ha lasciato una bella idea che è l'inconscio collettivo, per me è sufficiente.
Uno che trascurava l'esistenza dei vivi e cercava i fantasmi con le sedute spiritiche, tanto da farsi venire un infarto per l'ossessiva ricerca...gli archetipi il suo danno, manco fossero entità e non stati arcaici della mente. Un neutrale dei "fossili".
Bè, ognuno ha il suo campo di ricerca e, a quanto so, Jung non si è occupato di gruppi; ora per fortuna nella psicoanalisi lo studio dei gruppi e delle istituzione un po' di strada l'ha fatta, soprattutto sulle orme di Bion e di Foulkes, sia in Italia che in altri paesi. D'altra parte, non occuparsi affatto di politica e però essere profondamente interessato ai disturbi mentali che contagiano intere nazioni, potrebbe anche sembrare contraddittorio.
non son d'accordo dissento in molte cose non fosse per altro che anche tu adesso fai politica, tutto ciò che ci circonda è politica da quando vado a far la spesa e decido cosa comprare e cosa no, dal vestirmi di marca o dai cinesi, o misconosciute, al tipo di macchina che compri, al lavoro su questioni legate all'etica, sui banchi di scuola insomma tutto e' politica e non partecipare significa fottersene della società dove viviamo che poi sia una zoo società a volte e' indiscutibile le idee sono politica e non hanno colore..
uno psicoanalista che dovrebbe curare il singolo ed entrare poco nelle faccende sociali, non è' un antropologo ne' un sociologo nè uno psicologo sociale che mi comunica il suo disprezzo per la politica (parola un pò troppo fortina) non mi convince affatto e che si fa scudo con la sua Svizzera neutrale che di neutrale non ebbe niente negli anni tragici del Novecento, ancora di più mi fa pensare....non mi ha mai convinto nemmeno Psicologia di massa e dell'Io di Freud che pure affrontava legittimamente il concetto di massa che attraversa il pensiero politico del Novecento, figurarsi una dichiarazione di disprezzo che effetto può farmi: il signor Jung ci ha lasciato una bella idea che è l'inconscio collettivo, per me è sufficiente.
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