giovedì 25 luglio 2019

André Aciman, Chiamami col tuo nome. Come vivi la tua vita sono affari tuoi. Ma ricordati, cuore e corpo ci vengono dati una volta sola. La maggior parte di noi non riesce a fare a meno di vivere come se avesse a disposizione due vite, la versione temporanea e quella definitiva, più tutte quelle che stanno in mezzo. Invece di vita ce n’è una sola, e prima che tu te ne accorga ti ritrovi col cuore esausto e arriva un momento in cui nessuno lo guarda più, il tuo corpo, e tantomeno vuole avvicinarglisi. Adesso soffri. Non invidio il dolore in sé. Ma te lo invidio, questo dolore.

Come vivi la tua vita sono affari tuoi. 
Ma ricordati, cuore e corpo ci vengono dati una volta sola
La maggior parte di noi non riesce a fare a meno di vivere come se avesse a disposizione due vite, la versione temporanea e quella definitiva, più tutte quelle che stanno in mezzo. Invece di vita ce n’è una sola, e prima che tu te ne accorga ti ritrovi col cuore esausto e arriva un momento in cui nessuno lo guarda più, il tuo corpo, e tantomeno vuole avvicinarglisi. Adesso soffri. Non invidio il dolore in sé. Ma te lo invidio, questo dolore.
André Aciman, Chiamami col tuo nome



“Questo significa che fra dieci giorni, quando guarderò qui, tu non ci sarai. 
Non so cosa farò. Almeno tu sarai da un'altra parte, dove non ci sono i ricordi.”
Mi strinse la spalla, avvicinandomi a sé. “A volte fai certi ragionamenti…Starai bene, vedrai.
André Aciman, Chiamami col tuo nome


Altro che saggio. Te l'ho detto, io non so niente. Conosco i libri e so come mettere insieme le parole, ma questo non vuol dire che sappia parlare delle cose che più contano per me.
André Aciman, Chiamami col tuo nome


Volevo che quella passeggiata non finisse mai
La via silenziosa e deserta aveva un'aria tetra, e gli antichi ciottoli bucherellati luccicavano per l'umidità. […] Se ne erano andati tutti da Roma. E la città, che ne aveva viste di tutti i colori, adesso apparteneva solo a noi e al poeta che l'aveva plasmata a sua immagine, fosse anche per una notte sola. […] Ci incamminammo lungo la via via buia, proprio come due ombre dantesche, il giovane e il vecchio. Faceva ancora molto caldo e sulla fronte di Oliver colsi lo scintillio della luce di un lampione. Ci inoltrammo in un’altra via estremamente silenziosa, poi in un’altra, come attirati in quei vicoli irreali e appiccicosi, popolati di spiriti maligni, che sembravano condurre in una dimensione diversa, sotterranea, in cui entravi in uno stato di stupore e meraviglia.[…] Potevano essere le tre del mattino, magari anche più tardi. Fatta eccezione per qualche macchina, in città regnava un silenzio di tomba. Quando, per errore, capitammo in piazza della Rotonda, quella del Pantheon, la trovammo stranamente vuota. C’erano qualche turista con zaini enormi, degli ubriachi e i soliti spacciatori. […] A distanza di anni ormai, mi sembra ancora di sentire le voci di due giovani che cantano […] senza rendersi conto, mentre si abbracciano e si baciano nei vicoli bui di Roma, che sarebbe stata l’ultima notte in cui avrebbero fatto l’amore.” 
André Aciman, Chiamami col tuo nome


“Io mi ricorderò di te 
Tra le luci di Roma, ogni abbraccio per strada 
Mi riporterà da te 
Perché in fondo sai stavamo bene”
André Aciman, Chiamami col tuo nome


Rimase sbalordito nell'apprendere che, tra tutti i luoghi possibili al mondo, cresceva un albicocco proprio nel nostro frutteto. Nel tardo pomeriggio, quando a casa non c'era nulla da fare, Mafalda gli chiedeva di arrampicarsi sulla scala con un cestino e di raccogliere i frutti che quasi arrossivano di vergogna, come diceva lei.
Oliver allora si metteva a scherzare in italiano, ne sceglieva uno e le chiedeva: Questo qui è rosso di vergogna? No, risponeva lei, quello è ancora troppo giovane, da giovani si è senza vergogna, la vergogna arriva col passare degli anni.
André Aciman, Chiamami col tuo nome


Rinunciamo a tanto di noi per guarire più in fretta del dovuto, che finiamo in bancarotta a trent'anni, e ogni volta che ricominciamo con una persona nuova abbiamo meno da offrire. Ma non provare niente per non rischiare di provare qualcosa…che spreco
André Aciman, Chiamami col tuo nome


Dimmi qualcosa, toccami, non chiedo altro. 
Se mi guardi abbastanza a lungo vedrai che ho le lacrime agli occhi. 
André Aciman, Chiamami col tuo nome


Mi strinsi nelle spalle come per dire: Fa’ pure, non me ne potrebbe fregare di meno. Ma appena se ne furono andati, salii in camera mia e mi misi a singhiozzare con la faccia contro il cuscino.
André Aciman, Chiamami col tuo nome



Ma questa cosa che quasi non fu mai, ancora ci tenta.
André Aciman, Chiamami col tuo nome

Sapevo che quella sensazione non sarebbe durata a lungo e che, come fanno i drogati, era facile negare la propria dipendenza subito dopo essersi sparati una dose.
André Aciman, Chiamami col tuo nome


Con delicatezza, dolcemente, con la gentilezza che si usa tra ebrei, si insinuava nel mio corpo, con delicatezza, dolcemente, dopo aver ascoltato le parole che ormai provavo da giorni: Ti prego, non farmi male, che in realtà volevano dire: Fammi tutto il male che vuoi.
André Aciman, Chiamami col tuo nome


Sono come te” ha detto. “Mi ricordo tutto.”
Mi sono fermato un secondo. Se ti ricordi tutto, volevo dirgli, e se sei davvero come me, allora domani prima di partire o quando sei pronto per chiudere la portiera del taxi e hai già salutato gli altri e non c'è più nulla da dire in questa vita, allora, una volta soltanto, girati verso di me, anche per scherzo, o perché ci hai ripensato, e, come avevi già fatto allora, guardami negli occhi, trattieni il mio sguardo, e chiamami col tuo nome.
André Aciman, Chiamami col tuo nome


Quei due non possono disfarla, né riscriverla, né far finta di non averla vissuta, nemmeno riviverla; è lì, bloccata, come un'apparizione di lucciole in un campo d'estate verso sera, e continua a ripetere a ognuno di loro: Avresti potuto avere questo, invece. Ma tornare indietro è falso. Andare avanti è falso. Far finta di niente è falso. Cercare di rimediare a tutte queste falsità è a sua volta falso.
La loro vita è come un'eco distorta sepolta per sempre in un santuario di Mitra.
Silenzio.
André Aciman, Chiamami col tuo nome

«Oliver era Oliver» dissi, come se questo riassumesse tutto. «Parce que c’était lui, parce que c’était moi» aggiunse mio padre, citando la spiegazione onnicomprensiva data da Montaigne della sua amicizia con Etienne de la Boétie. Io, invece, stavo pensando alle parole di Emily Brontë: perché «lui è me più di me stessa» […] alla fine capivamo entrambi che lui era più me di quanto non fossi mai stato io, perché tanti anni prima, quando a letto lui diventava me e io diventavo lui, Oliver era e sarebbe rimasto per sempre, anche molto dopo che ogni strada imboccata nella vita ci aveva cambiato, mio fratello, mio amico, mio padre, mio figlio, mio marito, il mio amante, me stesso.
André Aciman, Chiamami col tuo nome


André Aciman, Chiamami col tuo nome


Facevamo finta di niente. Parlavamo di tutto fuorché di quello. Ma l'abbiamo sempre saputo, e che adesso non dicessimo nulla era un'ulteriore conferma. Avevamo trovato le stelle, tu e io. E questo capita una volta sola nella vita.
André Aciman, Chiamami col tuo nome


Non un fuoco di passione, non un fuoco che ti devasta, ma che ti lascia paralizzato, come il fuoco delle bombe a grappolo che succhia l'ossigeno tutt'intorno e ti lascia lì senza fiato, […]. Fuoco che è paura, che è panico, un altro minuto così e morirò se non bussa alla mia porta, ma piuttosto che bussi adesso è meglio che non bussi mai. Fuoco che è una supplica, ti prego, ti prego, dimmi che mi sbaglio, dimmi che mi sono immaginato tutto, perché non può essere vero anche per te, e se invece è vero anche per te, allora sei l'uomo più crudele del mondo.
André Aciman, Chiamami col tuo nome


È la cosa peggiore è che, con tutta la tua esperienza, la tua ironia e la tua capacità di vincere la timidezza ogni volta che minaccia di presentarsi, ti senti totalmente bloccato. Non parlavo la loro lingua, non parlavo la lingua del loro cuore, nemmeno del mio. Vedevo veli ovunque: quello che volevo, quello che non volevo sapere di volere, quello che avevo sempre saputo di volere. O è un miracolo oppure è l’inferno.
André Aciman, Chiamami col tuo nome




Perché è il desiderio a renderci ciò che siamo, ci rende migliori di ciò che siamo, perché il desiderio riempie il cuore. Riempie il cuore. 
Così come l’assenza e il dolore e il lutto riempiono il cuore.
André Aciman, Notti bianche


Ogni cosa mi dice che tu mi vuoi bene. Eppure da te mai un segnale.
André Aciman,  Variazioni su un tema originale


Era mai stato amore? E se non era mai stato amore, allora cos'era? Era davvero amore un amore spezzato, malmenato, rovinato, sprecato, che tremava in un gelido vicolo come un animale ferito che ha perso il padrone e per miracolo è sopravvissuto a una lotta con un cagnaccio? Senza cuore, senza gentilezza, senza carità, addirittura senza amore. Il nostro amore era come acqua stagnante dietro una chiusa bloccata. Dentro non ci viveva nulla.
André Aciman,  Variazioni su un tema originale


Sarei sopravvissuto senza troppi problemi, certo, e alla fine non me ne sarebbe importato più nulla e presto avrei imparato a soffocare gli attacchi di rimpianto. Perché è abbastanza facile superare lo struggimento del cuore, come pure l'amore, la febbriciattola, il desiderio di allungare la mano sul tavolo per toccare quella di un altro. Ci sarebbero state altre email e altri “carissimo” -questo lo sapevo- e ogni volta il mio cuore avrebbe sussultato e si sarebbe ritrovato a sperare che sullo schermo fluttuasse il nome di lei, e questo significava che sarei stato ancora vulnerabile, e questo significava a sua volta che sarei riuscito ancora a provare quei sentimenti, e questo era un bene -perfino la perdita e la sofferenza erano un bene.
André Aciman,  Variazioni su un tema originale



Adesso, al buio, col ricordo del suo corpo appoggiato al mio, non dovevo fare altro che pronunciare il suo nome e sarebbe stata sotto le coperte, muovermi di un centimetro e avrei trovato una spalla, un ginocchio, sussurrare ancora il suo nome e ancora e ancora, finché non avrei giurato stesse facendo altrettanto con il mio, al buio le nostre voci unite come quelle di due amanti in una favola antica.
André Aciman


Questo mai-amore che ha cambiato tutto, ma non è andato da nessuna parte.
André Aciman

Nessun commento:

Posta un commento

Elenco blog personale