La remora è uno strano animale, chi lo dice grasso e nero come un’anguilla (Eliano, Nat. anim., II, 17), chi (Plinio, Nat. hist., IX, 41) piccolo e dimorante tra le rocce del fondo marino tra cui si mimetizza. In greco si chiama echeneis, «che trattiene le navi». Se si attacca alla chiglia di una nave, la nave non va più avanti. Non si sa perché lo faccia e come possa farlo. Anche se tira un gran vento o se remano tutti i rematori, la nave sta ferma come fosse ancorata; allora si manda giù un ragazzo che nuota sotto la nave a cercare la remora. Muciano dice che è una conchiglia di circa trenta centimetri.
Ma la remora ha il potere di fermare tutto, anche le cause legali, attaccandola al banco del giudice in tribunale; di impedire le nozze, attaccandola alla casa della promessa sposa (o dello sposo), dove da quel momento tutto rallenta, rallenta la digestione, rallenta la cottura dei cibi (vedi lo pseudo Eliano), rallenta il sonno, per cui in quella casa si dorme moltissimo e al mattino ci si sveglia come rallentati, un’ora per decidersi se alzarsi o no, poi si fa colazione, e anche il latte non si decide mai a bollire, di modo che è già l’ora di pranzo e tanto vale spegnere il latte e mettersi a cucinare, ma quando il pranzo è pronto, è quasi l’ora di cena, per cui invece di far colazione si cena, la quale poi si prolunga tanto che è già il giorno dopo, e tutto per via della remora attaccata sotto lo zerbino di casa, dice lo pseudo Eliano.
Intanto il fidanzato bussa alla porta, tutto agitato per il giorno imminente, tutto frenetico per i preparativi: «Ci son da fare ancora un sacco di cose, dove eri finita?» dice alla sposa; ma passata la soglia entra anche lui sotto l’effetto della remora (messa da qualcuno invidioso che non vuole le nozze, o da qualcuno che vuole per sé la sposa, ad esempio don Rodrigo, nel caso si trattasse del matrimonio di Renzo e Lucia, dico nel caso, ma don Rodrigo sembra non sapesse nulla delle virtù della remora), e allora anche il fidanzato rallenta, si mette in poltrona, o su un triclinio (se siamo al tempo di Roma antica), ogni tanto gli esce una parola di bocca, ma bisogna aspettare mezz’ora per sentire la successiva. È naturale che non si arriverà mai al matrimonio; se un cugino ad esempio, messo in sospetto, non solleva lo zerbino di casa, e allora si scopre la remora, così attaccata con tutti i dentini che si fa più presto a gettare la remora con lo zerbino nel mare.
Una remora invece è consigliata (dice Plinio) per evitare un parto prematuro; al nono mese il personale qualificato va dalla puerpera e stacca la remora, immediatamente si hanno le doglie e il parto. E questo per dire come un influsso dannoso possa essere volto a vantaggio. Questo basti sulle virtù della remora.
Ermanno Cavazzoni, Guida agli animali fantastici (La remora)
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