Accadono cose che sono come domande.
Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.
Alessandro Baricco
Sapeva ascoltare, e sapeva leggere.
Non i libri, quelli sono buoni tutti, sapeva leggere la gente.
I segni che la gente si porta addosso.
Alessandro Baricco
E allora servono i colori.
La vita si ascolta, così come si ascolta il mare.
Le onde montano, crescono, cambiano le cose.
Poi, tutto torna come prima ma non è più la stessa cosa.
Alessandro Baricco
Sapete, è geniale questa cosa che i giorni finiscono. E’ un sistema geniale. I giorni e poi le notti. E di nuovo i giorni. Sembra scontato, ma c’è del genio. E là dove la natura decide di collocare i propri limiti, esplode lo spettacolo. I tramonti.
Alessandro Baricco
Sapete, è geniale questa cosa che i giorni finiscono. E’ un sistema geniale. I giorni e poi le notti. E di nuovo i giorni. Sembra scontato, ma c’è del genio. E là dove la natura decide di collocare i propri limiti, esplode lo spettacolo. I tramonti.
Alessandro Baricco
Sapeva ascoltare, e sapeva leggere.
Non i libri, quelli sono buoni tutti, sapeva leggere la gente.
I segni che la gente si porta addosso.
Alessandro Baricco
E le forme.
E le note.
E le emozioni.
Alessandro Baricco
È proprio obbligatorio essere eccezionali?
C’è una dignità immensa, nella gente,
quando si porta addosso le proprie paure, senza barare,
come medaglie della propria mediocrità.
Alessandro Baricco. Castelli di rabbia
“Perché è così che ti frega, la vita. Ti piglia quando hai ancora l'anima addormentata e ti semina dentro un'immagine, o un odore, o un suono che poi non te lo togli più. E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quando è troppo tardi. E già sei, per sempre, un esule: a migliaia di chilometri da quell'immagine, da quel suono, da quell'odore. Alla deriva..."
Alessandro Baricco, “Castelli di rabbia”
"La sera vado a letto e mi addormento. Tu mi hai insegnato che questo vuol dire che sono in pace con me stesso. (..)
Ognuno ha il mondo che si merita. Io forse ho capito che il mio è questo qua. Ha di strano che è normale. Mai visto niente del genere, a Quinnipak. Ma forse proprio per questo, io ci sto bene. A Quinnipak si ha negli occhi l'infinito. Qui, quando proprio guardi lontano, guardi negli occhi di tuo figlio. Ed è diverso.
Non so come fartelo capire, ma qui si vive al riparo. E non è una cosa spregevole. È bello. E poi chi l'ha detto che si deve proprio vivere allo scoperto, sempre sporti sul cornicione delle cose, a cercare l'impossibile, a spiare tutte le scappatoie per sgusciare via dalla realtà? È proprio obbligatorio essere eccezionali?
Io non lo so. Ma mi tengo stretta questa vita mia e non mi vergogno di niente: nemmeno delle mie sovrascarpe. C'è una dignità immensa, nella gente, quando si porta addosso le proprie paure, senza barare, come medaglie della propria mediocrità. Ed io sono uno di quelli. (..)"
Alessandro Baricco, “Castelli di rabbia”
.. Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada. Così ... Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo ... salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No.
Sono i desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera.Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l'ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. E' lì che salta tutto, non c'è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatto tanto di quel male che tu non te lo puoi nemmeno immaginare ...
Alessandro Baricco da "Oceano mare"
L'amore mi perseguita. Lui tornerà ad essere un estraneo dopo che avrete fuso le vostre vite in una sola, vi siate confidati i segreti più nascosti e avrete abbattuto il muro di qualunque pudore. Sarete due estranei anche se conoscete il ritmo del vostro sonno, i vostri odori, le vostre abitudini. Due estranei che si conoscono meglio di chiunque altro e le cui vite non si incroceranno mai più se non per caso.
Baricco. Oceano mare
Quell'accostarsi. Si vorrebbe non finisse mai.
Il gesto di consegnarsi al destino. Quella é un'emozione.
Senza piu' dilemmi, senza piu' menzogne. Sapere dove.
E raggiungerlo. Qualunque sia il destino.
Camminava, ed era la cosa piu' bella che aveva mai fatto.
Alessandro Baricco. Oceano mare
"Con l’Iliade e l’Odissea i greci volevano dirci - perché non lo dimenticassimo mai - che nella vita noi facciamo solo due cose:
1. Assediare qualcuno che desideriamo, e questa è l’Iliade
2. Tornare a casa.
Tutto il resto è accessorio."
Baricco
E avrai errori dappertutto dietro la schiena, fregatene.
Ricordatene. Devi fregartene. Tutte le bocce di cristallo che hai rotto erano solo vita... non sono quelli gli errori... quella è vita... e la vita vera magari è proprio quella che si spacca, quella vita su cento che alla fine si spacca... io questo l'ho capito, il mondo è pieno di gente che gira in tasca con le sue piccole biglie di vetro... le sue piccole tristi biglie infrangibili... e allora tu non smetterla mai di soffiare nelle tue sfere di cristallo... sono belle, a me è piaciuto guardarle, per tutto il tempo che ti sono stato vicino... ci si vede dentro tanta di quella roba... è una cosa che ti mette l'allegria addosso... non smetterla mai... e se un giorno scoppieranno, anche quella sarà vita, a modo suo... meravigliosa vita.
Alessandro Baricco
C'era un uomo che partiva, viaggiava, e quando tornava, prima di lui arrivava un gioiello, in una scatola di velluto. La donna che lo aspettava apriva la scatola, vedeva il gioiello e allora sapeva che sarebbe tornato. La gente credeva che fosse un regalo, un prezioso regalo per ogni fuga. Ma il segreto era che il gioiello era sempre lo stesso. Cambiavano le scatole ma lui era sempre quello. Partiva con l'uomo, restava con lui ovunque andasse, passava di valigia in valigia, di città in città, e poi tornava indietro. Veniva dalle mani della donna e lì ritornava, esattamente come l'orologio ritornava nelle mani dell'Ammiraglio. La gente credeva che fosse un regalo, un prezioso regalo per ogni fuga. Invece era ciò che custodiva il filo del loro amore, nel labirinto di mondi in cui l'uomo correva, come un'incrinatura lungo un vaso. Era l'orologio che contava i minuti del tempo anomalo, e unico, che era il tempo del loro volersi. Tornava indietro prima di lui perchè lei sapesse che dentro colui che stava arrivando non si era spezzato il filo di quel tempo. Così l'uomo arrivava, infine, e non c'era bisogno di dir nulla, di chiedere nulla, nè di sapere. L'istante in cui si vedevano era, per tutt'e due, ancora una volta, lo stesso istante.
Alessandro Baricco
“Perché gli studenti non fanno creative writing invece dei temi? Perché a undici anni non imparano a montare i film? Perché spendiamo tutti questi soldi tra enti e fondazioni per l’opera lirica e quando spieghiamo il romanticismo a scuola non parliamo neanche di Verdi e Wagner? In questa società in declino c’è una certezza nitida: l’Italia dispone di una grande energia e forza che abbiamo bloccato. Per rimuovere i blocchi, l’unica strada è l’educazione, perché l’educazione produce lavoro, il grande problema del nostro Paese.”
Alessandro Baricco.
Dall'articolo di Letizia Pascale per Eunews.it dell'11 aprile.
“Perché gli studenti non fanno creative writing invece dei temi? Perché a undici anni non imparano a montare i film? Perché spendiamo tutti questi soldi tra enti e fondazioni per l’opera lirica e quando spieghiamo il romanticismo a scuola non parliamo neanche di Verdi e Wagner? In questa società in declino c’è una certezza nitida: l’Italia dispone di una grande energia e forza che abbiamo bloccato. Per rimuovere i blocchi, l’unica strada è l’educazione, perché l’educazione produce lavoro, il grande problema del nostro Paese.”
Alessandro Baricco.
Dall'articolo di Letizia Pascale per Eunews.it dell'11 aprile.
"Con l’Iliade e l’Odissea i greci volevano dirci - perché non lo dimenticassimo mai - che nella vita noi facciamo solo due cose:
1. Assediare qualcuno che desideriamo, e questa è l’Iliade
2. Tornare a casa.
Tutto il resto è accessorio."
Baricco
I desideri stavano strappandomi l'anima. Potevo viverli, ma non ci son riuscito. Allora li ho incantati. E a uno a uno li ho lasciati dietro di me... Ho disarmato l'infelicità. Ho sfilato via la mia vita dai miei desideri. Se tu potessi risalire il mio cammino, li troveresti uno dopo l'altro, incantati, immobili, fermati lì per sempre a segnare la rotta di questo viaggio strano che a nessuno mai ho raccontato se non a te.
Alessandro Baricco. Novecento
Io che non ero stato capace di scendere da questa nave,
PER SALVARMI SONO SCESO DALLA MIA VITA.
GRADINO DOPO GRADINO. E OGNI GRADINO ERA UN DESIDERIO.
Per ogni passo, un desiderio a cui dicevo addio.
... Non sono pazzo, fratello.
Non siamo pazzi quando troviamo IL SISTEMA PER SALVARCI.
siamo astuti come animali affamati.
Non c'entra nulla la pazzia.
E' genio, quello. E' geometria. Perfezione.
I DESIDERI STAVANO STRAPPANDOMI L'ANIMA.
POTEVO VIVERLI, MA NON CI SONO RIUSCITO.
Allora li ho incantati.
Alessandro Baricco, Novecento
Io, che non ero stato capace di scendere da questa nave, per salvarmi sono sceso dalla mia vita.
Gradino dopo gradino. E ogni gradino era un desiderio.
Per ogni passo, un desiderio a cui dicevo addio.
Non sono pazzo, fratello. Non siamo pazzi quando troviamo il sistema per salvarci.
Siamo astuti come animali affamati. Non c’entra la pazzia. È genio, quello. È geometria. Perfezione.
I desideri stavano strappandomi l’anima. Potevo viverli, ma non ci sono riuscito.
Allora li ho incantati.
E a uno a uno li ho lasciati dietro di me. Geometria. Un lavoro perfetto. Tutte le donne del mondo le ho incantate suonando una notte intera per una donna, una, la pelle trasparente, le mani senza un gioiello, le gambe sottili, ondeggiava la testa al suono della mia musica, senza un sorriso, senza piegare lo sguardo, mai, una notte intera, quando si alzò non fu lei che uscì dalla mia vita, furono tutte le donne del mondo. Il padre che non sarò mai, l’ho incantato guardando un bambino morire, per giorni, seduto accanto a lui, senza perdere nulla di quello spettacolo tremendo bellissimo, volevo essere l’ultima cosa che guardava al mondo, quando se ne andò, guardandomi negli occhi, non fu lui ad andarsene, ma tutti i figli che mai ho avuto.
La terra che era la mia terra, da qualche parte del mondo, l’ho incantata sentendo cantare un uomo che veniva dal nord, e tu lo ascoltavi e vedevi, vedevi la valle, i monti intorno, il fiume che adagio scendeva, la neve d’inverno, i lupi la notte, quando quell’uomo finì di cantare finì la mia terra, per sempre, ovunque essa sia. Gli amici che ho desiderato li ho incantati suonando per te e con te quella sera, nella faccia che avevi, negli occhi, io li ho visti, tutti, miei amici amati, quando te ne sei andato, sono venuti via con te. Ho detto addio alla meraviglia quando ho visto gli immani iceberg del mare del Nord crollare vinti dal caldo, ho detto addio ai miracoli quando ho visto ridere gli uomini che la guerra aveva fatto a pezzi, ho detto addio alla rabbia quando ho visto riempire questa nave di dinamite, ho detto addio alla musica, alla mia musica, il giorno che sono riuscito a suonarla tutta in una sola nota di un istante, e ho detto addio alla gioia, incatenandola, quando ti ho chiesto di entrare qui. Non è pazzia, fratello. Geometria. È un lavoro di cesello. Ho disarmato l’infelicità. Ho sfilato via la mia vita dai miei desideri.
Alessandro Baricco, Novecento
Gradino dopo gradino. E ogni gradino era un desiderio.
Per ogni passo, un desiderio a cui dicevo addio.
Non sono pazzo, fratello. Non siamo pazzi quando troviamo il sistema per salvarci.
Siamo astuti come animali affamati. Non c’entra la pazzia. È genio, quello. È geometria. Perfezione.
I desideri stavano strappandomi l’anima. Potevo viverli, ma non ci sono riuscito.
Allora li ho incantati.
E a uno a uno li ho lasciati dietro di me. Geometria. Un lavoro perfetto. Tutte le donne del mondo le ho incantate suonando una notte intera per una donna, una, la pelle trasparente, le mani senza un gioiello, le gambe sottili, ondeggiava la testa al suono della mia musica, senza un sorriso, senza piegare lo sguardo, mai, una notte intera, quando si alzò non fu lei che uscì dalla mia vita, furono tutte le donne del mondo. Il padre che non sarò mai, l’ho incantato guardando un bambino morire, per giorni, seduto accanto a lui, senza perdere nulla di quello spettacolo tremendo bellissimo, volevo essere l’ultima cosa che guardava al mondo, quando se ne andò, guardandomi negli occhi, non fu lui ad andarsene, ma tutti i figli che mai ho avuto.
La terra che era la mia terra, da qualche parte del mondo, l’ho incantata sentendo cantare un uomo che veniva dal nord, e tu lo ascoltavi e vedevi, vedevi la valle, i monti intorno, il fiume che adagio scendeva, la neve d’inverno, i lupi la notte, quando quell’uomo finì di cantare finì la mia terra, per sempre, ovunque essa sia. Gli amici che ho desiderato li ho incantati suonando per te e con te quella sera, nella faccia che avevi, negli occhi, io li ho visti, tutti, miei amici amati, quando te ne sei andato, sono venuti via con te. Ho detto addio alla meraviglia quando ho visto gli immani iceberg del mare del Nord crollare vinti dal caldo, ho detto addio ai miracoli quando ho visto ridere gli uomini che la guerra aveva fatto a pezzi, ho detto addio alla rabbia quando ho visto riempire questa nave di dinamite, ho detto addio alla musica, alla mia musica, il giorno che sono riuscito a suonarla tutta in una sola nota di un istante, e ho detto addio alla gioia, incatenandola, quando ti ho chiesto di entrare qui. Non è pazzia, fratello. Geometria. È un lavoro di cesello. Ho disarmato l’infelicità. Ho sfilato via la mia vita dai miei desideri.
Alessandro Baricco, Novecento
E' Baricco, Oceano Mare...
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