ordinamento ex D.M. 270/2004
Tesi di Laurea;
Il concetto di libertà e di mondo secondo la verità dell’esistenzialismo.
http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/9806/813880-1201784.pdf?sequence=2
Relatore
Ch.ma Prof.ssa Isabella Adinolfi
Correlatore
Ch.mo Prof. Davide Spanio
Laureanda
Lucia Conte Matricola 813880
Anno Accademico
2015 / 2016
INDICE
INTRODUZIONE ....................................................................................................................... 5
Cos’è l’esistenzialismo? ............................................................................................................ 5
PARTE PRIMA: LA LIBERTA’ SECONDO L’ESISTENZIALISMO ................................ 7
Capitolo I. La libertà in S. Kierkegaard ................................................................................... 7
La libertà nella trattazione esistenziale dell’amartiologia……………… ............................. 7
La libertà pertiene all’uomo ................................................................................................ 10
La negazione della libertà: la disperazione ......................................................................... 11
Ciò che imbriglia la libertà: l’angoscia ............................................................................... 17
La fede come preservazione della libertà ............................................................................ 21
Capitolo II. La libertà in M. Heidegger .................................................................................. 22
Un’introduzione di Franco Volpi e alcune chiarificazioni preliminari ............................... 22
Necessità dell’interrogativo sull’essere, struttura dell’esserci e suo primato sugli enti ...... 26
La scelta di diventare esserci autentici ................................................................................ 31
La scelta dell’autenticità in rapporto al tempo: la libera accettazione della morte ............. 34
Capitolo III. La libertà in J.P. Sartre ...................................................................................... 38
Riflessioni preliminari sull’esistenza umana ....................................................................... 38
Un nuovo tipo di essere ....................................................................................................... 39
L’essere-per-sé .................................................................................................................... 42
La libertà del pour-soi ......................................................................................................... 45
L’angoscia di Sartre ............................................................................................................ 46
La malafede ......................................................................................................................... 50
PARTE SECONDA: IL MONDO SECONDO L’ESISTENZIALISMO ............................. 52
Capitolo II. Il mondo in S. Kierkegaard .................................................................................. 52
Il concetto di mondo............................................................................................................ 52
Il mondo come luogo del fraintendimento ermeneutico: il caso della disperazione ........... 53
Il mondo come luogo del fraintendimento religioso: il caso di Abramo ............................. 54
Capitolo II. Il mondo in M. Heidegger .................................................................................... 57
Il mondo come campo d’azione dell’esserci ....................................................................... 57
Il mondo come totalità in quanto tale: la mondità ............................................................... 59
La cura come struttura fondamentale dell’esistenza ........................................................... 63
Il mondo come prossimità: l’altro ....................................................................................... 64
L’orizzonte temporale ......................................................................................................... 67
Capitolo III. Il mondo in J.P. Sartre ....................................................................................... 70
Il mondo come en soi: il concetto di totalità ....................................................................... 70
Il problema dell’altro come distruzione del mondo ............................................................ 71
Contatto trascendentale tra ego e mondo-altro: il corpo ..................................................... 76
Le relazioni concrete con l’altro ......................................................................................... 82
Assimilazione .................................................................................................... 83
Oggettivazione ................................................................................................... 87
Storia dell’uomo e della sua libertà 92
BIBLIOGRAFIA ....................................................................................................................... 96
IL CONCETTO DI LIBERTÀ E DI MONDO
SECONDO LA VERITA’ DELL’ESISTENZIALISMO
INTRODUZIONE
1. Cos’è l’esistenzialismo?
Leggendo su un qualunque dizionario della lingua italiana, troveremo sub voce
esistenzialismo, la seguente definizione (o similari):
“Movimento filosofico contemporaneo, che intende riproporre il problema dell’essere
non in astratto, ma vivente nell’atto di esistere dell’uomo. E’ nell’esistenza dell’uomo
che l’essere diviene problema a se stesso ed è questo il tema centrale
dell’esistenzialismo”.1
Ciò che l’esistenzialismo, in quanto filosofia certamente non-unitaria ed omogenea, ma
continuativamente presente nella storia del pensiero occidentale, pone al centro della
sua attenzione è, in ogni caso, la vita umana. Una vita che è tale, in quanto è scelta.
Certo, lo vedremo nel proseguo della trattazione, nessuno ci ha consultati quando siamo
stati gettati in questo mondo ma, dal momento che questa deiezione è avvenuta, è inutile
negare che ci troviamo immersi in una realtà ove è necessario poter esercitare la nostra
umanità, ovvero scegliere: cosa non ha importanza, ma comunque scegliere.
L’esistenzialismo, forse prima tra tutte le correnti filosofiche dell’Occidente, non ha
posto dunque l’accento precipuo su cosa sia meglio, più giusto, o più eticamente
corretto scegliere:
ci invita semplicemente a far fruttare la nostra volontà attraverso
l’atto volontario libero.
È forse dunque, l’esistenzialismo, una filosofia immorale?
A nostra opinione è più
corretto affermare che essa è a-morale, nel senso che analizza l’uomo prima del suo
calarsi all’interno di schemi socio-culturali indirizzanti: in altre parole, l’esistenzialismo
vero e proprio prescinde dalla morale, ma non la esclude.
Nella realtà di studio etico della persona, infatti, l’analisi delle scelte particolari
dell’uomo-immerso (nel-contesto), è certamente fondamentale per la formulazione di
un’etica delle azioni; ma in generale, è secondaria (o successiva, se preferiamo) rispetto allo studio basato sull’osservazione delle caratteristiche delle scelte individuali e personali.
In altre parole, non possiamo parlare di etica se non abbiamo dimostrato che l’uomo è in grado di fare scelte, di farle liberamente, e di farle volontariamente, con lo scopo di realizzare il proprio ideale di individuo morale.
Di nuovo qui ci viene spontaneo sottolineare che, in una realtà totalitaria, ove la libertà e la volontà (che agisce di conseguenza) sono negate, è impossibile tanto porre al centro l’esistenza dell’uomo come fa l’esistenzialismo, quanto provare ad occuparsi delle forme di comportamento umano come vorrebbe l’etica.
In questo caso, possiamo parlare di immoralità, perché neghiamo l’etica.
Nello stato totalitario le intimidazioni, il terrore e la propaganda negano all’uomo la possibilità di opporsi alla massa, di risultare qualcosa di nuovo, d’essere quel sé che egli, sin da subito, sin da sempre, è con-vocato a essere.
Ciò che più preoccupa, è che molto spesso questi metodi non sono sufficienti a soggiogare l’individuo ed ecco: è qui lo stato totalitario va ad insediarsi silenziosamente, e in modo impercettibile, all’interno di associazioni collettive, scolastiche e ricreative, trasferendo i suoi intenti nelle menti delle persone plagiandole e non dicendo loro la totalità della realtà dei fatti, cosicché ne scaturisca una patologica fiducia reciproca; una menzogna che nulla ha di reale.
E non è forse lo stesso principio attraverso il quale oggi siamo imbrogliati dai mass media, i quotidiani e le forme di comunicazioni come i social?
Accorgendosi delle ristrettezze alle quali è vincolata appunto la libertà umana l’uomo deve cominciare a rispondere ad alcune domande:
cosa significa essere liberi?
Cosa comporta questa libertà, quali stati d’animo, quali emozioni?
Ma soprattutto: noi possiamo dirci veramente liberi?
Per rispondere, dovremmo anzitutto ricondurre la questione in termini più semplici:
nella prima parte di questo nostro scritto, analizzeremo la libertà umana nel modo più generale possibile, ovvero attraverso l’occhio a-morale (ma non immorale) dell’esistenzialismo: e, per fare ciò, ci faremo guidare da Kierkegaard, padre dell’esistenzialismo, e dai suoi nipoti ed epigoni Heidegger e Sartre.
Il secondo punto su cui cercheremo di gettare luce è: dove si esercita il nostro essere liberi?
Lo anticipiamo già: nel mondo. Ma cos’è il mondo?
Anche qui, seguendo le indicazioni degli stessi maestri, cercheremo di trovare una risposta.
Concluderemo cercando di indicare una via (la migliore delle possibili, posto che ce ne siano molte, posto che ve ne sia almeno una) attraverso cui ognuno di noi può – o potrà – essere libero-nel-mondo.
In altre parole, non possiamo parlare di etica se non abbiamo dimostrato che l’uomo è in grado di fare scelte, di farle liberamente, e di farle volontariamente, con lo scopo di realizzare il proprio ideale di individuo morale.
Di nuovo qui ci viene spontaneo sottolineare che, in una realtà totalitaria, ove la libertà e la volontà (che agisce di conseguenza) sono negate, è impossibile tanto porre al centro l’esistenza dell’uomo come fa l’esistenzialismo, quanto provare ad occuparsi delle forme di comportamento umano come vorrebbe l’etica.
In questo caso, possiamo parlare di immoralità, perché neghiamo l’etica.
Nello stato totalitario le intimidazioni, il terrore e la propaganda negano all’uomo la possibilità di opporsi alla massa, di risultare qualcosa di nuovo, d’essere quel sé che egli, sin da subito, sin da sempre, è con-vocato a essere.
Ciò che più preoccupa, è che molto spesso questi metodi non sono sufficienti a soggiogare l’individuo ed ecco: è qui lo stato totalitario va ad insediarsi silenziosamente, e in modo impercettibile, all’interno di associazioni collettive, scolastiche e ricreative, trasferendo i suoi intenti nelle menti delle persone plagiandole e non dicendo loro la totalità della realtà dei fatti, cosicché ne scaturisca una patologica fiducia reciproca; una menzogna che nulla ha di reale.
E non è forse lo stesso principio attraverso il quale oggi siamo imbrogliati dai mass media, i quotidiani e le forme di comunicazioni come i social?
Accorgendosi delle ristrettezze alle quali è vincolata appunto la libertà umana l’uomo deve cominciare a rispondere ad alcune domande:
cosa significa essere liberi?
Cosa comporta questa libertà, quali stati d’animo, quali emozioni?
Ma soprattutto: noi possiamo dirci veramente liberi?
Per rispondere, dovremmo anzitutto ricondurre la questione in termini più semplici:
nella prima parte di questo nostro scritto, analizzeremo la libertà umana nel modo più generale possibile, ovvero attraverso l’occhio a-morale (ma non immorale) dell’esistenzialismo: e, per fare ciò, ci faremo guidare da Kierkegaard, padre dell’esistenzialismo, e dai suoi nipoti ed epigoni Heidegger e Sartre.
Il secondo punto su cui cercheremo di gettare luce è: dove si esercita il nostro essere liberi?
Lo anticipiamo già: nel mondo. Ma cos’è il mondo?
Anche qui, seguendo le indicazioni degli stessi maestri, cercheremo di trovare una risposta.
Concluderemo cercando di indicare una via (la migliore delle possibili, posto che ce ne siano molte, posto che ve ne sia almeno una) attraverso cui ognuno di noi può – o potrà – essere libero-nel-mondo.
1 AAVV, Nuova Enciclopedia Internazionale, Grolier International, Istituto Italiano d’Arti Grafiche, 1976, s.v. Esistenzialismo.
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