"Se ti sei innamorato una volta,
sai ormai distinguere la vita da ciò che è supporto biologico e sentimentalismo,
sai ormai distinguere la vita dalla sopravvivenza.
Sai che la sopravvivenza significa vita senza senso e sensibilità,
una morte strisciante:
mangi il pane e non ti tieni in piedi,
bevi acqua e non ti disseti,
tocchi le cose e non le senti al tatto,
annusi il fiore e il suo profumo non arriva alla tua anima.
Se però l’amato è accanto a te,
tutto, improvvisamente, risorge,
e la vita ti inonda con tale forza
che ritieni il vaso di argilla della tua esistenza incapace a sostenerla.
Tale piena della vita è l’Eros.
Non parlo di sentimentalismi e di slanci mistici, ma della vita,
che solo allora diventa reale e tangibile,
come se fossero cadute squame dai tuoi occhi
e tutto, attorno a te, si manifestasse per la prima volta,
ogni suono venisse udito per la prima volta,
e il tatto fremesse di gioia alla prima percezione delle cose.
Tale eros non è privilegio né dei virtuosi né dei saggi,
è offerto a tutti, con pari possibilità.
Ed è la sola pregustazione del Regno,
il solo reale superamento della morte.
Perché solo se esci dal tuo Io,
sia pure per gli occhi belli di una zingara,
sai cosa domandi a Dio e perché corri dietro di Lui."
Christos Yannaras, teologo greco-ortodosso
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