Un giorno il dio trovò all'interno della grotta una tartaruga.
Hermes prese il carapace, e tese al suo interno sette corde di budello di pecora,
costruendo così la prima lira. Il Dio la regalò poi ad Apollo, e questi al figlio Orfeo.
Lira ricostruita a partire da una ritrovata ad Atene, risalente al V° sec a.C.
Ora al British Museum, Elgin Collection
La nascita di Hermes.
Hermes nacque sul Monte Cillene in Arcadia. Secondo quanto racconta l'Inno ad Hermes, SUA MADRE MAIA ERA UNA NINFA […] una delle Pleiadi, figlie di Atlante, che si erano rifugiate in una grotta del monte Cillene. IL PICCOLO HERMES FU UN BAMBINO MOLTO PRECOCE: NEL SUO PRIMO GIORNO DI VITA INVENTÒ LA LIRA, E LA NOTTE STESSA RIUSCÌ A RUBARE LA MANDRIA IMMORTALE DI APOLLO, NASCONDENDOLA E CANCELLANDONE LE TRACCE. Quando Apollo accusò Hermes del furto Maia lo difese dicendo che non poteva essere stato lui, dato che aveva trascorso con lei tutta la notte. Tuttavia intervenne Zeus che disse che in realtà Hermes aveva effettivamente rubato la mandria e doveva restituirla. MENTRE DISCUTEVA CON APOLLO, HERMES COMINCIÒ A SUONARE LA SUA LIRA: IL SUONO DEL NUOVO STRUMENTO PIACQUE COSÌ TANTO AD APOLLO CHE, IN CAMBIO DI ESSO, ACCETTÒ CHE HERMES SI TENESSE LA MANDRIA RUBATA".
"Ermes, Hermes, Ermete o Ermète
(in greco antico Ἑρμῆς) nella religione greca è il MESSAGGERO DEGLI DÈI E DIO
DEGLI ORATORI, DELLA LETTERATURA, DEI POETI, DELL'ATLETICA, DELLE INVENZIONI, E
DEL COMMERCIO IN GENERALE[1] nonché, NELLA TEOLOGIA GRECA, RAPPRESENTANTE DEL
LÓGOS (ΛΌΓΟΣ, RAGIONE O PAROLA)[2].
Platone fa sostenere anche a
Socrate che SI 'DICE' CHE: «ERMES È DIO INTERPRETE, MESSAGGERO, LADRO,
INGANNATORE NEI DISCORSI E PRATICO DEGLI AFFARI, IN QUANTO ESPERTO NELL'USO
DELLA PAROLA; SUO FIGLIO È IL LOGOS»[3], pur ritenendo che in realtà di questi
dèi non sappiamo nulla[4].
« Si tramanda che il loro capo
sia Ermete, significando che bisogna compiere atti graditi con raziocinio, e
non a caso, bensì verso quanti ne sono degni; infatti, chi sia stato trattato
con ingratitudine diviene più restio a compiere benefici. Ora si dà il caso che
ERMETE SIA IL LÓGOS, CHE GLI DÈI INVIARONO A NOI DAL CIELO, FACENDO DELLA
RAZIONALITÀ UNA PREROGATIVA ESCLUSIVA DEGLI UOMINI, TRA LE CREATURE CHE VIVONO
SULLA TERRA, il che essi ritennero di gran lunga eminente su tutto il resto. E HA
PRESO NOME DELL'OCCUPARSI DI PARLARE (MÉSTHAIN EREÎN) OSSIA DI DIRE LÉGEIN,
oppure del fatto di essere nostro presidio (éryma) e, per così dire, nostra
fortezza. »
Lucio Anneo Cornuto. Compendio di
Teologia greca. XVI
Questa caratteristica teologica è
derivata dalla sua precedente interpretazione mitica come DIO DEI CONFINI E DEI
VIAGGIATORI, DEI PASTORI E DEI MANDRIANI, DEGLI ORATORI E DEI POETI, DELLA
LETTERATURA, DELL'ATLETICA, DEI PESI E DELLE MISURE, DEL COMMERCIO E
DELL'ASTUZIA CARATTERISTICA DI LADRI E BUGIARDI.[5]
L'Inno omerico ad Hermes lo
invoca come: "DALLE MOLTE RISORSE (POLÙTROPOS), GENTILMENTE ASTUTO,
PREDONE, GUIDA DI MANDRIE, APPORTATORE DI SOGNI, OSSERVATORE NOTTURNO, LADRO AI
CANCELLI, CHE FECE IN FRETTA A MOSTRARE LE SUE IMPRESE TRA LE DEE IMMORTALI".[6]
Hermes funge anche da interprete, svolgendo il RUOLO DI MESSAGGERO DA PARTE
DEGLI DEI PRESSO GLI UOMINI, un compito che divide con Iris. DA HERMES DERIVA
LA PAROLA ERMENEUTICA, OVVERO L'ARTE DI INTERPRETARE I SIGNIFICATI NASCOSTI. In
greco un uomo fortunato veniva chiamato "hermaion".
La figura di HERMES come
inventore del fuoco[7] può essere accostata a quella di PROMETEO. Si credeva
che HERMES, OLTRE ALLA SIRINGA E ALLA LIRA, AVESSE INVENTATO ANCHE MOLTI TIPI
DI COMPETIZIONI SPORTIVE E LA PRATICA DEL PUGILATO: per questo ERA CONSIDERATO
IL PROTETTORE DEGLI ATLETI. Vari esperti di mitologia contemporanei hanno nei
loro scritti messo HERMES IN RELAZIONE CON DIVINITÀ IMBROGLIONE E INGANNATRICI
PRESENTI IN ALTRE CULTURE.
Hermes rivestiva anche il ruolo
di PSICOPOMPO, ovvero un ACCOMPAGNATORE DELLO SPIRITO DEI MORTI CHE LI AIUTA A
TROVARE LA VIA PER IL MONDO SOTTERRANEO DELL'ALDILÀ. Molte leggende lo
ritraggono come l'UNICO DIO OLTRE AD ADE E PERSEFONE CHE AVESSE IL POTERE DI
ENTRARE ED USCIRE DAGLI INFERI SENZA PROBLEMI.
Nel pantheon olimpico classico
Hermes era figlio di Zeus e della Pleiade Maia, figlia del Titano Atlante. I SUOI
SIMBOLI ERANO IL GALLO E LA TARTARUGA ma era chiaramente riconoscibile anche
per il suo BORSELLINO, i suoi SANDALI e CAPPELLO ALATI ed il BASTONE DA
MESSAGGERO, il kerykeion. HERMES ERA IL DIO DEI LADRI PERCHÉ ERA MOLTO SCALTRO
ED ASTUTO ED INOLTRE ERA UN LADRO EGLI STESSO, fin dalla notte in cui nacque,
quando sfuggì a Maia ed ANDÒ A RUBARE IL BESTIAME DEL SUO FRATELLO MAGGIORE
APOLLO.
Era devoto e fedele a suo padre
Zeus: quando LA NINFA IO, una delle amanti di Zeus, era stata catturata da Hera
e CUSTODITA DAL GIGANTE DAI CENTO OCCHI ARGO, HERMES SU ORDINE DEL PADRE ANDÒ A
SALVARLA, ADDORMENTANDO IL GIGANTE CON CANTI E RACCONTI E QUINDI DECAPITANDOLO
CON UNA SPADA RICURVA.
Nella mitologia romana il
corrispondente di HERMES fu MERCURIO che, sebbene fosse un dio di derivazione
etrusca, possedeva molte caratteristiche simili a lui, come essere il DIO DEI
COMMERCI.
Etimologia: dal 1848, quando Karl Otfried Müller ne fornì una dimostrazione[8], si credeva che il nome Hermes derivasse dalla parola greca HERMA (GRECO ἕΡΜΑ), che identifica un tipo di PILASTRO QUADRATO O RETTANGOLARE DECORATO IN ALTO CON UNA TESTA (GENERALMENTE BARBUTA) DI HERMES ED IN BASSO CON LA RAFFIGURAZIONE DI GENITALI MASCHILI DURANTE L'EREZIONE. Negli ultimi anni però, la scoperta della precedente presenza del dio anche nel pantheon miceneo, testimoniata dalle iscrizioni in scrittura Lineare B ritrovate a Pilo ed a Cnosso che riportano "Hermes Aroia" (Hermes ariete), hanno fatto propendere per l'opinione opposta, ovvero che dal dio il nome sia passato alla rappresentazione in forma di pilastro. In ogni caso l'associazione con questo tipo di costruzioni — usate ad Atene con scopi apotropaici e in tutta la Grecia per segnare le strade e i confini — ha fatto sì che Hermes diventasse il DIO PROTETTORE DEI VIAGGI FATTI VIA TERRA.
Il culto di Hermes
[…] Vista la sua ABILITÀ AD
ATTRAVERSARE I CONFINI, "Hermes Psychopompos" (l'accompagnatore di
anime) conduceva gli spiriti di chi era appena morto nel regno sotterraneo
dell'Ade. NELL'INNO OMERICO A DEMETRA, HERMES RIPORTA LA KORE (GIOVINETTA O
VERGINE) PERSEFONE SANA E SALVA DALLA DEA SUA MADRE. ERA ANCHE NOTO PER
ISPIRARE I SOGNI AI MORTALI MENTRE DORMIVANO.
PER GLI ANTICHI GRECI IN HERMES
SI INCARNAVA LO SPIRITO DEL PASSAGGIO E DELL'ATTRAVERSAMENTO: RITENEVANO CHE IL
DIO SI MANIFESTASSE IN QUALSIASI TIPO DI SCAMBIO, TRASFERIMENTO, VIOLAZIONE,
SUPERAMENTO, MUTAMENTO, TRANSITO, TUTTI CONCETTI CHE RIMANDANO IN QUALCHE MODO
AD UN PASSAGGIO DA UN LUOGO, O DA UNO STATO, ALL'ALTRO. QUESTO SPIEGA IL SUO
ESSERE MESSO IN RELAZIONE CON I CAMBIAMENTI DELLA SORTE DELL'UOMO, CON LO
SCAMBIO DI BENI, CON I COLLOQUI E LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI CONSUETI NEL
COMMERCIO NONCHÉ, OVVIAMENTE CON IL PASSAGGIO DALLA VITA A CIÒ CHE VIENE DOPO
DI ESSA.
Nelle epoche più antiche, l'iconografia di
Hermes era piuttosto diversa da quella adottata nel periodo classico: era
immaginato come un DIO PIÙ ANZIANO, BARBUTO E DOTATO DI UN FALLO DI NOTEVOLI
DIMENSIONI ma, NEL VI SECOLO A.C. LA SUA FIGURA FU RIELABORATA E TRASFORMATA IN
QUELLA DI UN GIOVANE DALL'ASPETTO ATLETICO. Le statue di Hermes ritratto con il
suo nuovo aspetto furono diffusamente sistemate negli stadi e ginnasi di tutta
la Grecia.
In EPOCA CLASSICA Hermes era
solitamente RITRATTO MENTRE INDOSSAVA UN CAPPELLO DA VIAGGIATORE DALL'AMPIA
TESA OPPURE IL PETASO, IL CARATTERISTICO CAPPELLO ALATO. CALZAVA UN PAIO DI
SANDALI ANCH'ESSI ALATI, I TALARI E PORTAVA IL BASTONE DA MESSAGGERO TIPICO
DELLA CULTURA ORIENTALE – o il CADUCEO attorno al quale sono intrecciati due
serpenti, o il "KERYKEION" , sopra al quale si trova un simbolo
simile a quello a quello usato in astrologia per il segno del toro. INDOSSAVA
ABITI SEMPLICI, DA VIAGGIATORE, LAVORATORE O PASTORE. Spesso era rappresentato
o ricordato inserendo nelle opere d'arte i suoi TIPICI SIMBOLI, LA BORSA, IL
GALLO O LA TARTARUGA. Quando era rappresentato nella sua accezione di "HERMES
LOGIOS", OVVERO IL SIMBOLO DELLA DIVINA ELOQUENZA, generalmente teneva un BRACCIO
ALZATO IN UN GESTO CHE ACCENTUAVA L'ENFASI DELL'ORAZIONE.
http://it.wikipedia.org/wiki/Ermes
Note:
15 Maggio MERCURALIA Festa natale di Mercurio.
Anniversario della dedica del tempio di Mercurio sito ai piedi dell'Aventino (495 a.C.).
« ...I consoli si contendevano l'onore di consacrare il tempio di Mercurio e il senato girò la questione al popolo: a chi dei due fosse toccato, per volontà del popolo stesso, l'onore della consacrazione, sarebbe andata anche l'amministrazione dell'annona e il compito di formare una corporazione di commercianti, nonché di celebrare i riti solenni di fronte al pontefice massimo. Il popolo assegnò la consacrazione del tempio a Marco Letorio, centurione primipilo, con un intento chiarissimo: non si trattava cioè tanto di onorare quest'uomo - troppo grande la sproporzione tra l'incarico e la sua posizione nella vita di tutti i giorni -, quanto di un'offesa alle persone dei consoli. ... »
(Tito Livio, Ab Urbe condita libri, lib. II, par. 27)
Mercurio era il dio romano del commercio e, alle idi di maggio (il 15), i mercanti si radunavano presso una fontana a lui dedicata non lontana dalla Porta Capena. A causa del fatto che per la loro attività spesso dovessero fare ricorso all'imbroglio o a menzogne, dopo essersi purificati ed avendo indosso solo una tunica, si recavano alla fonte. Lì raccoglievano le acque in giare anch'esse purificate, che riportavano a casa per aspergere con rami di alloro il capo e gli oggetti prossimi alla vendita. Queste operazioni erano accompagnate da varie preghiere ed invocazioni.
1. ^ Ovidio, Fasti, V, 670-690
Nella mitologia romana Mercurio rappresenta non solo per la sua velocità i ladri ma è anche il dio degli scambi, del profitto del mercato e del commercio, il suo nome latino probabilmente deriva dal termine merx o mercator, che significa mercante. A Roma, un tempio a lui dedicato, nei pressi del Circo Massimo sul colle Aventino, nel 495 a.C. Ebbe dalla ninfa Carmenta Evandro, il mitologico fondatore della città di Pallante sul Palatino a Roma.
Mercurio, dipinto di Hendrik Goltzius
Note:
- Walter Burkert, Greek Religion, 1985, section III.2.8.
- «Ermete è il dio del λόγος (parola, ragione) interprete e messaggero di Zeus. Nell'allegoresi soprattutto stoica, come in ambito gnostico, è identificato con il λόγος: Platone, Crat., 407, Cornuto 16 [...].» Ilaria Ramelli. Enciclopedia filosofica, vol.4. Milano, Bompiani, pag. 3558
- ^ Cfr. Platone, Cratilo, 407e-408d.
- «Ma questi dèi sono proprio quelli di cui Platone credeva di dimostrare l'esistenza? Abbiamo ragione di dubitarne. Nel Cratilo fa dire a Socrate che non sappiamo niente di questi dèi, neppure i loro veri nomi» Eric Dodds. I greci e l'irrazionale. Milano, Rizzoli, 2009 pag.272
- ^ "Inno ad Hermes" 13. La parola polùtropos (dalle molte risorse, ingegnoso, abile a trovare stratagemmi) è usata anche per descrivere Odisseo nel primo verso dell'Odissea.
- ^ Inni omerici " (versi 105, 108-10)
- ^ K.O. Müller, Handbuch der Archäologie (Manuale di archeologia) 1848
15 Maggio MERCURALIA Festa natale di Mercurio.
Anniversario della dedica del tempio di Mercurio sito ai piedi dell'Aventino (495 a.C.).
« ...I consoli si contendevano l'onore di consacrare il tempio di Mercurio e il senato girò la questione al popolo: a chi dei due fosse toccato, per volontà del popolo stesso, l'onore della consacrazione, sarebbe andata anche l'amministrazione dell'annona e il compito di formare una corporazione di commercianti, nonché di celebrare i riti solenni di fronte al pontefice massimo. Il popolo assegnò la consacrazione del tempio a Marco Letorio, centurione primipilo, con un intento chiarissimo: non si trattava cioè tanto di onorare quest'uomo - troppo grande la sproporzione tra l'incarico e la sua posizione nella vita di tutti i giorni -, quanto di un'offesa alle persone dei consoli. ... »
(Tito Livio, Ab Urbe condita libri, lib. II, par. 27)
Mercurio era il dio romano del commercio e, alle idi di maggio (il 15), i mercanti si radunavano presso una fontana a lui dedicata non lontana dalla Porta Capena. A causa del fatto che per la loro attività spesso dovessero fare ricorso all'imbroglio o a menzogne, dopo essersi purificati ed avendo indosso solo una tunica, si recavano alla fonte. Lì raccoglievano le acque in giare anch'esse purificate, che riportavano a casa per aspergere con rami di alloro il capo e gli oggetti prossimi alla vendita. Queste operazioni erano accompagnate da varie preghiere ed invocazioni.
1. ^ Ovidio, Fasti, V, 670-690
Nella mitologia romana Mercurio rappresenta non solo per la sua velocità i ladri ma è anche il dio degli scambi, del profitto del mercato e del commercio, il suo nome latino probabilmente deriva dal termine merx o mercator, che significa mercante. A Roma, un tempio a lui dedicato, nei pressi del Circo Massimo sul colle Aventino, nel 495 a.C. Ebbe dalla ninfa Carmenta Evandro, il mitologico fondatore della città di Pallante sul Palatino a Roma.
Mercurio, dipinto di Hendrik Goltzius
Hermes Logios
Copia marmorea romana di un originale greco del V secolo a.C.
forse attribuibile a Fidia
Ermes con Dionisio, opera di Prassitele
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