giovedì 2 gennaio 2020

Karen Horney fu un’accesa contestatrice della teoria sessuale e della psicologia genetica di Freud, in particolare della cosiddetta “invidia del pene”. Inoltre fu la fondatrice della “psicologia femminile”: scrisse un libro su come la società mondiale incoraggiasse le donne ad essere dipendenti degli uomini, su come il rapporto moglie-marito fosse simile ad una rapporto genitoriale in chiave donna genitore- uomo bambino, oltre a tantissime altre opere che misero al centro la psiche della donna.

Karen Horney fu un’accesa contestatrice della teoria sessuale e della psicologia genetica di Freud, in particolare della cosiddetta “invidia del pene.  Inoltre fu la fondatrice della “psicologia femminile”: scrisse un libro su come la società mondiale incoraggiasse le donne ad essere dipendenti degli uomini, su come il rapporto moglie-marito fosse simile ad una rapporto genitoriale in chiave donna genitore- uomo bambino, oltre a tantissime altre opere che misero al centro la psiche della donna.
https://pasionaria.it/karen-horney-la-psichiatra-contestataria/


Karen Horney. I nostri conflitti interni.
[...] questo libro permette di penetrare nella struttura dei conflitti che in misura normale o in misura nevrotica sottendono il comportamento di ogni essere umano. La Horney esprime la convinzione che se pure i conflitti, nella loro forma più grave, sono di competenza degli esperti, noi stessi possiamo fare molta strada per liberarcene.
https://www.librerie.coop/libri/9788809773929-i-nostri-conflitti-interni-giunti-editore/

Nevrosi e sviluppo della personalità. La lotta per l'autorealizzazione
di Karen Horney
In questo libro, il suo ultimo e il più originale, Karen Horney esamina il processo nevrotico considerandolo come una forma speciale di sviluppo dell'essere umano, l'antitesi dello sviluppo normale, della crescita sana. Il processo nevrotico si sviluppa, nella concezione horneyana, allorché il disagio delle condizioni ambientali spinge l'individuo a rinunciare alle proprie potenzialità di crescita per rafforzare le proprie capacità di difendersi dal mondo esterno. Il sintomo nevrotico è dunque espressione di un atteggiamento generale nei confronti della vita, del proprio ambiente sociale e culturale. Nell'analizzare la tendenza generale di questo processo, l'autrice delinea i differenti stadi dello sviluppo nevrotico, descrivendo le pretese nevrotiche, la tirannia dei dettami interiori e le soluzioni cui il nevrotico ricorre per alleviare le tensioni del conflitto in atteggiamenti emotivi quali il dominio, la remissività, la dipendenza e la rassegnazione. Tutto il volume mette in luce con penetrante intuizione le forze che agiscono per favorire o contrastare la realizzazione delle proprie potenzialità da parte dell'individuo.
https://www.librerie.coop/libri/9788834007020-nevrosi-e-sviluppo-della-personalita-la-lotta-per-lautorealizzazione-astrolabio-ubaldini/



Il nevrotico si aspetta un mondo di bene dai mutamenti esteriori, 
ma inevitabilmente porta sé stesso e la sua nevrosi in ogni situazione.
Karen Horney

Il vivere con conflitti irrisolti implica, in primo luogo, un rovinoso spreco di energie umane, causato non soltanto dai conflitti stessi, ma da tutti i tortuosi tentativi di rimuoverli.
Karen Horney 

La psicoanalisi non è il solo modo di risolvere i conflitti interiori. 
La vita stessa rimane ancora uno psicoterapeuta molto efficace.
Karen Horney 


I conflitti nevrotici non si risolvono per decisione razionale. I tentativi di soluzione del nevrotico non sono soltanto inutili, ma dannosi. Però questi conflitti possono essere risolti cambiando la condizione interna della personalità che li ha fatti sorgere. Ogni pezzo di lavoro analitico bene eseguito cambia queste condizioni per il fatto che rende una persona meno debole, meno timorosa, meno ostile e meno alienata da se stessa e dagli altri.
Karen Horney 


Tutti coloro che prendono seriamente se stessi e la vita vogliono stare soli ogni tanto. 
La nostra civiltà ci ha così coinvolti negli aspetti esteriori della vita che poco ci rendiamo conto di questo bisogno e della possibilità che offre per una completa realizzazione individuale. Il desiderio di una solitudine significativa non è in alcun modo nevrotico; al contrario, la maggior parte dei nevrotici rifugge dalle proprie profondità interiori.
Karen Horney 


Non è soltanto il bambino piccolo ad essere plasmabile. Tutti abbiamo la capacità di cambiare, di cambiare anche in modo sostanziale, finché viviamo. Questa convinzione è sostenuta dall'esperienza. L'analisi è uno dei mezzi più potenti per provocare cambiamenti radicali, e meglio comprendiamo le forze operanti nella nevrosi, maggiore la nostra possibilità di produrre il cambiamento desiderato.
Karen Horney 


Prendendo di nuovo come esempio la necessità di apparire perfetto, sarei interessato principalmente a capire cosa questa tendenza realizza per l'individuo (eliminando i conflitti con gli altri e facendolo sentire superiore agli altri), e anche quali conseguenze ha la tendenza sul suo personaggio e la sua vita. Quest'ultima indagine consentirebbe di comprendere, ad esempio, come una persona del genere si conformi con ansia alle aspettative e agli standard nella misura in cui diventa un semplice automa, e tuttavia li sfida sovversivamente; come questo doppio gioco si traduca in svogliatezza e inerzia; come è orgoglioso della sua apparente indipendenza, ma in realtà dipende interamente dalle aspettative e opinioni degli altri; come è terrorizzato affinché nessuno possa scoprire la debolezza dei suoi sforzi morali e la doppiezza che ha pervaso la sua vita; come questo a sua volta lo abbia reso isolato e ipersensibile alle critiche.
Karen Horney 


La formulazione più comprensiva degli scopi terapeutici è lo sforzo per essere genuini: essere senza pretesti, essere emotivamente sincero, essere capace di mettere tutto se stesso nei propri sentimenti, nel proprio lavoro, nelle proprie convinzioni. Ci si può avvicinare a questo, solo a patto che i conflitti siano risolti.
Karen Horney I nostri conflitti interni





Definirei la prospettiva psicologica della Horney come quella di una psicoanalisi del sé, intrinsecamente relazionale. Mi spiego meglio. La Horney è profondamente convinta che la psiche si formi nel contesto di una matrice relazionale (questa espressione è stata coniata molto più recentemente da Stephen Mitchell, ma è ciò che meglio si adatta al senso di ciò che voglio esprimere). L’ambiente primario condiziona pesantemente le possibilità evolutive iniziali e la psiche, per necessità di adattamento e sopravvivenza, rinuncia allo sviluppo sano e intraprende la via dello sviluppo nevrotico, la creazione di un complesso e articolato falso sé

Il processo nevrotico è un particolare aspetto dello sviluppo della personalità umana… 
Non solo differisce qualitativamente dallo sviluppo sano, ma molto più di quanto non ci si sia mai resi conto, gli è antitetico in vari modi… In seguito a conflitti interiori, l’essere umano può estraniarsi dal suo vero sé; in tal caso egli devierà la maggior parte delle sue energie nel tentativo di modellarsi, mediante un rigido sistema di dettami interiori, in un essere assolutamente perfetto (p. 11)”. 
Più avanti, la Horney afferma espressamente che il nevrotico è il pigmalione di se stesso.

L’impianto concettuale del libro è quello di una logica ferrea. 
Tre sono le possibilità nevrotiche fondamentali (cioè quelle fallimentari, dal punto di vista della realizzazione autentica di sé) di porsi in rapporto all’esperienza del conflitto interpersonale: 
  • cedere terreno, fino al punto di sottomettersi ai bisogni e ai desideri altrui; 
  • dilatare se stessi e imporsi arrogantemente; 
  • rifuggire quanto più è possibile dalle relazioni. 

L’adozione di una soluzione nevrotica conduce ad un circolo vizioso e all’autorafforzamento della soluzione adottata, attraverso la creazione di innumerevoli dettami interiori che condizionano l’esistenza. 

La nevrosi si costruisce poi attraverso la idealizzazione della propria soluzione nevrotica, per cui il remissivo si convince di essere non già “coatto” nelle sue scelte, ma incredibilmente capace di amare, l’aggressivo idealizza la propria forza, coraggio ecc. e il fuggitivo ritiene di essere un uomo libero e saggio

Questo orgoglio nevrotico fa sì che si guardi sempre più spesso ai propri limiti e ai propri bisogni umani normali senza alcuna capacità di accettazione, anzi con disprezzo, e produce odio verso se stessi e, infine, auto-alienazione.

Insomma, in questo libro si parla di dettami interiori, pretese nevrotiche, orgoglio nevrotico, disprezzo di se stessi, remissività, rabbia vendicativa, assertività patologica, distacco emotivo e auto alienazione. 

Usando una terminologia kohutiana, questo si chiama livello di teoria vicino all’esperienza, a differenza della terminologia psicoanalitica classica che ha creato ogni sorta di spiegazioni basate sulla metapsicologia e la teoria delle pulsioni, un livello distante dall’esperienza che Horney non fu in grado di accettare, motivo per cui dette le dimissioni e portò avanti una propria scuola. 

La vendetta dell’establishment psicoanalitico fu quella di mettere in circolazione la voce che Horney introducesse spiegazioni sociologiche nella psicoanalisi, cioè spiegazioni superficiali, a scapito della “profondità” delle spiegazioni psicoanalitiche “vere”. Una voce che ha ottenuto molto ascolto, tanto che il pensiero della Horney è stato completamente accantonato e dimenticato negli anni. 

A pensarci bene, questa della superficialità della Horney è la più grande panzana di tutta la storia del movimento psicoanalitico e la ragione del credito che ha ottenuto risiede probabilmente nel fatto che Horney era tremendamente avanti rispetto ai tempi e creava enorme imbarazzo nel lettore psicoanalitico (lo crea ancora oggi). 

Le analisi della Horney sono dettagliate, sottili, stringenti e vanno davvero molto in profondità, ma l’utilità principale che in esse ravviso è quella di orientarci subito, di darci una chiave di lettura preziosa del disturbo nevrotico. La tipologia psicopatologica che mette a nostra disposizione con questo libro testamento, scritto al termine ormai di una vita lunga e operosa, funziona magnificamente come riscontro oggettivo, per sapere chi abbiamo di fronte quanto lavoriamo con un paziente ed evitare di “giocare a mosca cieca” con lui, mantenendo l’indagine psicoanalitica centrata sull’essenziale, come ho detto nel mio scritto Oggettività del disturbo e soggettività della persona, pubblicato su questo stesso numero di script.

Per finire, un sentito ringraziamento al dottor Luigi Ruggiero, il maggiore esperto italiano della psicologia psicoanalitica del sé, senza il cui indirizzamento anch’io sarei rimasto vittima del luogo comune svalutativo che vergognosamente si mantiene a carico di questa grandissima studiosa della psicologia del profondo.

Alberto Lorenzini
Medico, psicoterapeuta, bolognese di nascita. Formatosi inizialmente alla psicologia analitica junghiana, si è successivamente interessato alle relazioni oggettuali e alla psicologia del Sé di Kohut. Attualmente si riconosce nel movimento della Psicoanalisi Relazionale. Ha pubblicato diversi articoli su riviste specializzate e due libri: La psicologia del cielo e Lo Zen e l’arte dell’interpretazione dei sogni, entrambi presso le Edizioni Mediterranee. E’ membro della SIPRe (Società Italiana Psicoanalisi Relazionale). Esercita a Pisa continuativamente, da trent’anni, la professione privata di psicoterapeuta.
E-mail: alberto.lorenzini@gmail.com
https://www.script-pisa.it/karen-horney-nevrosi-sviluppo-della-personalita-casa-editrice-astrolabio-roma/


Karen Horney operò prevalentemente negli Stati Uniti, ed assieme ad Harry Stack Sullivan è considerata una delle fondatrici dell'approccio interpersonale in psichiatria. Le sue teorie contrastarono alcune visioni tradizionali della psicoanalisi freudiana, come la teoria della sessualità e la psicologia genetica, inserendo un'ottica di genere all'interno della riflessione psicoanalitica. Importanti anche i suoi studi sull'autoanalisi.

Horney evidenziò ampiamente come il comportamento e lo psichismo individuale fossero influenzati molto più dalle condizioni socioculturali che da fattori innati o genetici. Si occupò anche di definire in maniera più attenta il problema del confine tra normalità e patologia.
https://it.wikipedia.org/wiki/Karen_Horney


[...] la Horney aveva cominciato a pubblicare una serie di saggi in cui metteva in discussione alcuni principi fondamentali dell'ortodossia freudiana. Nel 1930 scrisse intorno all'importanza dei fattori socio-culturali nello sviluppo umano, in opposizione alle teorie puramente intrapsichiche, tesi incorporate nella psicologia contemporanea ma che al tempo furono considerate eretiche. A New York la Horney stabilì dei profondi legami intellettuali e d'amicizia con la Thompson, Sullivan, Silverberg ed in seguito Fromm. Insieme a loro diede vita ad un movimento di pensiero sulla psichiatria intesa come studio delle dinamiche interpersonali. Nel 1941 insieme alla Thompson, a Fromm, Kelman, Robbins ed altri psicoanalisti fonderà l'American Association for the Advancement of Psychoanlysis (A.A.P.). Dopo varie e tormentate vicende all'interno dell'A.A.P. e di altri istituti di psicoanalisi, la Horney decise di dedicarsi principalmente al suo lavoro terapeutico, alle lezioni e allo sviluppo della teoria con particolare attenzione alla nozione del Sé reale, centrale nel suo ultimo libro. Nel 1952 muore a New York all'età di 67 anni.
http://www.spigahorney.it/IT/1-Spiga-Horney/1-Associazione/37-Karen-Horney.html


Per la Horney, ma già per Freud, la psicologia dell'individuo nevrotico non differisce che quantitativamente da quella dell'individuo "normale". In pratica, in modo più o meno grave, siamo tutti nevrotici, sottoposti a conflitti interiori.
La Horney riconosce tre tipi di personalità nevrotica, ovviamente non puri: 
la personalità conciliante, l'aggressiva e la distaccata. Ce ne fornisce un'esauriente descrizione.
Si diffonde poi nella trattazione di alcuni concetti cardine della propria teoria: 
l'immagine idealizzata, l'esternalizzazione, l'impoverimento della personalità, la disperazione nevrotica.

La Horney ritiene che alla base delle difficoltà psicologiche non stiano particolari esperienze infantili negative, quanto un disturbo attuale nella relazione del soggetto "malato" con gli altri. Correggendo le disfunzioni relazionali, la persona nevrotica "guarisce".

Concernendo l'intervento terapeutico il qui e ora, ne discende che i libri stessi della Horney vengono ad acquistare un interesse pratico, così che qualsiasi persona motivata al cambiamento può apprendervi qualcosa di valido per modificare se stessa. [...]

Scrive infatti l'autrice, a proposito di questo libro:
"Sono convinta possa giovare a tutti coloro che desiderano conoscere meglio se stessi, e che non hanno rinunciato a lottare per la propria maturazione. La maggior parte di noi, che viviamo in questa difficile civiltà, è intrigata nei conflitti qui descritti (...), credo tuttavia che con assidui sforzi, si possa fare da soli molta strada per liberarci dal laccio dei nostri conflitti".

E opportunamente nel capitolo finale, dedicato alla risoluzione di conflitti nevrotici, ammette:
"L'analisi non è l'unico mezzo per risolvere i conflitti interiori. La vita stessa rimane ancora l'autentica efficace terapista".
Karen Horney

http://www.interruzioni.com/conflinterni.htm

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