sabato 16 febbraio 2019

Spinoza (Francesco Lorenzoni)

BARUCH SPINOZA (1632-1677) 1

Olandese di nazionalità, nasce ad Amsterdam. È ebreo ma viene scomunicato dalla comunità ebraica per il suo pensiero giudicato eretico. Conduce una vita appartata, da emarginato, facendo il levigatore di lenti.

Opere principali: Trattato sull'emendazione dell'intelletto umano; Trattato teologico-politico; e, soprattutto, Etica, ordine geometrico demonstrata.

L’emendazione dell’intelletto umano.
Insieme alla metafisica e gnoseologia, Spinoza coltiva forti interessi etici, volti alla ricerca delle verità capaci di dare senso e valore alla vita umana. Cartesio manteneva distinti intelletto e volontà, Spinoza ritiene che il conoscere sia sempre anche un volere ciò che si conosce e che verità e bene coincidano. La filosofia è considerata lo strumento per giungere al vero e al bene tenendo conto tuttavia, rispetto alla filosofia antica, della nuova cultura maturata con la rivoluzione scientifica. Con Spinoza l'Occidente, dopo tanti secoli, cessa di essere soltanto cristiano. Egli è il primo filosofo dell'età moderna che respinge in modo esplicito la concezione biblico-cristiana di Dio, inteso come persona e creatore del mondo mediante un libero atto di volontà mosso da amore, per adottare invece una concezione immanentista e panteista: Dio non è trascendente né è persona; è diffuso in tutta la natura; tutta la natura è divina. 

Gli scopi etico-morali del suo filosofare hanno accentuata espressione nell’opera "Trattato sull'emendazione dell'intelletto umano". Spetta alla filosofia di trovare quella verità che coincide col bene, di modo che l'uomo possa acquisire quell'umana beatitudine e perfezione che, come si vedrà, si raggiunge con l’"amor Dei intellectualis", l'amore di Dio cui l’intelletto sospinge allorquando, comprendendo che Dio è lo stesso ordine geometrico del mondo, vien fatto, per la sua perfezione, oggetto d’amore. L'uomo aspira alla felicità la quale, diversamente dalla filosofia greca antica, socratica in particolare, non consiste nella sola conoscenza ma risiede soprattutto nella vita etica, che aiuta a intendere il senso del vivere e del mondo. Il bene autentico non sta nelle cose terrene , finite, provvisorie e spesso deludenti, bensì nell'essere attratti da ciò che è infinito ed eterno. L'infinito e l’eterno si identificano con il cosmo e con il suo ordine divino e la felicità per l'uomo è l'unione della mente con la divina natura del cosmo.

Ethica, ordine geometrico demonstrata 
L’“Ethica, ordine geometrico demonstrata” (L'etica dimostrata attraverso la comprensione dell'ordine geometrico della natura) è il capolavoro di Spinoza. Il tema di fondo rimane pur sempre quello del bene supremo, l'unione di mente e natura, accompagnato tuttavia da robuste speculazioni metafisico-gnoseologiche. Nel dimostrare i propri concetti, Spinoza procede secondo il metodo con cui sono dimostrati i teoremi geometrici (da ciò il titolo dato all'opera), partendo da postulati e quindi proseguendo attraverso ragionamenti e dimostrazioni deduttivi. Lo stile adottato è influenzato non solo dalla moda dell'epoca di celebrazione della matematica, ma anche e soprattutto dalla convinzione che la realtà tutta è costituita secondo una rigorosa struttura di tipo geometrico. 
Senza preamboli, l'opera si apre con una serie di definizioni sull'essere, vale a dire sulla sostanza di fondo della realtà. La definizione di sostanza è esplicitamente il punto di partenza. Per la filosofia greca classica esiste una molteplicità di sostanze gerarchicamente ordinate: il mondo sovrasensibile delle idee e quello sensibile delle cose in Platone, oppure, in Aristotele, le forme, cioè il sostrato invisibile che sta al di sotto delle qualità apparenti, visibili, di ogni cosa ed in virtù del quale ognuna è in sé stabilmente distinguibile dalle altre ancorché nel suo divenire e trasformarsi esteriore. Per Cartesio, si è visto, le sostanze sono realtà autonome, non derivanti da qualcosa d'altro, e ne individua tre: Dio come sostanza prima, nonché il pensiero (res cogitans) e l'estensione (res extensa), ovvero la materia e i corpi materiali, come sostanze seconde. Spinoza è assai più radicale; non accetta la triplicità cartesiana delle sostanze ed il conseguente dualismo tra res extensa e res cogitans ma, convenendo anche lui che la sostanza è ciò che esclusivamente è causa di sé (“causa sui”), ne afferma con rigore l’unicità. La sostanza fondamentale del mondo è una sola; è essa stessa causa della propria esistenza, dei suoi attributi e proprietà e, per esistere, non ha bisogno di altri esseri. Gode di una completa autonomia ontologica e concettuale.

Dalla definizione di sostanza Spinoza ricava una serie di sue proprietà basilari:
1. la sostanza è increata poiché essa soltanto è unica causa di sé; la sua essenza implica per definizione e necessariamente anche la sua esistenza;
2. poiché increata, la sostanza, quindi, è anche eterna;
3. è infinita perché, se fosse finita, limitata, da tali limiti sarebbe condizionata e dipendente, mentre non deriva e non dipende da niente altro;
4. è unica poiché, essendo infinita, è ovunque e non c'è spazio od occasione per altre sostanze.
Questa sostanza increata, eterna, infinita ed unica, e dunque anche indivisibile, non può essere che l'Ente supremo, cioè Dio o l'Assoluto. Fin qui Spinoza sembra poco originale rispetto ai pensatori precedenti. In realtà si differenzia nettamente da gran parte della vecchia metafisica, in particolare dalla concezione ebraico-cristiana, per il suo panteismo ed immanentismo quali sopra evidenziati. Qui sta la sua originalità: Dio e mondo non costituiscono due realtà separate ma una medesima entità; sono compenetrati. Spinoza usa l'espressione "Deus sive Natura" ("Dio cioè la Natura", "Dio=Natura"). Coincidendo con la natura, Dio è l'ordine geometrico del mondo, è il principio, la legge universale che regola e dà ordine al mondo. Poiché la sostanza è unica, la medesima sostanza divina si ritrova anche in tutte le cose del mondo, che ne sono la manifestazione in atto. Vale l'equivalenza: Sostanza=Dio=Natura=Ordine geometrico. Il Dio-Natura è principio ed origine prima del mondo e da esso tutte le cose dipendono e derivano ma non per creazione. La creazione è un atto libero del Dio persona che potrebbe anche non compiere, mentre per Spinoza il Dio-Natura, l’Assoluto, è impersonale ed è libero solamente nel senso che non è condizionato da niente altro. E’ libero da coazione però non possiede la "libertà da necessità". Egli causa e produce le cose necessariamente, per cui le cose non possono stare senza Dio e Dio non può stare senza le cose. Ogni cosa è dal Dio-Natura rigidamente necessitata e determinata ad essere ciò che è (determinismo). Non vi è alcuna contingenza ma regna ovunque la più rigida necessità. Il Dio-Natura non è neppure forza, energia, che genera il mondo e le cose inconsciamente, per sovrabbondanza di potenza, come in Plotino, ma è l'ordine razionale e necessario del cosmo, da cui le cose discendono per rigorosa concatenazione di causa-effetto. Pur usando il linguaggio metafisico-teologico tradizionale (sostanza, attributi, modi, essenza, ecc.), il pensiero di Spinoza si inquadra pur sempre nel contesto della rivoluzione scientifica. Di conseguenza il suo panteismo è una forma rigorosa, matematizzata e geometrizzata, di naturalismo (visione matematico-geometrica della natura). L’ordine geometrico è principio primo sostanziale immanente nella natura, è come un teorema eterno da cui tutto scaturisce in modo necessario, così come dalla definizione di triangolo segue necessariamente che la somma dei suoi angoli interni è uguale a due angoli retti.

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