venerdì 16 novembre 2018

Romanticismo ed idealismo

Il Romanticismo come esaltazione del sentimento.
[...] nell'uso comune quasi sempre [si] identifica il termine "romantico" con gli aggettivi "sentimentale" "poetico" ecc.
Tuttavia, quest'accezione ristretta del termine [...] con il tempo ha finito per apparire riduttiva: il suo rischio [...] è di privilegiare esclusivamente l'aspetto letterario e artistico del Romanticismo, mettendone in ombra le componenti filosofiche.

[Il] Romanticismo [...] è pieno di ambivalenze, poiché in esso coesistono, ad esempio, il primato dell'individuo e quello della società, l'esaltazione del passato c l'attesa messianica del futuro, l'evasione nel fantastico e il realismo, il titanismo e il vittimismo, il sentimentalismo e il razionalismo ecc.

[...] atteggiamento, che è tipico della cultura romantica: la polemica contro l'intelletto illuministico. [...] entrambe mirano a risolvere il medesimo problema, ovvero il ritrovamento di una via per l'Assoluto

Ora, è soltanto sulla base della constatazione di tali atteggiamenti similari che possiamo catalogare alcuni autori come "romantici", distinguendoli così da quelli di altre età, e che possiamo dire, ad esempio, che mentre Voltaire e Diderot sono degli "illuministi" Novalis, Schelling e Schleiermachcr sono dei "romantici".

Tratti che caratterizzano la "filosofìa romantica".
[La] Germania costituisce l'anima e il centro, soprattutto filosofico, del Romanticismo europeo, ci soffermeremo in particolare sul Romanticismo tedesco.

Il rifiuto della ragione illuministica e la ricerca di altre vie d'accesso alla realtà e all'Assoluto.

La polemica contro la ragione illuministica.
[...] I romantici [...] sono tutti d'accordo nel respingere la ragione illuministica. 
Infatti, come si e visto, il Romanticismo nasce proprio con il ripudio di quel tipo di ragione della quale l'Illuminismo aveva fatto [...] il proprio strumento interpretativo del mondo. Già incriminata del "bagno di sangue" della Rivoluzione francese e del militarismo napoleonico, la ragione dei philosophes viene anche ritenuta incapace di comprendere la realtà profonda dell'uomo, dell'universo e di Dio.
Di conseguenza, messa da parte la ragione prevalentemente empiristico-scientifica dell'Illuminismo e del criticismo, che aveva sbarrato le porte alla metafìsica, i romantici cercano altre vie di accesso alla realtà e all'infinito [...].

L'esaltazione del sentimento. 
Alcuni, soprattutto poeti e artisti, individuano nel sentimento l'organo più funzionale per rapportarsi alla vita e per penetrare nell'essenza [...] dell'universo.

Quella del sentimento è una categoria spirituale che l'antichità classica aveva per lo più ignorato o disprezzato, e che soltanto il Settecento illuministico aveva cominciato a riconoscere nella sua forza. 

Nel Romanticismo il sentimento finisce per acquistare un valore predominante, soprattutto in virtù delle idee diffuse dal movimento letterario-politico denominato Sturm und Drang (cioè, letteralmente, "Tempesta e Impeto"), che per primo denuncia l'incapacità della ragione finita dell'uomo, nei limiti a essa imposti da Kant, di cogliere gli aspetti più profondi della realtà.

Il sentimento come organo dell'infinito.
[...] il sentimento di cui parlano i romantici sia qualcosa di più profondo e "intellettuale" del sentimento comunemente inteso [...], il sentimento viene ritenuto in grado di aprire a nuove dimensioni della psiche e di risalire alle sorgenti primordiali dell'essere. 

Anzi, il sentimento appare talora come l'infinito stesso [...]. In ogni caso esso si configura come il valore supremo [...]. 


Lo Sturm und Drang, cioè “tempesta e impeto”.
Alla ragione finita, cioè alla ragione di cui Kant aveva segnato le competenze e i limiti, lo Sturm und Drang contrappone la fede e il sentimento, sole facoltà capaci di cogliere gli aspetti più profondi della realtà, che rimangono inaccessibili alla ragione.

In questa prospettiva anti-illuministica si colloca anche il rinnovato interesse per il mondo naturale, interpretato non più in chiave meccanicistica, ma organicistica.

Le idee dello Sturm und Drang influenzano i giovani Schiller e Goethe, i quali tuttavia saranno indirizzati dalla filosofia kantiana ad ammettere il valore della ragione anche nella comprensione e nel chiarimento di ciò che ragione non è, cioè della vita, del sentimento, dell’arte e della natura. Pertanto questi due autori, se da un lato riflettono alcuni temi del nascente Romanticismo, dall’altro confluiranno nel classicismo.

L'arte come chiave di lettura della realtà.
[Il] concetto dell'arte come intuizione filosofica in grado di attingere le profondità originarie della vita e di possedere l'infinito trova la sua più nota concettualizzazione in Schelling, che nell'arte individua l'organo tramite cui avviene la rivelazione dell'Assoluto a se medesimo.

[...] Schelling arriva a dire che l'universo è nient'altro che un'immensa opera d'arte generata da quel «poeta cosmico» che è l'Assoluto[...]  fin dall'inizio tra i romantici scoprono nell'arte gli attributi stessi di Dio: l'infinità e la creatività.

L'estetica romantica.
Ripudiati il principio di imitazione e le regole classicistiche, l'estetica romantica si configura cosi, nel modo più esplicito e impegnato, come un'estetica della creazione, poiché se all'uomo morale si riconosce ancora la necessità di un limite, di un ostacolo, al poeta è attribuita una libertà sconfinata e all'arte una spontaneità assoluta, che ne fa un'attività in perenne divenire, ossia dotata di inesauribile dinamicità creativa.

Storicamente, il Romanticismo tedesco ha come luogo di nascita la città di Jena.

I contatti con i filosofi idealisti.
Gli Schlegel stringono inoltre rapporti con Fichte, che hanno conosciuto a lena nel 1796 e di cui subiscono l'influsso filosofico, tanto da attribuirgli la paternità ideale dello stesso movimento romantico, e con Schelling (v. cap. 3), il cui pensiero sembra costituire, a un certo punto, la più compiuta incarnazione filosofica delle nuove idee. 

Lo stesso Hegel, amico negli anni giovanili di Hòlderlin e di Schelling, ha modo di conoscere le dottrine estetiche e filosofiche del cenacolo degli Schlegel, che in seguito criticherà aspramente, pur essendo inevitabilmente influenzato dal generale clima romantico.

Nel 1801, alla morte di Novalis, il gruppo di Jena si scioglie ma le sue idee si diffondono rapidamente in altri centri della Germania (Monaco, Dresda, Heidelberg ecc.) e all'estero.

[...] Hegel prende una drastica posizione polemica contro le varie filosofìe del sentimento e della fede, affermando che solo mediante la logica e la ragione, e non attraverso le nebulosità del pensiero poetico o mistico, risulta possibile un discorso fondato sull'infinito.
Rifacendosi alla distinzione kantiana tra intelletto e ragione, Hegel tende ad addossare al primo tutti i difetti che i romantici avevano attribuito alla scienza "analitica" ed empiristica dell'Illuminismo, e ad assegnare alla seconda, intesa alla maniera "dialettica", tutte le prerogative che i poeti avevano ascritto all'arte o alla fede, ossia:

■ la virtù di andare oltre la superficie del reale e di coglierne le strutture profonde;
■ l'idoneità a captare l'infinito e l'assoluto;
■ l'attitudine a pensare in modo sintetico e organico, ossia a spiegare le parti in relazione al tutto;
■ la predisposizione ad afferrare la dimensione processuale, cioè storica, della realtà.

Il senso dell'infinito.
La ricerca romantica dell'infinito.

Contrariamente a Kant, che aveva costruito una filosofia del finito e aveva fatto valere in ogni campo il principio del limite, i romantici cercano ovunque l'oltre-limite, ovvero ciò che rifugge dai contorni definiti e si sottrae alle leggi dell'ordine e della misura.

[...] l'infinito si qualifica come il protagonista principale dell'universo culturale romantico.

Tutti d'accordo nell'assegnare un ruolo primario all'infinito, i romantici si differenziano invece per il diverso modo di intenderlo e di concepirne i rapporti con il finito (l'uomo, la natura, la storia ecc.).

Il modello prevalente e quello panteistico.
Infatti il sentimento dell'immedesimazione (Eirìfiihhing) tra infinito e finito è cosi forte da far sì che i romantici, almeno all'inizio, tendano a concepire il finito come la realizzazione vivente dell'infinito, sia esso inteso alla maniera di un panteismo naturalistico di stampo spinoziano-goethiano, che identifica l'infinito con il ciclo eterno della natura, oppure di un panteismo idealistico, che identifica l'infinito con lo Spirito, ossia con l'umanità stessa, e che fa della natura un momento della sua realizzazione.

Modello trascendente.
Accanto al modello panteistico troviamo anche un'altra concezione dei rapporti tra finito e infinito, in virtù della quale l'infinito si distingue in qualche modo dal finito, pur rivelandosi in esso.

In questo caso il finito (l'uomo e il mondo) non appare più come la realtà stessa dell'infinito, ma come la sua manifestazione più o meno adeguata.

Pertanto, se il primo modello, sostenendo l'identità tra finito e infinito, è una forma di immanentismo e di panteismo, il secondo modello, affermando la distinzione tra finito e infinito, è una forma di trascendentismo e di teismo, che ammette la trascendenza dell'infinito rispetto al finito e considera l'infinito stesso come un Dio che è al di là delle sue manifestazioni mondane.

Ovviamente, mentre il panteismo si accompagna a una religiosità cosmica, diversa dalle fedi positive, il trascendentismo suole accompagnarsi, per lo più, all'accettazione di una qualche religione storica.

La vita come inquietudine e desiderio dell'infinito.
La Sehnsucht, l'ironia e il titanismo.
Un altro dei motivi ricorrenti della cultura romantica, presente nei poeti e nei filosofi, è la concezione della vita come inquietudine, aspirazione, brama, sforzo incessante. I romantici ritengono infatti che l'uomo sia in preda a un "demone dell'infinito", il quale fa sì che egli - insofferente di ogni limite e mai pago della realtà così com'è - viva in uno stato di irrequietezza e di tensione perenne, che lo porta a voler sempre trascendere gli orizzonti del finito.

Due tra le più noie esemplificazioni di questo modo di essere sono lo "spirito faustiano" delineato da Goethe, e lo Streben teorizzato da Fichte, che vede l'io impegnato in un infinito superamento del finito, coincidente con una battaglia mai conclusa per la conquista della propria umanità.

Di conseguenza, si può dire che l'intuizione romantica dell'uomo sia in funzione di quell'anelito all'infinito che è proprio di tale corrente culturale. Infatti è solo in relazione alla "brama di infinito" che si comprendono alcuni dei più emblematici "stati d'animo" romantici, che costituiscono l'oggetto preferito delle rappresentazioni letterarie.

L'espressione Sehnsucht, che può essere tradotta in italiano con "desiderio", "aspirazione struggente", "brama appassionata" ecc., costituisce «la più caratteristica parola del Romanticismo tedesco», poiché sintetizza l'interpretazione dell'uomo come desiderio e mancanza, ossia come desiderio frustrato di qualcosa (l'infinito, la felicità... ) che sempre sfugge.

La Sehnsucht (DESIDERIO) si identifica infatti con quell'aspirazione verso "il più" e "l'oltre" che, non trovando confini né mete precise, si risolve inevitabilmente, in un «desiderio di avere l'impossibile, di conoscere il non conoscibile[...].

[...] Sehnsucht tenda spesso a capovolgersi nel sentimento della noia, ossia del vuoto o della nullità delle cose e delle esperienze umane.
La situazione esistenziale implicita nel DESIDERIO, nella tensione verso l'Assoluto, si accompagna a due atteggiamenti psichici ben precisi: l'ironia e il titanismo.

Ironia.
L'ironia consiste nella "superiore"coscienza del fatto che ogni realtà finita, e quindi ogni impresa umana, grande o piccola, è nulla di fronte all'infinito.
Come tale, l'ironia e una conseguenza diretta del principio romantico secondo cui l'infinito può avere innumerevoli manifestazioni, senza che nessuna gli sia veramente essenziale: essa, infatti, consiste nel non prendere "sul serio" le manifestazioni particolari dell'infinito (la natura, le opere, l'io) e nel rifiutarsi di considerarle come cosa salda, in quanto non sono altro che espressioni provvisorie.

La filosofia è la vera patria dell'ironìa, che potrebbe venir definita bellezza logica.
(Schlegel)

La filosofia scioglie ogni cosa, relativizza l'universo. Come il sistema copernicano, essa scardina i punti fìssi e rende sospeso nel vuoto ciò che prima posava sul solido. Essa insegna la relatività di tutti i motivi e dì tutte le qualità.
(Novalis)

Il titanismo.
Se l'ironia palesa una sorta di filosofico humour, derivante dalla coscienza dei limiti del finito in quanto tale, il titanismo esprime invece un atteggiamento di sfida e di ribellione, proprio di chi si propone di combattere, pur sapendo che alla fine risulterà perdente e incapace di superare le barriere del finito. Tante vero che il titanismo, talora, mette capo al suicidio, visto come atto di sfida estrema verso il destino.

Il titanismo è detto anche "prometeismo" perché i romantici lo personificano nel mitico titano greco Prometeo, il quale,avendo rotto l'ordine fatale del mondo per donare agli uomini il fuoco, viene condannato da Zeus ad avere perennemente il fegato divorato da un'aquila.

[...] i romantici tendono a vedere in Prometeo il simbolo della ribellione.
L'atteggiamento opposto, ma complementare, al titanismo è il vittimismo, ossia la tendenza a sentirsi schiacciati da forze superiori (il destino, la società, la natura ecc.).


Tra i temi e gli atteggiamenti elencati, ce ne sono alcuni che non si ritrovano nel Romanticismo tedesco: evidenziali uno per uno.


  • affermazione della ragione dialettica
  • attenzione agli sviluppi del sapere scientifico
  • celebrazione della fede religiosa
  • concezione della vita come aspirazione e desiderio
  • culto dell’arte
  • esaltazione del sentimento
  • ricerca dell’ordine e della misura
  • rifiuto della metafisica
  • rifiuto della ragione illuministica
  • senso della nullità del finito


L'ironia e il titanismo.
L'inquietudine romantica dell'uomo che sa di tendere verso qualcosa che non potrà mai raggiungere si traduce in due atteggiamenti distinti: l'ironia e il titanismo.
Mentre l'ironia consiste nella coscienza del fatto che ogni realtà finita è un "nulla" di fronte all'infinito e pertanto va considerata nella sua mancanza e provvisorietà, il titanismo esprime un senso di ribellione a questo stato di cose, un tentativo di sfida tipico di chi cerca di combattere pur sapendo che alla fine dovrà arrendersi all'impossibilità di superare i limiti del finito.

L'amore è un altro dei temi prediletti del Romanticismo tedesco, su cui si soffermano sia poeti, sia filosofi.
L'esaltazione dell'amore discende soprattutto dalla preferenza accordata al sentimento e dalla ricerca di un'evasione dal quotidiano. Infatti l'amore appare ai romantici come il sentimento più forte e come l'estasi suprema, ovvero come la vita della vita stessa.

"L'amore è lo scopo finale della storia del mondo, l'amen dell'universo."
Novalis

Caratteristiche dell'amore romantico.

[Una] caratteristica dell'amore romantico risiede nella ricerca dell'unità assoluta degli amanti, ossia della completa fusione delle anime e dei corpi, in modo tale che «ciò che è due possa diventare uno». Presente nei poeti e negli artisti in generale, quest'aspetto dell'idealizzazione romantica dell'amore è stato espresso da Hegel con le formule più rigorose e significative.

Nelle Lezioni di estetica, ad esempio, Hegel scrive:
"L'amore è identificazione del soggetto con un'altra persona [...] il sentimento per cui due esseri non esistono che in un'unità perfetta e pongono in questa identità tutta la loro anima e il mondo intero. [...] Questa rinuncia a se stesso per identificarsi con un altro, quest'abbandono nel quale il soggetto ritrova tuttavia la pienezza del suo essere, costituisce il carattere infinito dell'amore."

L'amore come manifestazione dell'assoluto.
La terza caratteristica dell'amore romantico è la sua tendenza a caricarsi di significati simbolici e metafìsici. I romantici, infatti, pensano che l'amore, pur rivolgendosi a cose e a creature finite, scorga in esse manifestazioni o segni dell'assoluto, sia inteso panteisticamente nella forma dell'Uno-Tutto, sia interpretato trascendentisticamente nella forma di un Dio creatore. [...] il simbolo dell'universale armonia, ovvero della congiunzione tra uomo e natura, tra finito e infinito.

La nuova concezione della storia.
Un altro degli aspetti caratterizzanti del Romanticismo tedesco è costituito dall'interesse e dal culto per la storia, che fin dall'inizio tende a prendere la forma di uno storicismo antitetico all' "anti-storicismo" illuministico.

In realtà, anche l'Illuminismo si era esplicitamente occupato del mondo storico, proponendone una specifica concezione. Tuttavia, fin dal suo nascere, la cultura romantica procede alla teorizzazione di una nuova filosofia generale della storia, che, pur affondando le sue radici nel tardo Illuminismo tedesco, finisce per presentare caratteri oggettivamente antitetici a quelli dell'elaborazione dell'età dei Lumi.

Il PROVVIDENZIALISMO ROMANTICO.

Mentre per l'Illuminismo il soggetto della storia è l'uomo, per il Romanticismo risulta essere la provvidenza.

Gli esiti fallimentari della Rivoluzione francese e dell'impresa napoleonica avevano infatti contribuito a generare l'idea che a "tirare le fila" della storia non fosse l'uomo, ovvero l'insieme degli individui sociali, ma una potenza extra-umana e sovra-individuale, concepita come forza immanente o trascendente.

La storia finisce allora per apparire come il prodotto di un soggetto provvidenziale assoluto, che si viene progressivamente rivelando o realizzando nella molteplicità degli avvenimenti, dei quali costituisce il momento unificatore e totalizzante.

Guardata da questo punto di vista, la storia prende le sembianze di un processo globalmente positivo, in cui non si trova alcunché di irrazionale o di inutile, e in cui ogni regresso è soltanto apparente. Infatti la storia o è un progresso necessario e incessante, nel quale il momento successivo supera il precedente in perfezione e razionalità, o è una totalità perfetta, in cui tutti i momenti sono ugualmente razionali e perfetti (Hegel).

Sulla base di questa specifica interpretazione della storicità umana in termini provvidenzialistici, l'Illuminismo, agli occhi dei romantici, appare decisamente anti-storicista e la pretesa dei Philosopphes di "giudicare' la storia, rifiutandone alcuni momenti, del tutto insostenibile:

■ in primo luogo perché voler giudicare la storia equivale a intentare un "processo a Dio", che nella storia si manifesta e si realizza;
■ in secondo luogo perché ogni momento della storia costituisce l'anello necessario di una catena processuale complessivamente positiva;
■ in terzo luogo perché giudicare il passato alla luce dei valori del presente (che per gli illuministi erano i valori stessi dell'uomo: pace, benessere, pubblica felicità, libertà ecc.) significa misconoscere l'individualità e l'autonomia delle singole epoche, che hanno ognuna una specifica ragion d'essere in relazione alla totalità della storia e che perciò si sottraggono a ogni giudizio critico e comparativo.

Il giustificazionismo e il tradizionalismo romantico.
Tutto ciò spiega perché Io storicismo romantico si accompagni, per lo più, a una forma di tradizionalismo che non solo giustifica, ma in qualche modo "santifica" il passato, ritenendolo espressione dell'intervento di Dio nella storia e linfa vitale del presente e del futuro. Anche su questo punto la spaccatura tra l'Illuminismo francese e il Romanticismo tedesco è netta e radicale.

L'Illuminismo, che guardava al mondo storico in maniera umanistica e problematica, si era avvalso di una filosofia critica e riformatrice, che voleva liberarsi del passato poiché in esso scorgeva quasi esclusivamente errori, pregiudizi, violenze ecc. Il Romanticismo, che guarda alla storia secondo schemi provvidenzialistici e necessitaristici,

Pag. 588 (Pearson - L'ideale e il reale)



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