Il muro di scudi
Nel mondo classico, la falange spartana operava in modo serrato costituendo un muro impenetrabile per qualsiasi avversario. Non era una semplice architettura militare, ma una vera e propria filosofia basata sul mutuo soccorso e sull’aiuto reciproco, perché ogni oplite, coprendo con la metà del proprio scudo il guerriero al suo fianco, era responsabile della sua incolumità e della perfetta integrità di quel muro che per nulla al mondo doveva essere violata. Era dunque la perfetta trasposizione militare di un concetto sociale molto più ampio: il senso comunitario, dove all’io si sostituisce il noi, e dove il noi diventa un’unica entità.
Con il tempo, però, alcuni hanno preferito e preferiscono prendere le distanze da questa virtù che presuppone lealtà, onestà e spirito di sacrificio per concedersi alla molto meno virtuosa e “volgare” locuzione latina “mors tua vita mea”, trasposizione puntuale del più barbaro e misero opportunismo, origine di ogni male.
No, non ci sto.
Qualcuno disse: “Onorate gli scudi”. E così sia! Ma mentre lo faccio, guardo negli occhi i “guerrieri” che ho al mio fianco perché ognuno di noi è responsabile dell’integrità di quel muro. Ognuno di noi…
Barbara Lezzi
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